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 Oggetto del messaggio: Un alone di materia oscura circonda la Via Lattea
MessaggioInviato: 12/01/2010, 11:00 
Abbiamo da sempre saputo che la Via Lattea, la nostra galassia, ha la forma di un disco a spirale, ma in realtà dobbiamo dire che non è così se teniamo conto della distribuzione di materia scura, quella componente di materia non visibile e misteriosa che costituisce meno di un quarto di ciò che è fatto l’Universo e di cui gli astronomi ignorano ancora la sua vera natura. La notizia recente è che l’alone di materia scura che avvolge la Via Lattea, e che rappresenta quasi il 70% della massa galattica, ha la forma di un pallone da spiaggia schiacciato.

Anche se la materia scura è completamente invisibile, tuttavia sappiamo che essa è soggetta alle leggi della gravità e questo ci permette di verificare l’esistenza degli aloni di materia scura, e dunque la loro forma, tracciando le orbite delle galassie nane che orbitano attorno alla Via Lattea. Ora, per tracciare l’orbita di un oggetto occorre misurare la sua posizione in diversi punti. Sfortunatamente, le galassie nane impiegano almeno un miliardo di anni per compiere un orbita completa attorno alla Via Lattea. Per fortuna, però, gli astronomi non devono aspettare così tanto tempo. Infatti, le galassie nane sono fatte anch’esse da miliardi di stelle. Dunque, quando le forze di marea dovute ad una galassia gigante, come la nostra, agiscono su una galassia nana, il risultato è la formazione di una “scia di stelle” che seguono l’orbita della galassia nana. Un gruppo di ricercatori guidati da David Law, dell’Università della California a Los Angeles, è stato in grado di ricostruire l’orbita della galassia nana Sagittario. C’era però un problema perché dato che parti diverse della galassia nana seguivano orbite diverse ciò ha portato alla ricostruzione di un alone di materia scura caratterizzato da forme diverse. Infatti, utilizzando modelli tri-assiali per ricostruire appunto la forma dell’alone galattico, il risultato migliore che essi hanno ottenuto è una forma geometrica che ricorda un pallone da spiaggia con i lati leggermente schiacciati.

Law e collaboratori sperano di poter monitorare le orbite delle altre galassie nane per definire ancora meglio il loro modello e studiare dalla particolare forma dell’alone galattico come mai la nostra galassia ha assunto la sua attuale orientazione spaziale.

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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 21/01/2010, 21:39 
non e'attinente all'argomento ma e'una curiosita'
http://lescienze.espresso.repubblica.it ... to/1341767


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MessaggioInviato: 21/01/2010, 22:19 
C'è da dire semmai ce ne fosse bisogno che con i termini materia oscura ed ancor più energia oscura gli scienziati sono soliti indicare un qualcosa di talmente misterioso che non è nemmeno lontanamente da loro immaginabile.La natura della materia oscura e dell'energia che la pervade è un qualcosa di talmente ineffabile che cercare di capire tali misteri è come cercare di studiare l'aldilà...[8)]



