Il Sistema Solare consta principalmente di otto pianeti, una nuvola di oggetti di ogni tipo, dagli asteroidi ai pianeti nani ai satelliti, fino ad arrivare dalla Fascia di Kuiper alla Nube di Oort, che comprendono altri pezzi interessanti, quali le comete. Tutti questi corpi rivoluzionano (o, per usare un’espressione più comune, orbitano) intorno al Sole, che costituisce il 99,9% della massa dell’intero insieme, di moto ellittico. Questo, in sintesi, è ciò che sappiamo a riguardo dell’insieme della struttura del Sistema Solare: osservando però più accuratamente i movimenti prodotti dai vari elementi, ci accorgiamo di alcune particolarità. Per quale motivo i pianeti, ad esempio, orbitano all’incirca sullo stesso piano, e non ognuno in una direzione diversa come gli elettroni in un atomo? Eppure, il campo gravitazionale creato dal Sole è uguale in ogni direzione: la Nube di Oort, regione ai confini dell’influenza gravitazionale della nostra stella, può essere praticamente considerata sferica. Beh, la risposta a questa domanda ci viene data partendo da dove cominciò il tutto: la nascita del Sistema Solare.
il Sole si sa, come ogni altra stella è un concentrato di idrogeno, elio ed una minima percentuale di altri elementi più pesanti in combustione. La sua origine deriva da una nube di gas proveniente con ogni probabilità dal resto di una supernova: difatti, se si fosse trattato di una delle prime stelle apparse in seguito alla genesi dell’Universo, sarebbe stata impossibile la formazione di pianeti a causa della mancanza di elementi pesanti di cui sono costituiti; elementi “creati” nel nucleo di queste stelle ad ogni termine di carburante al suo interno (così, per evitare di essere vinta dalla sua stessa forza di gravità, la stella oppone energia radiativa trasformando via via l’idrogeno in elio, l’elio in carbonio, fino ad arrivare al ferro, che non emette più energia ma l’assorbe). Ma chiudiamo il breve excursus e torniamo al nostro Sole, o, per meglio dire, a ciò che in seguito lo sarebbe diventato.
A causa di moti all’interno della nube, essa incominciò ad addensarsi intorno ad un grumo di materiale maggiormente concentrato, il quale, accrescendosi, ruotando (per controbilanciare crescente forza di gravità)e contraendosi, raggiunse una temperatura di 10, 15 milioni di gradi kelvin, per la quale i processi termonucleari ebbero finalmente inizio, ed il Sole, da protostella, poté entrare in piena attività. Si, ma cosa c’entra tutto questo con il moto dei pianeti?
Ebbene, i pianeti hanno cominciato a delinearsi proprio in questo lasso di tempo. Infatti, durante la fase protostellare, intorno al piano dell’equatore del protosole (in pratica, il piano perpendicolare all’asse di rotazione) è andato a formarsi un disco di gas e polveri, trascinato nella rotazione dal corpo centrale: successivamente al raffreddamento di questo, alcune regioni più dense iniziarono ad attirare ed accumulare materiale, allo stesso modo della protostella. All’aumentare della massa, questi corpi si trasformarono in proto pianeti, raggiungendo lo status di pianeti una volta “acceso” il Sole (per le violentissime tempeste solari del quale, il gas e le polveri in eccesso vennero subito spazzate via). I pianeti quindi, proseguirono nella loro rivoluzione sullo stesso piano (con uno scarto di pochissimi gradi) a causa della rotazione iniziale impressa dal protosole: unica eccezione Plutone, il pianeta “declassato” a nano (si tratta di pianeti nani quando questi non hanno una forza gravitazionale sufficiente per “ripulire” la loro orbita da altri oggetti quali, ad esempio, gli asteroidi), il cui piano orbitale è posto a 17° rispetto al piano dell’eclittica (su cui orbita la Terra). Altra curiosità: una prova in più del fatto che il moto dei pianeti sia stato originato in tal modo è anche la rotazione intorno al proprio asse, per tutti quanti antioraria, tranne che per Venere e Urano (lentamente retrograda).
Il Sistema Solare non è ad ogni modo un’eccezione. Tramite l’analisi congiunta dei dati dello spettografo HARPS e della sonda Kepler, riguardanti la popolazione planetaria formatasi intorno a stelle simili alla nostra, i ricercatori dell’Università di Ginevra ed i partecipanti al progetto EXOEarths del Centro di Astrofisica dell’Università di Porto hanno stimato che più di due pianeti appartenenti ad uno stesso sistema possiedono orbite allineate con un angolo in genere prossimo ad 1°, e raramente superiore a 5°. Il che significa anche che durante le fasi di formazione, gli scontri violenti tra pianeti extrasolari non sono molto comuni. Insomma per il Sistema Solare, che i pianeti orbitino sullo stesso piano, tutto è nella norma.
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