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 Oggetto del messaggio: Simulazione viaggio per Marte
MessaggioInviato: 26/03/2010, 16:23 
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Gli astronauti chiusi in gabbia per allenarsi al sogno di Marte

di ROBERTO GIOVANNINI

Cinquecentoventi giorni sigillati dentro tubi metallici in un hangar a Mosca. Non si può uscire. L’aria è puzzolente. Si è seguiti da telecamere in ogni istante. Tra domanda e risposta in una conversazione passano 20 minuti. La fidanzata è irraggiungibile (se non vi ha già scaricato). Benvenuti su «Mars 500», la missione delle agenzie spaziali di Russia (Roskosmos) ed Europa (Esa) che prenderà il via a metà maggio. Saranno in sei – e tutti volontari, anzi volontarissimi – a partecipare a un esperimento senza precedenti: simulare l’interminabile viaggio dalla Terra verso Marte (e ritorno) all’interno di un laboratorio attrezzato quasi come un veicolo spaziale in rotta verso il Pianeta Rosso. Simulare significa che si sta dentro, punto e basta: non è che la notte si va a dormire a casa a fare la doccia. Simulare significa vivere come un astronauta, mangiare come un astronauta, lavorare come un astronauta. Ma non ci si smuove di un palmo da Mosca.

Tutta la sofferenza e l’isolamento e lo stress e la lontananza da amici, famiglie, affetti e la noia insopportabile. E neanche un briciolo di divertimento presente o di gloria futura. Alzi la mano chi vorrebbe mettersi nei panni dei quattro «candidati partecipanti» presentati ieri dall’ESA. Sono l’italo-colombiano (laureato al Politecnico di Torino) Diego Urbina, il belga Jerome Clevers, i francesi Romain Charles e Arc’hanmael Gaillard. Ingegneri qualificatissimi e sottoposti a un allenamento durissimo e a una batteria impressionante di esami per superare la selezione. Due verranno scelti per «Mars 500». Si uniranno a tre russi e un cinese (loro sì astronauti di professione) per sperimentare i problemi che dovranno affrontare un giorno i veri astronauti che andranno su Marte.

Il problema dei viaggi interplanetari, nei film, si risolve in due modi: ci si fa ibernare al momento della partenza, e si resta nel freezer per tutto il tempo necessario. Oppure si fa come il capitano Kirk di Star Trek, e si lancia l’«Enterprise» a velocità ultraluce. Purtroppo noi terrestri finora non abbiamo inventato né l’ibernazione né la propulsione materia-antimateria. E se volessimo andare su Marte e tornare tutti di un pezzo con i mezzi oggi disponibili, con i razzi a propulsione chimica ci si metterebbe un anno e mezzo. Che il Pianeta Rosso sia prima o poi la destinazione inevitabile lo dicono tutti: dall’amministratore della Nasa Charlie Bolden all’italiana che comanda il settore Volo spaziale abitato dell’Esa, Simonetta di Pippo. Tanto vale – grazie a «Mars 500» - cominciare a studiare i problemi fisici e psicologici con cui si dovrebbe confrontare l’equipaggio nel corso dei 250 giorni necessari ad arrivare, i 30 in cui l’equipaggio si divide tra chi «resta in orbita» e chi «scenderà sul suolo marziano», e i 240 giorni del viaggio di ritorno.

La struttura dell’«astronave» è a Mosca, nel celebre Istituto di Problemi Biomedici, dove nel 2009 si è svolta «Mars 105», durata tre mesi. I sei dovranno vivere in un volume di 550 metri cubi, e svolgeranno una quantità di esperimenti studiati per valutare la loro reazione all’esperienza, oltre a fare la vita di routine di un’astronauta in viaggio. Tra l’altro, considerando che Marte è lontanissimo, sarà possibile parlare per radio, ma tra la domanda e la risposta passeranno 20 minuti. Più veloce sarà dialogare per mail, ma questo significa che gli «astronauti» dovranno risolvere da soli problemi ed emergenze. Le regole sono severissime: per abbandonare «Mars 500» bisognerà avere problemi fisici o psicologici molto pesanti o situazioni che mettono a rischio la missione. «Di piccole fasi depressive – spiega Martin Zell, dell’Esa – ce ne aspettiamo una quantità». Soldi? «Pagheremo dai 55 ai 75mila euro ad ogni partecipante».

