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Marziano
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 Oggetto del messaggio: Riparazione telescopio Hubble
MessaggioInviato: 11/05/2009, 23:29 
Shuttle vola a riparare Hubble
è una missione ad alto rischio


La navetta è partita da Cape Canaveral. Dovrà fare manutenzione al telescopio spaziale che da 19 anni si occupa di scrutare l'universo. Alla Nasa temono una possibile collisione dell'Atalantis con della spazzatura spaziale. Ma è pronto uno shuttle di emergenza
di LUIGI BIGNAMI


CON UNA spettacolare partenza, alle 20 e 01 ora italiana, ha preso il via la missione dello Space Shuttle Atlantis, che ha come obiettivo quello di ridare vita allo telescopio spaziale Hubble, che da 19 anni sta osservando l'Universo in tutti i suoi aspetti. Una missione estremamente pericolosa per diversi motivi: lo Shuttle infatti, non potrà, in caso di avaria, attraccarsi alla Stazione Spaziale Internazionale ed è per questo che alla base di lancio di Cape Canaveral è già pronto un'altra navetta che potrebbe partire nell'arco di pochi giorni, con un equipaggio di 4 uomini, per soccorrere Atlantis e i suoi uomini. Il pericolo della missione sta soprattutto nel possibile scontro tra lo Shuttle e qualche pezzo di spazzatura spaziale enormemente aumentato negli ultimi anni. Questo aspetto tuttavia, viene considerato remoto.

La missione prevede 5 passeggiate spaziali durante le quali verrà sostituita la vecchia macchina fotografica con una nuova, denominata WFC3 (Wide Field Camera 3), che potrà raccogliere immagini sia nell'ultravioletto che nel vicino infrarosso, così come nel visibile. Con questa macchina fotografica l'Hubble aumenterà di 90 volte la sua potenza d'osservazione rispetto a quando venne lanciato nel 1990.

Gli astronauti poi, avranno il compito di aggiungere al telescopio uno strumento chiamato COS (Cosmic Origins Spectrograph), che sarà in grado di analizzare la temperatura, la densità, la composizione chimica e la velocità delle galassie, con una accuratezza 10 volte superiore rispetto a quella degli strumenti attualmente a bordo di Hubble.

Alla base del telescopio inoltre, verrà attaccato un sistema che permetterà tra 5 o 10 anni, quando il telescopio terminerà di funzionare, di essere agganciato da una navicella, probabilmente robotizzata, che lo porterà a precipitare nell'atmosfera o per essere trasferito su di un'orbita considerata da "museo" a ricordo per le generazioni future.
Durante il lavoro gli astronauti eseguiranno anche delle sostituzioni di parti meccaniche del telescopio, quali batterie, componenti dei giroscopi (gli strumenti che permettono al telescopio di rimanere fisso in una determinata posizione) e parti dell'isolante del telescopio.

L'Hubble ha letteralmente rivoluzionato il modo di conoscere l'Universo attuale e primordiale. Il suo occhio infatti, ha permesso di osservare oggetti nati dopo poche centinaia di milioni di anni dalla nascita dell'Universo, ha dato modo di capire che nel cosmo esiste "materia ed energia" oscura, la cui composizione è al vaglio degli scienziati. Ha dato modo di osservare le tempeste su Marte e ha permesso di seguire in presa diretta lo storico impatto di una cometa con il pianeta Giove, avvenuto nel 1994.

Le sue osservazioni hanno dato modo, inoltre, di capire cosa avviene vicino ai buchi neri e di "osservare" cosa capita in prossimità del buco nero che vi è al centro della nostra galassia, la via Lattea.
Con questa missione si spera di poter allungare la vita di Hubble almeno un lustro in attesa del suo successore , il telescopio Webb.

Sullo Shuttle vola anche una copia del cannocchiale originale di Galileo, un'idea realizzata con l'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze. Con questa suggestiva iniziativa la Nasa contribuirà alle celebrazioni internazionali dello scienziato toscano nel quarto centenario delle sue prime scoperte celesti.

