Il sistema globale di rilevazione e allerta delle tempeste solari attualmente in funzione potrebbe essere da rivedere completamente. A suggerirlo è l'analisi di una delle tempeste più potenti, avvenuta il 29 novembre 2003, che fu registrata dal Tihany Magnetic Observatory, in Ungheria, ma non dagli altri osservatori geomagnetici e in particolare non da quelli del sistema di monitoraggio. Lo studio è stato condotto da ricercatori dell'Università di Alcalá, in Spagna e pubblicato sul “Journal of Space Weather and Space Climate”.
Monitoraggio delle tempeste solari: tutto da rifare?
Cortesia National Space Weather Program
Le tempeste magnetiche - imponenti flussi di atomi ionizzati e di particelle ad alta energia prodotti dai brillamenti del Sole che quando investono il campo magnetico terrestre possono perturbarlo anche notevolmente - possono provocare seri danni, come divenne evidente nel 1859 quando il più potente di questi fenomeni mai registrato mandò fuori uso per 14 ore tutti i telegrafi. Quella tempesta solare divenne famosa come l'evento di Carrington in onore dell’astronomo inglese Richard Carrington che l’osservò per primo.
Un evento analogo che oggi colpisse in pieno la Terra metterebbe a serio rischio le reti di alimentazione e di comunicazione e proprio per questo esiste da anni un sistema di monitoraggio che dovrebbe allertare tempestivamente i centri nazionali deputati al loro di controllo.
L'analisi di Consuelo Cid e colleghi ha ora dimostrato che la “tempesta di Halloween” - come fu ribattezzato l'evento del 2003 – aveva tutte le caratteristiche di un evento di Carrington. E infatti, pur avendo investito solo parzialmente la Terra, fu di intensità tale da danneggiare uno strumento di rilevazione dei raggi X solari del satellite Goes 13, disturbare le comunicazioni satellitari, accecare il
sistema GPS per una decina di minuti e provocare un blackout elettrico in Svezia. L'unico osservatorio a registrare quell'evento fu però quello ungherese, mentre gli osservatori del sistema di monitoraggio sostanzialmente lo ignorarono.
Attualmente, il sistema di monitoraggio si impernia su quattro osservatori - Hermanus (Sud Africa), Kakioka (Giappone), Honolulu (Hawaii) e San Juan (Porto Rico) – che calcolano un indice di intensità dei fenomeni chiamato DST (Disturbance storm time), che è la media dei valori di attività registrati ogni ora.
Il fatto che la tempesta di Halloween non sia stata rilevata, osservano i ricercatori, fa sospettare che il sistema non “sarebbe stato in grado di rilevare nemmeno l’evento di Carrington», dice la Cid, che indica il problema nel fatto che il DTS è calcolato come media: se vengono rilevate due anomalie - una di segno positivo e una di segno negativo - quando si fa la loro media, non sono più rilevabili
Secondo i ricercatori bisognerebbe estendere a livello globale un nuovo indice già adottato dalla Spagna. L’indice di disturbo locale per la Spagna (LDiñ) calcola la perturbazione geomagnetica sul territorio spagnolo in base al campo magnetico registrato dall’Osservatorio di San Pablo a Toledo. Ma non sarebbe difficile sviluppati altri indici, corretti per ogni regione, da utilizzare in altre parti del mondo.
http://www.lescienze.it/news/2015/10/21 ... 23-10-2015..come si evince da questa situazione,vogliamo discernere su una stella a oltre mille anni luce,e non sappiamo diagnosticare un fenomeno al ns uscio di casa