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MessaggioInviato: 18/08/2012, 16:05 
Ecco, quello sì che è un cratere d'impatto; come la mettiamo con i "circhi"? Perché così vengono chiamati, non crateri ...[;)]



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Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 08/09/2012, 15:54 
Sulla Terra, i ghiacciai polari rappresentano l'ultima frontiera nello studio della storia climatica del nostro pianeta. L'analisi di campioni di ghiaccio prelevati in profondità permette infatti di capire ad esempio come siano variati temperatura e composizione chimica dell'atmosfera nelle ultime centinaia di migliaia di anni.
Seguendo questa metodologia, anche gli scienziati che studiano Marte stanno provando a ‘leggere' le informazioni sulla storia del clima del Pianeta rosso conservate tra i ghiacci delle sue spesse calotte polari. In questo caso non è certo possibile effettuare delle perforazioni e analisi come in Antartide o in Groenlandia, ma bisogna accontentarsi delle numerose immagini ad alta risoluzione raccolte negli anni dalle missioni di esplorazione di Marte. Fondamentali in questo tipo di ricerca sono quelle che mettono in evidenza, in alcune particolari zone come dirupi e pendii, una netta stratificazione di ghiaccio e polveri. I differenti spessori e le differenti concentrazioni di materiale sarebbero direttamente correlate a sensibili cambiamenti nel clima del pianeta. Per gli scienziati i responsabili principali di tali sbalzi sarebbero le variazioni di inclinazione dell'asse di rotazione sperimentate nel tempo da Marte, che avrebbero determinato notevoli cambiamenti nella sua insolazione.
Trovare però una correlazione tra il flusso di radiazione solare e gli strati osservati tra i ghiacci marziani è un lavoro assai complesso e ancora con molti margini di incertezza. Ora però uno studio guidato da Christine Hvidberg, ricercatrice presso il Niels Bohr Institute dell'Università di Copenaghen e pubblicato sulla rivista Icarus, apre un nuovo capitolo in questo settore. “Noi siamo andati in una direzione completamente diversa rispetto alle linee di ricerca finora utilizzate” spiega la Hvidberg. “Abbiamo sviluppato un modello teorico di come si formano gli strati di ghiaccio e polveri sulla base di processi fisici fondamentali e i suoi risultati evidenziano l'esistenza di una correlazione tra l'accumulo di ghiaccio e polvere con l'intensità dell'irraggiamento solare”.
E la simulazione non solo conferma questa relazione, ma è in grado di riprodurre piuttosto accuratamente la distribuzione degli strati ghiacciati che sono stati rilevati dalle immagini satellitari ad alta risoluzione nella calotta del polo nord di Marte. ”Il modello è in grado di ricostruire la storia dei ghiacci del nord di Marte fino a una profondità di 500 metri, pari a circa 1 milione di anni, indicando un tasso di accumulo medio di ghiaccio e polvere di 0,55 mm all'anno” prosegue la ricercatrice . “La simulazione mette in relazione i singoli strati ai periodi di massimo irraggiamento solare e siamo così in grado di ricostruire la storia del clima di questa regione nell'arco di un milione di anni “.

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da skylive

interessante notizia,ma purtroppo dovuta ad una simulazione,occorrerebbe una visita in loco x avere notizie certe in tutti i sensi........[;)]


