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 Oggetto del messaggio: Organismi Terrestri Sopravvivono in Condizioni Mar
MessaggioInviato: 20/05/2014, 19:51 
Nella ricerca della vita su Marte, molto spesso si parla di quanto sono terribili le condizioni a cui un organismo dovrebbe resistere per sopravvivere, e quindi la bassa probabilità di trovarli, specialmente in superficie. Tuttavia, lavorando su alcuni organismi terrestre chiamati metanogeni, del dominio dell'Archaea, un gruppo di ricercatori è riuscito a scoprire che sono in grado di sopravvivere su Marte! I metanogeni usano l'idrogeno come fonde di energia ed il diossido di carbonio come fonte di carbonio, per poi metabolizzare e produrre metano. Questi organismi vivono in paludi, ma si trovano spesso anche nell'intestino di grandi animali erbivori, come le mucche, o anche alcune termiti, e si nutrono di materia in decomposizione. I metanogeni sono anaerobici, quindi non hanno bisogno di ossigeno per sopravvivere. Non hanno bisogno nemmeno dei comuni nutrimenti organici di altre specie e nemmeno della luce solare per la fotosintesi. Questo significa che sotto la superficie di Marte, in luoghi magari ancora umidi e al riparo dalle radiazione, potrebbero sopravvivere senza problemi. Questo è molto intrigante anche perché anni fa abbiamo scoperto alcune tracce di un eccesso di metano su Marte, che secondo alcuni potrebbe indicare anche la presenza della vita (anche se potrebbe indicare anche attività geologica sotterranea).

Rebecca Mickol, dottoranda in scienze planetarie presso l'Università di Arkansas, ha esaminato due diverse specie di metanogeni in condizioni marziane: Methanothermobacter wolfeii e Methanobacterium formicicum. Entrambe le specie sono sopravvissute ai cicli di freddo e le condizioni estreme su Marte. Questi organismi si riproducono normalmente a 37°C e 55°C rispettivamente. "La temperatura sulla superficie di Marte varia molto, da -90°C a +27°C in un solo giorno" ha spiegato Mickol. "Se una qualsiasi forma di vita dovesse essere presente attualmente su Marte, dovrebbe riuscire a sopravvivere a questi sbalzi di temperatura. La sopravvivenza di queste due specie di metanogeni, esposte a cicli molto lunghi di sbalzi di temperatura, suggeriscono che simili organismi potrebbero davvero vivere sotto la superficie di Marte."

Mickol ha condotto lo studio insieme a Timothy Kral, professore di scienze biologiche presso l'Arkansas Center for Space and Planetary Sciences, ed autore principale delle ricerche. La giovane ricercatrice ha presentato il suo lavoro durante la riunione della American Society for Microbiology, che si è tenuta tra il 17 ed il 20 Maggio a Boston.

Le due specie sono state scelte perché una è ipertermofila, il che significa che vive bene in condizioni molto calde, mentre l'altra è termofila, il che vuol dire che vive a temperature calde ma non troppo.

"Le basse temperature di Marte inibiscono la loro crescita, ma possono comunque sopravvivere" spiega Mickol. "Una volta che tornano le temperature calde, e possono nuovamente crescere, riprendono il loro metabolismo. Volevo vedere se le temperature molto basse le avrebbe uccise, o se sarebbero state in grado di sopravvivere ed adattarsi."

http://newswire.uark.edu/articles/24365 ... conditions

http://www.link2universe.net/2014-05-20 ... -marziane/

..vedi che quando fu rilevato una certa quantita' di metano su marte,magari la spiegazione era magari + semplice di quanto si supponesse [;)]


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MessaggioInviato: 23/05/2014, 15:18 
Licheni - AntarticoCredit: German Aerospace Center’s Institute of Planetary Research

Nonostante il Pianeta Rosso sia da tempo nel nostro immaginario e nei nostri sogni, poterci vivere allo stato attuale sarebbe tutt’altro discorso: l’essere umano dovrebbe fare i conti con sbalzi termici, tempeste di sabbia e un bel po’ di radiazioni. Fattibile con il supporto della tecnologia ma non certo semplice.

Il micromondo ha già abbondantemente dimostrato una resistenza a condizioni di vita estreme di gran lunga superiore alla nostra, ma sulla Terra esisterebbero altri organismi più complessi in grado di adattarsi facilmente: i licheni artici.

