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MessaggioInviato: 26/10/2011, 21:22 
Grazie all’analisi delle riprese ad alta definizione ottenute dalla telecamera HiRISE è stato possibile determinare per la prima volta la velocità dei venti su Marte che spirano all’interno dei cosidetti dust devil.
Tempeste di polveri su Marte. Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS
Grazie all’analisi delle riprese ad alta definizione, ottenute dalla telecamera HiRISE dell’orbiter Mars Reconnaissance, durante e dopo lo sviluppo di alcuni dust devil, gli improvvisi “tornado” di polveri che periodicamente si formano nell’atmosfera di Marte a diretto contatto col suolo, è stato possibile determinare per la prima volta la velocità dei venti che spirano all’interno dei vortici.

I valori ottenuti – da 20 a 45 metri al secondo – si piazzerebbero secondo una scala terrestre tra bufera ed uragano. Le perturbazioni, che sembrano generarsi preferenzialmente attorno a metà del pomeriggio marziano – quando i contrasti tra le temperature del suolo e dell’aria, che scatenano i moti vorticosi, sono più intense – si elevano ad altezze comprese tra 150 metri circa a 1 Km, con diametro variabile da 30 a 250 metri.

Tenendo conto della diversa gravità dei due pianeti, questi parametri li rendono più simili ai tornado che si scatenano sul nostro pianeta, piuttosto che ai mulinelli tipici delle zone desertiche terrestri, da cui prendono il nome




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MessaggioInviato: 27/10/2011, 09:29 
Immagine fantastica.
Davvero affascinante.
Ci ricorda che Marte, il nostro vicino, anche se con forze del tutto naturali, ... è vivo!


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MessaggioInviato: 27/10/2011, 13:17 
ad onore del vero si puo' affermare ke,praticamente,l'intero sistema solare e vivo x una serie di motivi siti nei vari pianeti et satelliti ke lo compongono [;)]
------------------------------------------------------------------------------------

ritornando su marte


"

"Gli scienziati hanno teorizzato a lungo l'esistenza di questi tornado sulla superficie del pianeta rosso, ne avevano osservato le tracce con le sonde in orbita ma non li avevano mai visti sulla superficie del pianeta.

Le prime immagini di un dust devil marziano, infatti, ci sono state trasmesse dai rover Spirit e Opportunity.

E, fino ad oggi, non si conosceva nemmeno la velocità del vento all'interno di questi tornado. Si sapeva però che era sufficiente per "soffiare" via le particelle di polvere e trasportarle a lungo nell'atmosfera del pianeta rosso.

In effetti Spirit ed Opportunity hanno beneficiato diverse volte del vento marziano per ripulire i loro pannelli solari, ma solo recentemente gli scienziati del team HiRISE sono stati in grado di determinare la velocità del vento all'interno dei dust devils.



Le traccie lasciate dai dust devils marziani appaiono come solchi profondi viste dall'orbita della sonda MRO - Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS Venti molto rapidi in un'atmosfera molto tenue.
Grazie allo studio del dottor David Choi del Goddard Space flight Center, adesso siamo in grado di registrare la velocità del vento all'interno dei dust devils marziani.

Per fare questo, sono state utilizzate una serie di immagini ad alta risoluzione riprese dalla telecamera HiRISE a bordo della sonda MRO: la qualità delle immagini è talmente elevata che a volte è possibile vedere l'evoluzione al suolo di alcuni dettagli della tempesta.

Analizzando questi dettagli e conoscendo l'intervallo di tempo intercorso tra i fotogrammi, David Choi è riuscito a calcolare la velocità del vento.

Adesso sappiamo che alcune raffiche di vento all'interno dei dust devils marziani si muovono a circa 45 metri al secondo, ovvero 160 chilometri orari. Un vento viene considerato 'forza uragano' se supera i 33 metri al secondo.

Queste tempeste appaiono generalmente verso le 03.00 ora marziana, hanno un diametro compreso tra i 30 ed i 250 metri e possono essere alti fino a 700 metri.

In ogni caso, bisogna ricordare che la pressione atmosferica sulla superficie di Marte è circa un centesimo di quella Terrestre al livello del mare. Quindi anche un vento particolarmente veloce non produce lo stesso effetto che avrebbe sulla Terra."



