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MessaggioInviato: 08/01/2013, 12:35 
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PASADENA, Calif. - La missione Kepler ha annunciato la scoperta di altri 461 possibili esopianeti. Quattro tra questi hanno una dimensione inferiore al doppio della Terra e si trovano in fascia abitabile, la regione planetaria nella quale è possibile la presenza di acqua liquida.
In base alle osservazioni condotte tra maggio 2009 e marzo 2011, le scoperte mostrano un incremento nel numero di pianeti candidati di piccole dimensioni nonché del numero di stelle che detengono più candidati.
Non c'è modo migliore per iniziare la fase di estensione della missione Kepler: dal precedente catalogo di Kepler risalente a febbraio 2012, il numero di possibili pianeti è incrementato del 20% raggiungendo le 2.740 unità intorno a 2.036 stelle. I pianeti di dimensioni terrestri e le superterre sono aumentati rispettivamente del 43 e del 21%.
Le stelle che potrebbero accogliere più di un pianeta sono passate da 365 a 467, ad indicare che una larga parte degli esopianeti abita in sistemi planetari.
Kepler effettua le scoperte analizzando la luce di più di 150.000 stelle in cerca di transiti planetari. Per indicare la presenza di un possibile candidato occorrono almeno tre transiti.

NASA
http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... ianeti.txt

da considerare che la continua scoperta di nuovi esopianeti,parte dei quali potenzialmene abitabili,portera' spero,nell'imminenza alla certezza di vita su alcuni di loro......


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MessaggioInviato: 04/02/2013, 18:45 
Credit: Harvard University

Negli ultimi decenni gli astronomi sono riusciti a scoprire centinaia di pianeti fuori dal nostro sistema solare, e la ricerca continua per trovare pianeti abitabili, simili alla nostra Terra! Per adesso però, molti dei pianeti scoperti sono giganti gassosi dalle dimensioni di Nettuno a quelle di diverse volte Giove. Ovviamente questi pianeti, anche nel caso in cui si trovano nella zona abitabile intorno alla propria stella, non possono ospitare forme di vita. Ma le loro lune? Secondo una nuova ricerca pubblicata a Gennaio 2013 sul giornale scientifico Astrobiology, le esolune (lune extraterrestri), anche se non sono mai state osservate fino ad ora, potrebbero teoreticamente essere abitabili quanto un pianeta terrestre!

La ricerca, condotto da René Heller, dell'Istituto per l'Astrofisica Leibniz, di Potsdam, in Germania, insieme a Rory Barnes dell'Università di Washington, e all'Istituto di Astrobiologia della NASA, è tra le prime a analizzare in dettaglio questa eventualità, gettando le basi per quello che si potrà fare con la prossima generazione di super-telescopi spaziali e terrestri.

Ma quali sarebbero le condizioni climatiche in questi posti così esotici? Molto probabilmente sarebbero drammaticamente diversi da quelli di pianeti abitabili perché prima di tutto le lune tendono ad essere bloccate per via della forza di marea a rivolgere sempre la stessa faccia al proprio pianeta, come succede alla nostra Luna per esempio. Oltre a questo c'è da considerare che le lune avrebbero due grandi fonde di luce: una da parte della stella e una da parte dell'enorme pianeta gassoso intorno a cui orbitano. A questo si aggiunge il fatto che potrebbero spesso essere soggette ad eclissi drammatiche che potrebbero alterare significativamente i loro equilibri climatici, riducendo l'illuminazione disponibile per molto. "Un osservatore sulla superficie di una simile luna potrebbe vivere il ciclo "giorno-notte" in maniera totalmente diversa rispetto a quello che succede sulla Terra" ha spiegato Heller. "Per esempio, le eclissi stellari potrebbero potare ad una notte fonda in pieno giorno."