Vi chiederete: cosa spinge un giovane ad accettare la clausura? Nelle risposte dei quattro candidati naturalmente troviamo la passione per lo spazio e per la scienza. Qualcuno coltiva la speranziella di andarci davvero su Marte. Ma c’è anche il buon senso: dopo l’allenamento, la preparazione e la missione i quattro ragazzi avranno accumulato una preparazione di livello eccezionale ed esclusivo nei campi della biomedica, dell’ingegneria spaziale, dell’elettronica, del funzionamento operativo di missioni europee e russe. Non gli mancherà certo il lavoro.

http://altrimondi.gazzetta.it/2010/03/g ... gabbi.html



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MessaggioInviato: 04/04/2010, 19:18 
Io mi ricordo, anni e anni fa... che si affermava la Missione su Marte per il 2014.
Ho come l'impressione che non cè nulla del genere all'orizzonte nel'immediato futuro....



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Cita:
Welcome back and thank you, Mars500
http://www.esa.int/esaCP/SEMB9ALUBUG_index_0.html


Cita:
Mosca, dopo 520 giorni
finito il viaggio simulato
di 6 astronauti su Marte


I sei astronauti usciti dal modulo allestito in un laboratorio russo

GIOVANNI BIGNAMI
Finalmente a casa, anzi, non sono mai partiti. Cinquecentoventi giorni in una stanza, o meglio in un tubo di ferro che simulava un’astronave in viaggio per Marte, posto in un casermone in un sobborgo un po’ squallido di Mosca. Stanno bene i sei astronauti/carcerati, tre russi, due europei e un cinese, tutti maschi, arruolati nella missione Mars 500 dell’Agenzia spaziale europea.

All’uscita dall’astrotubo, ieri, uno di loro, l’italo-colombiano Diego Urbina, 26 anni, ingegnere, ha dichiarato, con modesta originalità, di voler andare al mare. Il comandante russo ha detto: «Abbiamo completato la missione e siamo pronti ad altre prove». Il cinese non ha detto niente. Chissà che fantastica cronaca avrebbe invece scritto Xavier de Maistre, che, nel 1794, compose «Voyage autour de ma chambre» in 42 capitoli, uno per ogni giorno di confinamento nella sua unica stanza. Descrisse perfino una rosa appassita, ritrovata in un cassetto: era la rosa, raccontò, invano offerta da un cavaliere innamorato a una bellissima dama che si pettinava allo specchio... Insomma, uno script più ricco, diciamocelo. Ma forse non c’erano rose appassite nei cassetti del grigio Istituto russo.

La prova è stata dura: 520 giorni da soli, in pochi metri quadri, 25 minuti di tempo morto tra domanda e risposta nelle comunicazioni con l’esterno, a simulare il tempo di transito dei segnali Terra-Marte e ritorno. Gli scienziati da tutto il mondo che seguivano l’esperimento hanno espresso viva soddisfazione per i risultati: almeno l’effetto dell’isolamento in una missione di andata e ritorno da Marte è stato simulato con pieno successo. A metà percorso, gli astroreclusi hanno avuto la loro ora d’aria: indossate delle vere tute spaziali, hanno fatto un giretto in una stanza con sabbia sul pavimento... Solo la fantasia di Emilio Salgari, che sentiva il ruggito della tigre Darma senza muoversi mai da Torino, li avrebbe potuti aiutare a immaginare il cielo giallo di Marte. Certo, mancava il più e il meglio: l'assenza di gravità, il vuoto, le radiazioni, i meteoriti, un finestrino con la Terra lontana. Ma ci stiamo lavorando, basta crederci.
http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/ ... tp/428310/



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MessaggioInviato: 08/11/2011, 01:18 
IO PENSO CHE L'IDEA MGLIORE SIA QUELLA DI UN EQUIPAGGIO MISTO.

E NON DICO ALTRO.

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IL MIO SITO SPACEART:
http://thesky.freeforumzone.leonardo.it ... 1&f=183131

Inoltre,un ottimo sito per scrivere quello che volete!

http://www.scrivendo.it

eheheh....la verità prima o poi viene a galla no?!
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