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Le traccie lasciate dai dust devils marziani appaiono come solchi profondi viste dall'orbita della sonda MRO - Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS


http://liftoff.it/post/tempeste-su-marte/


Ultima modifica di ubatuba il 27/10/2011, 13:34, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 28/10/2011, 09:25 
delle vere e proprie lacerazioni della superficie.
Un'effetto ottico bellissimo.


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18/11/2011
Le dune che si muovono
Immagini del Mars Reconnaissance Orbiter mostrano inequivocabilmente lo spostamento di dune di sabbia. Venti più forti di quelli che pensiamo su Marte?



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A dune in the northern polar region of Mars shows significant changes between two images taken on June 25, 2008 and May 21, 2010 by NASA's Mars Reconnaissance Orbiter. Image credit: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Ariz./JHUAPL

PASADENA, Calif. -- Le immagini del Mars Reconnaissance Orbiter mostrano dune di sabbia e creste muoversi lungo la superficie di Marte in dozzine di punti e per distanze notevoli. Queste osservazioni rivelano che la superficie sabbiosa è più dinamica di quanto pensato finora.
Marte quindi sperimenta molto più vento di quanto noi pensiamo, oppure i venti sono in grado di trasportare più sabbia di quanta finora ipotizzato. Siamo soliti pensare che la sabbia di Marte sia relativamente immobile, ma queste osservazioni cambiano senza dubbio questo punto di vista.

E' ovviamente noto che la sabbia rossa viene spazzata durante le tempeste di sabbia su Marte, ma la sabbia più scura è formata da grani più grandi e pesanti da spostare. Meno di un decennio fa, gli scienziati hanno pensato che le dune e le creste su Marte non si muovessero più di tanto.
MRO fu lanciato nel 2005. Le immagini iniziali hanno documentato soltanto pochi casi di slittamento di dune di sabbia e di creste. ora, dopo anni di monitoraggio, la sonda ha documentato movimenti di pochi metri per anno in dozzine di posti sul pianeta.

L'aria su Marte è rarefatta, quindi sono necessari venti davvero forti per spingere un granello di sabbia. Gli esperimenti nelle gallerie del vento mostrano che occorrono venti di circa 130 chilometri orari per muovere una certa quantità di sabbia, che invece sulla Terra verrebbe spostata da venti a 16 chilometri orari. Venti di questo tipo dovrebbero essere rari su Marte.
La sabbia si muove saltellando di posto in posto, ma prima dell'arrivo dei rovers su Marte non avevamo evidenza di questi spostamenti. Ci sono anche zone nelle quali non esiste alcuno spostamento, e queste zone potrebbero avere grani più grandi e pesanti, oppure la superficie del pianeta potrebbe essersi solidificata unendo i grani.

Fonte: NASA JPL

da skype


Ultima modifica di ubatuba il 22/11/2011, 13:40, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 13/03/2012, 15:30 
la fotocamenra dell'esperimento hirise a bordo del mars reconnaissance
orbiter ha catturato un dust devil i grandi dimensioni ben 800mt di altezza e 30 mt di diametro nella zona amazonis planitia



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http://newsspazio.blogspot.com/2012/03/ ... sulla.html


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MessaggioInviato: 13/03/2012, 17:50 
che foto meravigliosa!


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almeno ogni tanto la nasa stupisce......[;)]


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MessaggioInviato: 14/03/2012, 10:28 
Bellissima!



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http://fede1988.splinder.com/
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..diciamo che ogni tanto un colpo di .......fortuna non guasta [;)]


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ankora sorprese nel pianeta rosso,se ad un primo momento le dune erano considerate di natura sabbiosa,ad uno studio piu' approfondito risultano ammassi solidi scolpiti da vento.............................................

