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Ricerca toscana: Studia stress di andare su Marte

07/05/2009, 09:21

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[07/05/2009] - Cnr/ Che stress andare su Marte


Un esperimento senza precedenti per misurare l’incidenza dello stress e le risposte - fisiche e psicologiche - dell’organismo umano al confinamento forzato in un ambiente ristretto. Chiusi negli spazi angusti della navicella spaziale NEK, sei astronauti russi simulano in queste ore il viaggio dalla Terra verso Marte: a studiarne gli effetti e valutarne le possibili applicazioni terapeutiche su vasta scala sono i ricercatori del Centro Extreme, team multidisciplinare composto da ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna, dell’Università di Pisa e dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (IFC-CNR). Condotto nell’ambito del progetto Mars 500, lo studio Ares (Astronauts resistance enhancement to stress) ha già dato i suoi primi risultati: il team, infatti, è appena rientrato dalla Russia dove ha condotto una serie di esperimenti finalizzati a indagare i meccanismi biologici, psicologici e fisici che sono alla base della vulnerabilità individuale allo stress e a utilizzare i dati ottenuti per mettere a punto misure correttive. Della squadra fanno parte Angelo Gemignani, del Dipartimento di Scienze Fisiologiche dell’Università; Remo Bedini, Antonio Benassi e Alessandro Pingitore di Ifc-Cnr; Antonio L’Abbate, professore ordinario alla Scuola Superiore Sant’Anna e direttore del Centro Extreme.

Grazie alle misure messe a punto dai ricercatori toscani in tre giorni e tre notti di intenso lavoro (test psicologici, esami del sangue, monitoraggio di parametri autonomici, elettroencefalogramma ad alta densità, ecc.), è stato possibile acquisire i dati relativi alle risposte, sia fisiche che psicologiche, dei sei uomini che dal 31 marzo scorso sono chiusi nel simulatore spaziale NEK: la navicella destinata, nel 2020, alla vera spedizione su Marte. Il monitoraggio proseguirà per tutti e cento i giorni del viaggio virtuale di andata verso il pianeta rosso. Il quadro che emergerà - oltre a costituire una premessa indispensabile per la spedizione - consentirà di saperne di più sulla reazione psicofisica dell'organismo umano allo stress originato da condizioni estreme. E permetterà di trovare una soluzione per allentare la tensione e prevenirla. Soluzione che, oltre che sugli equipaggi delle missioni spaziali, potrà avere ricadute sulla popolazione in generale e in particolare sarà di aiuto per capire la relazione fra stress, sonno e funzioni dell'asse cuore-cervello anche negli operatori (come pompieri, militari, addetti alla protezione civile) costretti a lavorare in condizioni estreme.

“Il Centro Extreme”, osservano Remo Bedini e Antonio Benassi (Ifc-Cnr), “conduce da tempo studi d’avanguardia sugli effetti dello stress sull’asse cuore-cervello-polmoni; in un recente passato sono stati posti sotto esame i cosiddetti ‘atleti estremi’, ovvero i recordman dell’apnea profonda (tra questi, Umberto Pelizzari e Carlos Coste) e i triatleti delle competizioni Ironman. Gli astronauti rappresentano ora un modello ideale per lo sviluppo delle ricerche”. Aggiudicatosi il primo posto nella selezione avviata dall’Agenzia Spaziale Italiana, il progetto pisano studia le modifiche dell’onda cerebrale Sleep Slow Oscillation dovute allo stress. “Rilevata attraverso un elettroencefalogramma a 128 canali – aggiungono Gemignani e L’Abbate -, questa onda sostiene tutte le altre nella fase più profonda del sonno e garantisce il benessere. Il Centro Extreme sta dimostrando che su alcuni atleti, dopo una performance estrema che fa salire lo stress, la Sleep Slow Oscillation diminuisce o scompare, alterando le proprietà ristoratrici del sonno. Il ripristino dell'onda permette di recuperare il benessere”. E' su questo che si concentreranno i ricercatori e i risultati fino ad oggi ottenuti offrono interessanti prospettive. Il progetto getta le basi anche per lo sviluppo della cosiddetta “medicina prenosologica”, ovvero una nuova disciplina integrata in cui competenze medico-biologiche, tecnologiche si associano a quelle sociologiche ed architettoniche con l’unico scopo di salvaguardare la qualità della vita dell’uomo.

