Le emissioni osservate alle differenti lunghezze d’onda hanno luogo a differenti quote della superficie altamente magnetizzata della stella: questa nuova ricerca ha consentito di ottenere un'istantaneaUna combinazione mai sperimentata di telescopi ha permesso agli astronomi di osservare la luce radio di sei differenti pulsar in un intervallo di lunghezze d’onda tra 3,5 centimetri e 7 metri – con una differenza di un fattore 200, fornendo così una visione senza precedenti del bagliore emesso dalle pulsar radio.
L’osservazione record è stata resa possibile dalla collaborazione tra il Max-Planck-Institut (
http://www.mpg.de/) per la radioastronomia, il nuovo telescopio europeo LOFAR, il telescopio da 100 metri Effelsberg, situato, in Germania, e il telescopio Lovell da 76 metri, nel Regno Unito.
I dati raccolti da tutti gli osservatori, sono poi stati combinati per essere analizzati tramite reti ad alta velocità collegate al supercomputer BlueGene/P e a potenti cluster di computer del Centro per la tecnologia dell’informazione dell’Università di Groningen, nei Paesi Bassi.
Una pulsar è una stella di neutroni in rapida rotazione che misura solo 20 chilometri di diametro ma è dotata di una massa maggiore di quella del Sole. La caratteristica emissione di onde radio, osservabili su un ampio intervallo di frequenze, avviene dai poli magnetici. Le osservazioni degli ultimi 40 anni hanno permesso di avvicinarsi sempre di più alla comprensione dei meccanismi fisici all’origine di questi intensi fasci.
Secondo le ipotesi più accreditate, le emissioni osservate alle differenti lunghezze d’onda hanno luogo a differenti quote della superficie altamente magnetizzata della stella. La radiazione di una particolare lunghezza d’onda fornisce perciò l’opportunità di penetrare la magnetosfera della pulsar fino alla quota in cui essa si origina.
Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it ... la/1342951