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 Oggetto del messaggio: Forse spiegato il minimo solare
MessaggioInviato: 15/03/2010, 10:12 
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Un nuovo studio sul gigantesco nastro trasportatore di plasma che si sposta all'interno del Sole dimostra che, negli ultimi cinque anni è aumentato a velocità record.

Il fenomeno potrebbe essere la ragione per cui il Sole sta avendo negli ultimi due anni poche macchie, dimostrando l'influenza di queste tempeste superficili su di esse. "Credo che questo potrebbe spiegare il minimo solare insolitamente profondo che stiamo avendo" ha detto David Hathaway, fisico solare della NASA e co-autore di un nuovo studio che descrive i risultati, in una dichiarazione della Nasa. "L'elevata velocità del nastro trasportatore sfida gli attuali modelli del ciclo solare, e ci ha costretti a elaborare nuovi modelli".

Il cosiddetto "Great Conveyor Belt" è una massiccia corrente circolatoria di plasma caldo all'interno del Sole. E' dislocata sia a nord che a sud e ognuna di essa impiega circa 40 anni per completare un circuito. I ricercatori ritengono che la circolazione della cintura controlli il ciclo delle macchie solari.

Hathaway ha effettuato il controllo del nastro trasportatore utilizzando i dati del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO). La parte superiore della cintura sfiora la superficie del Sole, spazzando via i nodi del magnetismo solare fino ai poli.

SOHO è in grado di monitorare quei nodi - Hathaway li ha chiamati "elementi magnetici" - e quindi rivelare la velocità del flusso sottostante. "E 'un po' come misurare la velocità di un fiume sulla Terra, osservando le foglie e i rametti galleggianti fino a valle", spiega Hathaway.

I dati di SOHO partono dal 1996 e si estendeno su un intero ciclo solare.
L'anno scorso, Lisa Rightmire, una studente del prof. Hathaway presso l'Università di Memphis, ha trascorso tutta l'estate a misurare gli elementi magnetici. Quando ha tracciato la loro velocità in funzione del tempo, ha notato che la velocità del nastro trasportatore era in aumento.

Una nota su "fast": "The Great Conveyor Belt" è una delle cose più grandi di tutto il Sistema Solare e per gli standard umani si muove con una lentezza enorme. "Fast" in questo contesto significa da 20 a 30 miglia all'ora. Un buon ciclista potrebbe facilmente tenere il passo.

L'aumento della velocità è stato sorprendente per due ragioni. In primo luogo, è coincisa con il minimo più profondo solare in quasi 100 anni, in contraddizione con i modelli che prevedevano invece che l'aumento di velocità del nastro trasportatore avrebbe dovuto incrementare la produzione delle macchie solari.

L'idea di base è che la cintura spazia sui campi magnetici dalla superficie del Sole e li trascina verso il basso grazie alla dinamo interna del sole. I campi sono amplificati e formerebbero le basi per nuove macchie solari. Un nastro trasportatore veloce avrebbe dovuto accelerare questo processo.

Allora, dove sono finite tutte le macchie solari? Il minimo solare del 2008-2009 è stato insolitamente profondo e ora il Sole sembra essere sull'orlo di un nuovo ciclo debole.
Invece di rafforzare le macchie solari, Hathaway ritiene che un rapido movimento del Conveyor Belt può invece sopprimere le macchie "contrastando la diffusione magnetica all'equatore del Sole".

La seconda sorpresa ha a che fare con la parte inferiore del nastro trasportatore. SOHO può solo vedere i movimenti dello strato esterno. Il fondo è nascosto da circa 200.000 chilometri di plasma. Tuttavia, una stima della sua velocità può essere effettuata tramite il monitoraggio delle macchie solari. "Le macchie solari sono presumibilmente radicate nel fondo del nastro", ha detto Hathaway. "Così il movimento delle macchie solari ci dice quanto velocemente il nastro si muove laggiù." Da ciò risulta che i tracciati della velocità delle macchie solari in funzione del tempo a partire dal 1996 non hanno senso. "Mentre la parte superiore del nastro trasportatore è passata ad un record di alta velocità, il fondo sembra muoversi al record di opposto di bassa velocità. Un'altra contraddizione."