Il Direttore della Scuola Superiore Sant'Anna, Maria Chiara Carrozza, sottolinea la capacità, da parte della Scuola, di concorrere con successo a bandi come quello dell’Agenzia Spaziale Italiana per lo studio delle modifiche all’onda cerebrale, e di contribuire all’applicazione clinica dei risultati della ricerca sull’interazione fra stress, sonno e funzioni cardiache e cerebrali in particolari tipologie di lavoratori, rispettando la missione che le deriva dall’essere una istituzione universitaria dedicata alle Scienze Applicate. La prossima nascita del Polo di “Scienze della Vita”, dove fra l’altro troveranno posto tutti Laboratori di Scienze Mediche e Scienze Agrarie, darà poi ulteriore impulso a questo genere di ricerche. “La Regione Toscana”, spiega l'assessore all'università e alla ricerca Eugenio Baronti, “guarda con interesse a questo progetto, che mette insieme i migliori cervelli nelle diverse discipline, facendoli cooperare per raggiungere un obiettivo che li collega a una più grande iniziativa condotta a livello internazionale, come la missione Mars 500. Per la Toscana essere parte a pieno titolo di una missione spaziale internazionale è una opportunità importante. La Regione farà di tutto per valorizzare e favorire questa partecipazione, con un'attenzione particolare al versante del trasferimento dei risultati delle ricerche al mondo produttivo, per le potenzialità innovative che offre e per le ricadute scientifiche e sulla popolazione in generale”.

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[07/05/2009] - RICERCA: IN TOSCANA SI STUDIA STRESS ASTRONAUTI PER MISSIONE SU MARTE

(ASCA) - Firenze, 6 mag - Il quadro che emergera' - oltre a costituire una premessa indispensabile per la spedizione - consentira' di saperne di piu' sulla reazione psicofisica dell'organismo umano allo stress originato da condizioni estreme. E consentira' di trovare una soluzione per allentare la tensione e prevenirla. Una soluzione che, oltre che sugli equipaggi delle missioni spaziali, potra' avere ricadute sulla popolazione in generale e in particolare sara' di aiuto per capire la relazione fra stress, sonno e funzioni dell'asse cuore-cervello anche negli operatori (come pompieri, militari, addetti alla protezione civile) costretti a lavorare in condizioni estreme. ''La Regione - assicura l'assessore alla Ricerca Eugenio Baronti - fara' di tutto per valorizzare e favorire questa partecipazione, con un'attenzione particolare al versante del trasferimento dei risultati delle ricerche al mondo produttivo per le potenzialita' innovative che offre, sia in campo clinico che farmacologico''.
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[05/05/2009] - Spazio, la ricerca toscana va su marte per studiare lo stress

Missione internazionale Mars 500: un progetto nato e cresciuto a Pisa

Una sperimentazione sugli astronauti che avrà ricadute su tutti

Firenze, 4 mag. - (Adnkronos) - La Toscana partecipa alla missione internazionale Mars 500 con un progetto, nato e cresciuto a Pisa, per il monitoraggio degli astronauti nelle missioni spaziali, con ricadute nel mondo della ricerca clinica e biomedica, ma anche promettenti sviluppi sul mondo produttivo e sull'economia.

Il progetto toscano studia, in particolare, le reazioni psicofisiche allo stress. I risultati degli esperimenti condotti dagli scienziati pisani sulla squadra all'interno della navicella per le simulazioni della spedizione su Marte, allestita nella base di Mosca, non serviranno solo per le missioni spaziali ma anche per la popolazione in generale. E' un progetto importante che la Regione Toscana intende valorizzare.

Anche per questo l'assessore regionale all'Universita' e la ricerca, Eugenio Baronti, sara' presente all'iniziativa prevista per mercoledi' 6 maggio, a Pisa, nell'area Cnr di San Cataldo, aula 28, a partire dalle ore 10.30. Partecipano studiosi ed esperti nazionali e internazionali oltre ai dirigenti dell'Ateneo, del Cnr e del Sant'Anna di Pisa.

08/05/2009, 09:56

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Prendete un gruppo di astronauti, rinchiudeteli in un simulatore per missioni spaziali e tarate il navigatore intergalattico sull’uscita “Marte”. Vabbè, fin qui nulla di strano. Tale gruppo di astronauti in isolamento c’è già, in quel di Mosca, e uno studio congiunto tra Cnr di Pisa, l’altrettanto pisana Scuola Superiore Sant’Anna, il Centro Extreme, servirà a stabilire quale connessione c’è tra le persone sane soggette allo stress di un viaggetto seppure virtuale su Marte e l’insorgenza di malattie legate all’asse cervello-cuore-polmoni.
Si parte da un dato specifico: il corpo umano in situazioni di stress produce sostanze che servono a riequilibrare lo scompenso. «Catecolamine e cortisolo, per esempio - spiega a Libero il dottor Angelo Gemignani del dipartimento di Fisiologia clinica del Cnr - che vengono rilasciate in circolo davanti a situazioni di stress. È il modo con cui l’organismo combatte l’emergenza, ristabilisce la normalità insomma. Ma se lo stress aumenta nel tempo, o meglio si diluisce in un arco temporale prolungato, come può essere una missione spaziale, beh gli effetti sull’organismo possono essere seri e le condizioni sintomatologiche e sindromiche che si innestano su questo possono avere ripercussioni serie».