(11 maggio 2009)

Fonte: http://www.repubblica.it/2008/12/sezion ... ref=hpspr1





Beh, si capisce che avevano fretta.... [8]


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MessaggioInviato: 13/05/2009, 10:00 
http://sites.google.com/site/dresda99/m ... a-spaziale

Shuttle verso il telescopio "Hubble": rischio detriti spaziali

PIERO BIANUCCI

L’appuntamento adesso è per mercoledì mattina, quando lo shuttle Atlantis alzerà la sua orbita fino a raggiungere quella del telescopio spaziale “Hubble” a 500 chilometri dalla superficie della Terra. Si tratterà di salire di poco più di un centinaio di chilometri, la distanza tra Torino e Milano, e di inseguire il telescopio fino a raggiungerlo per poter procedere ai lavori di riparazione e manutenzione (nella foto, una istantanea della missione precedente). Ma non sarà una escursione del tutto tranquilla perché negli ultimi mesi è aumentato il numero dei detriti dispersi intorno al nostro pianeta e una collisione con qualche rottame, anche piccolo, di pochi centimetri di diametro, potrebbe rivelarsi fatale per lo scudo termico della navetta.
Ieri sera, in Italia erano le 20,01, la partenza dell’Atlantis dalla rampa 39A di Cape Canaveral è stata da manuale: puntuale, senza il minimo intoppo nel conto alla rovescia. L’ultima missione per mantenere in efficienza il telescopio “Hubble” non poteva iniziare meglio.

Cinque uscite in attività extraveicolare ora attendono gli specialisti di missione che devono agganciare “Hubble” e rimetterlo in piena efficienza fino – si spera – al 2014, quando sarà pronto a sostituirlo il nuovo telescopio spaziale “Webb”: uno strumento assai diverso non solo perché avrà uno specchio molto più grande ma anche perché lavorerà nel vicino infrarosso (cioè non nella luce visibile ai nostri occhi) e si troverà a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, in uno dei punti di equilibrio gravitazionale di Lagrange. Un posto dove, se qualcosa non funzionasse, nessuna missione con astronauti potrà raggiungerlo.
Il problema dei rottami spaziali che in queste ore preoccupa i sette astronauti a bordo dell’”Atlantis” preoccupa da tempo. I ricercatori europei e italiani fanno la loro parte per affrontarlo. L’Agenzia Spaziale Europea qualche settimana fa ha adottato un algoritmo di quasi 200 mila istruzioni per prevedere e quindi evitare le collisioni tra satelliti e rottami spaziali vaganti in orbita. Ad elaborare questo nuovo software contro il pericoloso “flipper” spaziale è stato Andrea Milani Comparetti con il suo gruppo di meccanica celeste al Dipartimento di matematica dell’Università di Pisa. Che ce ne sia bisogno è dimostrato dalla recente collisione tra due satelliti, uno russo (Cosmos 2251) e uno americano (l’“Iridium 33”), e dai numerosi piccoli incidenti già subiti dallo Shuttle e dalla Stazione spaziale internazionale.

Il progetto è stato assegnato dall’Esa al gruppo di Andrea Milani due anni fa ed è stato presentato alla conferenza sui rottami spaziali conclusasi il 2 aprile a Darmstadt, vicino a Francoforte. Il nuovo algoritmo e il relativo sistema automatico di calcolo delle orbite sono stati messi alla prova per un anno con i dati provenienti dal telescopio di Tenerife dell’Esa. Sedici mesi sono stati sufficienti per ottenere i primi risultati, anche perché si è utilizzato come base di partenza un precedente software già sviluppato per prevedere l’impatto con la Terra di asteroidi.

I detriti spaziali che orbitano intorno alla Terra sono ormai milioni: circa novemila quelli con dimensioni superiori ai 10 centimetri di diametro, attorno ai 100 mila quelli tra 1 e 10 centimetri, mentre i più piccoli raggiungono probabilmente le decine di milioni. Si tratta, soprattutto, di parti di satelliti ormai fuori servizio, di pezzi degli stadi finali dei missili che li hanno portati in orbita, di vecchi serbatoi, ma anche di bulloni, guarnizioni o rottami prodotti da collisioni.
“Per provocare un danno ad un satellite basta un detrito con un diametro di 5/10 centimetri, per distruggerlo ne basta uno di 20 – spiega Andrea Milani – Noi oggi in realtà non conosciamo la maggior parte dei proiettili che possono distruggere un satellite anche perché gli oggetti che riusciamo a vedere superano i 50 centimetri di diametro ”.