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Geometria di un sistema triplice, con una stella, un pianeta ed una luna, con illuminazioni diverse indicate dalle ombreggiature. Credit: Heller & Barnes (2012)

Heller e Barnes hanno lavorato molto sul riscaldamento interno per via della forza di marea come criterio per l'abitabilità delle esolune. Quest'energia addizionale proviene dalla distanza della luna rispetto al proprio pianeta; più la luna si trova vicino, più il riscaldamento mareale è forte. Le lune che orbitano i propri pianeti troppo vicino avranno un riscaldamento eccessivo e questo potrebbe portare ad un effetto sera che potrebbe far svanire rapidamente l'acqua sulla superficie, lasciandole sterili o come Io, piene di vulcani.

Gli scienziati hanno anche sviluppato un modello teorico per stimare la distanza minima di una luna rispetto al proprio pianeta, per poter ancora restare abitabile. Questa distanza è stata chiamata "margine abitabile". Questo concetto permetterà agli astronomi del futuro di valutare l'abitabilità di queste lune extrasolari. "Esiste una zona abitabile anche per le lune, è solo un po' differente rispetto a quella per gli esopianeti." ha spiegato Barnes.

L'incredibile precisione fotometrica del telescopio spaziale Kepler, della NASA, sta iniziando a portare anche alla scoperta di pianeti piccoli dalle dimensioni di Marte a quelle della Terra, ed è possibile che nel prossimo futuro ci riservi anche la scoperta della prima luna di un altro pianeta!

http://arxiv.org/abs/1209.5323


sarebbe una ottimale possibilita' di potere trovare,piu'facilmente,altre forme di vita...................


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MessaggioInviato: 06/02/2013, 11:36 
Kepler Mission

Using Kepler data, scientists with the Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics will share the latest discovery in the search for planets outside our own solar system on Weds., Feb. 6 at 8 a.m. PST., and you can watch the announcement live online.

http://www.cfa.harvard.edu/news/news_conferences.html

Scientists Unveiling Exoplanet Discovery Wednesday: How to Watch Live

Scientists with the Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) will unveil the latest discovery in the search for Earth-like planet outside our own solar system on Wednesday (Feb. 6), and you can watch the announcement live online.

A press conference at the center will begin at 11 a.m. EST (1600 GMT) and be webcast online to unveil "new research on the prevalence of exoplanets orbiting red dwarf stars and the implications for the proximity of Earth-like worlds," CfA officials said in an announcement.

You can watch the announcement live online via the link here: http://www.cfa.harvard.edu/news/news_conferences.html

Wednesday's press conference will discuss research based on a study of data from NASA's prolific planet-hunting Kepler spacecraft. The scientists participating in the briefing will include:

Courtney Dressing, graduate student at Harvard University
David Charbonneau, professor of astronomy at Harvard University
John Johnson, assistant professor of astronomy at Caltech

The Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics is based in Cambridge, Mass., and combines the science resources of the Harvard College Observatory and the Smithsonian Astrophysical Observatory, according to a center description. About 300 scientists currently work together on joint projects at the center.

NASA's Kepler spacecraft has been seeking out new alien planets since its launch in 2009. The space telescope stares unblinking at a single part of the sky and records dips in starlight, an indication of a planet orbiting a faraway star.

To date, NASA's Kepler mission has found evidence of about 2,740 candidate alien planets, with 105 of those worlds confirmed by follow-up observations.

Visit SPACE.com on Wednesday at 11 a.m. EST (1600 GMT) to see the exoplanet news from the Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics.


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MessaggioInviato: 06/02/2013, 19:25 
Il resoconto della conferenza:

Kepler Data Suggest Earth-size Planets May Be Next Door


Using publicly available data from NASA’s Kepler space telescope, astronomers at the Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) estimate that six percent of red dwarf stars in the galaxy have Earth-size planets in the "habitable zone," the range of distances from a star where the surface temperature of an orbiting planet might be suitable for liquid water.

The majority of the sun's closest stellar neighbors are red dwarfs. Researchers now believe that an Earth-size planet with a moderate temperature may be just 13 light-years away.

"We don't know if life could exist on a planet orbiting a red dwarf, but the findings pique my curiosity and leave me wondering if the cosmic cradles of life are more diverse than we humans have imagined," said Natalie Batalha, Kepler mission scientist, NASA's Ames Research Center in Moffett Field, Calif.

