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 Oggetto del messaggio: Re: New Horizons ed il lungo viaggio
MessaggioInviato: 22/11/2015, 18:17 
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Un giorno su Plutone. Le immagini sono state riprese dal Long Range Reconnaissance Imager (LORRI) e dalla Ralph/Multispectral Visible Imaging Camera a bordo di New Horizons, tra il 7 ed il 13 luglio 2015. In alcune il disco del pianeta nano non è perfettamente circolare: gli artefatti sono il risultato di un processing utilizzato per combinare insieme più foto. Credit: NASA/JHUAPL/SwRI

Dieci foto di Plutone e dieci di Caronte, disposte ad orologio e raccolte in due composizioni, scandiscono la rotazione dei due corpi, concentrandosi sull'emisfero diurno.

Queste immagini sono state riprese dal Long Range Reconnaissance Imager (LORRI) e dalla Ralph/Multispectral Visible Imaging Camera a bordo di New Horizons durante la fase di avvicinamento a Plutone, tra il 7 luglio 2015 quando la sonda si trovava a 8 milioni di chilometri dal pianeta nano e il 13 luglio da una distanza di 645.000 chilometri.

Una giornata su Plutone dura 6,4 giorni terrestri, cioè 6 giorni 9 ore e 36 minuti.
I frame disposti tra le ore 12 e le ore 3 sono le riprese più distanti e mostrano l'emisfero opposto a quello del fly-by, caratterizzato dalla fascia equatoriale scura, chiamata Cthulhu Regio, e dal curioso elemento a forma di "coda di balena". Queste erano state le prime immagini a mostrare la geologia di Plutone. Il lato opposto, quello che il team chiama "encounter hemisphere", noto per la regione a forma di cuore, è invece quello che New Horizons ha potuto vedere con un gran dettaglio.

Tuttavia, una incredibile panoramica sulla Cthulhu Regio è stata rilasciata tra le ultime immagini pubblicate nel catalogo ufficiale.
In questa vista, l'illuminazione radente mette in risalto la topografia movimentata e una diversa riflettanza della superficie, per lo più scura, pensata come il risultato dell'interazione di idrocarburi complessi con la luce ultravioletta (composti noti come toline).
Questo scatto è stato ripreso da LORRI il 14 luglio, subito dopo lo storico sorvolo, quando la sonda si è voltata verso il Sistema Solare interno per osservare Plutone e le sue lune retroilluminate dal Sole.

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Plutone: dettaglio sulla Cthulhu Regio (download dalla nostra gallery)
Credits: NASA/JHUAPL/SwRI - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today

Per Caronte, che è in rotazione sincrona attorno al pianeta nano, la situazione non cambia e una rotazione completa prende comunque 6,4 giorni terrestri. Se fossimo osservatori dalla superficie di Plutone, Caronte apparirebbe immobile in cielo vista da un emisfero, mentre non sorgerebbe mai dall'altro.
In questo caso l'immagine più lontana è ad ore 9.

Immagine

Un giorno su Caronte. Le immagini sono state riprese dal Long Range Reconnaissance Imager (LORRI) e dalla Ralph/Multispectral Visible Imaging Camera a bordo di New Horizons, tra il 7 ed il 13 luglio 2015. Gli artefatti, vicino al disco della luna, sono il risultato di un processing utilizzato per combinare insieme più foto.
Credit: NASA/JHUAPL/SwRI

http://aliveuniverse.today/speciale-mis ... 0-immagini


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 Oggetto del messaggio: Re: New Horizons ed il lungo viaggio
MessaggioInviato: 24/11/2015, 22:47 
Il team scientifico della missione della NASA New Horizons ha presentato i risultati dello storico fly-by nel sistema di Plutone al 47° incontro annuale della Division for Planetary Sciences (DPS15) della American Astronomical Society, in corso a Washington D.C.

New Horizons ha stravolto la nostro conoscenza di Plutone mostrando che ai confini del nostro Sistema Solare c'è un mondo assolutamente complesso ed incredibilmente variegato.

"E' difficile immaginare come sta evolvendo rapidamente la nostra visione di Plutone e delle sue lune man mano che il flusso di dati viene ricevuto ogni settimana. [Da pianeta declassato, N.d.R.] Plutone sta diventando una star del Sistema Solare", ha detto Alan Stern del Southwest Research Institute (SwRI) a Boulder (Colorado), ricercatore principale della missione.

Una delle scoperte più emozionanti è la possibile presenza di criovulcani, ossia dei vulcani di ghiaccio che potrebbero aver eruttato un mix di acqua ghiacciata, azoto, ammoniaca o metano in un recente passato geologico. Le due montagne candidate, Wright Mons e Piccard Mons, sono caratteristiche larghe ed alte diversi chilometri.

