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 Oggetto del messaggio: HIFI rileva le molecole della vita in orione
MessaggioInviato: 09/03/2010, 09:53 
L'eccezionale strumento HIFI, un rilevatore del lontano infrarosso montato su Herschel, ha rilevato nelle aree di formazione stellare di Orione, la presenza delle molecole base per la vita.

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Diversi istituti tedeschi hanno contribuito a fornire le parti essenziali dello strumento HIFI: a bordo di Herschel: l'Universität zu Kölkn, il Max-Planck-Institut für Radioastronmie di Bonn, e il Sonnensystemforschung di Lindau.

Le caratteristiche che colpiscono nello spettro ripreso da HIFI comprendono un ricco e denso modello di "picchi", ognuno dei quali rappresenta l'emissione di luce da una molecola specifica nella Nebulosa di Orione. Questa nebulosa è conosciuta per essere una delle più prolifiche fabbriche chimiche nello spazio, sebbene l'ampiezza della sua chimica e la meccanica di formazione delle molecole non siano ancora ben comprese. Dall'analisi dello spettro, gli astronomi hanno individuato chiaramente alcune molecole e l'individuazione delle linee di emissione molte altre è attualmente in corso.

Dalle linee di assorbimento esaminate, gli astronomi hanno trovato i precursori diretti per la formazione delle molecole della vita. Tra le molecole identificate in questo spettro vi sono infatti: l'acqua, il monossido di carbonio, il formaldeide, il metanolo, l'etere dimetile, il cianuro di idrogeno, l'ossido di zolfo, il biossido di zolfo e loro analoghi isotopi. Si prevede che nuove molecole organiche saranno presto identificate.

"Le analisi fornite da HIFI, e le successive, forniranno un vero tesoro virtuale di informazioni riguardo a come si formano le molecole organiche in una regione di formazione stellare. "Fornirà una profonda conoscenza chimica dello spazio, una volta che saranno disponibili pienamente le indagini spettrali" ha dichiarato Edwin Bergin della University of Michigan, ricercatore principale della HEXOS Key Programma Herschel.

Alta risoluzione senza precedenti
Hi-Fi è stato progettato per fornire gli spettri ad altissima risoluzione e aprire una nuova gamme di lunghezza d'onda per le indagini, che sono inaccessibili ai telescopi terrestri. "E 'sorprendente vedere come funziona bene HIFI", ha detto Frank Helmich, ricercatore principale HIFI del SRON Netherlands Institute for Space Research. "Abbiamo ottenuto questo spettro in poche ore e già batte qualsiasi altro, in qualsiasi lunghezza d'onda, in precedenza ripreso da Orione. Gli elementi organici sono ovunque in questo spettro, anche ai livelli più bassi.. Per lo sviluppo di HIFI ci sono voluti otto anni, ma ne è valsa davvero la pena aspettare tutto questo tempo".

L'identificazione delle molte caratteristiche spettrali visibili nello spettro di Orione con le transizioni di particolari specie molecolari, richiede sofisticati strumenti come il database Colgone di Spettroscopia Molecolare (CDMS), che raccoglie i dati di laboratorio di diverse centinaia di specie molecolari e precise linee di previsioni. "L'alta risoluzione spettrale di HIFI mostra una varietà ampia di specie molecolari che sono presenti, nonostante l'ambiente sia ostile nei vivai stellari e nelle aree di formazione dei pianeti", ha dichiarato Jürgen Stutzki, co-investigatore della Universität zu Köln.

Progetto ESA Herschel
Herschel è una delle missioni fondamentali per ESA, un osservatorio spaziale con strumenti scientifici forniti dai consorzi europei e importanti contributi dalla NASA. Uno dei tre strumenti a bordo di Herschel è HIFI, (Heterodyne Instrument for the Far-Infrared), uno spettronomo ad alta risoluzione ultra sensibile progettato e costruito da un consorzio finanziato a livello nazionale guidato dal SRON.

