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Al mare su Marte

I ricercatori del California Institute of Technology hanno trovato le prove di un antico delta su Marte, un fiume che in passato avrebbe alimentato un grande oceano.



Ormai non è più una sopresa: su Marte ci sono tracce di un'antica presenza di acqua liquida. I dati inviati dai rover, soprattutto da Curiosity, lo confermano. Più difficile è provare che sul Pianeta rosso siano esistiti grandi bacini di acqua, come gli oceani.
I ricercatori del Caltech (California Institute of Technology) credono di aver trovato le tracce del bacino di un grande fiume che in passato doveva confluire in un oceano marziano. Insomma se progettate una vacanza su Marte (nel 2030 dovrebbero partire le prime missioni con equipaggio umano), sappiate che potreste visitare anche le sue coste, per quanto prosciugate.
Il delta del fiume è stato chiamato Aeolis Dorsa e ormai è una vasta pianura a 1000 chilometri a est del Cratere Gale, luogo dove attualmente si trova il rover della NASA. Grazie al Mars Reconnaissance Orbiter's High-Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE) i ricercatori hanno fotografato il bacino. L'oceano, se davvero esistito, avrebbe coperto almeno 100mila chilometri quadrati, quasi un terzo dell'emisfero Nord del pianeta.
La maggior parte dell'emisfero settentrionale di Marte è piatta e si trova a una quota più bassa rispetto all'emisfero Sud, proprio come i bacini oceanici che si trovano sulla Terra. Il confine tra le pianure e gli altopiani sarebbe stata proprio la linea costiera per questo oceano ipotetico.
Per molto tempo gli scienziati hanno solo potuto immaginare che la parte nord di Marte fosse il fondo ormai arido di un oceano, ma nessuno aveva mai trovato delle prove tangibili. Gli scienziati, che hanno pubblicato lo studio sul Journal of Geophysical Research, hanno studiato un'area di 100 chilometri quadrati, vicino alla possibile costa. I ricercatori hanno trovato un insieme di canali frastagliati: queste creste potrebbero essere state formate dal graduale depositarsi di rocce e altro materiale portato dall'acqua lungo i canali fluviali. Quando il fiume si è prosciugato i depositi rocciosi sono rimasti sui lati del letto. I sedimenti più leggeri e morbidi sono stati spazzati via dai venti marziani, gli stessi che hanno portato altri sedimenti facendo crescere in altezza queste creste. Creando delle precise e dettagliate mappe 3D, gli scienziati del CALTECH potranno capire in che direzione scorresse l'acqua studiando la pendenza del letto del fiume ormai prosciugato.

MEDIA INAF


http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... _marte.txt

appurato che in un tempo passato c'era acqua e magari attualmente ne esiste in profondita'il prossimo obbiettivo e cercare di risolvere il rebus della presenza di vita passata e magari (batterica)presente


Ultima modifica di ubatuba il 18/07/2013, 18:31, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 25/07/2013, 13:43 
Il pianeta rosso e bianco

I ricercatori della Brown University hanno dimostrato che alcune valli e depressioni marziane potrebbero essere state scavate dal deflusso d'acqua causato dallo scioglimento di neve dai rilievi montuosi e dai bordi più alti dei crateri.