The research team analyzed 95 planet candidates in the Kepler catalog orbiting 64 red dwarf stars. Most of these candidates aren't the right size or temperature to be considered Earth-like, as defined by the size relative to Earth and the distance from the host star. However, three candidates are both temperate and smaller than twice the size of Earth.

Red dwarf stars are smaller, cooler, and fainter than the sun. An average red dwarf is only one-third as large and one-thousandth as bright as the sun. Consequently, the not too hot or not too cold habitable zone would be much closer to a cooler star than it is to the sun.

"This close-in habitable zone around cooler stars makes planets more vulnerable to the effects of stellar flares and gravitational interactions, complicating our understanding of their likely habitability,” said Victoria Meadows, professor at the University of Washington and principal investigator with the NASA Astrobiology Institute. "But, if the planets predicted by this study are indeed found very nearby, then it will make it easier for us to make the challenging observations needed to learn more about them, including whether or not they can or do support life."

The three planetary candidates highlighted in this study are Kepler Object of Interest (KOI) 1422.02, which is 90 percent the size of Earth in a 20-day orbit; KOI-2626.01, 1.4 times the size of Earth in a 38-day orbit; and KOI-854.01, 1.7 times the size of Earth in a 56-day orbit.

Located between 300 to 600 light-years away, the three candidates orbit stars with temperatures ranging from 3,400 to 3,500 degrees Kelvin. By comparison, the temperature of the sun is nearly 5,800 degrees Kelvin.

Kepler is the first NASA mission capable of finding Earth-size planets in or near the habitable zone. Kepler is detecting planets and possible candidates with a wide range of sizes and orbital distances to help scientists better understand our place in the galaxy.

Ames manages Kepler's ground system development, mission operations and science data analysis. NASA's Jet Propulsion Laboratory in Pasadena, Calif., managed Kepler mission development. Ball Aerospace and Technologies Corp. in Boulder, Colo., developed the Kepler flight system and supports mission operations with JPL at the Laboratory for Atmospheric and Space Physics at the University of Colorado in Boulder.

The Space Telescope Science Institute in Baltimore archives, hosts and distributes the Kepler science data. Kepler is NASA's 10th Discovery Mission and is funded by NASA's Science Mission Directorate at the agency's headquarters.

For more information about the discovery, see the CfA press release.

For information about the Kepler Mission, click here.


Michele Johnson
Ames Research Center, Moffett Field, Calif.
650-604-6982
michele.johnson@nasa.gov

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la frase evidenziata.... WOW!


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MessaggioInviato: 07/02/2013, 12:00 
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Grafico che mostra la zona abitabile intorno a diversi tipi di stelle. Più la stella è grossa più l'orbita in cui le condizioni sono accettabili per la vita è verso l'esterno. Credit: NASA

Un gruppo di astronomi ha annunciato di aver recentemente sviluppato un nuovo modello per determinare meglio quelle che sono le zone potenzialmente "abitabili" intorno alle stelle della nostra galassia, cioè quelle zone intorno ad una stella in cui possono esserci ambienti ospitali per la vita come la conosciamo, che dipende dalla presenza di acqua liquida. Il team del Dipartimento di Geoscienze della Penn State University, ha pubblicato la nuova ricerca sull'Astrophysical Journal.
Comparando le nuove stime ottenute grazie al nuovo modello con quelle del modello precedente, il team ha scoperto che le zone abitabili si trovano in realtà più lontano dalle proprie stelle rispetto a quello che si pensava precedentemente. "Tutto questo ha grandi implicazioni per la ricerca di pianeti con vita!" spiega il ricercatori Ravi Kumar Kopparapu, a capo dello studio.

Per questo studio, Kopparapu e Ramses Ramirez, studente dottorando dell'università, hanno usato database aggiornati riguardo all'assorbimento di gas sera (HITRAN e HITEMP). I database hanno informazioni più precise riguardo al ciclo dell'acqua e della CO2 e hanno permesso agli scienziati di ottenere stime più precise per il modello di base creato dal prof. Kasting circa 20 anni fa.