"Si tratta di grandi montagne con un buco al vertice e sulla Terra questo generalmente significa una cosa, vulcano", ha detto Oliver White, ricercatore presso l'Ames Research Center di Moffett Field (California). "Se sono di origine vulcanica la depressione in cima si potrebbe essere formata attraverso il collasso del materiale sottostante. La strana consistenza corrugata dei fianchi della montagna potrebbe rappresentare delle colate vulcaniche di qualche tipo che hanno viaggiato dalla vetta verso le pianure, ma perché sono corrugati e di cosa siano fatti non lo sappiamo ancora", ha aggiunto.
I criovulcani, se confermati, saranno un importante elemento per l'evoluzione geologica ed atmosferica del pianeta nano di cui tener conto.

"Niente di simile è stato visto nel Sistema Solare esterno profondo", ha aggiunto Jeffrey Moore, geofisico e leader del team di imaging presso l'Ames.

D'altra parte, la complessa attività geologica, da antica a recente, che traspare dalle complesse topografie in superficie, è una delle più grandi sorprese per la missione.

Generalmente, per datare un pianeta o una luna, gli scienziati contano i crateri: più impatti ci sono e più la superficie è ritenuta antica. Ma su Plutone ci sono regioni che dimostrano tutta la loro età, circa quattro miliardi di anni, più o meno coincidente con la formazione del Sistema Solare; altre zone, invece, sono lisce e sembrano avere appena 10 milioni di anni. Come avevamo già visto, questo è il caso dell'enigmatica grande pianura priva di crateri "Sputnik Planum" che riempie la regione a forma di cuore, chiamata Tombaugh Regio in onore del suo scopritore Clyde William Tombaugh.

I dati più recenti hanno permesso di identificare anche territori di età intermedia. Ciò dimostra che la Sputnik Planum non è un'anomalia geologica ma solo il risultato più recente di processi che hanno rimodellato la superficie nel corso della storia di Plutone, il quale si è mantenuto in qualche modo attivo per 4 miliardi di anni.
"Abbiamo mappato più di un migliaio di crateri su Plutone che variano notevolmente in termini di dimensioni e di aspetto", ha detto Kelsi Singer dello SwRI.
I crateri di Plutone stanno aiutando gli scienziati a comprendere meglio anche l'evoluzione della Fascia di Kuiper.
Ad esempio, la scarsità di piccoli impatti, sia sul pianeta nano che sulla sua luna maggiore Caronte, dimostra che forse la presenza di piccoli oggetti in questa regione remota del Sistema Solare deve essere stata inferiore rispetto a quanto predetto da alcuni modelli. A sua volta, questa circostanza mette in dubbio anche la teoria secondo cui i corpi principali della Fascia di Kuiper si sono formati per accumulo di materiale minore.
Queste ipotesi saranno una partenza eccitante per l'incontro con il prossimo target di New Horizons, 2014 MU69, tra poco più di 3 anni.
La missione ha svelato anche l'intrigante mondo delle piccole lune di Plutone che, invece di mostrare sempre la stessa faccia al pianeta nano come fanno la maggior parte delle lune del Sistema Solare, compresa la nostra, rotolano caoticamente.
Il record spetta ad Idra, il satellite più distante, che gira bel 89 volte nel corso di una sola orbita attorno al pianeta nano.
Un'altra stranezza è che "le lune di Plutone si comportano come trottole", ha detto Mark Showalter del SETI Institute di Mountain View (California), riferendosi alle oscillazioni. Inoltre, alcune di loro, come Cerbero e Idra, sembrano essere nate dalla fusione di due o più corpi, lasciando ipotizzare che Plutone potrebbe aver avuto più lune in passato, a seguito del grande impatto che generò Caronte.

da link2universe


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 Oggetto del messaggio: Re: New Horizons ed il lungo viaggio
MessaggioInviato: 25/11/2015, 20:19 
Da possibili criovulcani a lune impazzite, la sonda New Horizons della NASA sta continuando a meravigliarci dai gelidi confini del sistema solare, anche quattro mesi dopo il suo storico flyby di Plutone.
“New Horizons ha preso ciò che sapevamo di Plutone e l’ha ribaltato,” spiega Jim Green della NASA. “È per questo che esploriamo – per soddisfare la nostra innata curiosità e per rispondere a domande più profonde su come siamo arrivati qui e cosa si cela oltre il prossimo orizzonte.
Due criovulcani?

