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MessaggioInviato: 04/05/2009, 10:42 
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Trovato l'algoritmo contro il pericolo dei rottami spaziali
Dopo il progetto Space Debris segnalato dagli amici di 100ambiente, ecco giungere un'altra notizia che riguarda i rottami spaziali.
Da dieci anni il gruppo di ricerca del professore Andrea Milani Comparetti del dipartimento di matematica dell’Università di Pisa sorveglia il cielo per prevedere se, quando e con che probabilità un asteroide possa cadere sulla terra c’è.
Ora l’idea è di applicare lo stesso metodo per prevedere - e quindi evitare - le collisioni fra satelliti, stazioni orbitanti e i cosiddetti “rottami” spaziali.
E’ dal 2007 che il team meccanici celesti dell’ateneo pisano sta lavorando a questo progetto biennale su incarico dell’Agenzia spaziale europea (ESA) e proprio all’ultima conferenza sullo space debris ospitata dall’ESA a Darmstadt in Germania dal 30 marzo al 2 aprile scorso sono stati presentati i primi risultati.

“Abbiamo sviluppato una nuova teoria matematica, ossia un algoritmo – spiega Milani – per calcolare le orbite dei rottami spaziali. Grazie al nostro metodo abbiamo ottenuto un miglioramento di fattore tre, cioè possiamo fare gli stessi calcoli che si fanno oggi usando due terzi di dati in meno, quindi con un netto miglioramento in termini di velocità ed efficienza”.
Secondo alcune stime, i detriti spaziali che orbitano intorno alla Terra sono ormai milioni: circa 9 mila quelli con dimensioni superiori ai 10 centimetri di diametro, attorno ai 100 mila quelli tra 1 e 10 centimetri, mentre i più piccoli raggiungono probabilmente le decine di milioni.

Si tratta, soprattutto, di parti di satelliti ormai fuori servizio, di pezzi degli stadi finali dei missili che li hanno portati in orbita, di vecchi serbatoi, ma anche di bulloni, guarnizioni o rottami prodotti da collisioni.
L'importanza fondamentale di questa nuova formulazione algoritmica sta proprio nel fatto che gli incidenti, come spiega Andrea Milani, non sono sempre imprevedibili com nel caso dello scontro del febbraio scorso tra il satellite americano Iridium 33 e quello russo Cosmos 2251.

Infatti l’instabilità della costellazione di satelliti Iridium e la possibilità di collisioni erano già stati previsti con dieci anni di anticipo da Paolo Farinella in un articolo apparso su ‘Nature’e ‘Planetary and Space Science’.
“Ma ciò che è accaduto è stato anche peggiore del previsto – spiega Milani - perché lo scontro è avvenuto fra due satelliti e quindi gli sciami di frammenti che si sono formati sono addirittura due.

Il pericolo sta nel fatto che questi sciami sono su un orbita polare, un orbita cioè che incrocia tutte le altre ad alta velocità. Quello che potrebbe accadere è dunque una reazione a catena che renderebbe di fatto ‘inabitabile’ una zona del cielo”.



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MessaggioInviato: 04/05/2009, 10:46 
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Rifiuti spaziali: ormai in orbita c'è una discarica.

Il problema dei detriti è sempre più attuale. La NASA ha rivelato che nel 2008 lo Shuttle Discovery ha dovuto evitare con manovre di estrema difficoltà ben quattro volte la spazzatura orbitante. Il 95% degli oggetti intorno alla Terra è composto da rottami molto pericolosi.

Prima della conquista dello spazio l'unico satellite della Terra era la Luna, oggi ci sono migliaia di oggetti artificiali che girano intorno al pianeta a svariate altezze: la quasi totalità è in disuso, le collisioni sono all'ordine del giorno. Presto potrebbe essere davvero complicato per le missioni uscire dall'atmosfera in maniera sicura.

Lo Shuttle Discovery e la ISS (la stazione orbitante internazionale) hanno già dovuto compiere elaborate manovre per evitare urti che pare avvengano frequentemente, "Almeno una volta all'anno" ha confermato Nicholas Johnson della NASA. La fascia critica è quella a 900 km di altezza, ma anche la zona dove si trova Hubble non scherza (540 km): il rischio di collisione con i satelliti è aumentata dell'8% mettendo a rischio la missione programmata a maggio per la manutenzione del telescopio che recentemente ha compiuto 19 anni.