Usando i dati ed i supercomputeri disponibili presso la Penn State e presso l'Università di Washington, il team è riuscito a calcolare le zone abitabili presenti intorno ad altre stelle. In un precedente modello, acqua e diossido di carbonio non venivano assorbiti così fortemente, quindi i pianeti dovevano essere molto più vicini alla propria stella per restare nella "zona abitabile".

Il nuovo modello ha già scoperto che alcuni pianeti che precedentemente erano catalogati come interni alle zone abitabili, in realtà non lo sono.

Questi nuovi dati permetteranno agli scienziati di effettuare ricerche già in atto, per esempio grazie alla missione Kepler che sta cercando proprio pianeti nelle zone abitabili. La missione ha già scoperto oltre 2000 potenziali sistemi planetari che devono ancora essere investigati in dettaglio.




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Il diagramma mette al confronto il sistema Kepler 47 (sopra) ed il nostro Sistema Solare. In verde è segnata la zona abitabile di ognuno dei sistemi. Credit: NASA/JPL/T. Pyle

I dati saranno sicuramente di supporto per lo sviluppo del Habitable Zone Planet Finder, che un diverso team di scienziati del Dipartimento di Astronomia e Astrofisica della Penn State sta costruendo. Nel 2011 infatti, la National Scienze Foundation, ha offerto un fondo per lo sviluppo di uno strumento che trovi pianeti nelle zone abitabili. Lo strumento da sviluppare è uno spettrografo di grandissima precisione che permetterà di trovare pianeti della grandezza della Terra in altre regioni della Via Lattea!
Ovviamente lo stesso modello permetterà in futuro di fare più precise ricerche anche con altri strumenti e super-telescopi.

Curiosamente, secondo questo modello, la Terra si trova proprio al margine della zona abitabile del nostro Sistema Solare, anche se c'è da dire che il modello non prende in considerazione l'effetto di feedback delle nuvole che riflettono parte della radiazione solare e stabilizzano il clima.

http://live.psu.edu/story/63930

http://arxiv.org/abs/1301.6674


http://www.link2universe.net/2013-02-06 ... le-stelle/


Ultima modifica di ubatuba il 07/02/2013, 12:01, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 07/02/2013, 15:31 
Un po' di conti

http://scienze.fanpage.it/miliardi-di-p ... -galassia/

Miliardi di pianeti come la Terra nella nostra galassia
Secondo l’ultima stima dei dati della sonda Kepler, i pianeti come il nostro potrebbero essere dai 4 ai 17 miliardi.
Miliardi di pianeti come la Terra nella nostra galassia.


Nonostante un problema a due delle sue quattro ruote di reazione che ne consentono l’operabilità, la sonda Kepler della NASA, impegnata dallo spazio a scrutare centinaia di migliaia di stelle nella Via Lattea per individuare tracce di pianeti extrasolari, continua a far parlare di sé grazie ai dati finora prodotti. Secondo un’analisi di un team di astronomi internazionali, molti pianeti simili alla Terra si troverebbero intorno alle nane rosse nel nostro vicinato. Uno di questi mondi potrebbe trovarsi addirittura molto vicino, ad appena 13 anni luce: abbastanza vicino da permettere ai futuri telescopi, che saranno operativi entro il 2020, di analizzare le loro atmosfere in cerca di tracce di una possibile biosfera come la nostra.

Nane rosse - Finora Kepler ha analizzato quasi 4000 nane rosse, stelle che sono più piccole e più fredde del nostro Sole, ma che costituiscono la norma nella Via Lattea. E ha individuato 95 candidati a esopianeti. Kepler non può osservare direttamente i pianeti extrasolari, ma solo individuarli attraverso tecniche indirette, come la riduzione periodica della luminosità di una stella dovuta al transito di un potenziale pianeta sulla propria linea di osservazione. Tecniche che favoriscono, ovviamente, i pianeti più grossi: giganti gassosi grandi più di Giove e ultimamente super-Terre, possibili pianeti rocciosi con masse diverse volte quella della Terra. Ma, anche se inferiori di numero, Kepler ha recentemente scoperto diversi potenziali pianeti di dimensioni simili al nostro e orbitanti all’interno della fascia di abitabilità intorno a una stella.

