Solo 100 anni fa stavamo ancora cercando di far volare bene i primissimi aerei. Solo 50 anni fa avevamo appena messo in orbita per la prima volta un essere umano, per poi arrivare da li a poco ai primi astronauti a camminare nello spazio e infine persino sulla superficie della Luna. Ora stiamo finendo il primo progetto spaziale su larga scala internazionale che ha permesso ad astronauti di varie nazioni di vivere per lunghissimo tempo nello spazio, su una stazione internazionale con equipaggio permanente ormai da diversi anni. Spesso si parla dell’esplorazione spaziale umana come qualcosa che riguarda più un epoca passata in cui c’era più interesse e più voglia da parte degli enti governativi, mentre adesso l’esplorazione spaziale è relegata più ad un interesse di nicchia, ma se guardiamo la cosa in prospettiva, pensando su una scala di secoli invece che solo anni, possiamo capire quanto siamo riusciti a fare in davvero poco tempo. Per continuare di questo passo però servono nuovi progetti in grado di fare il prossimo grande passo, uscendo di nuovo dall’orbita terrestre, stavolta per restarci. Per fare questo, alla NASA stanno esaminando diverse idee, una tra cui porta il nome di una delle navi pensate da uno dei più grandi autori di fanta-scienza, di cui si festeggia quest’anno anche l’anniversario: Jules Verne. Il progetto si chiama Nautilus-X e promette di riportare gli astronauti fuori dall’orbita della Terra.
In una recente presentazione riguardo del gruppo di scienziati e ingegneri chiamato “Future in Space Operations”, Mark Holderman ed Edward Henderson della NASA hanno presentate alcune nuove idee e tecnologie tra cui servizi riguardo i satelliti, una stazione sulla Luna(ISRU), un veicolo a propulsione solare, nuovi propellenti spaziali, e infine quella che si chiama Multi-Mission Space Exploration Vehicle(MMSEV), che tradotto sarebbe: Veicolo Multi-Missione Per l’Esplorazione Spaziale.
Il veicolo si chiamerebbe NAUTILUS-X (Non-Atmospheric Universal Transport Intended for Lengthy United State eXploration) e verrebbe assemblato usando strutture espandibili come quartieri vivibili gonfiabili simili a quelli proposti dalla compagnia privata Bigelow Aerospace. Il progetto prevede anche un anello centrale che, grazie alla forza centrifuga data dalla sua rotazione, potrà fornire una gravità parziale. Sarebbero presenti anche avanzati sistemi di mitigazione per la radiazione solare e cosmica che potrebbero prevedere anche l’uso di grandi cisterne d’acqua o di idrogeno liquido.
Gli ingegneri hanno anche menzionato che il sistema ad anello per la gravità artificiale potrebbe includere sia strutture costruite sulla Terra poi rilasciate nello spazio, come successe per la Stazione Spaziale Internazionale, sia strutture gonfiabili sul posto basate sul concetto delle Sfere di Hoberman. Ecco il video di un giocatolo basato sulla Sfera di Hoberman:
Lo stesso meccanismo potrebbe portare alla costruzione di grandi ambienti nello spazio, da incastrare in seguito tra di loro.
In questa fase ovviamente si tratta di semplici concept su cui iniziare a indagare, ma la direzione scelta dalla NASA sembra quella della tecnologia già in possesso. Moltissimi appassionati si aspettano un nuovo razzo ad antimateria, navicelle che viaggiano alla velocità della luce o attraverso wormhole. Queste sono tutte tecnologie che richiedono un lungo periodo di gestazione teorica e se si arriverà mai a questo tipo di navi, sarà per passi piccoli. Il punto è che quello che ci serve prima di tutto è avere un industria spaziale in grado di investire e innovare. Per questo occorre però creare nuovi programmi spaziali e letteralmente quanto banalmente, andare a esplorare. Le esplorazioni con la tecnologia di oggi hanno ovviamente i loro limiti, ma hanno anche due grandi vantaggi: Prima di tutto riescono ad abbattere i costi e la durata perché ci sono di mezzo tecnologie già conosciute e studiate. Questo permette di investire molto di più nel fare, risparmiando i soldi che andrebbero altrimenti dedicate ai test meticolosi necessari per ogni nuova tecnologia introdotta. In secondo luogo, dati i limiti evidenti, permetterebbe agli ingegneri e scienziati di cercare soluzioni per cosi dire, geniali. La tecnologia degli anni ’60 era ben più limitata di quella di oggi, ma questi limiti sono riusciti anche a spingere gli ingegneri e scienziati di allora a trovare soluzioni mai pensate prima.
Avere un’industria spaziale internazionale forte, rinforzerà molto la comunità di scienziati intorno ad essa, e creerà un ambiente molto più ricco in cui si potranno sviluppare molto meglio e più in fretta idee più innovative e nuovissime tecnologie. In altre parole, alla fine, cercare di costruire con questa tecnologia, potrà portare vantaggi molto più grandi all’innovazione a lungo termine, che investire direttamente in quella. Per non parlare di tutte le imprese che potrebbero essere compiute nel frattempo.
Muovendosi in questa direzione, gli ingegneri della NASA stanno pensando di mettere alla prova molti dei design per la futura navicella già sulla Stazione Spaziale Internazionale. Ecco alcuni concept presentati che mostrano il sistema anelare montato sulla ISS.
Secondo Edward Henderson il Nautilus-X sarà costruito con l’idea di creare un veicolo per più di una missione, quindi non solo la luna piuttosto che Marte o l’orbita terrestre. Quindi potrebbe variare molto aggiungendo diverse cose da missione a missione, pur restando lo stesso modello base. Per esempio si potranno aggiungere o togliere dei motori o cisterne di idrogeno o acqua piuttosto che panelli solari. Questo renderebbe il sistema più facile da usare rispetto ad un razzo che parta dalla Terra fino a Marte o la Luna.
La costruzione del Nautilus-X dovrebbe durare almeno 5 anni e servirebbero 2 o 3 lanci da terra con carichi pesanti. Il costo dovrebbe essere piuttosto contenuto : 3.7 miliardi di dollari(che sono molto meno dei oltre 100 miliardi previsti per il completamento del programma Constellation).
Gli scienziati hanno concluso auspicando anche una viva collaborazione con le tante nuove realtà private che potrebbero dare una grossa mano per mettere in piedi una missione in poco tempo e con costi molto contenuti.
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