Durante i vari voli, Discovery è stato bersagliato 1634 volte con 92 finestrini sostituiti, 317 colpi al radiatore con 53 danni gravi. Per proteggere le persone nello spazio in futuro si dovrà sempre più far conto sullo Space Fence. Cos'è? E' un sistema di sensori in grado di osservare gli oggetti orbitanti 750.000 volte al giorno, trackandone 100.000 e avvisando per tempo qualora registrasse un ipotesi di collisione. Così non assisteremo più a scontri stellari come quello che ha coinvolto i due satelliti russo e americano di qualche settimana fa.

Ma da queste notizie poco piacevoli ne traspare una positiva: studiando i detriti spaziali per evitare le collisioni sono progredite anche le tecnologie per monitorare e proteggere la Terra da eventuali meteroiti.



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MessaggioInviato: 13/05/2009, 09:58 
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Shuttle verso il telescopio "Hubble": rischio detriti spaziali

PIERO BIANUCCI

L’appuntamento adesso è per mercoledì mattina, quando lo shuttle Atlantis alzerà la sua orbita fino a raggiungere quella del telescopio spaziale “Hubble” a 500 chilometri dalla superficie della Terra. Si tratterà di salire di poco più di un centinaio di chilometri, la distanza tra Torino e Milano, e di inseguire il telescopio fino a raggiungerlo per poter procedere ai lavori di riparazione e manutenzione (nella foto, una istantanea della missione precedente). Ma non sarà una escursione del tutto tranquilla perché negli ultimi mesi è aumentato il numero dei detriti dispersi intorno al nostro pianeta e una collisione con qualche rottame, anche piccolo, di pochi centimetri di diametro, potrebbe rivelarsi fatale per lo scudo termico della navetta.
Ieri sera, in Italia erano le 20,01, la partenza dell’Atlantis dalla rampa 39A di Cape Canaveral è stata da manuale: puntuale, senza il minimo intoppo nel conto alla rovescia. L’ultima missione per mantenere in efficienza il telescopio “Hubble” non poteva iniziare meglio.

Cinque uscite in attività extraveicolare ora attendono gli specialisti di missione che devono agganciare “Hubble” e rimetterlo in piena efficienza fino – si spera – al 2014, quando sarà pronto a sostituirlo il nuovo telescopio spaziale “Webb”: uno strumento assai diverso non solo perché avrà uno specchio molto più grande ma anche perché lavorerà nel vicino infrarosso (cioè non nella luce visibile ai nostri occhi) e si troverà a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, in uno dei punti di equilibrio gravitazionale di Lagrange. Un posto dove, se qualcosa non funzionasse, nessuna missione con astronauti potrà raggiungerlo.
Il problema dei rottami spaziali che in queste ore preoccupa i sette astronauti a bordo dell’”Atlantis” preoccupa da tempo. I ricercatori europei e italiani fanno la loro parte per affrontarlo. L’Agenzia Spaziale Europea qualche settimana fa ha adottato un algoritmo di quasi 200 mila istruzioni per prevedere e quindi evitare le collisioni tra satelliti e rottami spaziali vaganti in orbita. Ad elaborare questo nuovo software contro il pericoloso “flipper” spaziale è stato Andrea Milani Comparetti con il suo gruppo di meccanica celeste al Dipartimento di matematica dell’Università di Pisa. Che ce ne sia bisogno è dimostrato dalla recente collisione tra due satelliti, uno russo (Cosmos 2251) e uno americano (l’“Iridium 33”), e dai numerosi piccoli incidenti già subiti dallo Shuttle e dalla Stazione spaziale internazionale.

Il progetto è stato assegnato dall’Esa al gruppo di Andrea Milani due anni fa ed è stato presentato alla conferenza sui rottami spaziali conclusasi il 2 aprile a Darmstadt, vicino a Francoforte. Il nuovo algoritmo e il relativo sistema automatico di calcolo delle orbite sono stati messi alla prova per un anno con i dati provenienti dal telescopio di Tenerife dell’Esa. Sedici mesi sono stati sufficienti per ottenere i primi risultati, anche perché si è utilizzato come base di partenza un precedente software già sviluppato per prevedere l’impatto con la Terra di asteroidi.