L’allarme è aumentato dopo la collisione tra i satelliti Cosmos e Iridium, che ha creato una nuova “nuvola” di rottami. “L’instabilità della costellazione di satelliti Iridium e la possibilità di collisioni – aggiunge Milani – erano già stati previsti con dieci anni di anticipo da un nostro collega, Paolo Farinella in un articolo apparso su “Nature” e “Planetary and Space Science”. Ma ciò che è accaduto è stato anche peggio del previsto perché, essendo lo scontro avvenuto fra due satelliti, gli sciami di frammenti che si sono formati sono addirittura due. Il pericolo sta nel fatto che questi sciami sono su un orbita polare, un orbita cioè che incrocia tutte le altre ad alta velocità. Temiamo quindi una sorta di reazione a catena che renderebbe di fatto ‘inabitabile’ una zona del cielo”.



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MessaggioInviato: 13/05/2009, 12:16 
Pare ci sia stato un danno al rivestimento della navicella atlantis......

http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a ... itrate=300


Ultima modifica di DeMultaNocte il 13/05/2009, 12:21, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Riparazione telescopio Hubble
MessaggioInviato: 31/12/2018, 13:16 
Cita:

Addio a Nancy Roman, 'mamma' di Hubble


Addio a Nancy Grace Roman. Conosciuta come la "mamma di Hubble" per il suo determinante contributo alla costruzione del celebre telescopio spaziale e la prima dirigente donna all'interno della Nasa, l'astronoma statunitense è morta in un ospedale di Germantown, nel Maryland, all'età di 93 anni. L'annuncio della scomparsa, avvenuta mercoledì scorso, è stato dato alla stampa americana dalla sua cugina, Laura Verreau.

Nel 2017 la Lego, la celebre fabbrica di mattoncini in plastica, ha realizzato il set "Donne della Nasa", con le minifigure di quattro donne pionieristiche dell'agenzia spaziale americana, dove compare l'astronoma Roman insieme alla scienziata informatica Margaret Hamilton e alle astronauta Sally Ride e Mae Jemison.

Roman è stata il primo capo astronomo della Nasa nei laboratori delle scienze spaziali e al tempo stesso la prima donna a ricoprire una posizione esecutiva nell'agenzia. Il suo contributo innovativo nel rendere realtà il telescopio spaziale Hubble le è valso il soprannome di "Mother of Hubble". Hubble venne lanciato in orbita nel 1990 ed è uno dei più grandi e versatili telescopi che ha permesso di ottenere immagini a risoluzione estremamente elevata.

Nata a Nashville, nel Tennessee, il 16 maggio 1925, Nancy Grace Roman coltivò la passione per l'astronomia fin da bambina, fondando un club astronomico con i suoi compagni di classe all'età di 11 anni. Dopo aver finito il liceo in soli tre anni, lavorò in diversi osservatori ottenendo prima la laurea e quindi un Phd in astronomia. Nel corso dei suoi studi, Nancy Roman lottò contro il pregiudizio che le donne non fossero portate per il lavoro dello scienziato.

Quasi trentenne, Roman scoprì un comportamento insolito negli spettri di emissione della stella Ag Draconis: pubblicò le sue scoperte, diventando famosa nel campo dell'astronomia.

Dopo aver lavorato al Naval Research Laboratory, fece domanda alla Nasa, appena costituita, e divenne la prima Chief of Astronomy del suo Office of Space Science, nonché la prima donna a occupare una posizione dirigenziale presso l'agenzia spaziale americana. Nel corso della sua carriera presso la Nasa, Nancy Roman partecipò allo sviluppo e al lancio di numerosi satelliti e soprattutto alla progettazione del telescopio spaziale Hubble. Roman ha ricevuto la Medaglia per risultati scientifici eccezionali della Nasa nel 1969. Il Nancy Grace Roman Technology Fellowship in astrofisica e l'asteroide 2516 Roman prendono il nome dalla famosa scienziata.





https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/ ... qVEeJ.html


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