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MessaggioInviato: 12/09/2012, 13:15 
Dalle nostre parti, sulla Terra, si usa per conservare i cibi, raffreddare i processori dei supercomputer, e per creare effetti scenografici in molti spettacoli. Ma su Marte, il ghiaccio secco (o meglio, anidride carbonica allo stato solido), crea vere e proprie nevicate. Lo ha scoperto la sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA, individuando il primo esempio conosciuto di neve di anidride carbonica nel Sistema Solare. In un articolo pubblicato su Journal of Geophysical Research, Paul Hayne del NASA Jet Propulsion Laboratory di Pasadena e i suoi colleghi descrivono una nuvola di anidride carbonica congelata, osservata nel 2006/7 nei pressi del polo sud del Pianeta Rosso, in quella che da quelle parti è la stagione invernale. Hayne e i suoi colleghi hanno analizzato i dati ricavati dal Mars Climate Sounder, uno dei sei strumenti di MRO, che rileva le emissioni in nove lunghezze d'onda tra il visibile e l'infrarosso. I dati hanno fornito informazioni su temperature, grandezza e concentrazione delle particelle presenti nella nuvola. Hanno così concluso di trovarsi di fronte a una nuvola di anidride carbonica allo stato solido, persistente e del diametro di circa 500 km sul polo, più altre nuvole più piccole e di vita più breve a latitudini tra i 70 e gli 80 gradi sud. “Siamo sicuri che si tratti di anidride carbonica, e che i fiocchi siano abbastanza grandi da causare precipitazioni e l'accumulo di neve sulla superficie” spiega Hayne.
L'anidride carbonica congela e solidifica a temperature inferiore ai 125 gradi Celsius. Il polo sud è l'unica zona di Marte dove l'anidride cabonica congelata si trova per tutto l'anno marziano, e ci si è sempre chiesti da dove venga: se dal precipitazioni atmosferiche, o dal congelamento di quella già presente sulla superficie. Questo studio dimostra che almeno sulla sommità della calotta polare le precipitazioni sono la fonte più importante.

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MessaggioInviato: 17/09/2012, 13:49 
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Un cratere marziano e intorno due colate successive di lava liquida che si riversano in parte all'interno della depressione, formando delle chiarissime onde solidificate. Questo il panorama mostrato dalla magnifica immagine di oggi, catturata dalla missione Mars Reconnaissance Orbiter (MRO). Un'immagine in grado di raccontare episodi del passato del pianeta Marte.
L'immagine è stata generata dall'esperimento HIRISE il 25 ottobre 2011, mentre la sonda NASA sorvolava Marte a una distanza di 255 Km dalla sua superficie. Al centro dell'immagine, un cratere di circa 3 chilometri di diametro. Generalmente un cratere d'impatto di queste dimensioni è circondato da un bordo rialzato che si genera nell'evento violento dell'impatto. Sulla superficie intorno sono di solito ben visibili gli ejecta sparati fuori dal cratere e altre strutture generate nell'impatto.
Non nell'immagine di oggi. Intorno al cratere, guardando a sud, la superficie risulta liscia e levigata. La spiegazione è abbastanza evidente: i segni dell'impatto sono stati cancellati da alcune colate di lava successive che hanno inizialmente ricoperto la zona a sud, livellandola, per poi stratificarsi in una seconda ondata da nord che si è in parte riversata nella depressione del cratere.
Il fenomeno è ben noto, anche sulla Terra. La lava che cola riempie le zone più basse sul suo cammino e gira intorno a montagne e superfici rialzate, ricoprendole solo se la colata è di portata sufficiente. Raffreddandosi, la lava forma delle strutture la cui forma e dimensione dipende da molti parametri. Studiando come la lava interagisce con gli ostacoli circostanti e i tempi di raffreddamento, gli scienziati possono ipotizzare composizione e temperatura della lava stessa, due informazioni fondamentali per lo studio della geologia del pianeta.
Proprio come in questa immagine, che ci racconta la storia di questo cratere marziano, ricoperto da due colate successive di lava, provenienti da direzioni diverse. In un primo momento, la zona a sud del cratere risulta ricoperta da una colata che si è affreddata formando una superficie liscia e cancellando ogni segno intorno al cratere da impatto. Questa prima colata non è stata di portata sufficiente per oltrepassare il bordo del cratere, che ha agito come un muro bloccando questo primo flusso. Una seconda colata, avvenuta in epoca più recente e di potenza decisamente maggiore, è invece osservabile a nord del cratere. In questo secondo caso la colata è stata di portata sufficiente per scavalcare il bordo sopraelevato del cratere e colare parzialmente all'interno di esso.
Se il bordo fosse stato più basso o la colata avesse continuato, il cratere sarebbe stato completamente ricoperto e non avremmo avuto modo di osservare questa magnifica istantanea che racconta la storia di questo piccolo angolo di mondo. Di un altro mondo.

