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 Oggetto del messaggio: Asteroide 2013ec
MessaggioInviato: 04/03/2013, 13:00 
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L'asteroide 2013 EC, da poco scoperto, è visibile qui nell'angolo a sinistra in basso del riquadro rosso. Cattura da parte del Virtual Telescope tramite webcast il 3/3/2013. Credit: Virtual Telescope

Dopo l'impatto all'improvviso dell'asteroide che è esploso in Russia, un'altro piccolo oggetto fa notizia grazie alla sua scoperta con pochissimo preavviso. Un asteroide battezzato 2013 EC è stato scoperto il 2 Marzo dagli astronomi dell'Osservatorio Astronomico in cima al Mt. Lemmon, in Arizona. L'asteroide, che non ha alcuna chance di colpire il nostro pianeta, ha un diametro stimato intorno alla stessa grandezza dell'asteroide entrato nell'atmosfera terrestre due settimane e mezzo fa, in Russia, cioè da 10 a 17 metri (il meteorite Russo era grande 15 metri in diametro).
Passerà a circa 396.000 km di distanza della Terra, cioè più o meno alla distanza in cui si trova la Luna. Non sfiorerà la Terra, ma in termini cosmici, è molto vicino.

La distanza della Luna rispetto alla Terra varia tra 363.104 km al perigeo (punto più vicino) e 406.696 km, al apogeo (punto più lontano).

L'immagine sopra è stata ottenuta dall'astronomo Gianluca Masi durante un progetto di diffusione astronomica su internet in cui vengono fatte osservazioni in diretta webcast, chiamato Virtual Telescope Project. Nel momento dell'osservazione, l'asteroide si trovava a circa due volte la distanza della Luna dalla Terra.

"Il fatto che recentemente abbiamo scoperto tutti questi asteroidi, non significa che siamo molto più visitati da asteroidi rispetto a prima" spiega Masi durante il webcast, "significa solo che la nostra capacità di trovarli per tempo sta diventando sempre migliore. La nostra tecnologia è migliorata moltissimo nei ultimi decenni."

http://ssd.jpl.nasa.gov/sbdb.cgi?cad=1&sstr=2013%20EC
http://www.link2universe.net/2013-03-04 ... arzo-2013/

questa e' la dimostrazione dell'impossibilita' materiale di controllare tutta la tipologia di asteroidi in transito nelle vicinanze della terra,e quindi la possibilita' che fatti come quelli capitati in russia qualke tempo fa sia plausibille.........................con le conseguenze del caso [;)]


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MessaggioInviato: 31/03/2013, 11:28 
Il mistero del vetro negli asteroidi

Un gruppo di ricercatori statunitensi propone una spiegazione per la formazione degli inserti vetrosi che si trovano nei meteoriti più comuni.


Come si formano i condruli, sferette vetrose che si trovano incastonate nelle meteoriti e che sono considerate tra le prime rocce solide a essersi formati nel Sistema Solare? Per chi studia le origini del nostro sistema è un vero enigma. I condruli paiono essersi formati lontano dal Sole, troppo lontano perché la luce solare riscaldasse i materiali di cui sono formati: ci vogliono circa 1600 gradi Celsius per spiegare quel tipo di formazione, infatti. Inoltre, la loro struttura fa pensare che si siano raffreddati in circa un'ora o due dopo la formazione, un tempo relativamente lungo rispetto a quello che ci si aspetterebbe nello spazio: cioè che cristallizzassero quasi istantaneamente.
"Era un vero enigma, anche perché questo processo deve avere riguardato grandi quantità di materiale" ha spiegato Mordecai-Mark Mac Low, che dirige il settore di astrofisica dell' American Museum of Natural History a New York, e coautore di uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.
Infatti i condruli costituiscono circa il 70-80 per cento di meteoriti tra i più diffusi nel sistema solare, le condriti.
La risposta sta, secondo i ricercatori, nei campi magnetici che percorrevano il sistema solare primordiale. I condruli si sarebbero formati pochi milioni di anni dopo la nascita del disco protoplanetario in rotazione attorno al Sole. Questo disco conteneva un'enorme quantità di energia cinetica, con le parti più interne che ruotavano più velocemente di quelle più esterne. In questo disco si produceva un meccanismo, chiamato di instabilità magnetorotazionale, dovuta al fatto che un debole campo magnetico attraversava gas in rotazione a velocità diverse.
Bene, questa turbolenza avrebbe "piegato" i campi magnetici nel disco protoplanetario, creando correnti elettriche che a loro volta attraversavano i gas riscaldandoli. In particolare, responsabile della formazione dei condruli sarebbe una sorta di reazione a catena provocata da queste correnti elettriche: un piccolo iniziale riscaldamento sarebbe bastato ad eccitare gli atomi più facili da ionizzare (potassio e sodio per esempio), aumentando così la corrente elettrica "in circolo" e riscaldando ulteriormente - ed esponenzialmente - i gas.
Resta da spiegare il lento raffreddamento. L'idea dei ricercatori è che, mentre la polvere si scioglieva a causa del calore formano i condruli, le temperature più alte davano luogo a una cavità trasparente, circondata da materiali opachi che trattenevano il calore legato alla radiazione proveniente dai gas più caldi. Insomma un "guscio" che tratteneva il calore attorno al condrulo vetroso appena formato. "Ciò che vale la pena notare è che, con le giuste condizioni nel disco protoplanetario, in queste regioni si possono raggiungere temperature oltre i 2000 gradi kelvin, abbastanza per sciogliere le rocce".