I detriti spaziali che orbitano intorno alla Terra sono ormai milioni: circa novemila quelli con dimensioni superiori ai 10 centimetri di diametro, attorno ai 100 mila quelli tra 1 e 10 centimetri, mentre i più piccoli raggiungono probabilmente le decine di milioni. Si tratta, soprattutto, di parti di satelliti ormai fuori servizio, di pezzi degli stadi finali dei missili che li hanno portati in orbita, di vecchi serbatoi, ma anche di bulloni, guarnizioni o rottami prodotti da collisioni.
“Per provocare un danno ad un satellite basta un detrito con un diametro di 5/10 centimetri, per distruggerlo ne basta uno di 20 – spiega Andrea Milani – Noi oggi in realtà non conosciamo la maggior parte dei proiettili che possono distruggere un satellite anche perché gli oggetti che riusciamo a vedere superano i 50 centimetri di diametro ”.

L’allarme è aumentato dopo la collisione tra i satelliti Cosmos e Iridium, che ha creato una nuova “nuvola” di rottami. “L’instabilità della costellazione di satelliti Iridium e la possibilità di collisioni – aggiunge Milani – erano già stati previsti con dieci anni di anticipo da un nostro collega, Paolo Farinella in un articolo apparso su “Nature” e “Planetary and Space Science”. Ma ciò che è accaduto è stato anche peggio del previsto perché, essendo lo scontro avvenuto fra due satelliti, gli sciami di frammenti che si sono formati sono addirittura due. Il pericolo sta nel fatto che questi sciami sono su un orbita polare, un orbita cioè che incrocia tutte le altre ad alta velocità. Temiamo quindi una sorta di reazione a catena che renderebbe di fatto ‘inabitabile’ una zona del cielo”.



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MessaggioInviato: 06/12/2010, 10:07 
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Rifiuti Spaziali