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MessaggioInviato: 26/09/2012, 11:37 
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Phobos, luna di Marte, catturata durante il giorno dalle camere del rover Curiosity. Credit: NASA/JPL/Caltech/MSSS

Probabilmente sapevate già che le nuove camere montate sul rover Curiosity sono estremamente potenti e sensibili (tra le migliori mai lanciate nello spazio) ma questa è una riprova! Sono infatti riuscite a catturare un'immagine della piccola luna Phobos vista di giorno dalla superficie di Marte! L'immagine sopra è una piccola parte dell'originale, a cui è stato aumentato il contrasto per mettere meglio in evidenza la luna (sotto trovate l'originale). Al di la di eventuali scopi scientifici, quest'immagine è davvero una vista semplicemente bella di per se stessa!



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Immagine originale di Phobos vista nel cielo Marziano dal rover Curiosity. Credit: NASA/JPL/Caltech/MSSS

Secondo la mitologia greca, Phobos è uno dei figli di Ares (Marte) e Afrodite (Venere). I nomi di Deimos e Phobos (le due lune di Marte) significano rispettivamente terrore e paura, e furono assegnati su suggerimento del professore di scienze di Eton Henry Madan in onore dei due compagni del dio della guerra Marte citati nel XV libro dell'Iliade.

Visto dalle latitudini equatoriali della superficie di Marte, Fobos all'opposizione (corrispondente ad una fase di Luna piena) appare grande quanto un terzo della Luna vista dalla Terra. Al suo sorgere presenta un diametro angolare di 8'; allo zenit di 12,3'. Appare tanto più piccolo quanto maggiore è la latitudine dell'osservatore ed è completamente invisibile (sempre oltre l'orizzonte) da latitudini maggiori di 69°. Raggiunge una magnitudine apparente massima di -3,9.

La luna è relativamente molto piccola, con un diametro di soli 22 km circa, ma si trova molto vicino a Marte e ruota molto rapidamente (completa un orbita in meno di un giorno marziano! Il suo ciclo si completa interamente in una sola notte e ha un periodo apparente di 11 ore! In pratica per 4 ore e mezza si vede nel cielo poi sorge nuovamente 6 ore e mezza dopo, da ovest verso est.
Date le orbite molto frequenti, non è rarissimo vedere eclissi e lo stesso Curiosity ne ha da poco ripreso una!

http://mars.jpl.nasa.gov/msl/

http://mars.jpl.nasa.gov/msl/multimedia ... _DXXX&s=45

link2universe

ora dopo tante interessantissime curiosita'fotografiche,aspettiamo con ansia interessanti certezze scientifiche...........................[;)]


Ultima modifica di ubatuba il 26/09/2012, 11:40, modificato 1 volta in totale.

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Marziano
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MessaggioInviato: 26/09/2012, 20:53 
Imagine davvero curiosa.Non avevo mai visto queste fotografie.A meno che non ci siano probemi di trasmissione dati,risulta stranissima questa differenza.Da rivedere ed approfondire senz'altro.



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Alessio
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MessaggioInviato: 28/09/2012, 11:11 
I fiumi su Marte
28/09/2012 - Una volta il pianeta rosso conteneva acqua. Gli scienziati hanno le prove e si sentono abbastanza sicuri






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IL FIUME VA - Come quella che gli scienziati della Nasa hanno effettuato ben prima di ogni previsione: c’era acqua su Marte. Scorrevano fiumi. Il che sarebbe confermato dal terreno su cui è atterrato Curiosity, che sembra proprio essere l’antico letto di un fiume che scorreva veloce e “nel quale ci si poteva immergere fino alla cintola”, scrive il Washington Post. Spesso gli scienziati hanno ipotizzato che la superficie di Marte fosse piena d’acqua, ma ora le foto di Curiosity ne danno la prova: acqua corrente, che ha bagnato il suolo di Marte per “migliaia, o milioni di anni”. La destinazione di Curiosity rimane quella: mount Sharp, nella zona del Gake Crater dove Curiosity è atterrato. E gli scienziati sapevano che quella zona potesse essere interpretata come un bacino alluvionale, ma pensavano che il landing site di Curiosity fosse una zona ai limiti di questa zona fluviale. E invece evidentemente i calcoli erano sbagliati.