MEDIA INAF

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... eroidi.txt


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MessaggioInviato: 22/07/2013, 11:51 
L'asteroide 2002 GT è passato vicino la Terra lo scorso 26 giugno ed è l'obiettivo della prossima missione NASA Epoxi del 2020.


Un nuovo asteroide al centro delle ricerche di un gruppo di astronomi europei: si chiama 2002 GT e i dati che riuscirà a fornire al team, coordinato dal Centro di controllo asteroidi dell'Esa in Italia, saranno utili per prossime missioni nello spazio.
2002 GT è un oggetto largo qualche centinaia di metri ed è passato vicino la Terra il 26 giugno scorso, a una distanza di circa 50 volte quella tra noi e la Luna. L'evento ha destato l'attenzione degli esperti perché l'asteroide in questione è l'obiettivo della missione della NASA Epoxi, che prenderà il via nel 2020.
2002 GT è un oggetto roccioso appartenente a una speciale classe di asteroidi, quelli di tipo Sq. Durante il passaggio ravvicinato, gli astronomi hanno potuto calcolarne il diametro, la rotazione, la composizione chimica e altre caratteristiche fisiche cruciali per mettere a punto una missione nello spazio.
Il centro di controllo "Neo-Cc" (Near Earth Object Coordination Centre) dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), a Frascati (Roma), ha avuto la possibilità di mettere alla prova le sue capacità di coordinamento. Ettore Perozzi, il coordinatore del progetto, spiega che "allertando diversi gruppi europei e poi mettendo assieme le loro osservazioni, il Centro ha fornito importanti risultati alla comunità scientifica e a quella dell'esplorazione spaziale". Oltre alla composizione superficiale, proprietà termiche, forma e rotazione dell'asteroide, dalle osservazioni è stato anche possibile notare variazioni nella brillantezza che potrebbero indicare la presenza di una piccola luna.

MEDIA INAF


http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... 002_gt.txt

pogrammazione anticipata........ma ci sara' il budget?con 'sti chiari di luna........[;)]


Ultima modifica di ubatuba il 22/07/2013, 11:52, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 28/07/2013, 13:41 
La Terra sarà “sfiorata” da 2 asteroidi nei prossimi 14 giorni: il primo è atteso martedì 30

Grazie all’avvento di internet anche i meno esperti sanno che il nostro pianeta è interessato dal transito di oggetti celesti che talvolta si avvicinano a distanze molto ravvicinate in termini astronomici. Sono i cosiddetti oggetti NEO-Earth, ossia corpi del Sistema Solare capaci di intersecare l’orbita della Terra. Nei prossimi giorni due asteroidi delle dimensioni di 152 e 420 metri rispettivamente, transiteranno ad una distanza pari a 9,1 e 8,1 volte quella della Luna, intersecando l’orbita del nostro pianeta, ma non rappresentando alcuna minaccia per l’umanità. Il transito del primo asteroide, confermato dal Lowell Observatory e da quello del Monte Palomar al momento della scoperta avvenuta nel 2003, non rappresenta un evento particolarmente esaltante, a tal punto che non sono attualmente previste campagne osservative da parte di osservatori professionali. 2003 DZ15 si avvicinerà ad una distanza inferiore il prossimo 12 Febbraio 2057, ma ci sarà tempo per parlarne…!