La superficie di Marte osservata dalla sonda Odyssey. Crediti: NASA


Passi l'acqua, ma addirittura la neve su Marte? In passato sembra di sì, secondo alcuni ricercatori della Brown University (Stati Uniti).
Si pensa che molte depressioni e valli della superficie del Pianeta Rosso siano state scolpite dall'acqua, ma una domanda rimane ancora senza risposta, e cioè se l'acqua sia sgorgata dal sottosuolo o se si tratti di pioggia o neve, magari caduta dalle montagne.
A questo hanno pensato i ricercatori, che hanno studiato vallate in quattro punti diversi del pianeta, concludendo che sono state scavate proprio dall'acqua proveniente dalle cime delle montagne o dai bordi più alti dei crateri, probabilmente in forma di neve.
I dati, pubblicati lo scorso giugno su Geophysical Research Letters, si aggiungono agli studi sul clima e sull'atmosfera di Marte.
Kat Scanlon, una delle geologhe nel team di ricerca, ha basato lo studio sulla sue esperienza alle Hawaii, dove i venti tropicali spingono l'umidità verso le montagne più alte, causando violente precipitazioni sull'altro lato dell'isola. La stessa cosa, più o meno, dovrebbe essere successa su Marte.
Attraverso dei modelli matematici gli esperti hanno cercato di capire con quale velocità si sia sciolta la neve e in quanto tempo l'acqua abbia scolpito la superficie del pianeta Marte.
I ricercatori, tra cui anche il professor Jim Head, hanno cominciato con l'identificare quattro valli in prossimità di rilievi montuosi e crateri molto alti. Per calcolare la velocità e la direzione del vento hanno utilizzato un particolare modello creato per Marte sulla circolazione dei venti (GCM). Il modello simula il movimento dell'aria in base alla composizione del gas che gli scienziati credono fossero presenti all'inizio nell'atmosfera di Marte. Successivamente, il team ha utilizzato un modello di orografia delle precipitazioni per determinare dove, visti i venti prevalenti dal GCM, si sarebbe verificata la precipitazione in una delle quattro zone prese in considerazione.
I parametri atmosferici utilizzati nel GCM sono basati su un modello di circolazione generale completo che predice un clima freddo, quindi la precipitazione in questo studio è la neve. Ma in alcuni momenti e in alcune particolare zone questa neve potrebbe essersi sciolta in pioggia.
"La domanda successiva è quanto velocemente si può sciogliere un cumulo di neve gigante. E c'è bisogno di pioggia perché accada? E' possibile ottenere abbastanza flusso d'acqua per scolpire le valli con il solo scioglimento della neve? ", si domandano i ricercatori.

MEDIA INAF

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... bianco.txt

tante congetture e teorie,dimostrazione del fatto,che nonostante l'invio di una quantita'di sonde ad orbitare attorno al pianeta rosso,di certezze ne abbiamo poche,oltretutto avendo come punto di riferimento le ns certezze terrestri.....................................[;)]


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MessaggioInviato: 25/07/2013, 13:56 
Caro Uba, credo che ormai anche la NASA sia sul punto di dover ammettere che Marte un tempo fu esattamente come la Terra oggi, con tutte le implicazioni che questo comporta.

Forse tutte queste notizie sono proprio prodotte per preparare la massa alla grande notizia!

Di certezze ne abbiamo poche... forse potremmo averne di più con missioni con equipaggio umano.

Il sogno di quand'ero bambino.

[;)]



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MessaggioInviato: 25/07/2013, 14:13 
Chissà magari scavando nei pressi di questi antichi letti di fiume potrebbero venire fuori antichi insediamenti :X



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MessaggioInviato: 25/07/2013, 14:20 
Vorrei esserci, tra 100-200 anni, quando questo sicuramente accadrà!!!

[:(]

Forse dovrei chiedere a un Elohim quale sia il segreto della longevità! Nessuno fra gli utenti del forum è un Elohim sotto mentite spoglie?!

[:o)]



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MessaggioInviato: 25/07/2013, 16:19 
Cita:
quale sia il segreto della longevità!


V.I.T.R.I.O.L.U.M

[;)] [:D]

ciao
mauro



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MessaggioInviato: 25/07/2013, 19:34 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Caro Uba, credo che ormai anche la NASA sia sul punto di dover ammettere che Marte un tempo fu esattamente come la Terra oggi, con tutte le implicazioni che questo comporta.

Forse tutte queste notizie sono proprio prodotte per preparare la massa alla grande notizia!

Di certezze ne abbiamo poche... forse potremmo averne di più con missioni con equipaggio umano.

Il sogno di quand'ero bambino.