NAPOLI 3 DICEMBRE 2010 (ANSA) – WASHINGTON ,- Lo shuttle Discovery, in fase di rientro a terra, ha evitato un detrito spaziale che ha trovato sulla sua orbita. La Nasa non ha compreso di che rifiuto si tratti, ma il detrito potrebbe provenire dalla stazione spaziale dove gli astronauti dello Shuttle hanno lavorato nei giorni scorsi. I tempi della missione non dovrebbero subire variazioni: l’atterraggio a Cape Canaveral, in Florida, e’ confermato per stasera alle 19,05 (le 1,05 di domani in Italia).
Con questa notizia apro uno scenario che forse non tutti conoscono,forse perché “galleggia sopra alle nostre teste”ma esiste con il triste nome di spazzatura spaziale.
Molti di voi se lo sono di sicuro già chiesto: ma tutti i satelliti che vengono lanciati nello spazio, una volta terminata la missione che fine fanno? La risposta è molto semplice, rimangono in orbita attorno alla Terra. E’ così che l’umanità è riuscita in poco più di mezzo secolo di attività a creare uno spesso strato di immondizia spaziale. Secondo i dati diffusi dalla NASA, il 37,7 % del pattume spaziale è rappresentato da pezzi metallici che si sono staccati dai satelliti; il 31,3 % da carichi abbandonati; il 16,6 % da pezzi di vettori e il 13 % da oggetti persi nel corso delle passeggiate spaziali. Il rimanente 1,3 % è costituito dai cosiddetti detriti anomali. La velocità dei detriti, che si aggira intorno ai 36.000 Km/h, li rende dei veri e propri proiettili capaci di avere su una navetta conseguenze devastanti.
Per questo motivo il problema è stato già preso in esame dalla NASA che ha creato un sistema di stazioni a terra, che tracciano l’immondizia (almeno i pezzi più voluminosi) in modo da scongiurare le collisioni. Nonostante le precauzioni : un satellite americano per le telecomunicazioni, di proprietà privata (Iridium), si è scontrato con un satellite militare russo ormai fuori uso. Lo ha comunicato un portavoce dell’esercito statunitense, il colonnello dell’Air Force Les Kodlick che ha commentato:
“Crediamo sia la prima volta che due satelliti collidono in orbita”. Lo scontro, ha riferito l’ufficiale, è avvenuto a un’altezza di circa 780 km sopra l’Artico settentrionale.
Nel 1958 gli Stati Uniti d’America lanciarono un satellite denominato Vanguard I che è uno dei più longevi superstiti dei detriti spaziali e che, dall’ultimo aggiornamento del 2008, rimane il più vecchio detrito ancora in orbita[3] .
Ai detriti spaziali, secondo quanto affermato da Edward Tufte nel libro Envisioning Information, vanno aggiunti anche un guanto perduto da Edward White durante la prima attività extra-veicolare americana, una macchina fotografica perduta da Michael Collins durante la missione Gemini 10, i sacchi d’immondizia espulsi dai cosmonauti della Mir durante 15 anni di vita della Stazione Spaziale[3], una chiave inglese ed uno spazzolino da denti.
Sunita Williams ha perso un’altra macchina fotografica durante una attività extra-veicolare (EVA) durante la missione STS-116. Durante la missione STS-120, nel corso di un’altra attività extra-veicolare (EVA) per la riparazione di uno strappo in un pannello solare, è stato perso un paio di pinze. Durante la missione STS-126 Heidemarie M. Stefanyshyn-Piper ha perso una cassetta degli attrezzi, delle dimensioni di una ventiquattrore.
Durante i vari voli, Discovery è stato bersagliato 1634 volte con 92 finestrini sostituiti, 317 colpi al radiatore con 53 danni gravi.
Ma da queste notizie poco piacevoli ne traspare una positiva: studiando i detriti spaziali per evitare le collisioni sono progredite anche le tecnologie per monitorare e proteggere la Terra da eventuali meteroiti.
Da una recente intervista pubblicata su uno dei maggiori blog su internet un noto scienziato Andrea Milani disse : “Per provocare un danno ad un satellite basta un detrito con un diametro di 5/10 centimetri, per distruggerlo ne basta uno di 20 Noi oggi in realtà non conosciamo la maggior parte dei proiettili che possono distruggere un satellite anche perché gli oggetti che riusciamo a vedere superano i 50 centimetri di diametro ”. Tempo fa qualcuno avrà sentito della collisione tra i satelliti Cosmos e Iridium, che ha creato una nuova “nuvola” di rottami. Ma ciò che è accaduto è stato anche peggio del previsto perché, essendo lo scontro avvenuto fra due satelliti, gli sciami di frammenti che si sono formati sono addirittura due. Il pericolo sta nel fatto che questi sciami sono su un orbita polare, un orbita cioè che incrocia tutte le altre ad alta velocità. Quindi una sorta di reazione a catena che renderebbe di fatto ‘inabitabile’ una zona del cielo”.
Ho voluto a tal proposito riportare un articolo giornalistico che mette in luce quello che e successo:
Dieci minuti di terrore in orbita, poi l’allarme è rientrato e gli abitanti della Iss sono tornati al lavoro
WASHINGTON