La distanza minima dal nostro pianeta è fissata per le 02:37 (ora italiana) del 30 Luglio, quando brillerà nel cielo come una stellina di magnitudine 14. Sarà pertanto invisibile anche ai piccoli telescopi commerciali, ma quelli medi potranno osservare il suo moto rispetto alle stelle fisse del fondo cielo. Naturalmente un impatto di un asteroide di queste dimensioni comporterebbe gravi danni a livello locale, dal momento che le sue dimensioni sono di circa 7 volte più grandi di quelle della meteora esplosa nei cieli di Chelyabinsk, in Russia. Più interessante sarà il passaggio di 2005 WK4, che con le sue dimensioni paragonabili a 4 campi da calcio, passerà a poco più di 3 milioni di chilometri dalla Terra. Anche in questo caso, tuttavia, non vi saranno rischi per il nostro amato pianeta.

http://www.meteoweb.eu/2013/07/la-terra ... 30/217216/


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MessaggioInviato: 30/07/2013, 10:55 
Il passaggio dell’asteroide 2003 DZ15 in diretta streaming

. Proprio dalla mezzanotte sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming grazie al Virtual Telescope.


http://www.meteoweb.eu/2013/07/il-passa ... ng/217813/


Ultima modifica di ubatuba il 30/07/2013, 10:58, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/08/2013, 10:22 
Uno studio della University of Strathclyde definisce ed elenca una nuova classe di oggetti celesti, gli Easily Retrievable Objects: asteroidi semplici da recuperare. Sarebbero gli obiettivi più adatti per una missione tesa a catturarne uno.


Imbrigliare un intero asteroide come se fosse un cavallo imbizzarrito. E portarselo in laboratorio, o quanto meno su un’orbita controllata dove poterlo trivellare con agio. È già da qualche anno che le agenzie spaziali ci fanno un pensierino, a un’impresa del genere. Ed è dell’aprile scorso l’annuncio, da parte della NASA, di volerla mettere in atto (vedi l’articolo su Media INAF). Nome della missione – “Asteroid Initiative” – e sito web sono già pronti, la tecnologia pure, i dollari prima o poi arriveranno… praticamente si tratta solo di decidere quale pietrone andare a scomodare.Detto fatto: a stilare l’elenco di quelli che hanno definito EROs (Easily Retrievable Objects, dunque oggetti recuperabili facilmente), vale a dire i migliori asteroidi d’asporto del Sistema solare, ci hanno pensato tre ingegneri spaziali dell’Advanced Space Concepts Laboratory dell’Università di Strathclyde, in Scozia. Il loro studio, pubblicato sul numero di agosto di Celestial Mechanics and Dynamical Astronomy, dopo aver illustrato le caratteristiche dei candidati ideali, individua i 12 più adatti fra quelli conosciuti.

Qual è dunque l’identikit di questi bersagli designati per il primo take away spaziale d’un intero corpo celeste? Piccoli, vicini ed economici da trasportare. Certo, trattandosi d’asteroidi, piccolo e vicino sono concetti relativi: non stiamo parlando di prodotti tascabili, insomma, né di chilometro zero. La distanza minima all’intersezione orbitale del più prossimo alla Terra, quello identificato dalla sigla 2008 UA202, è di appena 0,00025 unità astronomiche, vale a dire poco più di 37 mila chilometri. E il più piccolo, 2006 RH120 (che è anche il primo della lista, il più adatto fra i più adatti), ha un diametro compreso fra i 2,3 e i 7,4 metri: nel migliore dei casi, poco meno di una Smart.

Ma è il terzo parametro quello decisivo: l’economicità del trasporto, o più precisamente il transfer cost. Trattandosi di oggetti spaziali ai quali è necessario imprimere una nuova orbita, il transfer cost è rappresentato da una variazione impulsiva di velocità, ed è espresso in metri al secondo. Ed è proprio il transfer cost a definire chi è EROs e chi no: la soglia da non superare per rientrare nella ristretta élite è quella dei 500 m/s. Ma per il primo in classifica, 2006 RH120, il transfer cost è quasi dieci volte inferiore, appena 58 m/s.