[;)]




la penso esattamente come tu afffermi,e magari se fossero stati presi con maggiore considerazione i dati delle mitiche viking,prob non avremmo perso una trentina di anni di chiacchiere,invece purtroppo la gran parte dei dati di tali laboratori non sono manco stati analizzati..... [;)]


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MessaggioInviato: 27/07/2013, 11:46 
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SGOCCIOLAMENTO:Questa sequenza animata di foto mostra le "linee ricorrenti di pendenza" (RSL, recurring slope lineae) che si formano all'interno del cratere Newton. Durante l'estate sui ripidi pendii del cratere appaiono le prime linee, che crescono per poi svanire qaundo si avvicina l'autunno. In alto a sinistra è indicata la progressione delle stagioni: il primo fotogramma, in gran parte privo di linee, è stato ripreso all'inizio della primavera australe di Marte. I successivi mostrano la crescita delle RSL durante l'estate australe. Le RSL sono più marcate nella quarta immagine (etichettata come "ESP_022689_1380"), ripresa durante la prima metà dell'estate. Gli scienziati non hanno ancora stabilito con sicurezza che cosa le produca, ma la fusione del ghiaccio riscaldato dal Sole è una possibilità interessante.



Grazie alla sofisticata fotocamera HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) di cui è dotato, il Mars Reconnaissance Orbiter della NASA, che dal 2006 orbita attorno al Pianeta Rosso, ha potuto riprendere numerose singolari caratteristiche della sua superficie.

Queste spettacolari immagini sono di grande importanza per l'approfondimento della conoscenza scientifica di quanto avviene su Marte, soprattutto perché testimoniano fenomeni legati alla possibile presenza di acqua su quel pianeta. di John Matson

http://www.lescienze.it/news/2013/06/27 ... 88433/1/#1

oltre alla possible fusione di ghiaccio,potrebbe pure essere una fuoriuscita di acqua dal sottosuolo,cmq sarebbe un ulteriore conferma che sul pianeta l'acqua esiste,e magari x brevi tratti,in particolari situazioni,puo' pure scorrere in superfice.......[;)]


Ultima modifica di ubatuba il 27/07/2013, 11:47, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 10/01/2014, 12:29 
Il mio viaggio nel tempo
ripercorrendo i fiumi marziani”

Un ricercatore italiano vuole ricostruire il clima primordiale del Pianeta Rosso

Non a Houston, ma a Teramo. Non con una passeggiata spaziale, ma grazie all’analisi di immagini e dati già acquisiti. Così potremmo scoprire che tempo faceva su Marte, qualche miliardo di anni fa. E avere qualche indizio in più per capire se mai, sul Pianeta Rosso, ci sia stata una qualche forma di vita.

A provarci è Gaetano Di Achille, ricercatore abruzzese dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e dell’Osservatorio Astronomico di Collurania. Vincitore di un finanziamento da 280 mila euro nell’ambito del programma «Futuro in Ricerca» del Miur, passerà i prossimi tre anni a scrutare le foci degli antichi fiumi marziani, partendo dalle foto scattate dalle sonde, là dove un tempo c’era dell’acqua. L’obiettivo è ricostruire l’antico clima di Marte e la sua evoluzione.



«Oggi è una convinzione consolidata: tra quattro e tre miliardi e mezzo di anni fa, su Marte, ci sono stati valli fluviali, corsi d’acqua, laghi e forse un oceano - spiega Di Achille -. Il punto, per rispondere a così tante domande, è capire quanta acqua vi sia stata e quanto a lungo. Le più recenti missioni ci hanno permesso di avere a disposizione immagini con risoluzione molto alta, che arrivano a 25 centimetri per pixel. Lavorerò a partire da quelle».



Sarà un lavoro potenzialmente decisivo per capire tanti aspetti ancora controversi. La chiave di tutto - anche della possibile presenza di forme di vita - è il clima di un passato ormai remoto. Per ricostruirlo servirà una sorta di «meteo stellare», basato sui percorsi di quei fiumi oggi secchi. Ancora pieni di informazioni preziose, spiega Di Achille: «Se i tempi di formazione e vita di questi depositi risulteranno lunghi, nell’ordine di migliaia di anni, allora potremo ipotizzare l’esistenza su Marte di un clima stabile e comparabile a quello terrestre. E anche l’ipotesi della vita sarebbe più sostenibile». Ma si potrebbe scoprire il contrario, vale a dire che quei fiumi rappresentano solo una breve eccezione, apparsi e scomparsi in un pianeta inospitale. «Se il loro sviluppo si rivelasse di breve durata, dovremmo pensare a fenomeni diversi ed estemporanei - prosegue il ricercatore -. A portare l’acqua su Marte potrebbe essere stata la caduta di una cometa, con il ghiaccio in essa contenuto e il calore sprigionato dall’impatto a scioglierlo. Ma qualcosa di analogo potrebbe essere accaduto con un’eruzione vulcanica o per la caduta di un meteorite».