CALCOLI E PRECISIONE - Il fondale di cui Curiosity manda foto è composto di sassi tondeggianti simili a quelli che si possono trovare sui fondali dei fiumi terrestri, tanto che gli scienziati hanno calcolato una permanenza in acqua di almeno 30 km, dunque un vero e proprio rivolo sulla superficie marziana. Secondo William Dietrich del JPL-Nasa, l’acqua scorreva alla velocità di circa 1 metro al secondo. John Grotzinger del Caltech aggiunge: “Un corso d’acqua abbastanza lungo può essere una zona abitabile. Ma non è la nostra scelta primaria per la preservazione i composti organici. La destinazione rimane Mount Sharp ma ora siamo sicuri di aver trovato un ambiente potenzialmente abitabile”.

http://www.giornalettismo.com/archives/ ... -su-marte/


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MessaggioInviato: 25/10/2012, 16:41 
Spettacolare Ricostruzione 3D della Valles Marineris, il Più Grande Canyon del Sistema Solare!



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Modello 3D di una porzione della Valles Marineris, il più grande canyon del Sistema Solare. Credit: ESA/DLR/FU Berlin (G. Neukum)

E' difficile guardare, anche solo in video, il Grand Canyon sulla Terra e non provare un senso di meraviglia e stupore! Ma per quanto sia così imponente, non è nulla se paragonato alla spettacolare e gigantesca cicatrice sulla superficie di Marte: La Valle Marineris è grande 4.000 km in lunghezza e 200 km in larghezza, con una profondità che arriva a ben 10 km!! E' qualcosa come 10 volte il gran canyon in lunghezza e 5 volte in profondità!

Quella che vedete sopra è una nuovissima ricostruzione in 3D creata dopo 20 diverse osservazioni fatte con la sonda Mars Express, dell'ESA. Gli scienziati hanno usato questi passaggi per calcolare in maniera più fedele possibile la topografia del canyon. L'immagine è presentata in colori vicini a quelli che si vedrebbero ad occhi nudi e con un'esagerazione verticale di 4 volte rispetto al normale, per mostrare anche i rilievi più piccoli.

Si possono vedere tantissime diverse strutture geologiche molto intriganti che riflettono la complessa storia geologica di questa regione.

La formazione del canyon è probabilmente legata molto da vicino con la formazione della vicina "piattaforma vulcanica" di Tharsis, che ospita i più grandi vulcani del Sistema Solare, incluso il gigante Olympus Mons.


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Immagine della topografia di Marte. Il blu mostra le zone con l'altitudine più bassa, il rosso quelli con l'altitudine più alta. Potete notare dove si trovano i grandi vulcani e vicino la Valles Marineris. Credit: NASA

Il legame con la vicina attività vulcanica è rilevabile dalla rocce presenti nelle pareti di questo canyon e dalle vicine pianure costruite dalle continue colate di lava. Man mano che l'intera regione Tharsis si riempiva di lava durante il primo miliardo di anni di vita del pianeta, la crosta circostante veniva strappata e fatta a pezzi, e questo probabilmente ha causato i collassi e le fratture che oggi chiamiamo Valles Marinaris.

Le intrigate forme di canali e fratture sono dovute alle forze esterne che stiravano la crosta. Le più recenti di queste sono particolarmente evidenti nella porzione centrale dell'immagine e lungo il confine più basso.



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Parete della Valles Marineris visto da vicino. Quelle che vedete sono le grandi frane avvenuta nell'arco degli ultimi miliardi di anni. Credit: ESA

Ci sono state anche svariate frane che hanno giocato un ruolo importante nel dare l'attuale forma al sistema, specialmente per quanto riguarda le parti più a nord dove tanto materiale è scivolato in basso molto di recente.La caduta di terreno ha causato anche una delicata erosione delle parti più alte delle pareti.




Forti flussi di acqua potrebbero anch'essi contribuito a dar forma alla Valles Marineris dopo la sua formazione, rendendo il canyon molto più profondo. Le varie informazioni mineralogiche ottenute dalle sonde orbitali, tra cui anche appunto la Mars Express, mostrano che il terreno in questa zona è stato alterato dal passaggio di tanta acqua solo qualche centinaio di milioni di anni fa.

http://www.esa.int/esaSC/SEMAEO4S18H_index_0.html

link2universe

..sembra ci percorrerlo su un elicottero......certo la supposizione piu' credibile e' che il tutto sia stato compiuto dall'acqua milioni di anni orsono,ma pure un collassamento del terreno marziano,non sarebbe la scartare a priori.............[;)]


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Rettiloide
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MessaggioInviato: 25/10/2012, 22:23 
Marte é un bel pianeta.

