Tenuto d'occhio perché a potenziale impatto con la Terra nel 2880, l'asteroide 1950DA non ha la struttura di un solido compatto ma è composto da detriti che stanno insieme grazie a deboli forze di coesione fra i suoi piccoli granuli. Potrebbe quindi sfaldarsi da solo, come è successo a P/2013 R3, ma anche in seguito a tentativi di deviarne la traiettoria se, fra qualche secolo, il rischio di impatto fosse cresciuto] Tenuto d'occhio perché a potenziale impatto con la Terra nel 2880, l'asteroide 1950DA non ha la struttura di un solido compatto ma è composto da detriti che stanno insieme grazie a deboli forze di coesione fra i suoi piccoli granuli. Potrebbe quindi sfaldarsi da solo, come è successo a P/2013 R3, ma anche in seguito a tentativi di deviarne la traiettoria se, fra qualche secolo, il rischio di impatto fosse cresciuto
1950DA, non è costituito da un unico blocco di roccia, ma da un insieme di piccoli detriti tenuti insieme da deboli forze coesive, note come forze di van der Waals. La scoperta, fatta da un gruppo di planetologi dell#65533;Università del Tennessee a Knoxville e descritta in un articolo pubblicato su “Nature”, è di particolare interesse perché 1950DA, che ha un diametro di un chilometro circa, è uno degli asteroidi di cui si sa che ha una probabilità (sia pur piccola: uno su 19.800) di colpire la Terra in un futuro non prossimo ma neppure troppo remoto: nel 2880. La fragilità di 1950DA, l'asteroide che minaccia la TerraLa sequenza di immagini della frantumazione dell'asteroide P/2013 R3. (Cortesia NASA/ESA) La sua composizione granulare implica che potrebbe fare la stessa fine di P/2013 R3, un asteroide di circa 200.000 tonnellate che lo scorso anno gli astronomi hanno visto spezzarsi sotto i loro occhi in una decina di frammenti del diametro medio di 200 metri ciascuno. Alla luce della dinamica con cui è avvenuto, in quel caso lo sfaldamento sarebbe da imputare alle forze di marea innescate dall'avvicinamento al Sole. La scoperta influisce sulle possibili tecniche da adottare nel caso in cui, a seguito di un aumento del rischio di impatto con la Terra, si volesse tentare di deviare 1950DA: un interazione violenta con l#65533;asteroide, efficace per deviare un corpo solido compatto, in questo caso potrebbe invece moltiplicare il rischio di impatto a causa del numero di frammenti generati: più piccoli dell'asteroide originario, ma comunque potenzialmente devastanti. La presenza di deboli forze di coesione fra i detriti che formano l'asteroride è stata dedotta dai ricercatori dopo aver rilevato che era dotato di una velocità di rotazione leggermente superiore a quella che permetterebbe a un asteroide di quel tipo di rimanere coeso se le forze che lo tengono insieme fossero solo la sua debole gravità e l'attrito fra i granuli che lo compongono. L'analisi della luce riflessa da 1950DA fa supporre – scrivono gli autori – che abbia una composizione analoga a quelle dell'asteroide Lutetia, osservato da vicino dalla sonda Rosetta nel corso del suo flyby del 2010: una regolite affine a quella che si trova sulla superficie lunare, a granulometria fine, i cui granuli hanno un diametro massimo di sei centimetri.] Un piccolo asteroide tenuto particolarmente d'occhio dagli astronomi, 1950DA, non è costituito da un unico blocco di roccia, ma da un insieme di piccoli detriti tenuti insieme da deboli forze coesive, note come forze di van der Waals. La scoperta, fatta da un gruppo di planetologi dell'Università del Tennessee a Knoxville e descritta in un articolo pubblicato su “Nature”, è di particolare interesse perché 1950DA, che ha un diametro di un chilometro circa, è uno degli asteroidi di cui si sa che ha una probabilità (sia pur piccola: uno su 19.800) di colpire la Terra in un futuro non prossimo ma neppure troppo remoto: nel 2880
La sua composizione granulare implica che potrebbe fare la stessa fine di P/2013 R3, un asteroide di circa 200.000 tonnellate che lo scorso anno gli astronomi hanno visto spezzarsi sotto i loro occhi in una decina di frammenti del diametro medio di 200 metri ciascuno. Alla luce della dinamica con cui è avvenuto, in quel caso lo sfaldamento sarebbe da imputare alle forze di marea innescate dall'avvicinamento al Sole.
La scoperta influisce sulle possibili tecniche da adottare nel caso in cui, a seguito di un aumento del rischio di impatto con la Terra, si volesse tentare di deviare 1950DA: un'interazione violenta con l'asteroide, efficace per deviare un corpo solido compatto, in questo caso potrebbe invece moltiplicare il rischio di impatto a causa del numero di frammenti generati: più piccoli dell'asteroide originario, ma comunque potenzialmente devastanti.
La presenza di deboli forze di coesione fra i detriti che formano l'asteroride è stata dedotta dai ricercatori dopo aver rilevato che era dotato di una velocità di rotazione leggermente superiore a quella che permetterebbe a un asteroide di quel tipo di rimanere coeso se le forze che lo tengono insieme fossero solo la sua debole gravità e l'attrito fra i granuli che lo compongono.
L'analisi della luce riflessa da 1950DA fa supporre – scrivono gli autori – che abbia una composizione analoga a quelle dell'asteroide Lutetia, osservato da vicino dalla sonda Rosetta nel corso del suo flyby del 2010: una regolite affine a quella che si trova sulla superficie lunare, a granulometria fine, i cui granuli hanno un diametro massimo di sei centimetri.
Immagine: 28,42 KB La sequenza di immagini della frantumazione dell#65533;asteroide P/2013 R3. (Cortesia NASA/ESA)] La sequenza di immagini della frantumazione dell'asteroide P/2013 R3. (Cortesia NASA/ESA)
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