Rappresentazione artistica del Pianeta in orbita attorno ad Alfa Centauri B (fonte ESO)

Pianeti vicini di casa - Secondo gli astronomi del Consorzio di ricerca delle stelle vicine, un gruppo internazionale guidato dalla Georgia State University, stimando sulla base dei dati finora raccolti che il 6% di nane rosse nella Via Lattea potrebbero ospitare pianeti simili alla Terra, e considerando che nel raggio di 30 anni luce dal nostro sistema solare ci sono 248 nane rosse, potremmo avere circa 15 gemelli della Terra nel nostro vicinato galattico. Statistiche alla mano, ci sono buone possibilità di avere almeno uno di essi in un raggio di 13 anni luce. Non ne sono stati ancora visti, ma questo non vuol dire che non ve ne siano. Solo pochi mesi fa, per esempio, è stato possibile individuare il pianeta più vicino alla Terra intorno ad Alpha Centauri, la vicina di casa del Sole.

Miliardi di pianeti come la Terra - Applicando queste stesse stime al totale di nane rosse all’interno della nostra galassia, arriviamo a un numero pari ad almeno 4,5 miliardi di pianeti di dimensioni e composizione simile alla Terra all’interno della fascia di abitabilità, cioè a una distanza dalla stella-madre tale da permettere all’acqua di mantenersi allo stato liquido in superficie. Ovviamente, non ci sono solo le nane rosse. Pur essendo le stelle più comuni, non sono le uniche a garantire condizioni di abitabilità ai pianeti che vi orbitano. Le stelle come il Sole, che sono nane gialle, garantiscono condizioni migliori di vivibilità (o almeno è quello che crediamo). E anche molti sistemi binari, estremamente comuni, potrebbero permettere di avere pianeti dove si può sviluppare la vita, in determinate condizioni. Questo ha portato di recente, in seguito all’ultimo elenco di pianeti candidati individuati da Kepler rilasciato dalla NASA, a stimare un totale di “almeno” 17 miliardi di pianeti come il nostro nella Via Lattea.

continua su: http://scienze.fanpage.it/miliardi-di-p ... z2KDvttqch
http://scienze.fanpage.it


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MessaggioInviato: 07/02/2013, 17:24 
..da tutti questi numeri impressionante,di pianeti simili alla terra,solo nella ns galassia,e' supponible che la possibilita' di trovare altre forme di vita sia piu'elevata............................[;)]


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MessaggioInviato: 07/02/2013, 20:27 
Già, di solito nella mia fantasia e quella degli scrittori di fantascienza si parla di pianeti, decine di pianeti abitabili, a volte qualche centinaio... ma qua si parla della possibilità di avere migliaia, milioni o MILIARDI di pianeti abitabili. [:D] da quale cominciamo??
Datemi una nave a curvatura!!!!


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MessaggioInviato: 07/02/2013, 22:31 
Cita:
DarthEnoch ha scritto:

Già, di solito nella mia fantasia e quella degli scrittori di fantascienza si parla di pianeti, decine di pianeti abitabili, a volte qualche centinaio... ma qua si parla della possibilità di avere migliaia, milioni o MILIARDI di pianeti abitabili. [:D] da quale cominciamo??
Datemi una nave a curvatura!!!!

Schettino l'ha avuta!. [:D]
Allora in base a questi nuovi dati,vi sono ancora dubbi sulla possibilità che esseri intelligenti abbiano visitato la Terra?. [;)]


Ultima modifica di bleffort il 07/02/2013, 22:35, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 08/02/2013, 12:29 
Cita:
DarthEnoch ha scritto:

Già, di solito nella mia fantasia e quella degli scrittori di fantascienza si parla di pianeti, decine di pianeti abitabili, a volte qualche centinaio... ma qua si parla della possibilità di avere migliaia, milioni o MILIARDI di pianeti abitabili. [:D] da quale cominciamo??
Datemi una nave a curvatura!!!!


certo la possibilita'di pianeti abitabili e' esponenziale,ma suppongo che in realta' la possibilita'(di pianeti realmente abitati)sia drasticamente ridotta [;)]


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Sempre numeri altissimi restano, e poi, "abitabile" mi basta per iniziare: esplorare, studiare, capire. Poi piú avanti arriveranno anche i mondi abitati, ma per ora mi bastano "abitabili".


