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 Oggetto del messaggio: Kepler scopre i suoi primi cinque esopianeti
MessaggioInviato: 05/01/2010, 09:23 
Il telescopio spaziale della NASA Kepler, progettato per trovare pianeti delle dimensioni paragonabili a quelle della Terra nelle fasce abitabili delle stelle simili al Sole, ha scoperto i suoi primi cinque esopianeti (pianeti al di fuori del sistema solare).
L'elevata sensibilità del satellite sia ai piccoli che ai grandi pianeti ha permesso la scoperta degli esopianeti denominati Kepler 4b, 5b, 6b, 7b e 8b. Le scoperte sono state annunciate Lunedì 4 Gennaio, dai membri del team scientifico di Kepler, nel corso di un aggiornamento presso l'American Astronomical Society a Washington.

“Queste osservazioni contribuiscono alla nostra comprensione di come si formano e si evolvono i sistemi planetari dai dischi di di gas e polveri per dare origine sia alle stelle che ai pianeti,” ha spiegato William Borucki principal investigator della missione, dell'Ames Research Center della NASA di Moffett Field, California. “Le scoperte inoltre dimostrano l'efficienza del nostro strumento scientifico, e quindi Kepler raggiungerà tutti i suoi obiettivi scientifici.”

Conosciuti come “hot Jupiters” per via delle loro enormi masse e delle estreme temperature superficiali, i nuovi esopianeti hanno una taglia che va da quella di Nettuno a quella di Giove ed oltre. Essi hanno orbite che vanno da 3,3 a 4,9 giorni e delle temperature che vanno da 1900 a 2700°C, più calde quindi della lava fusa e troppo calde ovviamente, per poter ospitare la vita come la intendiamo noi. Tutti e cinque gli esopianeti orbitano stelle più calde e più grandi del nostro Sole.

“E' gratificante constatare dell'attenzione prestata dai partecipanti al briefing verso le scoperte di Kepler,” ha detto Jon Morse, direttore dell'Astrophysics Division presso gli Headquarters della NASA di Washington. “Ci aspettavamo che i primi pianeti scoperti da Kepler potessero essere dei pianeti giganti tipo Giove, in orbite piccole. E' solamente una questione di tempo prima che ulteriori osservazioni di Kepler possano portare a pianeti più piccoli con periodi orbitali più grandi, e via via, fino alla scoperta di pianeti del tutto simili alla Terra.”

Lanciata il 6 Marzo 2009 dalla Cape Canaveral Air Force Station in Florida, la missione Kepler osserva continuativamente e simultaneamente oltre 150000 stelle, il suo strumento scientifico, o fotometro, ha già misurato centinaia di possibili tracce di pianeti che si stanno analizzando.
Mentre molte di queste tracce sono probabilmente altro, e non dei pianeti, come piccole stelle che orbitano attorno a stelle più grandi, le osservazioni compiute da terra hanno confermato l'esistenza dei cinque esopianeti. Le scoperte sono basate su di un computo approssimativo di sei settimane di dati raccolti, da quando sono incominciate le operazioni scientifiche il 12 Maggio 2009.

Kepler cerca tracce di pianeti misurando le flessioni della luminosità delle stelle. Quando i pianeti passano davanti alla stella in relazione alla posizione della Terra, bloccano la luce emessa dall'astro. La dimensione del pianeta la si può estrapolare dall'entità della flessione della luce, mentre la sua temperatura può essere stimata dalle caratteristiche della stella che esso orbita e dal periodo orbitale del pianeta stesso.
Keplero continuerà le proprie osservazioni scientifiche almeno fino al Novembre 2012. Ricercherà anche pianeti delle dimensioni della Terra, inclusi quelli che orbitano le proprie stelle in zone calde ed abitabili dove l'acqua liquida possa esistere sulla loro superficie. Poiché i transiti dei pianeti nelle zone abitabili delle stelle simili al Sole occorrono circa una volta all'anno, e vengono richiesti tre transiti di verifica, ci si aspetta che debbano occorrere almeno tre anni per localizzare e verificare il pianeta dimensionalmente simile alla Terra.