Voglio proporvi una suggestione:

qualche anno fa ho visto sul web una ricostruzione 3D della terra senza l'acqua dei mari,degli oceani,dei fiumi ecc...

Bene,era qualcosa di brutto:

immaginate una mela sboconcellata ,dalla forma irregolare ,niente affatto rotonda,anzi...

Insomma,se guardo marte senz'acqua,e poi lo paragono alla terra senza acqua,posso dire tranquillamente che il pianeta rosso ö molto ma molto migliore.

Un 'altrra cosa interessante:

la terra ha un'atmosfera,Marte praticamente no

Eppure le escursioni termiche terrestri sono molto maggiori di quelle marziane.

Vi faccio un esmepio con i dati limite:

Su >Marte si va da 25 + a circa 50 /60-

Sulla terra,sono state registrate temperature di quasi 60 + (Libia) e 70 - circa( Russia)

Quindi,tutto sommato,Marte ha escursioni termiche più contenute.

INoltre,l'acqua,sulla terra é liquida,d'acccordo.

Su Marte,non c'é,perché, per quanto ci dicono,pressione e atmosfera non sono significative,quindi non potrebbe scorrere acqua liquida...eppure...scorre...c`é

Mi fermo qui,e vi spiego perché scrivo queste cose.

NOn per svalutare la terra,ma per considerare che,immaginando Marte con un'atmosfera,ossigeno,pressione,
mi appare un pianeta che,teoricamente,potrebbe essere un...giardino,forse anche migliore della terra.


Non so per quale ragione si sia ridotto così,ma,forse in passato,doveva essere,tutto sommato un buon posto dove viver,stabilire una colonia,ecc...

ciau



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IL MIO SITO SPACEART:
http://thesky.freeforumzone.leonardo.it ... 1&f=183131

Inoltre,un ottimo sito per scrivere quello che volete!

http://www.scrivendo.it

eheheh....la verità prima o poi viene a galla no?!
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Stellare
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MessaggioInviato: 04/11/2012, 13:02 
Ho trovato questa foto nella mia navigazione in rete mattutina

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segue il testo della pagina link che l'accompagna. http://silentobserver68.blogspot.it/201 ... ce-su.html

Questa immagine a forma di croce è a tutti gli effetti strana e misteriosa perchè ha tutta l'aria di essere una struttura artificiale.

Addirittura sembra avere un colore che nulla ha a che fare con quello delle rocce e dei dintorni del paesaggio marziano.

Senza tanto far volare la fantasia, potrebbe trattarsi di una foto che testimonierebbe la presenza di impianti ad energia eolica, che come sappiamo viene ottenuta dal vento, ovvero il prodotto della conversione dell'energia cinetica, ottenuta dalle correnti d'aria, in altre forme di energia (elettrica o meccanica).

C'è anche un video... che ne pensate? [:)]



Ultima modifica di Atlanticus81 il 04/11/2012, 13:17, modificato 1 volta in totale.


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La Nasa ha già rilasciato quelche dichiarazione?



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E gli esperti di ufoforum hanno già fatto qualche analisi dell'immagine? [;)]



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Ma perchè io la croce non la vedo nella foto originale della Nasa

http://www.nasa.gov/images/content/7035 ... 1_full.jpg

Malgrado l'ho ingrandita man mano fino al 700% e fatto passare pezzo per pezzo quella zona contrassegnata?

Solo a titolo di esempio di come mi viene l'immagine ingrandita vi mostro un dettaglio dei sassi a destra del veicolo
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Mi domando: ma quella croce l'ha scoperta la NASA o qualcuno che ha settaggiato l'immagine originale?


Ultima modifica di Wolframio il 04/11/2012, 18:34, modificato 1 volta in totale.


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Vecchie ma significative immagini.