La chiave sarà il tempo cronometrato da Di Achille nel corso di una serie di simulazioni. «Per ognuno dei delta il primo passo sarà raccogliere e inserire i parametri morfologici, come larghezza e profondità. Ai dati applicherò i modelli matematici sviluppati dall’Università del Colorado e usati per studi analoghi sulla Terra, per esempio per analizzare l’evoluzione del Po».



Su questa base, partirà la simulazione, che riproduce il crearsi e l’esaurirsi dei depositi d’acqua e lo scorrere del tempo. «A quel punto basterà premere il tasto “stop” e vedere quanti anni sono trascorsi, secondo la simulazione, per completare il fenomeno. Il tutto ripetuto per ognuno dei 50 delta marziani oggi noti. I dati alimenteranno quindi una statistica globale».



I risultati inizieranno ad arrivare mentre prenderà corpo la missione europea «ExoMars», che cercherà le tracce di una possibile vita, passata o presente, su Marte. La missione, targata Esa, culminerà nel 2016 con un satellite orbitante e un «lander», battezzato «Schiaparelli» in onore dell’astronomo italiano, e poi nel 2018 con l’invio di un rover, capace di muoversi sulla superficie e di esplorare. «Tra i miei obiettivi - conclude Di Achille - c’è quello di dare indicazioni utili alle prossime missioni. Suggerirò cosa e dove cercare».


Immagine:
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La zona Reull Vallis di Marte e il tracciato di un antico fiume che correva per oltre 1500 chilometri. L’immagine è stata elaborata dalla sonda europea dell’Esa ”Mars Express”

http://www.lastampa.it/2014/01/08/scien ... agina.html


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MessaggioInviato: 14/01/2014, 13:24 
Gli scienziati della NASA hanno scoperto che su Marte scorre acqua di mare durante i mesi più caldi, facendo cosi aumentare le possibilità che la vita esista sul pianeta rosso: cosi ha detto giovedi l'agenzia spaziale.

Oltre un decennio fa la NASA trovò per la prima volta segni di acqua su Marte, ma le indicazioni precedenti erano che qualsiasi acqua ivi esistente dovesse essere ghiacciata e concentrata ai poli.

L'analisi delle recenti immagini del satellite NASA in orbita, Mars Reconnaissance Orbiter, mostra strutture scure a forma di dito che si estendono oltre alcuni pendii e pareti di crateri sul pianeta, durante la sua tarda primavera - estate che svaniscono poi nell'inverno marziano.

“Questa è la migliore evidenza attuale che ora esiste acqua liquida su Marte”, ha detto Philip Christensen, geofisico alla Arizona State University, Tempe, in un pannello NASA che annunciava a Washington le scoperte.

Gli scienziati NASA credono che se c'è acqua liquida su Marte, questa deve essere molto salina e sotto la superficie. Questo spiegherebbe perché non ghiaccia alle temperature rigide del pianeta, che possono arrivare fino a -128° C o evaporare alla sua bassa pressione aerea.

“È più come uno sciroppo, forse, nel modo in cui scorre”, ha detto Alfred McEwen della University of Arizona, Tucson, principale ricercatore responsabile di una telecamera speciale sul Mars orbiter, che si chiama High Resolution Imaging Science Experiment (Esperimento scientifico di immagini ad alta risoluzione). È anche l'autore principale di un resoconto sull'evidenza di acqua fluida, pubboicato giovedi sul giornale Science.

MEGLIO DEL GHIACCIO

Gli scienziati del pannello NASA hanno sottolineato che l'acqua liquida è più probabile che sostenga la vita, al contrario del ghiaccio, rievidenziando l'importanza di questa ultima scoperta.