Gli scienziati hanno osservato che negli atleti estremi, anche’essi sottoposti a gravi situazioni di stress, la condizione sintomatologica più frequente è un’alterazione del sonno. «L’insonnia o la polisonnia - prosegue Gemignani - sono solo due delle spie che devono attrarre l’attenzione». Il dottor Antonio L’Abbate, direttore del Centro Extreme, fa notare peraltro che «tali campanelli d’allarme se trascurati per lungo tempo, e quindi non curati, possono ingenerare a loro volta disturbi più o meno lievi a carico di specifici organi bersaglio tra cui lo stomaco, il cuore con aritmie più o meno serie, il cervello, l’apparato respiratorio e il sistema immunitario che invece tende a deprimersi».

E uno arrivato fin qui potrebbe anche dire: beh, saranno problemi degli astronauti, insomma mica tutti il week end lo passiamo, chessò, sugli anelli di Saturno… L’interesse della ricerca - al di là delle battute - sta però da un’altra parte: capire come tali condizioni prepatologiche insorgono per far sì di intervenire in tempo.

Del resto, confermano gli scienziati, lo stress quello è e altro dato di fatto è quello che viviamo in una società stressogena, che porta di per sé ad avere piccole o grandi frustrazioni quotidiane.

«Ecco - dice il dottor Gemignani - quella che per il sentimento comune è una lieve depressione e che in realtà è uno stato apatico magari, o una piccola frustrazione, sono precedute spesso da disturbi del sonno come quelli registrati in chi con le condizioni di stress estremo ci ha a che fare per sport o lavoro, vedi atleti e astronauti. Per questo li vogliamo studiare. Alcune onde dell’elettroencefalogramma notturno mostrano alterazioni che sono specifiche. Un’insonnia che da transitoria diventa cronica può portare ansia, depressione, malattie che sono di tutta la popolazione. C’è un 2,5% di possibilità in più di sviluppare una forma depressiva se si soffre di disordini del sonno. Noi studiamo soggetti sani per curare i malati».

Insomma, gli astronauti guariranno le frustrazioni da casalinghe disperate di ciascuno… «Beh, se vogliamo metterla così - chiude Gemignani - possiamo pure dirlo: usiamo gli astronauti per curare le casalinghe disperate».

13/05/2009, 10:04

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La ricerca toscana alla conquista del pianeta rosso

Aggiudicatosi il primo posto nella selezione avviata dall'Agenzia spaziale italiana, il progetto pisano studia le modifiche dell'onda cerebrale Sleep Slow Oscillation dovute allo stress

Firenze - La Toscana volera' su Marte. E’ una prospettiva tutt'altro che futuribile per la ricerca della nostra regione, parte integrante del progetto Mars 500 che sta gia' lavorando a pieno ritmo alla fase propedeutica, in vista della prossima missione spaziale sul pianeta rosso. Il progetto si chiama ARES (Astronauts Resistance Enhancement to Stress) e a portarlo avanti e' un team interdisciplinare del pisano Centro Extreme, composto da ricercatori dell'Universita' di Pisa, dell'istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR) e della Scuola Superiore Sant'Anna.

Il team e' appena rientrato dalla Russia dove ha condotto una serie di esperimenti finalizzati a indagare, attraverso uno sforzo interdisciplinare, appunto, i meccanismi biologici, psicologici e fisici che sono alla base della vulnerabilita' individuale allo stress e a utilizzare i dati ottenuti per mettere a punto misure correttive. Del team fanno parte Angelo Gemignani, del dipartimento di fisiologia e biochimica; Antonio Benassi, dirigente di ricerca; Remo Bedini, ingegnere di IFC-CNR; Antonio L'Abbate, professore alla Scuola Superiore Sant'Anna; Alessandro Pingitore, ricercatore che si occupa di risonanza magnetica ed ecografia.

Grazie alle misure messe a punto dai ricercatori toscani in tre giorni e tre notti di intenso lavoro (test, esami del sangue, misurazione della pressione, elettroencefalogramma, ecc) gli astronauti che dal 31 marzo scorso sono stati chiusi nel simulatore spaziale NEK, la navicella destinata, nel 2020, alla vera spedizione su Marte, per circa 100 giorni proseguiranno il monitoraggio sulle risposte, sia fisiche che emotive, dei sei uomini messi alla prova dall'esperienza del confinamento forzato in un ambiente chiuso.
Il quadro che emergera' - oltre a costituire una premessa indispensabile per la spedizione - consentira' di saperne di piu' sulla reazione psicofisica dell'organismo umano allo stress originato da condizioni estreme. E consentira' di trovare una soluzione per allentare la tensione e prevenirla. Una soluzione che, oltre che sugli equipaggi delle missioni spaziali, potra' avere ricadute sulla popolazione in generale e in particolare sara' di aiuto per capire la relazione fra stress, sonno e funzioni dell'asse cuore-cervello anche negli operatori (come pompieri, militari, addetti alla protezione civile) costretti a lavorare in condizioni estreme.

Aggiudicatosi il primo posto nella selezione avviata dall'Agenzia spaziale italiana, il progetto pisano studia le modifiche dell'onda cerebrale Sleep Slow Oscillation dovute allo stress.
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