immagini radar del quasar 3C 196 , ad una lunghezza d'onda tra i 4 e 10 metri. A sinistra dati delle stazioni LOFAR dell'Olanda e bata, La risoluzione non basta per rilevare la sotto struttura. Includendo le staizioni in Germania, i dati bastano per arrivare ad una foto in altissima risoluzione che mostra tantissimi dettagli. credit: Olaf Wucknitz, Università di BonnPensare che solo 8 delle 44 stazioni di antenne radar, del “LOw Frequency ARray”(LOFAR) sono state usate per produrre la prima immagine in alta risoluzione di un quasar distante, a lunghezze d’onda tra i 4 e 10 metri. “Abbiamo scelto questo oggetto per i primi test, perché conosciamo molto bene la sua struttura da osservazioni a lunghezze d’onda più corte. ” ha spiegato Olaf Wucknitz dell’Università di Bonn. “L’obiettivo non era quello di scoprire qualcosa di nuovo ma di confermare le stesse strutture anche a lunghezze d’onda molto lunghe, per confermare che il nuovo strumento funziona davvero. Senza le stazioni in Germania vediamo solo una macchia luminosa, senza alcuna sotto-struttura. Una volta che sono state incluse le altre stazioni, si sono cominciati a vedere tutti i dettagli.”
5 stazioni presente nei Paesi Bassi sono state connesse ad altre 3 in Germania. Per ottenere osservazioni dettagliate a frequenze cosi basse, i telescopi devono essere molto lontani tra di loro. Quando sarà completo il LOFAR spazierà per tutta l’Europa.
Osservazioni a lunghezze d’onda coperte da LOFAR non sono nuove. Infatti, i pionieri della radio astronomia hanno iniziato il loro lavoro alle stesse frequenze.Tuttavia, erano in grado di produrre mappe molto rozze del cielo e misurare soltanto la posizione ed intensità degli oggetti.
“Adesso stiamo tornando a usare queste lunghezze d’onda a lungo dimenticate e trascurate.” ha spiegato Michael Garrett, direttore generale del ASTRON, nei Paesi Bassi, istituzione che guida il progetto internazionale LOFAR. “Ma questa volta siamo in grado di vedere oggetti molto più pallidi e , ancor più importante, in immagini con enormi dettagli. Questo offre opportunità totalmente nuove per la ricerca astrofisica.”
“L’alta risoluzione e sensibilità del LOFAR significa che stiamo davvero entrando in un territorio sconosciuto, e quindi anche le analisi dei dati sono corrispondentemente intricati.” aggiunge Olaf Wucknitz. “Abbiamo dovuto sviluppare da zero tecnologie completamente nuove. Tuttavia,la produzione delle immagini è andata sorprendentemente bene alla fine. La qualità dei dati è impressionante. ” Il prossimo passo per Wucknitz è quello di usare LOFAR per studiare le cosi dette lenti gravitazionali, dove la luce proveniente da oggetti distanti viene distorta da concentrazioni di grande massa. Per riuscire a osservare l’intricata struttura di questi oggetti, serve una risoluzione altissima. Questa ricerca sarebbe impossibile senza le stazioni internazionali.
IS-DE1. Alcune delle 96 antenne della stazione LOFAR di Effelsberg.Il LOFAR sarà composto da almeno 36 stazioni nei Paesi Bassi e 8 in Germania, Francia, Regno Unito e Svezia. Attualmente 22 stazioni sono operative, e altre sono sulla via dell’essere aperte. Ogni stazione consiste in centinaia di antenne dipoli che sono connesse elettronicamente per formare un enorme radio telescopio che coprirà metà dell’Europa. Con le nuove tecniche introdotte dal LOFAR, non è più necessario puntare le antenne radio a specifici oggetti di interesse, invece sarà possibile osservare diverse regioni del cielo simultaneamente.
La risoluzione di una rete di telescopi radio dipende direttamente dalla separazione tra gli telescopi. Più larghe sono le linee di base relativamente alle lunghezze d’onda osservate, migliore sarà la risoluzione. Attualmente le stazioni in Germania forniscono le prime linee di base della rete e migliorano la risoluzione di un fattore di 10 rispetto all’uso delle sole stazioni olandesi. Gli ufficiali ASTRON dicono che la qualità delle immagini migliorerà significativamente man mano che più stazioni si aggiungono.
copertura finale del LOFAR"Vogliamo usare il LOFAR per la ricerca di segnali dalle primissime epoche dell’Universo”, ha dichiarato Benedetta Ciardi, del Istituto Max Planck per l’Astrofisica a Garching. “Io che ho una formazione completamente teoretica non avrei mai pensato di essere cosi eccitata riguardo un immagine radio, ma questi risultati sono davvero affascinanti.”
http://www.mpifr-bonn.mpg.de/public/pr/pr-3c196-en.htmlFonte: http://link2universe.wordpress.com/2010 ... -distanti/