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 Oggetto del messaggio: La faccia butterata di Marte
MessaggioInviato: 22/02/2010, 14:25 
Nuove immagini in alta definizione della superficie del pianeta svelano dettagli sconosciuti

Un cratere di recente formazione vicino ad altri molto più antichi di cui si ignorava l’esistenza. E’ quel che mostrano inaspettatamente le nuove immagini della superficie marziana riprese dalla videocamera ad alta risoluzione della sonda Mars Express dell'European Space Agency (Esa). Le fotografie riprendono da diverse prospettive un'area di oltre 29mila chilometri quadrati, più o meno le dimensioni del Belgio, nella regione delle Southern Highlands. Le immagini, pubblicate su Science, hanno una risoluzione di 29 metri per pixel.

Le Southern Highlands, la regione dove si trova una parte della Sirenum Fossae, un sistema di fosse tettoniche che si estende per oltre 2.500 chilometri, sono disseminate di crateri di circa 50 chilometri di diametro generati dall'impatto di meteoriti e con evidenti segni dell'erosione avvenuta nel corso delle ere passate. Ma le telecamere in alta definizione di Mars Express hanno svelato la presenza di crateri decisamente più giovani in questa zona.

Uno di questi ha un diametro di 28 chilometri e i segni di un'erosione recente: il cono vulcanico è ancora preservato. Il cratere si trova all'interno di un altro più grande – 34 chilometri di diametro – e più antico, e sua volta ne contiene uno molto più recente e più piccolo (9 chilometri) degli altri. Le immagini poi mostrano più a nord un cratere molto più antico e più grande, dal diametro di 56 chilometri. A indicare l'età di questa formazione non è solo il grado di erosione, ma anche le dimensioni. Crateri di questa grandezza sono molto rari nelle epoche recenti mentre erano più comuni in quelle antiche.

Fonte: http://www.galileonet.it/multimedia/124 ... a-di-marte

Maggiori dettagli qui: http://www.esa.int/esaSC/SEMJLFSJR4G_index_0.html


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MessaggioInviato: 22/02/2010, 23:59 
forse c'e'la spiegazione del xche'il pianeta rosso e'pianeggainte al nord e montuoso al sud
" La disputa sull’origine dell’emisfero nord marziano ha oggi conquistato un punto fermo. Su di esso si potrà certamente ancora discutere ma esso costituisce un risultato sul quale far evolvere meglio e con più credibilità altre spiegazioni circa l’origine di Marte come oggi lo conosciamo. L’emisfero nord è pianeggiante ed è più basso, in media, rispetto all’emisfero sud, più montagnoso di circa tre chilometri. La ragione e la causa, spiegano tre articoli pubblicati sulla rivista britannica Nature, sta nel fatto che circa quattro miliardi di anni fa quando il Pianeta Rosso era ancora nella fase di formazione, venne colpito da un corpo della taglia del pianeta Plutone. Questo scavò un immenso cratere che ricopre in forma ellittica quasi per intero l’emisfero nord rendendolo il più grande cratere del sistema solare. Con le sue dimensioni, infatti, di 10.400 per 8.500 chilometri supera il bacino Aitken nel polo sud della Luna che finora deteneva il record. In quelle epoche in cui si verificava l’impatto marziano un altro impatto sulla Terra di un corpo grande quanto Marte proiettò nelle vicinanze del nostro pianeta quel materiale che poi coagulatosi diventò la Luna. Questa è, almeno, la più accreditata idea in vigore.

OBIEZIONI CONFUTATE - Tornando al Pianeta Rosso la teoria della caduta era stata avanzata per la prima volta agli inizi degli anni Ottanta da Steven W.Squyres della Cornell University e responsabile scientifico delle missioni marziane con i robot della Nasa Spirit e Opportunity ancora attivi. Nel tempo, numerose però sono state le critiche avanzate. Le conclusioni pubblicate oggi sono partite dalle osservazioni compiute con gli orbiters delle sonde Viking nella metà degli anni Settanta e sono state completate con le ultime raccolte dalle sonde in orbita marziana, Mars Global Surveyor e Mars Odissey . «I risultati odierni rimuovono significative obiezioni rivolte alla teoria dell’impatto» nota Walter S.Kiefer del Lunar and Planetary Institute of Houston e uno degli autori degli articoli. Gli altri sono del Jet Propulsion Laboratory della Nasa e del Massachusetts Institue of Technology. In pratica tre team si sono messi al lavoro generando i tre lavori pubblicati con dovizia di dimostrazioni.

UN CRATERE SENZA ANELLO - Il grande cratere ellittico non mostra l’anello tipico dei crateri perché il tempo e le eruzioni vulcaniche conseguenti lo hanno in parte mascherato. La potenza dell’impatto (avvenuto alla velocità di 20mila miglia orarie) che lo ha scavato è stata però calcolata pari a 75-150 trillioni di milioni di tonnellate di tritolo. Il tutto è stato avvalorato dalle simulazioni effettuate dal team del Caltech, il politecnico della California. L’altra ipotesi che spiega la crosta più sottile dell’emisfero nord sarebbe legata ad una diversa attività interna che ha espresso una superficie esterna differente. Secondo i planetologi marziani questo immenso bacino sarebbe stato poi riempito da un oceano di acqua liquida nei primi cinquecento milioni di anni di vita del pianeta quando l’atmosfera era densa e l’acqua scorreva abbondante in superficie.


Fonte :http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie


Ultima modifica di ubatuba il 23/02/2010, 00:00, modificato 1 volta in totale.

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