Insomma, non resta che partire. Sperando che il bottino si riveli, se non prezioso dal punto di vista economico, quanto meno interessante da quello scientifico. E, soprattutto, augurandosi che il colpo di stecca spaziale assestato all’asteroide per deviarne l’orbita non finisca per spedirlo dritto verso la Terra. Anche se, per sassolini così piccoli, l’atmosfera dovrebbe garantirci una protezione più che sufficiente.

http://www.coelum.com/news/asteroidi-d%e2%80%99asporto


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MessaggioInviato: 23/08/2013, 11:04 
la missione Wide-field Infrared Survey Explorer della NASA verrà riattivata a settembre per continuare lo studio e la ricerca dei near-Earth objects.


Le ferie prima o poi finiscono per tutti e anche alcune le sonde spaziali, con la fine di agosto, devono tornare a regime. E' il caso di WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer), la sonda della NASA lanciata nel 2009 che ha scoperto e studiato decine di migliaia di asteroidi nel nostro Sistema solare prima di essere posta in ibernazione nel febbraio del 2011, quando i suoi strumenti sono stati spenti.
I ricercatori del JPL Laboratory hanno deciso che da settembre prossimo la sonda ricomincerà la sua attività per i prossimi tre anni, alla ricerca di NEO (near-Earth objects), ovvero asteroidi che orbitano a meno di 45 milioni di chilometri dalla Terra. WISE tornerà ad usare il suo telescopio con uno specchio da 40 centimetri di diametro e le sue ottiche a infrarossi alla ricerca di circa 150 oggetti, studiandone la forma, le caratteristiche e la riflettività insieme ad altri 2000 già scoperti in passato.
Durante la sua attività WISE ha raccolto circa 7500 immagini ogni giorno fino a febbraio 2011 (circa 2,7 milioni in tutta la missione). Nell'ambito del progetto NEOWISE della NASA, la sonda è stata la protagonista della più dettagliata ricerca mai realizzata sui NEO. Proprio perché gli asteroidi non emettono ma riflettono la luce, le ottiche a infrarossi di WISE sono degli strumenti potenti per catalogare e studiare la popolazione degli asteroidi. Solo nel 2010 la sonda ha studiato 158mila corpi rocciosi tra i 600mila conosciuti, tra cui 21 comete, più 34mila asteroidi nella cintura tra Marte e Giove e 135 near-Earth objects.
Amy Mainzer, principal investigator di NEOWISE al Jet Propulsion Laboratory, ha detto che la sonda "non solo ci permette di studiare al meglio gli asteroidi e le comete, ma ci permette di programmare al meglio le future missioni nello spazio".

Fonte: MEDIA INAF
http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... i_wise.txt


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MessaggioInviato: 31/12/2013, 11:23 
Arriva l’asteroide di Capodanno, si chiama 2013 YL2, e’ gia’ in fase di avvicinamento alla Terra e raggiungera’ la minima distanza il prossimo 3 gennaio. Quel giorno, alle ore 1,46 italiane, l’oggetto del diametro di 90 metri, transitera’ a 1,4 milioni di chilometri dal nostro pianeta. ”Una distanza di assoluta sicurezza, basti pensare che e’ circa tre volte e mezzo la distanza Terra-Luna” osserva l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma. Avvicinamenti come questi sono occasioni preziose per gli esperti che studiano i cosiddetti Neo (Near-Earth Objects), comete e asteroidi vicini alla Terra, di cui fa parte l’oggetto, in genere molto deboli da rilevare. I passaggi ravvicinati, osservare Masi, permettono di calcolare le orbite, i periodi di rotazione e di studiare le caratteristiche di questi oggetti, per conoscerli meglio. Scoperto tra il 23 e il 24 dicembre, questo ‘sasso cosmico’ e’ gia’ visibile con strumenti professionali in questi giorni, dall’Italia sara’ osservabile fino al 2 gennaio perche’ nella fase di minima distanza dalla Terra, il 3 gennaio, spiega Masi, l’oggetto si potra’ vedere solo dall’emisfero australe. ”Per osservare l’asteroide occorrono telescopi del diametro di almeno 35-40 centimetri, con strumenti piu’ piccoli – sottolinea Masi – si puo’ tentare qualche osservazione fotografica”. Se qualcuno volesse tentare, potra’ farlo, tempo permettendo, il 2 gennaio, nella fase prossima al minimo avvicinamento, guardando nella costellazione del Cancro da dove si vedra’ arrivare l’asteroide che poi si dirigera’ nella costellazione dell’Idra per poi ‘tuffarsi’ nell’orizzonte e dunque nel cielo dell’emisfero australe.