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MessaggioInviato: 08/02/2013, 16:44 
Cita:
DarthEnoch ha scritto:

Sempre numeri altissimi restano, e poi, "abitabile" mi basta per iniziare: esplorare, studiare, capire. Poi piú avanti arriveranno anche i mondi abitati, ma per ora mi bastano "abitabili".


certo che la priorita'e' appunto dei pianeti potenzialmente abitabili.....poi il resto [;)]


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Ogni tanto penso, e sono convinto, che io sarei dovuto nascere tra 200-300-400 anni. Cioè quando la tecnologia ci avesse permesso di esplorare lo spazio. Chiuso in questo pianeta mi sento bloccato in gabbia... per questo mi piace viaggiare e cambiare aria. Questo è la seconda volta che cambio paese dove vivo e probabilmente succederà ancora.. :D


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Un team internazionale di astronomi guidato da Satoshi Mayama (The Graduate University for Advanced Studies, Giappone) e Ruobing Dong (Princeton University, U.S.A.) ha osservato e catturato tramite il Subaru Telescope la prima immagine infrarosso di un braccio di polvere che si estende intorno alla giovane stella 2MASS J16042165-2130284 (J 1604). Questa struttura indica la probabile esistenza di pianeti ancora non scoperti. L'immagine mostra l'ambiente dinamico nel quale i pianeti possono nascere e fornisce informazione vincolanti riguardo la distanza alla quale gli stessi possono formarsi rispetto alla stella centrale.
Le ricerche negli ultimi due decenni hanno confermato che le nuove stelle sono spesso circondate da dischi di gas denso e di polveri noti come dischi protoplanetari, all'interno dei quali si formano i pianeti. Una stella centrale entra in fase attiva di formazione planetaria quando ha una età di qualche milione di anni. Durante questo periodo i pianeti neonati possono attrarre gas e polvere dal disco creando dei buchi al suo interno ma lasciando un disco più esterno (in realtà il processo è ancora in attesa di conferma). Finora ci sono pochissime immagini di strutture che indicano la formazione di pianeti all'interno di questi buchi e questa immagine è una delle poche.
J 1604 ha una massa simile alla massa solare e si trova nella regione di formazione stellare dello Scorpione, alla distanza di 470 anni luce da noi. La sua età si aggira sui 3,7 milioni di anni. L'immagine mostra particelle di polvere che riflettono la luce della stella centrale. Il disco presenta un vaso buco con un braccio che si estende dallo stesso e che emerge dal perimetro interno del lato ovest del disco prima di curvare verso nord-est. Il raggio del disco interno è di circa 63 UA e la sua inclinazione è di 10 gradi. Il braccio si estende per 50 UA.
Tutto questo indica la presenza di pianeti ancora mai visti, e precisamente potrebbero esserci pianeti a circa 40-50 UA dalla stella centrale. Le teorie attuali dicono che la gravità del pianeta potrebbe produrre un braccio ricurvo nel disco. Visto che la forma vista è in linea con le previsioni, il team sembra aver concluso che proprio la presenza di pianeti potrebbe spiegare la struttura stessa.

Fonte: NAOJ

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... _J1604.txt


Ultima modifica di ubatuba il 09/02/2013, 12:27, modificato 1 volta in totale.

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Penso che subito dopo aver scoperto e fotografato magari qualche pianeta abitabile, il passo successivo sarà quello di ricercare pianeti in formazione e fotografarli. Secondo me sarebbe molto interessante poter vedere le immagini di pianeti in formazione, magari circondati da meteoriti, coperti di lava e crateri, o addirittura assistere ai momenti di un impatto tra due protopianeti, immaginate!


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