Nella serata di ieri tre astronauti a bordo della “Stazione spaziale internazionale” (Iss) si sono velocemente trasferiti a bordo della capsula Sayz di soccorso perché la stazione avrebbe potrebbe essere urtata dal frammento di motore di una satellite in orbita. «Manovra anti-detriti, procedete verso il veicolo di salvataggio» ha ordinato la Nasa da Terra e i tre astronauti a bordo di ISS, due americani e un russo, si sono così trasferiti a bordo della navicella Soyuz TMA-13. L’allarme è comunque cessato in poco più di 10 minuti perchè il detrito che minacciava di danneggiare la stazione l’ha invece superata senza urtarla. L’oggetto esterno, frammento del motore di un satellite, era grande poco più di un centimetro, ma se avesse perforato la struttura secondo il portavoce della Nasa Josh Byerly «avrebbe potuto provocare una catastrofe».
Tre astronauti hanno abbandonato per alcuni minuti la stazione spaziale internazionale per una possibile rotta di collisione con dei detriti. Dopo che i detriti sono passati gli astronauti sono tornati nella stazione spaziale.
Brivido nello spazio. Per una manciata di minuti l’incubo di una non cinematografica Odissea 2009 si è affacciato nella mente dei tre astronauti che alle 12:35 ora di Houston (le 17:35 in Italia) hanno lasciato la Stazione Spaziale Internazionale dopo aver ricevuto un ordine di evacuazione dal centro di controllo della Nasa.
I DETRITI. “Manovra anti-detriti, procedete verso il veicolo di salvataggio” ha ordinato la Nasa da Terra e i tre astronauti a bordo di ISS, due americani e un russo, si sono così trasferiti a bordo della navicella Soyuz TMA-13. Ci sono rimasti una decina di minuti, fino a che l’allarme anti-detriti è passato. Se così non fosse stato, avrebbero effettuato un rientro d’emergenza a terra.
NASA. La Nasa ha precisato che la manovra è stata decisa “per motivi precauzionali”, perché le eventualità che alcuni detriti spaziali potessero urtare la stazione erano “molto deboli”. Nello stesso tempo, tuttavia, da terra non erano assolutamente certi che ISS non sarebbe stata urtata da quel piccolo detrito. Anzi: sapevano che se avesse colpito la stazione avrebbe potuto provocare una fatale perdita di pressione all’aria della stazione. La Nasa ha precisato che il detrito in questione era un piccolo pezzo di motore di una vecchia navicella e che è passato a circa 5 chilometri dalla Stazione Spaziale. Non si è trattato, quindi, dei residui dei due satelliti, uno russo e uno americano, scontratisi in orbita un mese fa.
LA PROCEDURA DI SICUREZZA. La procedura messa in atto oggi è piuttosto rara (anche se non è la prima) ed è stata eseguita alla perfezione: i tre astronauti – ha reso noto la Nasa – sono rimasti a bordo della navicella Soyuz per 11 minuti, dalle 12:35 alle 12:45, il tempo necessario per far passare i detriti in questione. Quindi sono rientrati e hanno ripreso a lavorare. Se abbiano pensato o meno al film di Stanley Kubrick “2001 Odissea nello Spaziò non è dato di sapere. E’ certo, però, che ancora non sanno se nel fine settimana saranno raggiunti su ISS dalla missione Discovery, la prima del 2009, il cui lancio, già rinviato un mese fa, era previsto per la notte di ieri ma è stato ulteriormente rimandato per una perdita di idrogeno da uno dei serbatoi dello shuttle. Ora è stato riprogrammato da Cape Canaveral, in Florida, per domenica sera, lunedì al massimo. In caso di nuovi imprevisti tutto sarà rimandato ad aprile. Su ISS i tre astronauti aspettano.
IL PRECEDENTE INCIDENTE. L’incidente avvenne il 12 febbraio scorso a 805 chilometri in verticale sopra la Siberia, ed ebbe grande eco perché non era mai avvenuto prima che due satelliti si scontrassero. In quell’occasione sia i tecnici americani sia i tecnici russi dopo i dovuti, elaborati calcoli, esclusero ogni possibilità di un eventuale impatto di quei detriti con ISS. E’ certo che l’evacuazione di oggi di ISS non è stata una conseguenza di quell’impatto.
SATELLITI spenti per sempre, ultimi stadi di razzi, motori al plutonio esauriti, schegge di collisioni fra oggetti spaziali e perfino cassette degli attrezzi perse dagli astronauti durante le passeggiate nel cosmo. La soffitta del nostro pianeta è affastellata di ferraglie di cui niente e nessuno – se non la fine della Terra – riusciranno mai a fare pulizia. Ma a differenza delle soffitte normali, dove basta chiudere la porta per isolare il vecchiume, la “spazzatura spaziale” è diventata talmente abbondante da minacciare che alcuni frammenti abbandonino il turbinio d’alta quota e piovano sulla Terra.
Poche ore dopo, nella mattinata di domenica, decine di segnalazioni di oggetti volanti non identificati hanno raggiunto le autorità del Texas. Una fiammata nel cielo simile a una stella cadente e un tonfo che ricordava un aereo che rompe la barriera del suono hanno scatenato una ridda di allarmi “all’ufo”. La Faa non esclude che si tratti delle schegge dei satelliti russo e americano, mentre l’U. S. Strategic Command è più scettico sulle cause della palla luminosa, il cui video è finito sui siti internet.