http://www.meteoweb.eu/2013/12/astronom ... ia/249845/


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MessaggioInviato: 08/03/2014, 11:55 
[img][IMG]http://i.imgur.com/Siej48b.gif[/img][/img]

Animazione della scomparsa dell'asteroide P/2013 R3 nell'arco di pochi mesi. Credit: NASA/ESA/D. Jewitt (UCLA), M. Kornmesser


Il Hubble Space Telescope ha fotografato la drammatica morte di un asteroide finito in frantumi nell'arco di pochi mesi. Anche se avevamo già visto fenomeni simili nel caso dei nuclei di comete, questa è la prima volta che succede con un asteroide nella Fascia degli Asteroidi. "Questa è una roccia e vederla finire a pezzi sotto i nostri occhi è molto affascinante" ha spiegato David Jewitt, dell'UCLA, che ha condotto le investigazioni sulle osservazioni fatte da Hubble.

L'asteroide, chiamato P/2013 R3, fu notato la prima volta il 15 Settembre 2013 dagli osservatori Catalina e Pan-STARRS. Ulteriori osservazioni dettagliate furono poi fatte con il Telescopio Keck, il 1 Ottobre. Le immagini avevano svelato la presenza di 3 corpi che si muovevano all'interno di una nube di polvere grande quasi quanto il diametro della Terra!

"Il Keck ci ha mostrato che questo oggetto era qualcosa a cui valeva la pena di guardare con Hubble" ha spiegato Jewitt. Con la sua risoluzione superiore, Hubble ha subito mostrato la presenza di almeno 10 diversi oggetti, ognuno con una sua coda a cometa. I quattro frammenti più grandi avevano un raggio fino a 200 metri circa. Tra di loro si stavano allontanando a circa 1.5 km/h (molto lentamente quindi). L'asteroide da cui hanno origine i pezzi è andato in frantumi appena l'anno scorso, ma quello che lasciato perplessi gli scienziati e che nuovi pezzi sembrano ancora emergere. "Questa è una cosa molto bizzarra da osservare. Non abbiamo mai visto qualcosa di simile prima", ha spiegato la co-autrice Jessica Agarwal, del Max Planck Institute in Germania. "La frantumazione potrebbe avere diverse cause, ma le osservazioni di Hubble sono abbastanza dettagliate da permetterci di essere precisi e capire esattamente i processi responsabili.

La scoperta successiva di altri frammenti rende improbabile l'ipotesi che l'asteroide si stia disintegrando per via di una passata collisione con un'altro asteroide. Un simile scontro creerebbe un'istantanea e violenta comparsa di frammenti, diversamente da quanto osserviamo. Inoltre, i detriti dovrebbero viaggiare a velocità molto più alte in seguito ad un simile scontro.
Un'altra ipotesi da scartare è quella della pressione interna di ghiacci che si stanno riscaldando e vaporizzando. L'oggetto è troppo freddo perché i ghiacci possano sublimare in maniera significativa, e l'asteroide ha probabilmente mantenuto una distanza di circa 480 milioni di km dal Sole per tutta la storia del Sistema Solare.

Questo lascia una sola opzione credibile: Si sta disintegrando per via dell'effetto della pressione della luce solare, che fa si che la rotazione dell'asteroide aumenti nel tempo. Questo effetto è conosciuto come "Effetto YORP", ed è conosciuto a livello teorico da diversi anni, ma nulla di simile era mai stato osservato direttamente. La pressione porta lentamente ad un aumento della forza centrifuga che frantuma lentamente l'asteroide

Ovviamente perché una forza simile possa frantumare un'asteroide, serve che questo abbia una struttura interna molto debole e fratturata. Probabilmente P/2013 R3 era un ammasso di detriti e spazi vuoti ed è bastato l'effetto YORP per distruggerlo.

"Questo è il caso più recente di una serie di strani avvistamenti di asteroidi simili. Un altro caso famoso era l'asteroide P/2013 P5, che aveva 6 code dietro di sé" ha spiegato Agarwal. "Questo indica che il Sole sta giocando un ruolo molto grande nella disintegrazione dei piccoli oggetti del Sistema Solare, per via della pressione esercitata."