Il consorzio comprende partner provenienti da 25 istituti e 13 diverse nazioni. Gli istituti tedeschi hanno fornito gli elementi chiave per HIFI: l'oscillatore locale, costruito alla für Radioastronomie MPI di Bonn, i superconduttori rivelatori con sensibilità vicino al limite fondamentale quantistico, costruito alla Universität zu Köln. HIFI utilizza la tecnica classica di radio frequenza di un mix di eterodina in un regime di alta frequenza, vale a dire nella gamma spettrale del lontano infrarosso. Un altro elemento essenziale, l'Acousto Optical Spectrometer (AOS), è stato sviluppato in collaborazione tra l'Universität zu Köln e il Max Planck Institut für Sonnensystemforschung, Lindau.

adattamento a cura di Arthur McPaul
Fonte: http://nemsisprojectresearch.blogspot.c ... ta-in.html


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MessaggioInviato: 22/03/2010, 23:31 
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MessaggioInviato: 23/03/2010, 14:20 
come non ricordare le innumerevoli puntate di Voyager in cui Giacobbo diceva..
Immagine

che sulla volta della tomba di Senmut è indicata la presenza di acqua proprio sulla nebulosa di Orione...


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MessaggioInviato: 24/03/2010, 14:36 
Cita:
Sirius ha scritto:

come non ricordare le innumerevoli puntate di Voyager in cui Giacobbo diceva..
Immagine

che sulla volta della tomba di Senmut è indicata la presenza di acqua proprio sulla nebulosa di Orione...


in effetti l'ellissi presente sulla stella della cintura di orione deriva dall'antico sumero e da tradurre come acqua o vapore acqueo


Ultima modifica di ubatuba il 24/03/2010, 14:37, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 24/03/2010, 16:15 
appunto.. che sia solo una coincidenza?


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MessaggioInviato: 25/03/2010, 00:52 
Cita:
Sirius ha scritto:

appunto.. che sia solo una coincidenza?

ciao le coincidenze sono talmente tante che potrebbero essere catalogate come una prova


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Sir Arthur Conan Doyle..


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c'e' da segnalare che anke il mitico hubble aveva segnalato la presenza di vapore acqueo nella stessa zona di orione quindi cio' non fa altro che confermare la notizia antecedente


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MessaggioInviato: 26/04/2010, 21:12 
Immagine
An active star-formation region in the Orion Nebula, as seen By Planck. Credits: ESA/LFI & HFI Consortia

Cita:
While most newborn stars are hidden beneath a blanket of gas and dust, the Planck space observatory – with its microwave eyes – can peer beneath that shroud to provide new insights into star formation. The latest images released by the Planck team bring to light two different star forming regions in the Milky Way, and in stunning detail, reveal the different physical processes at work.


Immagine
This sequence of images, showing a region where fewer stars are forming near the constellation of Perseus, illustrates how the structure and distribution of the interstellar medium can be distilled from the images obtained with Planck. Credit: ESA / HFI and LFI Consortia

Articolo completo: http://www.universetoday.com/2010/04/26/new-images-from-planck-reveal-star-formation-processes/#more-63641

Fonti originali:
http://www.esa.int/esaCP/SEM0FVF098G_index_0.html
http://planck.cf.ac.uk/


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MessaggioInviato: 27/04/2010, 08:29 
...in italiano! [:)]



Immagine

“Vedere” lungo 9 diverse lunghezze d’onda, non è da tutti. Planck ha fatto proprio questo, guardando in profondità con diversi occhi verso le regioni di formazione stellare nelle costellazioni di Orione e Perseo. L’immagine sopra mostra il medio interstellare in una regione della Nebulosa di Orione, dove le stella si formano attivamente in grande numero. “La forza della grande copertura in tante lunghezze d’onda di Planck è immediatamente visibile in queste foto” spiega Peter Ade, della Cardiff University, co-Investigatore su Planck. ” L’anello rosso visibile qui, è l’Anello di Barnard(una famosa nebulosa a emissione),e il fatto che sia visibile a lunghezze d’onda più lunghe ci dice che è emessa da elettroni caldi, e non dalla polvere interstellare. L’abilità di separare i diversi meccanismi di emissione è una caratteristica chiave della missione primaria di Planck.”