Se gli ufo possono sembrare un’ipotesi remota, ben più concreto è il rischio che le schegge dei satelliti provochino altre collisioni e ancora altre schegge, in una reazione a catena che gli esperti della Nasa all’inizio degli anni ’90 hanno soprannominato “sindrome di Kessler” e minaccia col tempo di rendere impraticabile lo spazio a satelliti e missioni con astronauti a bordo. A quelle velocità d’altronde (i due satelliti viaggiavano a 28 mila chilometri all’ora: quasi 8 chilometri al secondo) anche un frammento piccolo come una moneta ha un potere di penetrazione superiore a un proiettile. E un oggetto del diametro di mezzo centimetro – la Nasa spiegò ai suoi astronauti in partenza per la missione Apollo – quando orbita intorno alla Terra acquista la stessa energia di una palla da bowling lanciata a 100 chilometri all’ora.
Di fronte al problema della spazzatura spaziale, tutto il mondo, insieme con il suo cielo, si trova a essere come un’unica casa: le collisioni possono avvenire ovunque. E infatti frammenti di razzi o navi spaziali da quando lo Sputnik, il primo satellite artificiale, ha colonizzato l’orbita nel 1957, sono stati ritrovati in Sudafrica come a Cuba, nel deserto dell’Arabia Saudita o in Costa D’Avorio, sono stati trasportati sulla spiaggia alle Bahamas o raccolti dalle reti dei pescatori in Brasile. Nel 1969 una nuvola di pezzi di metallo contorto pesanti almeno dieci chili l’uno sono caduti sul ponte di una nave giapponese. Martedì scorso lo scontro fra i due satelliti di Mosca e Washington è avvenuto sopra la Siberia, ma gli avvistamenti delle ipotetiche schegge sono avvenuti in Texas. E a essere minacciati da ulteriori detriti alla deriva sono ora gli astronauti russi e americani che coabitano nella Stazione spaziale internazionale a un’altezza di 350 chilometri.
E se oggi lo scontro fra due oggetti spaziali targati Mosca e Washington ci rimanda al problema di una spazzatura impossibile da smaltire e al nostro contributo nell’inquinare il pianeta e il suo cielo, qualche decennio fa incidenti simili sarebbero stati avvolti probabilmente dal silenzio, scatenando a livello militare brividi da guerra nucleare. “Oggi ci lamentiamo della mancanza di cooperazione fra i paesi, e delle difficoltà con cui le informazioni sullo spazio circolano – ricorda Bignami – ma all’epoca della guerra fredda in orbita avvenivano cose ancor più tremende, avvolte nel silenzio siderale. Satelliti che si distruggevano a vicenda a colpi di laser e propellenti al plutonio dagli standard tecnologici non proprio accurati”. Soprattutto i satelliti spia, che avevano il compito di scrutare la terra con radar potenti e ad alta risoluzione, non si accontentavano di un’alimentazione a base di energia solare. “Accadeva che i sovietici caricassero a bordo reattori nucleari con qualche decina di chili di plutonio e li lanciassero in cielo senza troppe preoccupazioni. Molti di quei residui oggi sono ancora lì”. Non comportano pericoli per la salute umana sulla Terra, al massimo disturbano i telescopi ai raggi gamma. Ma di certo raccontano come il cielo un tempo (e non solo) fosse considerato una discarica comoda e senza fondo. Un po’ sede del senso divino e un po’ pattumiera, a seconda delle convenienze.
il Comitato dell’Onu per l’Utilizzo pacifico dello spazio si era riunito l’anno scorso a Vienna per discutere una soluzione, senza che al momento nessun Paese membro si sia impegnato formalmente. Secondo gli specialisti le possibili strategie sono due: il recupero della maggior massa possibile di detriti e frammenti oppure una condivisione delle informazioni sulla loro localizzazione, in modo da minimizzare la possibilità di collisioni future. La prima, oltre al problema pratico di come far rientrare nell’atmosfera i detriti, è costosa e rischiosa: durante il recupero i pezzi più grandi potrebbero infatti frammentarsi ulteriormente causando maggiori problemi (anche un pezzo di metallo di un centimetro di diametro è potenzialmente distruttivo date le elevate velocità orbitali).
La seconda dipende dalla buona volontà dei Paesi membri di rivelare l’esatto posizionamento dei propri satelliti – anche militare – e ogni altro dato riguardante eventuali frammenti: in questo senso l’Agenzia Spaziale Europea ha lanciato il programma Space Situational Awareness, che mira alla sorveglianza della zona interessata. Secondo gli esperti servirebbe tuttavia un sistema globale integrato, proposta su cui fino ad ora solo Stati Uniti e Francia hanno espresso un qualche interesse, senza che nessun Paese abbia però manifestato un sostegno ufficiale all’iniziativa.
Detto ciò vi lascio con una foto molto emblematica……spero che possa trasmettere più di quanto possa essere:

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NASA: raggi laser spaziali contro detriti e rottami dell’orbita terrestre

Da quando l’uomo ha iniziato ad esplorare lo spazio, le numerose missioni spaziali che negli anni si sono succedute, hanno dato luogo a detriti e piccolirottami spaziali che sono rimasti in orbita intorno al nostro pianeta: una sorta di spazzatura spaziale, in grado di procurare seri problemi alle delicate e costose strumentazioni che sempre più spesso vengono inviate nello spazio.

La soluzione proposta dalla NASA per cercare di ridurre il numero di debris più piccoli, riporta al cinema fantascientifico moderno: utilizzare un raggio laser da 5 KW per colpire i detriti più piccoli, destabilizzarli riscaldandoli fino a farli ricadere nell’atmosfera, dove si consumerebbero ancor prima di toccare terra.

Il sistema attulamente allo studio prevede di poter eliminare fino a 10 detriti al giorno.




Cannone laser per ripulire l’atmosfera dai detriti spaziali in orbita attorno alla Terra

La NASA e la Standford University stanno studiando la possibilità di usare un grande fascio laser per deviare i detriti che sono presenti nelle orbite geostazionarie dei satelliti.

(Foto credit: prism-magazine.org)
James Mason, uno scienziato della NASA Ames Research Center, ha pensato di utilizzare un fascio laser, posizionato in prossimità di un telescopio, per centrare la cosiddetta” spazzatura spaziale” che orbita in prossimità dei satelliti, dei veicoli spaziali e dellestazioni orbitali.
Si è visto che oramai l’atmosfera, in un’orbita attorno ai 35 km di altezza, è quasi satura di materiali inerti di varia natura e dimensione; tutti derivanti da vecchie missioni spaziali ed in una sorta di stallo orbitale si possono rivelare molto pericolosi per satelliti e stazioni ancora attive nelle orbite delle stazioni spaziali e dei satelliti meteo e per le telecomunicazioni.
Come funziona questo raggio laser? Sintetizzando diciamo che si sfutterà la pressione che le particelle fotoniche del laser imprimono sui detriti presenti nell’orbita terrestre.
Quindi non polverizzeranno ma bensì sposteranno questi materiali inerti, in altre posizioni evitando che collidano tra loro. Infatti secondo una nota teoria, detta sindrome di Kessler, la formazione dei detriti spaziali è maggiore rispetto alla loro stessa distruzione bruciando naturalmente nell’atmosfera terrestre.
Di conseguenza il rischio è di trovarci con un’atmosfera satura di detriti che si urtano tra di loro in modo incontrollato con tutte le tragiche conseguenze che ne deriverebbero. Ricordiamo inoltre chenel 2009 due satelliti, uno commerciale americano (IRIDIUM 33) ed uno ormai in disuso russo (Cosmos 2251) , si sono scontraticreando centinai di detriti potenzialmente pericolosi per alrtri satelliti.



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Cita:
Allarme spazzatura anche nello spazio

(Teleborsa) - Roma, 2 set - Gli abitanti della terra oltre a riempire di rifiuti la propria casa hanno inondato di spazzatura anche lo spazio.
L'allarme è stato lanciato da alcuni scienziati americani che temono per la sicurezza di astronavi e satelliti visto il livello critico di rifiuti in orbita. La spazzatura spaziale ha raggiunto "un punto di non ritorno", aumentando il rischio di "collisioni che creano ancora più detriti".
In particolare si parla di almeno 22mila detriti spaziali lasciati da varie missioni spaziali, che ruotano alla velocità di oltre 28mila km orari.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha messo in guardia la Nasa, chiedendo normative internazionali per affrontare il problema. Tra le varie ipotesi i ricercatori hanno ricordato quella presentata dal Pentagono, che prevedeva l'utilizzo di particolari attrezzature magnetiche per recuperare o respingere i rifiuti verso orbite più alte.
http://www.hi-techitaly.com/news/gaming ... nduti.html



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La Nasa: "Un satellite cadrà sulla Terra"

Heads up! That's the word from NASA today (Sept. 7) given the impending re-entry of a 6.5-ton satellite through Earth's atmosphere.

The huge Upper Atmosphere Research Satellite (UARS) is expected to re-enter Earth's atmosphere in an uncontrolled fall in late September or early October. Much of the spacecraft is expected to burn up during re-entry, but some pieces are expected to make it intact to the ground, NASA officials said.

The U.S. space agency will be taking measures to inform the public about the pieces of the spacecraft that are expected to survive re-entry.