I resti dell'asteroide P/2013 R3, potranno un giorno offrirci un grande spettacolo celeste, quando questa massa di 200.000 tonnellate si avvicinerà al Sole e parte finirà anche nei cieli della Terra come stelle cadenti.

http://spacetelescope.org/news/heic1405/

http://www.link2universe.net/2014-03-07 ... ne-solare/


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MessaggioInviato: 23/05/2014, 19:55 
L’8 Giugno 2014 un asteroide di dimensioni molto grandi transiterà a poco più di 3 volte la distanza che ci separa dalla Luna. Un evento abbastanza inusuale viste le dimensioni della roccia spaziale che, tuttavia, non porrà alcun pericolo per la Terra. Denominato 2014 HQ124, il corpo di dimensioni comprese tra 320 e 850 metri, è interessante per una serie di motivi. La sua orbita è inclinata di 26 gradi rispetto al piano del sistema solare ed è attualmente a -71 gradi di declinazione. Un evento insolito per un oggetto così grande, anche se non senza precedenti. HQ124 è stato scoperto dal versatile telescopio spaziale WISE, capace di indagare su vasti campi astronomici, comprese comete, pianeti e indagini galattiche. La sua scoperta risale allo scorso 23 Aprile, anche se con il solo aiuto dei telescopi terrestri sarebbe stato osservato non prima di Giugno.


http://www.meteoweb.eu/2014/05/grande-a ... 14/285576/


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Vista ravvicinata dall'asteroide Lutetia, quando fu visitato da vicino dalla sonda Rosetta, dell'ESA pic.twitter.com/ORkAJ4x8bG


https://twitter.com/Link2Universe/statu ... 3557837824


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Tenuto d'occhio perché a potenziale impatto con la Terra nel 2880, l'asteroide 1950DA non ha la struttura di un solido compatto ma è composto da detriti che stanno insieme grazie a deboli forze di coesione fra i suoi piccoli granuli. Potrebbe quindi sfaldarsi da solo, come è successo a P/2013 R3, ma anche in seguito a tentativi di deviarne la traiettoria se, fra qualche secolo, il rischio di impatto fosse cresciuto] Tenuto d'occhio perché a potenziale impatto con la Terra nel 2880, l'asteroide 1950DA non ha la struttura di un solido compatto ma è composto da detriti che stanno insieme grazie a deboli forze di coesione fra i suoi piccoli granuli. Potrebbe quindi sfaldarsi da solo, come è successo a P/2013 R3, ma anche in seguito a tentativi di deviarne la traiettoria se, fra qualche secolo, il rischio di impatto fosse cresciuto

1950DA, non è costituito da un unico blocco di roccia, ma da un insieme di piccoli detriti tenuti insieme da deboli forze coesive, note come forze di van der Waals. La scoperta, fatta da un gruppo di planetologi dell#65533;Università del Tennessee a Knoxville e descritta in un articolo pubblicato su “Nature”, è di particolare interesse perché 1950DA, che ha un diametro di un chilometro circa, è uno degli asteroidi di cui si sa che ha una probabilità (sia pur piccola: uno su 19.800) di colpire la Terra in un futuro non prossimo ma neppure troppo remoto: nel 2880. La fragilità di 1950DA, l'asteroide che minaccia la TerraLa sequenza di immagini della frantumazione dell'asteroide P/2013 R3. (Cortesia NASA/ESA) La sua composizione granulare implica che potrebbe fare la stessa fine di P/2013 R3, un asteroide di circa 200.000 tonnellate che lo scorso anno gli astronomi hanno visto spezzarsi sotto i loro occhi in una decina di frammenti del diametro medio di 200 metri ciascuno. Alla luce della dinamica con cui è avvenuto, in quel caso lo sfaldamento sarebbe da imputare alle forze di marea innescate dall'avvicinamento al Sole. La scoperta influisce sulle possibili tecniche da adottare nel caso in cui, a seguito di un aumento del rischio di impatto con la Terra, si volesse tentare di deviare 1950DA: un interazione violenta con l#65533;asteroide, efficace per deviare un corpo solido compatto, in questo caso potrebbe invece moltiplicare il rischio di impatto a causa del numero di frammenti generati: più piccoli dell'asteroide originario, ma comunque potenzialmente devastanti. La presenza di deboli forze di coesione fra i detriti che formano l'asteroride è stata dedotta dai ricercatori dopo aver rilevato che era dotato di una velocità di rotazione leggermente superiore a quella che permetterebbe a un asteroide di quel tipo di rimanere coeso se le forze che lo tengono insieme fossero solo la sua debole gravità e l'attrito fra i granuli che lo compongono. L'analisi della luce riflessa da 1950DA fa supporre – scrivono gli autori – che abbia una composizione analoga a quelle dell'asteroide Lutetia, osservato da vicino dalla sonda Rosetta nel corso del suo flyby del 2010: una regolite affine a quella che si trova sulla superficie lunare, a granulometria fine, i cui granuli hanno un diametro massimo di sei centimetri.] Un piccolo asteroide tenuto particolarmente d'occhio dagli astronomi, 1950DA, non è costituito da un unico blocco di roccia, ma da un insieme di piccoli detriti tenuti insieme da deboli forze coesive, note come forze di van der Waals. La scoperta, fatta da un gruppo di planetologi dell'Università del Tennessee a Knoxville e descritta in un articolo pubblicato su “Nature”, è di particolare interesse perché 1950DA, che ha un diametro di un chilometro circa, è uno degli asteroidi di cui si sa che ha una probabilità (sia pur piccola: uno su 19.800) di colpire la Terra in un futuro non prossimo ma neppure troppo remoto: nel 2880