Una sequenza di immagini, qui sotto, mostra in comparazione, una regione dove meno stelle si stanno formando, vicino alla costellazione di Perseo. Questo mostra come la struttura e la distribuzione del medio interstellare può essere distillato dalle immagini ottenute con Planck.

Immagine

A lunghezze d’onda dove i sensibili strumenti di Planck osservano, la via Lattea emette fortemente lungo grandi porzioni del cielo. L’emissione nasce principalmente da 4 processi, ognuno dei quali possono essere isolati usando Planck. Alle lunghezze d’onda più lunghe, di circa 1cm, Planck mappa la distribuzione delle emissioni sincrotroniche prodotte dei elettroni a velocità elevate che interagiscono con i campi magnetici della Via Lattea. A lunghezze d’onda intermedi, di qualche millimetro, le emissioni sono dominate da gas ionizzato che viene riscaldato da stelle appena formate. Alle lunghezze d’onda più corte, di circa 1mm e sotto, Planck mappa la distribuzione della polvere interstellare, incluse le regioni fredde compatte nella fase finale del collasso verso la formazione di nuove stelle.

“La vera forza di Planck è riuscire a combinare i strumenti di rilevamento ad Alta e Bassa Frequenza, che ci permette, per la prima volta, di distinguere i tre piani.” spiega il Professor Richard Davis, dell’Università di Manchester, del Centro Jodrell Bank per l’Astrofisica. “Tutto questo è di massimo interesse per sua buona ragione, ma ci permette anche di osservare il Background Cosmico a Microonde,molto più chiaramente.

Una volta formate, le nuove stelle disperdono i circondanti gas e polvere, cambiando il loro proprio ambiente. Un delicato equilibrio tra formazione stellare e la dispersione di gas e polvere regola il numero di stelle che ogni galassia può produrre. Molti processi fisici influenzano questo equilibrio,inclusa la gravità, il riscaldamento ed il raffreddamento del gas e della polvere, i campi magnetici e altro ancora. Come risultato di queste interazioni,il materiale si riassetta e riordina in fasi che coesistono fianco a fianco. Alcune regioni conosciuto come “nubi molecolari”, contengono gas densi e polvere, mentre altri, chiamati Ciro(nome preso dalle omonime formazioni nuvolose terrestri), contengono materiale più diffuso.

Immagine

Dato che Planck può osservare in un cosi ampi gamma di frequenze, può per la prima volta, fornirci dati simultanei riguardo a tutti i principali meccanismi di emissione principali. E cosi, l’ampio raggio di copertura di varie lunghezze d’onda, richiesto per lo studio del Background Cosmico di Microonde, si dimostra utile anche per il cruciale studio del medio interstellare.

“Le mappe di Placnk sono davvero fantastiche” spiega il Dr. Clive Dickinson, anch’esso dell’Università di Manchester. “Questi sono tempi davvero eccitanti.”

Planck mappa il cielo con i suoi due strumenti, HFI(High Frequency Instrument) che copre le frequenze da 100 a 857 GHz(lunghezze d’onda da 3mm a 0.35mm), eppoi c’è il Low Frequency Instrument(LFI) che include le frequenze che vanno da 30 a 70 GHz(lunghezze d’onda da 10mm a 4mm).
Il Team di Planck completerà il primo esame totale del cielo a metà del 2010, ed il telescopio continuerà a raccogliere dati fino alla fine del 2012, durante questo periodo avrà completato 4 scansioni del cielo. Per arrivare ai principali risultati cosmologici, serviranno almeno 2 anni di analisi dei dati. Il primo set di dati processati e analizati saranno disponibili alla comunità scientifica del mondo verso la fine del 2012.

Fonte: http://link2universe.wordpress.com/2010 ... /#more-724


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