Secondo Borucki, la ricerca continua e a lunga durata potrebbe enormemente migliorare l'abilità degli scienziati di determinare le distribuzioni delle taglie dei pianeti ed i relativi periodi orbitali nel futuro. “Le scoperte di oggi sono un significativo contributo a questo obiettivo,” ha proseguito Borucki. “Le osservazioni di Kepler ci diranno se ci sono molte stelle con pianeti che potrebbero ospitare la vita, oppure se dobbiamo ritenerci soli nella nostra galassia.”

Keplero è la decima missione del programma Discovery della NASA. L'Ames Center è responsabile per il ground system development, per le operazioni di missione, e per l'analisi dei dati scientifici. Il Jet Propulsion Laboratory della NASA di Pasadena, California, ha gestito lo sviluppo della missione Kepler. La Ball Aerospace & Technologies Corp. di Boulder, Colorado, è stata responsabile per lo sviluppo del flight system del satellite. La Ball e il Laboratory for Atmospheric and Space Physics presso l'University of Colorado di Boulder stanno supportando le operazioni di missione.
Le osservazioni da Terra necessarie per confermare le scoperte sono svolte dai telescopi terrestri Keck I alle Hawaii; Hobby-Ebberly e Harlan J. Smith 2.7m in Texas; Hale and Shane in California; WIYN, MMT e Tillinghast in Arizona; e Nordic Optical delle Canary Islands, Spagna.


Fonte: forumastronautico.it

Vedi anche: http://www.nasa.gov/mission_pages/keple ... anets.html


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MessaggioInviato: 05/01/2010, 11:21 
sono pianeti decisamente vicini alla loro stella se hanno l'orbita che va dai 3 ai 6 giorni, la loro atmosfera evaporerà per il troppo calore


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MessaggioInviato: 17/06/2010, 08:09 
Nuovi Dati da Kepler, ben 750 Candidati Esopianeti

La sonda spaziale Kepler ha scoperto oltre 750 possibili esopianeti! E pensare che si tratta soltanto dei dati relativi ai primi 43 giorni di osservazioni della sonda. “Questa è il più grande rilascio di dati riguardo agli esopianeti che sia mai avvenuto.” ha dichiarato William Borucki, scienziato a capo del progetto Kepler. “Il numero di candidati come pianeti è molto più grande di tutti gli esopianeti che abbiamo scoperto dal primo, 15 anni fa.”

Questo è un risultato stupefacente! si tratta di una quantità di potenziali esopianeti a dir poco enorme rispetto ad una cosi piccola durata di osservazioni a cui corrispondono i dati. Borucki ha comunque aggiunto che si aspetta che soltanto il 50% si rivellino essere esopianeti, mente il resto probabilmente sono stelle binarie, o sono causati da altri problemi nei dati. Ma comunque, anche metà sarebbero lo stesso il più grande gruppo di esopianeti scoperti insieme della storia.

Una delle cose più eccitanti riguardo ai nuovi candidati, è che, da questi primi dati, sembra che ben 706 abbiamo una dimensione che varia tra quella della Terra e quella di Giove. Il team ha dichiarato che la maggior parte hanno un raggio che è meno della metà di Giove.

Immagine
Le osservazioni sopra sono della stella KIC 7825899, una stella di tipo K, con intorno a se due candidati a esopianeti, di dimensioni circa quelle di Nettuno, e con orbita di 6.3 e 16.2 giorni rispettivamente

Il team di Kepler ha scoperto cosi tanti candidati che adesso li condividono con tutti, per le conferme. Si terranno i primi 400 candidati principali per verificarli e confermarli con osservazioni da parte di altri telescopi. Oggi invece hanno rilasciato anche gli ulteriori 350 candidati, tra cui anche 5 potenziali sistemi planetari multipli.