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MessaggioInviato: 03/02/2010, 15:07 
Il cielo brilla di luce invisibile: i bagliori che possiamo ammirare alzando gli occhi in una notte limpida non sono altro che la punta dell'iceberg, le uniche note alla nostra portata in una sinfonia di particelle di luce, i fotoni. Il nostro occhio infatti e' in grado di cogliere solo la luce visibile, cioe' fotoni con una lunghezza d'onda compresa fra 800 e 400 milionesimi di millimetro. Il cosmo pero' e' pervaso da fuochi d'artificio prodotti da fotoni con lunghezze d'onda minori e maggiori: uno spettacolo proibito, al quale, invece, da alcune decine di anni assistiamo grazie agli occhi di telescopi e satelliti. Una delle piu' intriganti forme di luce invisibile dell'Universo sono i raggi gamma, cioe' fotoni con una lunghezza d'onda estremamente piccola e dotati di altissima energia. La loro origine e' spesso oscura, ma una ricerca appena pubblicata su «Science» potrebbe aver risolto il mistero, svelando nuovi meccanismi di produzione di raggi gamma. Si tratta di uno studio tutto italiano, condotto grazie ai dati raccolti dal satellite «Agile», dell'Agenzia Spaziale Italiana, e analizzati da ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. I raggi gamma sono stati individuati per la prima volta nel 1961. Da allora hanno catturato come calamite l'attenzione di generazioni di astrofisici, assillati dal desiderio di scoprire il segreto sistema cosmico capace di inondare lo spazio di fotoni ad altissima energia. Negli anni l'emissione di raggi gamma e' stata messa in relazione con diversi fenomeni: ad esempio oggi sappiamo che vengono prodotti dai resti di supernove o anche da buchi neri che crescono inghiottendo materia. Proprio questi ultimi sembrano responsabili dei lampi gamma: brillamenti improvvisi, che accendono il cielo per breve tempo e che ci regalerebbero emozioni straordinarie, se solo i nostri sensi potessero coglierli. Fotoni con altissima energia sono anche emessi dalle pulsar, cioe' da stelle di neutroni nate dopo l'esplosione di una supernova. Le pulsar ruotano su se' stesse molto rapidamente e emettono raggi gamma solo da parte della loro superficie, come un faro che lasci passare luce da una feritoia: di conseguenza il fascio di raggi gamma spazza lo spazio, circostante seguendo la rotazione della sua sorgente. In tutti casi elencati, le sorgenti sono circondate da fortissimi campi magnetici, i quali funzionano come immensi acceleratori di particelle, imprimendo spinte titaniche a protoni, elettroni o nuclei di atomi. Questi disperdono poi parte dell'energia accumulata nell'accelerazione, emettendo fotoni, cioe' appunto i raggi gamma. Ma non basta, perche' a volte, stranamente, i raggi sembrano nascere in zone del cosmo assolutamente tranquille, dove vibrano pigramente solo nubi di pulviscolo cosmico. Come se la polvere sollevata da una zampa posata pesantemente su un suolo sabbioso emettesse un bagliore. Gli apparati a bordo del satellite «Agile» hanno puntato lo sguardo sulla pulsar Vela, una stella di neutroni situata nell'omonima costellazione e circondata da una nube di pulviscolo. «Vela e' una delle sorgenti di raggi gamma piu' brillanti del cielo, ma grazie alla raffinatezza degli strumenti di ''Agile'' siamo riusciti a oscurare la sua luce abbagliante, scoprendo che anche la nube di pulviscolo che la circonda emette un bagliore, anche se molto piu' debole», spiega Alberto Pellizzoni, ricercatore dell'Istituto Nazionale di Astrofisica e coordinatore della ricerca. I raggi gamma emessi dalla nube sono probabilmente prodotti da elettroni e protoni che interagiscono con il pulviscolo, creando fotoni. Fino ad ora questa emissione e' rimasta inosservata, perche' gli strumenti erano accecati dalla intensa luce prodotta direttamente dalla pulsar, ma cosa sarebbe successo se il fascio di raggi gamma di Vela fosse stato orientato in maniera tale da non intercettare mai il nostro campo visivo? «Le pulsar sono un po' come fari che girano: se la nostra posizione non e' nella direzione del fascio di luce, e' impossibile notare il bagliore. Se c'e' foschia, pero', le goccioline di vapore acqueo riflettono la luce del faro e possiamo cogliere un tenue e diffuso chiarore», continua Pellizzoni. Quindi, se il fascio di raggi gamma di Vela avessero puntato in un'altra direzione, dalla Terra non avremmo visto la sua luce intensissima, ma solo una luminosita' appena accennata diffusa dalla nube di pulviscolo cosmico: il medesimo tipo di leggera luce gamma che MISTERIosamente proviene dalle zone di cosmo apparentemente tranquille a cui accennavamo prima. «Ora sara' necessario analizzare una ad una tutte le sorgenti di raggi cosmici MISTERIose che conosciamo, ma a nostro avviso e' possibile che in molti casi celino al loro interno una pulsar orientata in modo da essere per noi invisibile, e sarebbe proprio la presenza di questa stella a spiegare le emissioni MISTERIose», conclude Pellizzoni. «Agile» non e' l'unico satellite a caccia di raggi gamma. Intorno alla Terra orbita anche «Fermi», frutto di una collaborazione internazionale con un notevole contributo italiano. «Questa di ''Agile'' e' un'osservazione di grande interesse anche per ''Fermi'', il quale sta studiando attivamente Vela ed altre nebulose, e i risultati saranno presto a disposizione della comunita' scientifica» , dice Gloria Spandre, dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e parte della collaborazione «Fermi». Siamo dunque a un punto di svolta nella soluzione di uno dei piu' intriganti interrogativi con cui si sono misurati gli astrofisici negli ultimi tempi. Forse, a conti fatti, qualche sorgente di raggi gamma restera' inspiegabile, e i ricercatori torneranno a scandagliare l'Universo alla ricerca delle sue cause. In caso contrario, una lunghissima e appassionante stagione di caccia si potra' dire conclusa e occorrera' volgere lo sguardo a nuovi MISTERI.
tratto da tutto scienze