Una delle ultime scoperte è che, usando le immagini scattate da New Horizons per costruire mappe tridimensionali della superficie di Plutone e studiarne così la topografia, gli scienziati sono giunti alla conclusione che due delle più importanti montagne osservate sul pianeta nano potrebbero in realtà essere criovulcani – vulcani di ghiaccio che in un passato forse non troppo lontano sputavano fuori acqua e metano invece della lava che caratterizza il vulcanismo terrestre.

Due possibili criovulcani su Plutone.

I due potenziali criovulcani si trovano a sud di Sputnik Planum, la vasta pianura ghiacciata di metano, azoto e monossido di carbonio che costituisce il lobo sinistro di Tombaugh Regio. Si tratta di due montagne a cupola alte 3 e 5.5 chilometri, larghe 150 ciascuna e battezzate informalmente con i nomi di Wright e Piccard. Una di esse risulta visibile solo nelle immagini scattate in controluce, cioè quando New Horizons si trovava ormai oltre il pianeta nano.

“Sono montagne massicce e con una grande depressione in corrispondenza della loro sommità. Sulla Terra, queste caratteristiche significano generalmente una sola cosa: si tratta di vulcani,” spiega Oliver White della NASA.

“Se sono davvero di natura vulcanica, allora la depressione in vetta si sarebbe formata per collasso mentre il materiale veniva eruttato dalle profondità. La strana superficie collinosa delle pendici delle due montagne potrebbe rappresentare flussi vulcanici di qualche tipo che hanno viaggiato giù dalla sommità e verso le le pianure circostanti, ma perché siano collinosi, e di cosa siano composti, non lo sappiamo ancora.”
Superfici antiche, giovani e intermedie

Tra le tante cose che New Horizons ci ha insegnato di Plutone, la piccola sonda americana ci ha rivelato che la superficie del pianeta nano è un misto di regioni antichissime, forse risalenti all’alba del sistema solare, e regioni apparentemente recentissime, risalenti a meno di 10 milioni di anni fa, popolate da quelli che sembrano essere flussi glaciali di azoto colti nell’atto di attraversare valli e inondare antichi crateri.
Generalmente, più una superficie planetaria è priva di crateri, più è geologicamente giovane, dato che i crateri da impatto sono qualcosa di inevitabile ovunque nel sistema solare e la loro assenza indica che un qualche processo geologico debba aver rimodellato la superficie in modo da eliminare le cicatrici. Finora, gli scienziati hanno mappato circa 1070 crateri, la cui distribuzione rivela che, oltre alle regioni antichissime e a quelle molto più recenti, vi sono anche regioni di età intermedia. Il lobo destro di Tombaugh Regio, ad esempio, potrebbe risalire a 1 miliardo di anni fa – una buona via di mezzo tra i 4 di Cthulhu Regio e i 10 milioni di Sputnik Planum.

“Abbiamo mappato più di mille crateri su Plutone, e variano molto sia in dimensioni che in aspetto,” spiega Kelsi Singer dell’SwRI. “Tra le tante cose, mi aspetto che le analisi dei crateri ci diano importanti indizi su come questa parte del sistema solare si sia formata.”

La relativa penuria di crateri su Plutone e sulla sua luna principale, Caronte, suggerisce inoltre che la fascia di Kuiper, la gelida dimora del pianeta nano, fosse in origine popolata da meno corpi minori rispetto a quanto i modelli attuali prevedano. Ciò mette in dubbio la teoria che tutti i corpi della fascia di Kuiper si siano formati attraverso la fusione di oggetti minori, grandi un chilometro o meno. Ora, gli scienziati di New Horizons stanno incominciando a sospettare che molti oggetti trans-Nettuniani possano essersi formati già relativamente grandi.
Un’atmosfera misteriosa

I dati raccolti da New Horizons sull’atmosfera, invece, suggeriscono che l’involucro gassoso sia più freddo e compatto e che i ritmi di fuga dell’azoto siano inferiori del previsto. L’esperimento radio REX ha inoltre registrato temperature diverse tra l’inizio dell’occultazione terrestre (30 K) e la fine (50 K).
Lune impazzite

New Horizons ha studiato in dettaglio non solo Plutone e Caronte, ma anche le quattro lune minori che, assieme al “pianeta nano doppio” Plutone-Caronte, costituiscono un sistema estremamente bizzarro. Mentre la maggior parte delle lune del sistema solare sono in rotazione sincrona rispetto al loro pianeta, cioè gli rivolgono sempre la stessa faccia, le lune minori di Plutone hanno moti e periodi molto più caotici.