Un team di scienziati tedeschi e colleghi statunitensi, guidati da Jean-Pierre de Vera, scienziato presso l’Istituto di Ricerca Planetaria del Centro Aerospaziale tedesco di Berlino, Germania, ha selezionato per l’esperimento, i licheni P. chlorophanum, noti per essere campioni di sopravvivenza, provenienti dalle rocce Black Ridge della Terra Vittoria settentrionale in Antartide, un posto ghiacciato e secco di per sé non dissimile da molti luoghi di Marte.

Il semplice atto di sopravvivere a -51° Celsius, bombardati da radiazioni per 34 giornipotrebbe sembrare già un grande risultato ma i licheni, una massa simbiotica di funghi ed alghe, hanno dimostrato di saper fare molto di più, adattandosi fisiologicamente e conducendo una “vita normale” in condizioni estreme.

“Non c’erano studi sull’adattamento alle condizioni marziane prima”, sottolinea de Vera.
“L’adattamento è molto importante da indagare perché racconta di più sulle interazioni della vita in relazione al suo ambiente”.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Planetary and Space Science.

Quelli di Vera non sono i primi esperimenti sui licheni, altri erano stati condotti dall’Agenzia Spaziale Europea ESA a bordo dei satelliti russi FOTON e della Stazione Spaziale Internazionale ISS ma si erano limitati a verificare la sopravvivenza di un dato organismo al termine di un periodo di stress.
In questo caso, il team, invece, ha monitorato i “parametri vitali” dei licheni durante tutto l’esperimento dimostrando che non sono rimasti inattivi, semplicemente aggrappati alla vita, ma hanno continuato le loro attività fisiologiche.

Due diversi gruppi di licheni sono stati collocati all’interno di una camera di simulazione marziana grande come pentola a pressione, posta all’interno di un frigorifero delle dimensioni di un armadio.
Questo ha permesso ai ricercatori di simulare quasi tutte le condizioni ambientali del Pianeta Rosso, come la chimica atmosferica, la pressione, la temperatura, l’umidità e le radiazioni solari, ad eccezione della gravità e delle radiazioni cosmiche galattiche.

Uno dei campioni è stato esposto alla dose completa di radiazioni necessaria per simulare l’ambiente marziano, attraverso una lampada allo Xenon; mentre l’altro ad una dose 24 volte inferiore per simulare una condizione protetta, quale potrebbe essere la vita in una micro-nicchia o una fessura all’interno di una roccia o del terreno.

Un terzo gruppo di licheni, invece, è stato lasciato in esterno come riferimento.

Entrambi i gruppi di campioni sono sopravvissuti ad un mese in condizioni marziane.

Addirittura, i licheni “protetti” hanno svolto normale attività di fotosintesi per trasformare la luce solare in energia chimica, recuperando abbastanza velocemente, dopo uno shock iniziale, le loro attività.
Vera sottolinea: “abbiamo dimostrato, per la prima volta, che la fotosintesi è possibile in micro-nicchie sulla superficie di Marte“.

Il ricercatore, tra l’altro, fa notare che i licheni possono sopravvivere in uno stato di riposo per migliaia di anni sulla Terra, così non avrebbero problemi a resistere alle tempeste di polvere marziane che possono avvolgere il pianeta per diverso tempo.

Altri studi di Vera dimostrano che i licheni non sarebbero gli unici superstiti terrestri su Marte ma anche i batteri produttori di metano, noti come metanogeni, potrebbero gestire le dure condizioni di vita del Pianeta Rosso.

I risultati di questo esperimento hanno enormi implicazioni per le missioni in corso e future.
In primo luogo forniscono un importante suggerimento: la vita, su Marte, andrebbe cercata prima di tutto in ambienti protetti. In secondo luogo, lasciano sperare che alcune forme di vita autoctone possano essere sopravvissute fino ad oggi. In ultimo, evidenziano come sia di fondamentale importanza garantire che organismi terrestri non raggiungano il Pianeta Rosso, soprattutto in previsione delle future esplorazioni umane.

Di Elisabetta Bonora

Fonte:http://www.aliveuniverseimages.com/flash-news/spazio-astronomia/680-fotosintesi-possibile-su-marte

http://pianetablunews.wordpress.com/201 ... -su-marte/

..questa e' un'altra dimostrazione che la vita,seppure la + semplice,puo'attecchire in qualsiasi ambiente anke se altamente ostile...........................


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