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MessaggioInviato: 06/11/2012, 14:09 
altre prove di carattere teorico sulla presenza di acqua o ghiacciai in profondita'-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

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martedì 6 novembre 2012Marte, indicazioni di ghiacciai sotterranei nella regione Nereidum Montes, by ESA Mars Express!


NEWS SPAZIO :- Continuiamo un viaggio che abbiamo iniziato ormai da qualche anno. Periodicamente infatti andiamo a curiosare nelle pubblicazioni del team di missione della sonda Europea Mars Express, in orbita intorno a Marte sin dalla fine del 2003.


Per chi non la conoscesse Mars Express è la prima missione Europea dedicata al Pianeta Rosso. Sono spettacolari le immagini scientifiche del suolo di Marte che la sonda cattura con la sua fotocamera stereo ad alta risoluzione (HRSC, High Resolution Stereo Camera).
Il primo radar a volare al di sopra di Marte è quello di Mars Express. Esso ha realizzato le prime misurazioni al di sotto della superficie Marziana, che hanno mostrato la presenza di depositi sotterranei di ghiaccio d'acqua.


Oggi esploriamo Nereidum Montes, a circa 380 Km nordest dal cratere Hooke.




lo spettacolare terreno accidentato di Nereidum Montes marca l'estensione più a nord di Argyre Planitia (vedi immagine sottostante), uno dei più grandi bacini da impatto di Marte, regione che abbiamo già esplorato lo scorso Ottobre


http://newsspazio.blogspot.it/2012/10/l ... rgyre.html


Nereidum Montes si estende per circa 1150 Km e deve il suo nome all'astronomo Greco Eugène Michel Antoniadi (1870–1944). Fu lui a concludere che i famosi "canali" di Marte riportati da Percival Lowell erano di fatto solamente illusioni ottiche.



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(Immagine, credit NASA MGS MOLA Science Team)


Le immagini riprese da HRSC ci mostrano una porzione della regione caratterizzata da molteplici caratteristiche fluviali, glaciali e dominate dai venti.


Nel lato nord (parte inferiore destra nella prima foto in alto) si osservano ampi pattern di drenaggio dalla forma ramificata. Essi vennero creati quando l'acqua liquida sfociò all'interno di regioni più profonde all'interno dell'area.


Nel nostro Pianeta canali ramificati dello stesso tipo si formano tipicamente dopo significative precipitazioni o quando la neve o il ghiaccio si sciolgono. Processi simili si ritiene che possano essersi verificati su Marte in un passato molto lontano, quando le condizioni consentivano la presenza di acqua liquida sulla sua superficie.



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(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin, G. Neukum)


Molti crateri all'interno della regione, specialmente quelli ad est (parte inferiore della prima foto in alto), mostrano schemi concentrici di riempimento, un caratteristico processo Marziano caratterizzato da anelli di fluttuazione superficiale all'interno di un cratere.


I rapporti tra diametro e profondità dei crateri riempiti sta ad indicare che ci possa essere ghiaccio d'acqua, eventualmente sotto forma di antichi ghiacciai presenti al di sotto della superficie di detriti che li ricopre. Gli scienziati stimano che la profondità di tale ghiaccio d'acqua possa variare da alcune decine a centinaia di metri.




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(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin, G. Neukum)


Il cratere più grande che si trova sul lato sudovest (parte superiore a sinistra) sembra aver rovesciato al suo esterno una formazione simile ad un ghiacciaio attraverso le parti più in basso della regione, visibile in colore blu nell'immagine topografica qui in alto.


Un'altra indicazione di acqua al di sotto della superficie si può osservare nel manto fluidificato di detriti eiettati che circondano il cratere nel margine settentrionale (a destra). Questi "ejecta" si possono formare quando un corpo celeste colpisce una superficie saturata di acqua o ghiaccio.


Questo tipo di immagini e le analisi approfondite che è possibile effettuare su di esse sono una modalità fondamentale per scoprire maggiori dettagli sul passato geologico di Marte. Un altro loro utilizzo importante è aiutare ad individuare possibili siti di atterraggio di future missioni di esplorazione (robotiche ed umane).



Immagine:
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Concludo con l'anaglifo 3D di Nereidum Montes



(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin, G. Neukum)


Fonte dati, ESA.


http://newsspazio.blogspot.it/2012/11/m ... .html#more


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