La curiosa notizia è stata pubblicata qualche giorno fa dall’Ansa. Secondo la rivista “Earth and Planetary Science Letters”, la sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), tramite le sue strumentazioni, avrebbe inviato sulla terra alcune immagini elaborate e studiate dai ricercatori della Scuola Internazionale per la ricerca nelle scienze planetarie, che ha sede presso l’Università di Pescara.
Secondo gli esperti, dalle immagini giunte si evincerebbe che alcuni di questi vulcani non abbiano un’origine “naturale”: costituiti prevalentemente da fango, presentano una forma conica con una base avente un diametro compreso fra i 100 ed i 500 metri ed un’altezza che raggiunge qualche decina di metri. Alla loro sommità, sono caratterizzati da una strana depressione, simile ad un cratere. Per questo motivo e per le loro ridotte dimensioni potrebbero non essere veri e propri vulcani ma strutture prodotte artificialmente da fluidi, gas e fango risaliti in superficie. Ciò potrebbe costituire la prova che in epoche remote, ma forse anche ora, sotto la superficie del pianeta potrebbe scorrere acqua.
Ovviamente si tratta di ipotesi che vanno approfondite, cercando la presenza di strutture simili anche in altre zone del pianeta rosso.
Secondo gli scienziati, il sottosuolo di Marte potrebbe celare straordinarie sorprese: poiché il fango, per formarsi, ha bisogno di acqua allo stato liquido si ipotizza che al di sotto della crosta marziana possano scorrere veri e propri fiumi che, ipoteticamente, potrebbero aver originato qualche forma di vita sotterranea…
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