La sua composizione granulare implica che potrebbe fare la stessa fine di P/2013 R3, un asteroide di circa 200.000 tonnellate che lo scorso anno gli astronomi hanno visto spezzarsi sotto i loro occhi in una decina di frammenti del diametro medio di 200 metri ciascuno. Alla luce della dinamica con cui è avvenuto, in quel caso lo sfaldamento sarebbe da imputare alle forze di marea innescate dall'avvicinamento al Sole.

La scoperta influisce sulle possibili tecniche da adottare nel caso in cui, a seguito di un aumento del rischio di impatto con la Terra, si volesse tentare di deviare 1950DA: un'interazione violenta con l'asteroide, efficace per deviare un corpo solido compatto, in questo caso potrebbe invece moltiplicare il rischio di impatto a causa del numero di frammenti generati: più piccoli dell'asteroide originario, ma comunque potenzialmente devastanti.

La presenza di deboli forze di coesione fra i detriti che formano l'asteroride è stata dedotta dai ricercatori dopo aver rilevato che era dotato di una velocità di rotazione leggermente superiore a quella che permetterebbe a un asteroide di quel tipo di rimanere coeso se le forze che lo tengono insieme fossero solo la sua debole gravità e l'attrito fra i granuli che lo compongono.

L'analisi della luce riflessa da 1950DA fa supporre – scrivono gli autori – che abbia una composizione analoga a quelle dell'asteroide Lutetia, osservato da vicino dalla sonda Rosetta nel corso del suo flyby del 2010: una regolite affine a quella che si trova sulla superficie lunare, a granulometria fine, i cui granuli hanno un diametro massimo di sei centimetri.

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La sequenza di immagini della frantumazione dell#65533;asteroide P/2013 R3. (Cortesia NASA/ESA)] La sequenza di immagini della frantumazione dell'asteroide P/2013 R3. (Cortesia NASA/ESA)

http://www.lescienze.it/news/2014/08/14 ... 15-08-2014


Ultima modifica di ubatuba il 15/08/2014, 15:42, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Asteroide 2013ec
MessaggioInviato: 11/05/2015, 11:42 
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Un grafico interessante sugli asteroidi che passeranno vicino alla Terra nei prossimi 200 anni..! sulle ascisse c'è il tempo, sulle ordinate le distanze..abbiamo la Terra in giallo, i satelliti geostazionari (35.000km) in rosso e la Luna in viola (380.000km). Con gli stessi colori ( -.-' ) troviamo accanto agli asteroidi, il loro nome, il raggio, e la distanza centro della Terra/centro asteroide, la velocità relativa rispetto al nostro pianeta e la data prevista di avvicinamento.
La fonte è il NEO, Near Earth Object: il programma della NASA/JPL che studia e ricerca tutti gli oggetti spaziali che si avvicinano alla Terra e ne valuta i rischi


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 Oggetto del messaggio: Re: Asteroide 2013ec
MessaggioInviato: 11/05/2015, 11:47 
Sapevo che l'avresti postato tu; ti do l'onore del ... privilegio ... [:D] [:264]



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