Anche questa è di oggi. 10/12/2008
http://www.giornaledibrescia.it/Contenu ... dnews=2624Addio allo Shuttle, la Nasa ritorna al vecchio razzoSono già trascorsi ventisette anni dalla prima missione nello spazio dello Shuttle. La navetta nel 2010, secondo i programmi della Nasa, dovrebbe andare in pensione. L'Ente Spaziale Americano ha così studiato un programma di transizione che nei prossimi anni gli consentirà di avviare le procedure per il ritiro dello Shuttle, di completare, con gli altri partner coinvolti, la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale e soprattutto, di sviluppare il Constellation Program, il nuovo piano di esplorazione dello spazio che dovrebbe riportare l'uomo sulla Luna e da lì condurlo su Marte.
Constellation Program
Le navette dello Space Shuttle ancora in attività - il Columbia e il Challenger sono già stati fermati a terra - sono il Discovery, l'Atlantis e l'Endeavour. L'ultima missione dell'Endeavour, la Sts 126, con sette astronauti a bordo, è decollata lo scorso 14 novembre da Cape Canaveral, per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale. Con il quarto viaggio dello Shuttle nel 2008, la stazione orbitante sarà ampliata e passerà in sostanza da una casa a tre stanze ad una residenza a cinque stanze, in grado di ospitare sei persone.
Per un traguardo raggiunto, si apre un'altra sfida per la Nasa, riportare l'uomo sulla Luna e toccare per la prima volta il suolo marziano. Questo scenario ambizioso ha un nome, Constellation Program. La Nasa invierà, nella prossima decade, una nuova generazione di esploratori nello spazio, a bordo di una nuova navetta, che dovrebbe attraccare alla Stazione Orbitante, per la prima volta, nel 2014 e approdare sulla Luna nel 2020. Proprio pochi giorni fa, il 20 novembre, la Nasa ha portato a termine, con successo, nello Utah, il test sul cosiddetto "Orion Launch Abort Motor", ovvero il motore che, in caso di emergenza durante il decollo, dovrebbe fornire l'energia necessaria a staccare il modulo dell'equipaggio dal razzo principale. Ma la novità è che la Nasa, nel quadro del nuovo programma, tornerà ad utilizzare come vettore un razzo, ovvero Ares1.
La navicella Orion
Come dicevamo, Orion dovrebbe essere in grado di riportare l'uomo sulla Luna e dal suolo lunare verso Marte e altre mete del sistema solare. Gli scienziati della Nasa stanno sviluppando una navicella in grado di fare manovre complesse. In primo luogo, porterà l'equipaggio e eventuali carichi sulla Stazione Spaziale. E poi potrà assemblarsi, con il modulo lunare e lo stadio di lancio, precedentemente decollati dalla base terrestre, in orbita e da lì partire per raggiungere la Luna. Nei piani dell'Ente spaziale americano, il suolo lunare dovrebbe essere la base di partenza per missioni che raggiungeranno il Pianeta Rosso, e altri luoghi del sistema solare, con navicelle precedentemente assemblate nell'orbita terrestre.
Tecnologie passate e future
La progettazione del nuovo veicolo spaziale trae ispirazione, per la forma del modulo di equipaggio, dalle esperienze del passato, in particolare dalle missioni Apollo, ma sfrutta decisamente le tecnologie più avanzate nei settori dell'informatica, dell'elettronica e dei sistemi di sicurezza, per la propulsione e per la protezione dal calore intenso che si sviluppa a causa dell'attrito con l'atmosfera. Orion potrà trasportare quattro astronauti per il viaggio verso la Luna e sei per quello verso Marte. Il sistema di propulsione della capsula sarà collocato in un modulo di servizio, montato direttamente sotto quello destinato all'equipaggio. Il razzo Ares 1 porterà in orbita Orion e per salvaguardare al massimo la sicurezza e la vita degli astronauti a bordo, il modulo di equipaggio e il sistema di espulsione della capsula in caso di emergenza, saranno posizionati sulla punta del razzo stesso.
Ma per tornare sulla Luna, la Nasa utilizzerà due veicoli di lancio diversi. Oltre ad Ares 1, infatti, svilupperà Ares 5, un veicolo - cargo che porterà in orbita il modulo lunare e lo stadio di lancio, le due sezioni destinate a congiungersi nello spazio con il modulo Orion. Una volta in orbita, gli astronauti utilizzeranno proprio il modulo lunare per raggiungere il nostro satellite, mentre Orion potrà restare in attesa, attraccando alla Stazione orbitante, fino a sei mesi, per riportare l'equipaggio sulla Terra dopo la conclusione dell'esplorazione della Luna.
Il primo test di volo per Ares 1 è previsto per il prossimo anno. In calendario per l'inizio del 2013, invece, se tutto andrà secondo i programmi, c'è il test integrato dei prototipi del veicolo di lancio e del modulo di equipaggio, chiamato Orion 1. Nel frattempo, l'Ente spaziale americano ha scelto il nome del modulo lunare. Si chiamerà Altair e sarà in grado di far atterrare quattro astronauti sulla Luna, fornire tutto l'occorrente per la sopravvivenza dell'equipaggio per circa una settimana, e di riportare gli astronauti alla navicella Orion, che riporterà a Terra.
Un appalto stellare
Con un appalto multimiliardario, la Nasa ha affidato al gigante dell'industria aerospaziale e di difesa Lockheed Martin la realizzazione della nuova generazione di velivoli spaziali Orion, che dovranno riportare l'uomo sulla Luna verso il 2020 e, poi, eventualmente su Marte intorno al 2030, sostituendo gli attuali shuttle.
Sono stati i ricorrenti problemi di sicurezza degli shuttle, la cui flotta ha ormai una trentina d'anni, che hanno spinto la Casa Bianca ad autorizzare nel 2004 l'avvio del progetto di ricerca per un nuovo veicolo spaziale. Il progetto Orion ha sviluppi potenzialmente enormi, come enorme è il valore totale stimato dell'iniziativa: oltre 7 miliardi di dollari di qui al 2019, anche se l'assegnazione degli appalti avviene per tranches.
La Lockheed-Martin è riuscita a soffiare il contratto al consorzio concorrente, costituito da Northropp Grumman e Boeing. Negli Stati Uniti, la Lockheed-Martin è il principale fornitore della difesa ed è una delle più importanti aziende specializzate nella costruzione di aerei e satelliti militari. La concessione dell'appalto all'azienda ha tuttavia destato qualche sorpresa, perché la Lockheed Martin non ha molta esperienza di veicoli spaziali abitati. Il programma Orion era in cantiere dal 1996.
Paola Gregorio