La ISON ora brilla come una stella di magnitudine 8,troppo debole per essere vista ad occhio nudo ma facile da individuare con un binocolo o un piccolo telescopio.Ci si aspetta che, già nel corso di questa settimana, la cometa possa diventare visibile anche ad occhio nudo, per alcuni eletti, in condizioni ottimali, ma sarà sempre più difficile osservarla man mano che si avvicina al Sole (e lo sta facendo molto rapidamente, muovendosi a 50 chilometri al secondo).
Così, il momento migliore, se tutto andrà bene, sarà ai primi di dicembre quando salirà più alta nel cielo notturno.
Il grafico seguente raccoglie tutti i dati relativi alla luminosità della ISON trasmessi alMinor Planet Center. La ISON è una cometa Sungrazing e sta seguendo un'orbita che la porterà attraverso l'atmosfera esterna estesa del Sole, dove sperimenterà un intenso bombardamento dellaradiazione solare che ne farà sublimare la superficie ad un ritmo allarmante, con sollecitazioni strutturali estreme.
Fino ad ora, la tendenza di luminosità della cometa ha mantenuto un ritmo di frustrante lentezza ma ora sembra manifestare una buona ripresa. Il team CIOC (NASA Comet ISON Observing Campaign) prevede che la luminosità di picco potrebbe agirarsi tra magnitudine-7 e +5, più precisamente tra-3 e -5.
Nella bellissima immagine in apertura è visibile la cometa ISON con una doppia coda: una di gas ionizzato e l'altra di polveri.La sottile coda gassosa viene spinta quasi perfettamente in direzione opposta al Sole; la coda di polveri, invece, è più pesante per cui viene meno influenzata dal vento solare. Tale materiale tende a rimane nel punto ove è stato rilasciato, per cui questa coda segna in un certo senso l'orbita della cometa.
Scoperta da due astronomi russi il 21 settembre 2012, utilizzando l'International Scientific Optical Network di 40 centimetri, vicino a Kislovodsk, la ISON è un agglomerato di polveri e ghiaccio, proveniente dalla nube di Oort, ai confini del Sistema Solare.La sua orbita è stata probabilmente influenzata da diversi effetti gravitazionali che le hanno fatto intraprendere il suo primo viaggio verso di noi.
Lontane dalla luce e dal calore del Sole, le comete della nube di Oort sono delle capsule temporali che ospitano i gas congelati e il materiale polveroso primitivo della nebulosa planetaria, dalla quale 4,5 miliardi di anni fa è originato il nostro Sistema Solare.
Le osservazioni e le previsioni rimangono piuttosto controverse: a fine ottobre la cometa presentava una luminosità 3,3 volte inferiore rispetto alle stime ufficiali rilasciate dal Minor Planet Center di Cambridge.
Secondo Carl Hergenrother del Lunar and Planetary Laboratory di Tucson, Arizona, parte dell'incertezza sarebbe dovuta alle analisi effettuate a diverse lunghezze d'onda. Osservazioni nel visibile (CCD-V) mostrerebbero che la cometa si sta illuminando ad un ritmo normale, mentre osservazioni nelle lunghezze d'onda nel rosso (CCD-R) indicherebbero una luminosità più bassa. Hergenrother spiega che il CCD-R evidenzia più che altro le polveri mentre in CCD-V sono maggiormente visibili i gas: questo significherebbe che negli ultimi mesi il tasso di produzione dei gas della ISON è aumentato come previsto, al contrario del suo tasso di produzione di polveri.
Ammesso sia così, è però lo stesso Hergenrother a chiarire che, comunque, non si sa come interpretare questi dati. John Bortle, veterano cercatore di comete, è altrettanto perplesso, commentando le recenti riprese della ISON. "E' decisamente strano", dichiara, "vi è una lunga coda della cometa in miniatura, all'interno di una più grande ma la chioma è molto debole e diffusa". "A quelle persone che usano grandi telescopi, la cometa appare in modo strano, mentre a quelli che usano telescopi più piccoli o grandi binocoli, appare come una massa cometaria più grande, più o meno debole ma uniforme". "Questa cometa è attualmente ad una distanza dal Sole dove non si dovrebbe più presentare una tale dicotomia di apparenza".
Bortle ha osservato diverse centinaia di comete eppure dice di non ricordarne una con un comportamento simile: "Allora, che cosa dobbiamo aspettarci dalla ISON? Onestamente non lo so. Tutto quello che posso dire è che non mi piace l'aspetto strano che ha in questo momento". Intorno al 19 ottobre la ISON sembrava illuminarsi improvvisamente e più rapidamente.
Il 21 ottobre Bruce Gary dall'Arizona, che fu il primo a fotografare la cometa appena riemersa dal bagliore del Sole il 12 agosto, scriveva entusiasta di come la chioma e la coda stessero acquistando vigore. Ma solo quattro giorni più tardi la ISON sembrava avesse fatto dietrofront e Gary, esasperato, commentava: "Non so che cosa sta succedendo con questa cometa!".
Analizzando tutte le osservazioni dal 4 settembre in poi, sembra che la ISON risponda più come farebbe un corpo solido esposto al Sole che come una tipica "soffice" cometa. In ogni caso, qualunque cosa stia accadendo, la cometa ISON prosegue il suo cammino in direzione del Sole e attraverserà l'orbita della Terra mercoledì 6 novembre alle 22:00 GMT.
Nel frattempo, anche se siamo agli sgoccioli, le speranze rimangono: la ISON potrebbe ancora illuminarsi e dare spettacolo.
http://www.zazoom.it/blog/post.asp?id=22355(EDIT - Fonte originale
http://www.aliveuniverseimages.com/flas ... n-binocolo)