Idra e Cerbero potrebbero essersi formate dalla fusione di due o più oggetti minori.

La piccola luna Idra, ad esempio, ruota su se stessa in appena 10 ore, per un totale di 89 rotazioni a ogni singola rivoluzione – un record nel sistema solare. Gli scienziati sospettano che ciò sia dovuto al momento fornito da Cerere. Notte, invece, ha un asse di rotazione ribaltato di 132 gradi, ovvero ruota su se stessa al contrario. Infine, Cerbero e Idra, ma forse anche Stige e Notte, hanno probabilmente avuto origine attraverso la fusione di due o più oggetti in un unico nucleo bilobato.

“Le lune di Plutone si comportano come trottole,” spiega Mark Showalter del SETI. “Sospettiamo che Plutone avesse più lune in passato, dopo il grande impatto che generò Caronte.”

http://www.coelum.com/news/novita-da-pl ... olto-altro

nell'articolo si afferma che sono state ribaltate,con questa missione,tutte quelle che erano considerate certezze,ma cio' e' avvenuto praticamente in ogni missione di esplorazione del ns sistema solare,in quanto come sempre detto non abbiamo la + pallida conoscenza dell'evolversi della situazione spaziale.... [:293] [:293]


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 Oggetto del messaggio: Re: New Horizons ed il lungo viaggio
MessaggioInviato: 05/12/2015, 14:40 
Meno male che c'è Plutone!
Solo questo attualmente mi affascina oggi ... Un oggetto celeste praticamente invisibile, misterioso ...

Look! https://www.facebook.com/nasasolarsyste ... 854612918/



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 Oggetto del messaggio: Re: New Horizons ed il lungo viaggio
MessaggioInviato: 05/12/2015, 19:58 
Altra "strisciata" da zoommare: [:D]


http://pirlwww.lpl.arizona.edu/~perry/i ... RRI_CA.jpg

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 Oggetto del messaggio: Re: New Horizons ed il lungo viaggio
MessaggioInviato: 19/01/2016, 18:14 
Vulcano su Plutone: GHIACCIO al posto della lava

Un enorme vulcano su Plutone è stato fotografato da New Horizons della Nasa. Al posto della lava però ne fuoriesce un mix di ghiaccio, azoto e ammoniaca ...

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ROMA – Un vulcano che erutta ghiaccio al posto della lava. Questa la scoperta sul pianeta Plutone che arriva grazie ad una immagine scattata della sonda New Horizons della Nasa. Il sito della Nasa ha pubblicato la foto, spiegando che l’enorme frattura individuata nel suolo plutoniano potrebbe essere un criovulcano, una particolare formazione geologica in cui un mix di ghiaccio, ammoniaca e azoto sostituisce il magma e la lava.

Il criovulcano si è stato ribattezzato Mons Wright, si estende per 150 chilometri e raggiunge un altezza di 4 chilometri. Si tratta di una formazione decisamente enorme, come sottolinea il sito Nasa, che spiega:


“Si tratta di una formazione enorme. Se è un vulcano, come sospettiamo, sarebbe il più grande di questo genere scoperto nel sistema solare esterno”.

Su Plutone sono almeno due le formazioni individuate dagli scienziati che potrebbero essere crio-vulcani, la cui particolarità è l’eruzione non di lava, ma di un mix di ghiaccio di acqua congelata, ammoniaca, metano e azoto. Gli scienziati esaminando le foto scattate da New Horizons ritengono che il vulcano sia una formazione recente nella storia geologica di Plutone.

Il pianeta nano ai confini del sistema solare continua dunque a stupire e a fornire nuovi enigmi ai ricercatori, dopo che la scorsa settimana era stata individuata una misteriosa X nella regione Sputnik Planum, disegnata probabilmente da un flusso di azoto ghiacciato che si scalda e fa risalire grandi masse informi in superficie per raffreddarsi e affondare di nuovo, come una sorta di lampada a lava. La X fotografata sarebbe quindi il punto di incontro in cui queste masse informi, una specie di “blob” come l’hanno definito i ricercatori, si incontrano per poi sprofondare ancora.

Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute
- See more at: http://www.blitzquotidiano.it/foto-noti ... XoA0Z.dpuf

http://www.blitzquotidiano.it/foto-noti ... o-2363585/



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 Oggetto del messaggio: Re: New Horizons ed il lungo viaggio
MessaggioInviato: 11/07/2016, 19:40 
Cita:
New Horizons oltre Plutone non morirà, c'è una nuova missione

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La sonda spaziale della Nasa adesso studierà un oggetto della fascia di Kuiper a cui si avvicinerà il primo gennaio 2019

La sonda New Horizons che nel 2015 è stata protagonista di un emozionante flyby su Plutone non morirà, almeno non per ora. A lei è infatti destinata una sorte più dolce di quella a cui è condannata Rosetta, e di Juno, predestinato fin dall'inizio a schiantarsi su Giove. New Horizons non durerà certo in eterno, ma almeno potrà beneficiare di una seconda occasione: dopo aver fatto sognare tutti gli appassionati di Spazio con immagini inedite e meravigliose del pianeta nano all'estremità del Sistema Solare, e rilevando informazioni di grande rilevanza scientifica, adesso studierà degli asteroidi.

A settembre 2015 gli scienziati decisero che New Horizon potrebbe contribuire ancora molto allo studio dello Spazio, perché dopo essere passata oltre Plutone e avere quindi completato la sua missione primaria era diretta inevitabilmente verso la fascia di Kuiper: quale migliore e ghiotta occasione per dare un'occhiata?

Gli addetti ai lavori avevano selezionato un paio di alternative, ma il progetto non poteva partire prima dell'approvazione ufficiale da parte della NASA, che finalmente è arrivata. New Horizons esplorerà un piccolo oggetto ghiacciato della fascia di Kuiper conosciuto come 2014 MU69, nell'ambito della nuova missione che le è stata assegnata: KEM (Kuiper belt Extended Mission).

Come vi avevamo già anticipato si tratta di un KBO (Kuiper Belt Object) che si trova a circa 1,6 miliardi di chilometri da Plutone e che fu identificato lo scorso anno dal telescopio spaziale Hubble in qualità di obiettivo potenzialmente raggiungibile da New Horizons con il minimo dispendio di carburante. Si reputa che sia un corpo celeste molto più grande di una cometa come quella attorno a cui sta orbitando Rosetta, ma molto più piccolo di Plutone.

L'interesse scientifico è che potrebbe rivelarci informazioni preziose per capire l'origine dell'universo. L'appuntamento è pianificato per il primo gennaio 2019.

Il prolungamento di una missione non è raro ma non è nemmeno scontato, però non si deve commettere l'errore di fare di tutta l'erba un fascio o di darsi preda del sentimentalismo. New Horizons è in salute, è all'estremità del Sistema Solare dove non ci sono obiettivi scientifici strategici da tutelare, e ha la capacità di continuare a funzionare e trasmettere informazioni su quello che scoprirà.

In questo caso la decisione di prolungare o meno la sua missione era una mera questione finanziaria, e la decisione che è stata presa è un investimento che da una parte salvaguarda quello che è stato speso per la costruzione e il lancio e dall'altra risparmia eventuali investimenti e tempo per raggiungere con un'altra missione la remota fascia di Kuiper. Se raccoglierà informazioni sarà un "regalo" che ci farà, a fronte di un investimento modesto.

Discorso differente per la sonda ESA Rosetta, che inseguendo la sua cometa sta per arrivare in prossimità dell'orbita di Giove, dove i suoi pannelli solari riceveranno talmente poca energia solare da non riuscire ad alimentarla. Quando non avrà abbastanza corrente entrerà in uno stato di ibernazione da cui probabilmente non potrà più uscire. Inoltre la banda per il trasferimento dati sarà talmente limitata che avremo difficoltà a farci recapitare eventuali scoperte. Il migliore investimento in questo caso è farla schiantare sulla cometa finché tutti gli strumenti funzionano ancora, per avere dati di grande rilevanza scientifica. Una sacrificio che chi ha seguito la missione Rosetta fin dall'inizio trova crudele, ma che se vogliamo proprio vedere dal punto di vista "umano" le risparmia un'agonia.

Per Juno la questione è ancora diversa. Nel sistema di Giove ci sono tre lune di grande interesse scientifico (Europa, Ganimede e Callisto) che saranno oggetto della missione dedicata JUICE (JUpiter ICy moons Explorer) dell'ESA he dovrebbe decollare nel 2022 e arrivare su Giove nel 2030. Se Juno si schiantasse su una di queste lune potrebbe verificarsi una contaminazione biologica, che non è possibile escludere con assoluta certezza visto che la sonda non è stata accuratamente sterilizzata prima del decollo. Inoltre gli scienziati stimano che Juno non resterà a lungo in salute perché le forti radiazioni di Giove deterioreranno i suoi strumenti. Da qui la decisione di pianificare la fine della missione con uno schianto programmato su Giove: un sacrificio necessario.


http://www.repubblica.it/scienze/2016/0 ... 143491993/


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