"A un primo sguardo, quelle regolari ondulazioni sulla superficie di Marte visibili in alcune delle immagini ottenute dall'High Resolution Imaging Science Experiment, esperimento a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter della NASA, sembrano dune di sabbia. Ma ad un'analisi più accurata, piuttosto che ammassi composti da materiale sabbioso, risultano essere rocce compatte, letteralmente scolpite in questo modo dai venti che spirano sul Pianeta Rosso. Strutture mai osservate prima, scoperte da un gruppo di geologi dell'Università di Washington che le hanno battezzate “rilievi rocciosi periodici” (Periodic Bedrock Ridge, PBR).
Per il team di scienziati queste rughe sulla superficie di Marte sono state scavate da una insolita forma di erosione eolica che si è sviluppata in direzione perpendicolare rispetto a quella dei venti prevalenti che spirano sul pianeta. Un fenomeno dovuto probabilmente alle interazioni dei venti con la conformazione orografica di Marte che può avere modificato localmente il loro corso, facendoli risalire in quota, per poi tornare a terra.
Per David Montgomey, che ha guidato la ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati online in un articolo sul sito della rivista Journal of Geophysical Research, queste rocce erose “possono raccontarci la storia di cosa è accaduto in quei luoghi. Il vento infatti ci avrebbe fatto il favore di esporre gli strati più interni di alcune rocce della superficie di Marte, nei quali possiamo leggere la storia della loro formazione ed evoluzione”.



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MessaggioInviato: 24/04/2012, 16:09 
..Non molto tempo fa parlavamo di un grande "tornado" osservato sulla superficie di Marte, dalla camera HiRISE a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO). Dopo quel successo, gli scienziati della missione hanno cercato altri simili fenomeni e sono riusciti a trovare, nella stessa regione, un'altro tornato (per l'esattezza, un dust devil) ben più grande e imponente. La regione è la Amazonis Planitia, ed è stata ripresa in una tranquilla giornata della tarda primavera Marziana. La lunghezza dell'ombra proiettata sul terreno, indica che il dust devil (una grande colona di polvere) raggiunge un'incredibile altezza di 20 km rispetto alla superficie! Per dare un'idea di quanto è grande, pensate che è più del doppio l'altezza del monte Everest! Nonostante quest'altezza colossale, la colonna ha un diametro di soli 70 metri, e questo da l'aspetto a questo diavolo di sabbia un'aspetto simile a quello di un serpente.



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Immagine del grande "dust devil" fotografato dalla camera HiRISE sulla superficie di Marte. Credit: NASA/JPL/MRO


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Immagine del dust devil osservato su Marte, visto da un'altra prospettiva. Credit: NASA/JPL/MRO/HiRISE




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Quest'immagine, oltre a mostrare meglio la struttura del dust devil, mostra anche le tracce lasciate sul terreno. Se guardate con attenzione, vedete la linea lasciata dietro dal passaggio di questo mostro. Credit: NASA/JPL/MRO/HiRISE/University of Arizona





http://www.jpl.nasa.gov/news/news.cfm?r ... l&rst=3330


Ultima modifica di ubatuba il 24/04/2012, 16:17, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 14/09/2012, 12:34 
La presenza del metano su Marte è da molto tempo una fonte di grande perplessità per gli scienziati ma anche alla base di alcune delle ipotesi astrobiologiche più affascinanti; questo gas è molto instabile e sparisce presto nell'atmosfera, ma su Marte è stato misurato in quantità sorprendenti, che cambiano con il cambiare delle stagioni e alle volte arrivano a toccare anche picchi molto alti. La sua presenza implica una qualche fonte che continua a rifornirlo nell'atmosfera. Fu proposto da diversi astrobiologi che si potrebbe trattare di batteri, come succede sulla Terra, mentre altri sostenevano che il fenomeno poteva essere spiegato anche con ipotesi geologiche, senza ricorrere alla vita. Adesso un gruppo di ricercatori del Messico ha trovato un'altra possibile spiegazione, piuttosto inaspettata: il metano potrebbe essere rifornito da tempeste di sabbia e dust devil (simili a tornado).

"Proponiamo un nuovo meccanismo per la produzione del metano, in base all'effetto delle scariche elettriche sopra superfici ghiacciate" si legge nella ricerca pubblicata nella rivista scientifica "Geophysical Research Letters" da un team guidato da Arturo Robledo-Martinez, dell'Università Autonoma Metropolitana, Azcapotzalco, Messico.
"Le scariche, causate dall'elettrificazione dei dust devil e tempeste di sabbia, ionizzano gas di CO2 e molecole di acqua, che forniscono gli ingredienti per formare poi metano."




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Variazione prevista prima e dopo le scariche elettriche, nella quantità di metano. Credit: Robledo-Martinez, A, H, Sobral/A. Ruiz-Meza (2012)

In una simulazione in laboratorio, hanno mostrato che gli impulsi elettrici sopra campioni di ghiaccio, all'interno di un'atmosfera che simulava quella su Marte, ha prodotto 1.41x1016 molecole di metano per ogni joule di energia applicata. I risultati degli esperimenti sono stati comparati con la fotolisi indotta grazie alla radiazione di laser UV e si è scoperto che anche in quel caso veniva prodotto del metano, anche se l'efficienza della fotolisi arrivava soltanto ad un terzo di quella della scarica.