Continua qui: http://www.space.com/12859-nasa-satelli ... -uars.html


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MessaggioInviato: 26/04/2013, 10:23 
Spazzatura spaziale: quando un'immagine vale piu' di mille parole: [8)] [8)]

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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

"People willing to trade their freedom for temporary security deserve neither and will lose both" - Benjamin Franklin
"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

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"Guardati dalla maggioranza. Se tante persone seguono qualcosa, potrebbe essere una prova sufficiente che è una cosa sbagliata. La verità accade agli individui, non alle masse." – Osho

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Grigio
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MessaggioInviato: 26/04/2013, 10:40 
Credo sia l'ora di investire molti soldi in pattumiere spaziali visto che il materiale in orbita è per un valore di molti miliardi di Dollari....
Altrimenti i miliardi di dollari saranno i danni che faranno a satelliti e persone nello spazio...



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MessaggioInviato: 26/04/2013, 20:11 
Con questo traffico di rifiuti calcolare un'orbita, partenza inclusa, sarà più di una cinquina al lotto... forse una sestina... [:o)]
non è che in viaggio si possano evitare facilmente

Un bullone di un centimetro di diametro, lanciato a 36.000 km/h è almeno 20 volte più veloce di un proiettile ordinario se sparato da una pistola a 500m/s...

una pistola puntata sulla carrozzeria [:o)] di una navicella sparando un proiettile a 10km/s dove si andrà a fermare? inimmaginabile...
per non parlare dei più grandi, piùi monitorabili, e dei più piccoli...


Ultima modifica di Zelman il 26/04/2013, 20:26, modificato 1 volta in totale.


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Gli abortiti non sono figli della "libertà" di chi li ha uccisi.
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 Oggetto del messaggio: Re: Spazzatura spaziale NEWS
MessaggioInviato: 06/11/2015, 20:47 
Rischio biologico a seguito di uno schianto UFO

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A riferirlo è il sito express.co.uk - http://www.express.co.uk/newssecondo il quale le forze di polizia sono state costrette a isolare e mettere in quarantena un intero campo di foraggio dopo che è diventato oggetto d'indagine di rischio biologico per via dello schianto di un misterioso bolide spaziale.
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Dopo aver rilevato uno strano oggetto caduto dal cielo, la zona e' stata immediatamente isolata da alcuni reparti dell'esercito e dalle forze di Polizia Spagnole appositamente addestrate a fronteggiare i rischi biologici .
La Guardia Civil di Murcia, in Spagna, ha confermato l'avvenuto schianto di un artefatto spaziale la cui origine rimane tutt'ora un mistero.
I funzionari hanno riferito che allo stato attuale risulta difficile stabilire la provenienza dell'oggetto per via della mancanza di segni identificativi sulla struttura metallica. I militari spagnoli, nell'ispezionare il misterioso dispositivo hanno notato che era costituito da uno spesso strato metallico di colore nero.
Gli abitanti del posto non hanno esitato a classificare l'oggetto come un detrito spaziale supportati anche da alcuni ricercatori indipendenti che hanno suggerito che lo strano marchingegno avrebbe potuto far parte di un contenitore o un serbatoio sganciato da uno dei tanti razzi vettori lanciati negli ultimi mesi dalla varie agenzie spaziali. Non e' escluso che la sfera metallica possa far parte di un satellite dismesso che nell'entrare nell'atmosfera si e' disintegrato rilasciando innumerevoli detriti.
Fonte di riferimento:express.co.uk
http://misteroufo.blogspot.it


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 Oggetto del messaggio: Re: Spazzatura spaziale NEWS
MessaggioInviato: 13/11/2015, 16:49 
e caduto al largo di ceylon in mattinata il detrito spaziale catalogato come wt1190f,a circa un centinaio di km dall'isola,potrebbe cmq trattarsi dello snoopy dell'apollo 10,il colore forma e dimensioni fanno appunto pensare al modulo lunare di cui si erano perse le traccia da tempo........................... [:305] [:305]


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 Oggetto del messaggio: Re: Spazzatura spaziale NEWS
MessaggioInviato: 13/11/2015, 19:13 
[:296] ... cade dallo Spazio e non fa una buca ...? [:291]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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 Oggetto del messaggio: Re: Spazzatura spaziale NEWS
MessaggioInviato: 13/11/2015, 19:20 
Ufologo 555 ha scritto:
[:296] ... cade dallo Spazio e non fa una buca ...? [:291]



lo snoppy,o quello che e' si e' inabissato nell'oceano indiano....... [:246] [:246]


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