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 Oggetto del messaggio: Meteorite precipita sul campo da cricket
MessaggioInviato: 27/07/2010, 13:45 
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Quella che sembrava la solita, tranquilla domenica allo stadio si è trasformata in una giornata dalle emozioni forti a Uxbridge, vicino Londra. Durante una partita di cricket del Sussex contro il Middlesex, qualcosa ha sorvolato il campo e ha scatenato attimi di panico. No, non era una pallina colpita dal battitore. Ma un pezzetto di meteroite. Il sasso venuto dallo spazio ha sfiorato due spettatori Jan Marszel, 51 anni, e Richard Haynes, 52, mentre si stavano godendo una birra in attesa del lancio successivo. Il sassolino, grande qualche centimetro, risale a circa 4,5 miliardi di anni fa.

“Eravamo seduti a bordocampo quando di colpo, dal cielo, abbiamo visto questo piccolo oggetto scuro precipitare verso di noi”, ha raccontato Jan al Daily Telegraph. “Ha toccato terra a quattro metri e mezzo da noi e si è rotto in due pezzi. Un pezzo è rimbalzato e mi ha colpito al petto, mentre l’altro è finito a bordo campo. E’ arrivato a una certa velocità, se mi avesse colpito sarebbe stato interessante”.

Anche Richard si è preso uno spavento. “Stavamo bevendo le nostre birre tranquilli, entrambi abbiamo guardato verso l’alto nello stesso momento e abbiamo visto un oggetto scuro venirci incontro: non avevamo idea di che cosa fosse. Se fosse venuto da un’altra direzione avremmo potuto sospettare che qualcuno lo avesse lanciato, ma lo abbiamo visto arrivare a terra con una certa angolazione”.

Certo, per esser centrati da un meteorite caduto dal cielo ci vuole davvero un bel colpo di sfortuna. “La Terra è costantemente investita da piccoli meteoriti di varie dimensioni, di quelli delle dimensioni di una pallina da tennis ne entrano in atmosfera fra i 10.000 e i 100.000 all’anno – spiega Giovanni Valsecchi esperto di meteoriti dell’INAF-IASF di Roma. “Ma la maggior parte si polverizza all’ingresso con l’atmosfera. Solo una minima frazione dei meteoriti più grandi o quelli metallici raggiunge la superficie, finendo con alta probabilità in mezzo al mare, che copre il 75% del nostro pianeta. L’eventualità che un sasso spaziale cada su una zona delle terre emerse, abitata ed esattamente nel punto in cui si trova una persona di passaggio è estremamente rara, ma certamente non è impossibile”.

In Italia, per esempio, una ventina di anni fa, è capitato a un ingegnere di una ditta aerospaziale, Claudio Casacci. Era appena uscito dalla mensa aziendale quando un masso celeste si è schiantato a terra a pochi passi da lui, mandandogli di traverso il pranzo. “Il caso recente più famoso è il meteorite caduto a Carancas, nel 2007, al confine tra il Peru e la Bolivia”, racconta l’astronomo. “L’impatto, fortunatamente fuori dal centro abitato, ha formato un cratere di 10 metri, scaraventando a terra per l’onda d’uro un ciclista che stava pedalando a pochi metri di distanza. I frammenti schizzati via hanno sfondato il tetto di una baracca e colpito le corna di un povero toro che stava pascolando nei paraggi”.

Non si ricordano, a memoria d’uomo, vittime di meteorite. L’unico caso di ferimento in tempi recenti risale al novembre del 1954, quando un meteorite dal cielo precipitò nel soggiorno di casa di Elizabeth Hodges, a Sylacauga, in Alabama procurandole quasi un infarto e qualche graffio. C’è poi un documento antico che riferisce di un malcapitato frate che nel 17esimo venne beccato in pieno da un meteorite e non sopravvisse, ma è difficile verificare la veridicità della notizia.

Anche se il rischio è quasi nullo, non è possibile prevedere la caduta di una “tegola” spaziale sulla testa? “No – risponde Valsecchi – questi meteoriti hanno dimensioni troppo piccole perché possano essere rilevati dai sistemi di impact monitoring che invece controllano asteroidi di dimensioni maggiori e per tempi molto più lunghi. Soltanto una volta nel caso del celebre meteorite 2008 TC3, si è riusciti a prevedere con precisione la caduta di piccolo asteoride con 20 ore di anticipo in una zona desertica del Sudan. Ma è stato un colpo di fortuna!”

Fonte: http://www.media.inaf.it/2010/07/26/met ... a-cricket/


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