Gli scienziati sottolineano che questo non significa automaticamente che il metano non potrebbe provenire anche da altre fonti, ma il modo in cui i dust devil e le tempeste riescono a formarsi rapidamente significa anche che possono rapidamente generare tanto metano. "Il meccanismo presentato qui potrebbe agire in parallelo con altri meccanismi proposti ma il suo vantaggio è che può generare metano molto rapidamente e quindi spiegare la generazione dei picchi improvvisi che vediamo nei dati" spiegano i ricercatori messicani

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Il rover Spirit ha ripreso questo spettacolare piccolo dust devil sulla superficie di Marte. (i più grandi come quello fotografato in apertura arrivano ad essere alti 20 km! cioè oltre il doppio dell'Everest!). Se l'animazione non parte cliccateci sopra. Credit: NASA/JPL

Il metano nell'atmosfera Marziana è stato osservato già dal 1999, ma nel 2009 gli scienziati che studiavano l'atmosfera del Pianeta Rosso da diversi anni, hanno annunciato che ci sono tre diverse regioni dove c'è un grande rilascio di metano. Le tre regioni si trovano su aree dove si pensa che c'era molta acqua in passato e che ora sono coperte da depositi di ghiaccio.
In seguito furono anche osservati pennacchi di metano che sono arrivati a 19.000 tonnellate metriche rilasciate in un solo colpo. I pennacchi erano emessi durante le stagioni più calde, primavera ed estate, che è anche lo stesso periodo in cui si formano i dust devil più grossi.

Il metano è molto eccitante perché come detto prima, nell'atmosfera Marziana durerebbe al massimo qualche centinaio di anni prima di sparire del tutto, e questo significa che c'è per forza un meccanismo (o più di uno) che continua a rifornire metano. In origine, nel 2009, fu proposta l'ipotesi di permafrost che si scioglieva periodicamente all'interno di profonde fratture o fessure nella crosta, permettendo così al metano di sfuggire. Oppure potrebbe essere prodotto da un processo geologico chiamato serpentinizzazione, che si basa su una reazione tra acqua e roccia. Ovviamente c'è anche l'ipotesi biologica, ma essendo quella più ardita è anche quella che richiederebbe la più grande quantità di prove a suo sostegno.



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Mappa della distribuzione del metano sulla superficie di Marte. Credit: NASA

Se però adesso viene dimostrato che i dust devil e le tempeste possono spiegare benissimo il metano, il mistero diventa molto più facile da risolvere, e l'ipotesi biologica diventa molto più difficile da sostenere.

La nuova ricerca ha menzionato anch'essa le fissure nella superficie ma per una ragione differente: il campo elettrico generato dai dust devil è amplificato dalla topologia del suolo: "Il campo elettrico prodotto da un dust devil non solo può battere facilmente la forza dielettrica dell'atmosfera Marziana, ma può anche penetrare all'interno di fratture nel suolo ed arrivare a strati ghiacciati in profondità, per via della particolare topografia del terreno."

Con una concentrazione di circa 10-50 parti per miliardo, il metano è ancora soltanto un pallido elemento di traccia nell'atmosfera Marziana, ed i picchi molto alti osservati restano difficili da spiegare. Forse ulteriori esperimenti e dimostrazioni di questa nuova ipotesi potranno finalmente chiarire il mistero.

http://www.agu.org/pubs/crossref/2012/2 ... 3255.shtml

http://www.universetoday.com/97280/coul ... tmosphere/

link2universe


come teoria potrebbe essere plausibile,ma e' necessario fare pure considerazioni,se la quantita' di metano ch4 su marte e' molto superiore al previsto e che le molecole si dissociano facilmente,x riprodurlo,sarebbe necessario una quantita' di dust devils impressionante
cosa che con le notizie in ns possesso sembrano escludere,quindi x la presenza del ch4 dovrebbero esserci altre ipotesi/soluzioni...................[;)]


Ultima modifica di ubatuba il 14/09/2012, 12:40, modificato 1 volta in totale.

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