Le scoperte NASA del passato, hanno mostrato evidenza di antiche linee costiere e rive di fiumi su Marte. Le analisi delle gole sul pianeta rosso, 5 anni fa, rivelarono giovani giacimenti di minerali cosa che suggerì le recenti acque liquide, ma non fornì prove categoriche di questo, questo quanto hanno detto gli scienziati.

L'ultima scoperta è più difficile da spiegare, a parte l'evidenza che le acque sono fluide, a detto Michael Meyer, scienziato guida alla NASA, del programma di esplorazione su Marte.

Un'altra possibilità da tenere in considerazione per il periodico oscuramento nelle aree esaminate è la polvere che si muove lungo la superficie del pianeta, ha detto McEwen che ha aggiunto che le valanghe di polvere avverrebbero ad intervalli più irregolari, piuttosto che su base stagionale.

GLi scienziati facenti parte del pannello di questa ricerca hanno detto che l'ultima evidenza di acqua fluida come dalle immagini, suggerisce anche che esista acqua liquida anche più vicino all'equatore del pianeta, diversamente a quanto scoperto prima.

Qualsiasi acqua liquida molto probabilmente sarebbe al di sotto della superficie perché l'atmosfera su Marte è cosi sottile che acque al di sopra facilmente evaporerebbero.

“Sulla terra alcuni organismi prosperano nel sottosuolo, con poco accesso alla luce solare: la stessa cosa potrebbe avvenire su Marte”, ha detto Lisa Pratt, biochimica alla Indiana University, Bloomington, nonché partecipante alla discussione sul tema, giovedì u.s.

La Pratt ha anche aggiunto che la ricerca si rende necessaria ai 7 siti dove è stata trovata ricorrente evidenza di acque liquide.

“È la nostra prima possibilità di vedere un ambiente su Marte che potrebbe consentire l'espressione di un processo biologico attivo, se nel presente c'è vita su Marte” ha detto.

(Reporting by Alex Dobuzinskis; Editing by Steve Gorman, Jerry Norton and Xavier Briand)

Traduzione a cura di: Cristina Bassi


http://www.unaqualunque.it/a/2370/acqua-su-marte.aspx

purtroppo si e' sprecato una quantita' di tempo x nulla,non analizzando a dovere i dati dei viking......................................[:(!]


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ubatuba ha scritto:



purtroppo si e' sprecato una quantita' di tempo x nulla,non analizzando a dovere i dati dei viking...................................... [:(!]


Svista o malafede?

O, terza opzione, non si era ancora pronti per certe notizie?

[:p]



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Atlanticus81 ha scritto:

Cita:
ubatuba ha scritto:



purtroppo si e' sprecato una quantita' di tempo x nulla,non analizzando a dovere i dati dei viking...................................... [:(!]


Svista o malafede?

O, terza opzione, non si era ancora pronti per certe notizie?

[:p]


...diciamo che furono presi troppo alla leggera,x un esperimento finale che contraddiceva le analisi positive fatte inizialmente,consideriamo una cosa che il medesimo esperimento condotto anni dopo sulla terra produceva il medesimo risultato di marte,come dire che il metodo con cui si effettuava(la ricerca) era errato..... [;)]


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Un lavorone Ubatuba. I miei complimenti.
[:)]


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Dea Imperfetta ha scritto:

Un lavorone Ubatuba. I miei complimenti.
[:)]


grz,cmq spero che il prima possibile si possano avere indicazioni + chiare del sistema marziano,troppe contraddizioni.......sembra appositamente volute,ci hanno fatto perdere decine di anni,nella ricerca del pianeta rosso....................... [;)]


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ubatuba ha scritto:

Cita:
Dea Imperfetta ha scritto:

Un lavorone Ubatuba. I miei complimenti.
[:)]


grz,cmq spero che il prima possibile si possano avere indicazioni + chiare del sistema marziano,troppe contraddizioni.......sembra appositamente volute,ci hanno fatto perdere decine di anni,nella ricerca del pianeta rosso....................... [;)]


E a tuo avviso (nel caso fosse confermata la tua tesi) quale potrebbe essere la motivazione?


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