Tuttavia alcuni astronomi sono arrabbiati riguardo a questo comportamento, e pensano che il team di Kepler dovrebbe rilasciare tutti i dati che hanno scoperto quest’anno, come viene tipicamente fatto con i dati NASA.

Immagine
Kepler 7287995, una piccola stella fredda, con intorno a se due piccoli candidati esopianeti forse terrestri( 2.7 e 2.3 Re), con periodi orbitali quasi risonanti di 5.96 e 12.04 giorni rispettivamente

Kepler è stato lanciato il 6 marzo 2009, e da allora ha continuato a dare la caccia agli esopianeti. Certo, il sacro graal, sarà scoprire pianeti terrestri, specialmente nella zona cosi detta “abitabile” intorno alle stelle, dove l’acqua può esistere in superficie allo stato liquido, e quindi potrebbe fornire la base per la vita. Nella primavera del 2009 la missione Kepler ha condotto una campagna di fotometria in alta precisione di oltre 156.000 stelle per rilevare la frequenza e caratteristiche di piccoli esopianeti orbitanti intorno ad essi. Kepler ha studiato un area nella costellazione del Cigno, alla ricerca di piccoli cambi nella luce della stella, che potrebbero essere segni del passaggio di un esopianeta davanti alla sua stella.

Tuttavia serve tanto tempo per verificare tutti i candidati e scoprire se davvero sono esopianeti. Di solito, per confermare la presenza di un esopianeta sono richieste osservazioni di almeno 3 diversi transiti.

Immagine
L'area della galassia in cui Kepler sta guardando alla ricerca di esopianeti.

Ora, mentre i regolamenti della NASA richiede agli astronomi di rilasciare i dati ottenuti con i strumenti NASA entro un anno, il team di Kepler ha lavorato ad un accordo con l’agenzia spaziale statunitense per tenersi una certa porzione dei dati finché non hanno finito di verificare per bene tutti gli esopianeti. Tra ritardi nel lancio di altri telescopi, notti nuvolose sulla Terra, ed il fatto che la porzione del cielo analizzata è visibile soltanto tra aprile e settembre, essi non hanno avuto il tempo per verificare tutti i candidati. L’estensione del tempo massimo entro cui pubblicare i dati(che è di 6 mesi extra), serve per dare la possibilità al team di Kepler di eliminare tutti i vari falsi positivi, e altre possibili interpretazioni sbagliate dei dati ricavati.

Immagine
nell'immagine ci sono 5 delle stelle osservate da Kepler, durante un indagine condotta con il telescopio Keck. Si vedono intorno stelle vicine, che potrebbero causare falsi positivi durante i loro transiti. Credit: Keck Observatory

Dennis Overbye del New York Times ha scritto un articolo in cui tratta più in profondità della controversia in atto. Vengono lanciati importanti quesiti come: i dati sono privato o pubblici ? Gli scienziati che hanno lavorato duramente per anni per ottenere quei dati dovrebbero avere almeno il tempo di poterli verificare? o è più importante il senso di condivisione e di cosa pubblica che è la scienza, e quindi i dati dovrebbero essere pubblicati comunque, anche per farsi aiutare nelle verifiche da altri osservatori intorno al pianeta?

Qualsiasi cosa pensiate riguardo alla gestione dei dati, non si può non restare impressionati dall’enorme quantità di potenziali esopianeti scoperti. E tenete in mente che Kepler ha ancora 2 lunghissimi anni di esplorazioni davanti a se.

http://lanl.arxiv.org/ftp/arxiv/papers/1006/1006.2799.pdf

http://arxiv.org/PS_cache/arxiv/pdf/100 ... 2763v1.pdf

http://www.nytimes.com/2010/06/15/scien ... gewanted=1


Fonte: http://link2universe.wordpress.com/2010 ... sopianeti/


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