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 Oggetto del messaggio: Scoperto il più grande ammasso di galassie
MessaggioInviato: 13/01/2012, 09:21 
Scoperto il più grande ammasso di galassie nell'universo:

Si chiama 'El Gordo' (il ciccione) il piu' grande ammasso di galassie individuato nell'universo giovane.

E' distante sette miliardi di anni luce ed e' stato osservato dagli occhi ai raggi X del telescopio spaziale Chandra della Nasa, in collaborazione con il Very Large Telescope (Vlt) del deserto di Atacama in Cile.

Noto con la sigla ACT-CL J0102-4915, El Gordo e' un enorme ammasso di materia tenuto insieme dalla forza di gravita' formato da gruppi di stelle e galassie. Secondo i ricercatori studiarlo potrebbe aiutare a saperne di piu' sulla materia oscura, la materia misteriosa che occupa il 25% dell'universo.

E' una materia invisibile in quanto non interferisce con la luce, ma puo' essere osservata indirettamente tramite gli effetti gravitazionali che esercita sulla materia visibile di stelle e galassie. Sono attese risposte importanti anche sull'energia oscura, un'altra componente misteriosa dell'universo, che lo occupa per circa il 70%: e' una forma ipotetica di energia che pervaderebbe tutto l'Universo e che provocherebbe una costante 'spinta' espansiva.

"Gli ammassi galattici come questo sono proprio gli strumenti che ci possono aiutare a svelare questi misteri", ha spiegato Jack Hughes, dell'americana Rutgers University di New Brunswick. "Vogliamo infatti capire - ha aggiunto - se i modelli che abbiamo elaborato siano in grado di spiegare l'esistenza di questi oggetti".


Fonti: http://mysterium.blogosfere.it/


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MessaggioInviato: 13/01/2012, 14:08 
sette miliardi di anni fa... uhm si specula che la via Lattea stessa si sia formata attraverso l'aggregazione di varie piccole galassie meno di 5 miliardi di anni fa, El gordo potrebbe essere tutto e niente, non credo esista ancora in "questo" momento, ammesso abbia una qualche senso questa affermazione...



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MessaggioInviato: 22/06/2012, 14:12 
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Pattern di luce scoperti dagli astronomi, risalenti agli albori dell'universo. I pattern di luce visti in basso sono causati probabilmente dall'accensione dei primi ammassi di stelle ed i buchi neri che consumano grandi quantità di gas e polvere. Credit: NASA/JPL-Caltech/GSFC



Il telescopio spaziale Spitzer, grazie alla sua visione infrarossa, potrebbe aver trovato tracce di alcuni dei primissimi oggetti ad aver rilasciato luce nell'universo. Questi pallidissimi e lontanissimi oggetti potrebbero essere stelle super-massicce o voraci buchi neri. Sono troppo lontani per essere visibili individualmente da Spitzer ma è stato comunque trovare prove convincenti di quello che sembra essere un pattern collettivo della loro luce infrarossa. Queste osservazioni aiuteranno gli scienziati a confermare la teoria per cui i primi oggetti massicci nell'universo erano molto numerosi e consumavano furiosamente enormi quantità di "combustibile cosmico".

"Questi oggetti sarebbero stati tremendamente luminosi" ha spiegato Alexander "Sasha" Kashlinksy, del Goddard Space Flight Center, della NASA, autore principale della nuova pubblicazione che sarà pubblicata nel "The Astrophysical Journal". "Non possiamo ancora escludere misteriose fonti per questa luce, per cui potrebbe essere in realtà proveniente da più vicino, ma sta diventando sempre più probabile che quello che vediamo è davvero una traccia del bagliore delle prime stelle dell'universo. Spitzer sta gettando le basi per quello che il prossimo grande telescopio della NASA, il James Webb Space Telescope, riuscirà a fare, permettendoci di esaminare in dettaglio cosa erano questi oggetti."

Spitzer ha rilevato per la prima volta possibili indizi di questo pattern di luce, conosciuto come il "Cosmic Infrared Background" (Sfondo Cosmico Infrarosso), nel 2005, e di nuovo con più precisione nel 2007. Adesso, durante la fase estesa della sua missione, durante la quale vengono affrontati studi più approfonditi, Kashlinsky ed i suoi colleghi hanno usato Spitzer per guardare verso due "macchie" nel cielo per oltre 400 ore ognuna.

Il team ha poi operato un lungo e minuzioso lavoro di sottrazione per togliere tutte le stelle e galassie conosciute presenti nelle immagini. Piuttosto che rimanere con una zona scura e vuota nel cielo, quello che hanno trovato erano pallidi pattern di luce con diverse caratteristiche che puntavano alla presenza del misterioso sfondo cosmico infrarosso. I "cumuli" presenti qua e la nel pattern sono invece consistenti con il modo in cui si pensa che si sono formati i primi ammassi di questi grandi oggetti massicci.

Kashlinsky paragona le loro osservazioni con quelle che un alieno farebbe degli USA, dallo spazio, visti il 4 luglio, con i fuochi d'artificio che coprono il territorio da New York City fino a Los Angeles. Prima di tutto rimuoverebbe tutte le luci delle città, poi delle strade e tutte le altre fonti di luce possibili e quello che resterà sarà un pattern della distribuzione dei fuochi stessi, ma sarebbero comunque troppo lontani per essere visiti in maniera individuale.

"Possiamo raccogliere indizi grazie alla luce che ci arriva da questi primi fuochi d'artificio dell'universo" ha spiegato Kashlinsky. "Questo ci insegna che le fonti stanno intensamente bruciando combustibile nucleare."

Queste nuove misurazioni sono un notevole miglioramento rispetto al passato dato che è stato possibile misurare la radiazione infrarossa fino ad una scala equivalente a solo due lune piene nel cielo. Immaginate di trovare un pattern nel pattern caotico del rumore nei vecchi televisori a tubo catodico. Sarebbe difficile sapere con certezza se il pattern sospettato è reale o meno. Osservando una sezione molto grande dello schermo, sareste capace di trovare meglio sia pattern su piccola scala che su grande scala, confermando o meno il sospetto iniziale.
Allo stesso modo, gli astronomi stanno usando lo Spitzer per aumentare la quantità del cielo esaminata, ottenendo così prove più definitive circa l'esistenza dello sfondo cosmico infrarosso. I ricercatori hanno in mente di esplorare anche altre simili zone scure nel futuro, per ottenere altri indizi circa la luce proveniente da questa antica era dell'universo.

Questa è una delle ragioni per cui stiamo costruendo il James Webb Space Telescope" ha speigato Glenn Wahlgren, scienziato della NASA che lavora sulla missione Spitzer. "Spizter ci sta offrendo intriganti indizi, ma il James Webb ci potrà dire cosa davvero si trova nell'era in cui le prime stelle si sono accese."

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?release=2012-161


da link2universe


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