Ultima modifica di ubatuba il 03/02/2010, 15:08, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 04/02/2010, 15:16 
Molti fenomeni astrofisici sono spiegabili solo presupponendo l'esistenza della materia oscura fredda. In questo modo è possibile per esempio dar conto della distribuzione delle galassie e della materia ordinaria nell'universo a grande scala (ossia nell'ordine dei miliardi di anni luce), e della radiazione fossile di fondo derivata dal Big Bang.
Tuttavia se lo si applica a singole galassie, che hanno dimensioni da centinaia a decine di migliaia di anni luce, questo modello porta a conclusioni non coerenti con le osservazioni degli astronomi.
Le previsioni del modello suggeriscono che le regioni centrali delle galassie ruotino a una velocità superiore a quella che risulta effettivamente dalle osservazioni astronomiche. Di conseguenza il modello implicherebbe una densità di materia oscura fredda al centro della galassia superiore a quella consentita dalle misurazioni. Per quasi due decenni astrofisici, fisici delle particelle e astronomi si sono arrovellati per risolvere questa discrepanza, nota anche come “catastrofe della materia oscura fredda”, ma ogni soluzione apparentemente convincente ha sempre portato a successive ulteriori discrepanze.
Ora uno studio pubblicato su "Nature" è riuscito a dar conto di questa discrepanza e a risolvere l'enigma.
"Gran parte dei lavori precedenti includeva solamente una semplice descrizione di come e dove le stelle si sono formate all'interno delle galassie, o addirittura non ne contemplava la formazione. Noi abbiamo invece eseguito delle simulazioni che includevano una più precisa descrizione di dove e come avviene la formazione di stelle nelle galassie”, ha detto Fabio Governato, dell'Istituto nazionale di astrofisica (INAF) e docente all'Università di Washington, che con Lucio Mayer dell'Università di Zurigo ha diretto il gruppo internazionale di ricercatori che hanno condotto lo studio.
I ricercatori hanno simulato la formazione di galassie a disco nane, per le quali la “catastrofe della materia oscura” è particolarmente evidente, modellizzando per la prima volta non solo il comportamento della materia oscura fredda come influenzata solamente dalla gravità, ma anche dal comportamento estremamente complesso della normale materia visibile al di sotto della scala a cui si formano i cluster di stelle. Per quanto la materia oscura rappresenti fra il 70 e l'80 per cento della massa di una galassia, essa è infatti comunque influenzata dalla materia normale.
Grazie a simulazioni ad alta risoluzione che hanno richiesto l'uso di numerosi supercomputer in contemporanea, i ricercatori hanno potuto mostrare che durante le esplosioni di supernova nel nucleo della galassia viene espulso non soltanto il gas interstellare, ma anche materia oscura fredda, la cui densità al centro della galassia così diminuisce (video). La simulazione ha quindi permesso di risolvere l'apparente paradosso della catastrofe della materia oscura fredda.
Ora lo studio proseguirà con l'elaborazione di un modello analogo relativo alle galassie simili alla Via Lattea, di cui si sta occupando Simone Callegari, già all'Università di Milano-Bicocca e attualmente all'Università di Zurigo. (gg)


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MessaggioInviato: 10/02/2010, 21:44 
Cita:
tommaso ha scritto:

C'è da dire semmai ce ne fosse bisogno che con i termini materia oscura ed ancor più energia oscura gli scienziati sono soliti indicare un qualcosa di talmente misterioso che non è nemmeno lontanamente da loro immaginabile.La natura della materia oscura e dell'energia che la pervade è un qualcosa di talmente ineffabile che cercare di capire tali misteri è come cercare di studiare l'aldilà...[8)]


Esagerato....


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