Potrebbe essere dunque che le macchie solari non siano radicate sul fondo del nastro trasportatore? "Questa è una possibilità", ha osservato. "Le macchie solari potrebbero essere in movimento a causa delle onde della dinamo o di qualche altro fenomeno non direttamente legato alla cintura."
Quello che i ricercatori veramente necessitano sarebbe una buona occhiata dentro il sole. Il NASA's Solar Dynamics Observatory, lanciato nel febbraio 2010, fornirà grazie ai suoi strumenti, i dati necessari entro la fine dell'anno.

SDO è in grado di mappare l'interno del Sole utilizzando una tecnica chiamata Eliosismologia. SOHO può fare la stessa cosa, ma non abbastanza bene per rintracciare il Great Conveyor Belt tutto intorno. I sensori avanzati di SDO potrebbero rivelare il circuito completo, che "fornendo il pezzo mancante di cui c'è bisogno di prevedere l'intero ciclo solare", ha detto Hathaway. La ricerca è stata pubblicata nel numero odierno di Science.

traduzione a cura di Arthur McPaul

Fonte: http://nemsisprojectresearch.blogspot.c ... olare.html


Vedi: http://science.nasa.gov/headlines/y2010/12mar_conveyorbelt.htm


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MessaggioInviato: 15/03/2010, 12:33 
L'avevo letto ... Mah; una spiegazione come un'altra del resto.



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MessaggioInviato: 17/03/2010, 00:02 
praticamente sostituisce la sonda soho come sentinella del sole
È IN ORBITA IL SATELLITE SOLAR DYNAMICS OBSERVATORY, PRIMA MISSIONE DEL PROGRAMMA NASA LIVING WITH A STAR: “VIVERE CON UNA STELLA”
È una delle missioni scientifiche più attese per il 2010, e sarà la nuova “sentinella del Sole”, ideata e progettata da un team di scienziati americani. Non a caso, sono in molti a considerare quella di SDO (Solar Dynamics Observatory, “Osservatorio per la Dinamica Solare”), come il vero successore della sonda europea SOHO, missione lanciata nel 1995 e ancora oggi operativa, anche per le similitudini dei vari obiettivi scientifici. La SDO è stata lanciata con successo lo scorso 11 febbraio alle 10.23 ora locale (le 16.23 in Italia) tramite un razzo vettore Atlas V dalla piattaforma- rampa 41 della Cape Canaveral Air Force Station in Florida. Un lancio impeccabile, che ripaga la fiducia di scienziati e responsabili della missione dopo vari ritardi; il lancio di SDO era infatti programmato per il 2009 e dopo una serie di slittamenti di data (ultime: 4 dicembre 2009 e 26 gennaio 2010, e poi ancora al 9 febbraio), ha potuto finalmente spiccare il balzo verso lo spazio. La prima missione Living with a Star I ritardi, come spesso accade per il lancio di una missione spaziale, sia di un satellite sia di un’astronave abitata, sono spesso il risultato di problemi tecnici all’apparenza banali, ma che possono risultare fatali sia per il lancio sia per quella che sarà l’operatività del satellite una volta collocato in orbita. Meglio, quindi, non fidarsi. Ecco perché nelle ultime settimane prima del lancio, gli ingegneri del centro NASA Goddard a Greenbelt (Maryland) hanno voluto preparare in dettaglio ogni aspetto su SDO, determinando tra l’altro le proprietà inerziali del veicolo spaziale, destinato allo studio dell’atmosfera del Sole. Una missione scientifica che però inizierà solo in autunno, dopo che saranno stati effettuati tutti i checkout sul satellite.
rif orione


Ultima modifica di ubatuba il 17/03/2010, 00:03, modificato 1 volta in totale.

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