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Panorama della regione in cui si trova il rover Opportunity. Nel riquadro è visibile come un puntino bianco. Credit: NASA/JPL/MRO

Dopo aver concluso con grande successo il suo periodo di studi intorno al Cratere Endeavour, nella Meridiani Planum, il rover Opportunity ha ripreso a viaggiare verso la prossima destinazione. Lanciato ormai 10 anni fa (nel 2003), il rover è ancora in salute e non da segni di star cedendo. Le ultime ricerche lo hanno tenuto relativamente fermo per quasi due anni, ma ne era valsa la pena, vista l'enorme quantità di informazioni raccolte analizzando i depositi geologici di Cape York, risalenti ad un periodo critico per Marte, tra 4 e 3 miliardi di anni fa. Adesso il rover è diretto verso un posto chiamato Solander Point, dove passerà l'inverno, più esposto al Sole possibile



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Posizione attuale del rover Opportunity e destinazione prossima: Solander Point. Credit: NASA/JPL/MRO

Solander Point si pensa sia una regione ricca di rocce di argilla (minerale la cui presenza è stata rilevata dagli strumenti in orbita), per i geologici rappresenta la prova certa della presenza di acqua nel passato di Marte. Inoltre, i pendii presenti a Solander Point sono rivolti a nord e questo permetterà di massimizzare la quantità di energia solare che il rover sarà in grado di accumulare permettendo una successiva campagna scientifica più proficua nel successivo inverno australe.




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Depositi minerali nella zona analizzata fino ad ora dal rover Opportunity. Credit: NASA/JPL

Opportunity ha analizzato sedimenti di età recente esposti nei piccoli crateri Eagle, Endurance e Victoria per gli ultimi nove anni e mezzo. Guidando nella Meridiani Planum verso il Cratere Endeavour, Opportunity attualmente detiene il record di tutti i tempi del programma spaziale statunitense per la distanza percorsa su un altro corpo planetario a più di 36 chilometri.

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2013-224


http://www.link2universe.net/2013-07-18 ... -di-marte/


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MessaggioInviato: 16/09/2013, 13:48 
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Queste due immagini mettono a paragone due diverse rocce trovate da Opportunity da una parte e Curiosity dall'altra, in due ambienti acquosi diversi. A sinistra c'è la roccia Wopmay, trovata da Opportunity vicino al Cratere Endurance, mentre a destra c'è la Sheepbed, trovata da Curiosity nel deposito Yellowknife Bay, nel Cratere Gale. Credit: NASA/JPL

Sappiamo che su Marte c'era acqua, ma determinare esattamente quanta e dove si trovava non è facile. Così come non è facile capire per quanto tempo è restata sulla superficie, dove sia finita e sopratutto che composizione chimica poteva avere. Se vogliamo avere qualche idea delle possibilità che ha avuto la vita di iniziare sul pianeta rosso, ci serve avere una buona comprensione del suo passato acquoso. In questo senso, un grande aiuto ci arriva dall'esplorazione robotica in aree molto diverse tra di loro. Per esempio, sia il rover Opportunity, che il rover Curiosity, hanno scoperto tracce di terreno scolpiti dall'acqua, ma seppur molto simili, ognuno mostra la sua particolare storia, con non poche sorprese.



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Deposito Wopmay, nel Cratere Endurance, visto dal rover Opportunity. Credit: NASA

Questa roccia si trova all'interno di un cratere di circa 130 metri in diametro, nella Meridiani Planum, e fu trovata dal rover Opportunity durante le ricerche sui depositi rocciosi esposti sul bordo del cratere. La roccia si è formata da arenarie ricche di zolfo e gli scienziati ritengono che le particelle che vedete sulla sua superficie (nella foto qui sotto), siano state formate grazie all'attività dell'acqua liquida.



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Primo piano dettagliato della superficie della roccia Wopmay, trovata nel cratere Endurance dal rover Opportunity. Credit: NASA/JPL

Le rocce trovate nella Meridiani Planum portano i segni di un antico ambiente acquoso che probabilmente non era affatto abitabile, per via dell'altissima acidità del'acqua, il limitato gradiente chimico presente e la poca energia disponibile. A questo si aggiunge l'estrema salinità dell'acqua che avrebbe impedito il metabolismo microbico, sempre che ce ne siano mai stati.

Tutt'altra storia invece per l'ambiente acquoso trovato dal rover Curiosity, dall'altra parte del pianeta, nel cratere Gale. Qui ha trovato un deposito roccioso di nome Yellowknife ed una delle rocce analizzate, battezzata Sheepbed, mostra segni simili dell'interazione con l'acqua, ma con una storia diversa dietro.



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Panorama del deposito dove si trova la Sheepbed. Credit: NASA/JPL




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Immagine della granulosità sopra una roccia particolare vista dalla camera MAHLI, il 132esimo Sol. L'investigazione ha svelato che la roccia è in realtà una roccia arenaria composta da granelli di sabbia cementificatiinsieme. I granelli più grandi si trovano nell'angolo basso a sinistra e hanno circa 2mm, che sono più grandi della sabbia; tecnicamente, sono classificati come granuli. L'intera vista è grande 4.3 cm in diametro, a piena risoluzione è circa 26.1 micron per pixel. Credit: NASA/JPL/MSSS


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Animazione degli scavi fatti nel deposito di Yellowknife, da Curiosity. Credit: NASA/JPL

In questa regione, i sedimenti sono anch'essi coperti di piccole palline ma rappresentano un ambiente molto più abitabile. I sedimenti trovati qui si trovavano sott'acqua e si sono formati come cementificazione del terreno. La roccia è stata poi frammentata e riempita di materiali solfati quando la roccia ha ripreso a fluire attraverso la rete di fratture. Le venature che vedete sono causate da questo. I dati di diversi strumenti su Curiosity, come lo Spettrometro a raggi-X e particelle Alpha, o il laboratorio chimico integrato insieme al set di strumenti per l'analisi mineralogoca, hanno permesso di capire che il PH dell'acqua qui era neutrale, la quantità di composti chimici a disposizione era molto vasta e la salinità bassa. Questo luogo sarebbe stato molto più abitabile per le prime forme di vita.

Resterà da capire quando e come l'acqua e arrivata e se ne è andata, ma Curiosity ha già fatto una delle più grandi scoperte nell'esplorazione di Marte, trovando il primo habitat potenzialmente abitabile in passato.

http://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA16833

http://www.link2universe.net/2013-05-06 ... a-di-loro/


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MessaggioInviato: 29/09/2013, 21:22 
Trovata su Marte una roccia nata in un ambiente ricco d'acqua: è simile alle maugeariti



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Si è formata in un ambiente ricco di acqua, la roccia scoperta su Marte da Curiosity, il robot-laboratorio della Nasa al lavoro sulla superficie di Marte dal 6 agosto 2012. La roccia, alla quale la rivista Science dedica la copertina, non somiglia a nessuno degli altri minerali finora trovati sul Pianeta Rosso ed è la prima ad essere stata studiata da Curiosity. Ha forti somiglianze con le rocce terrestri chiamate maugeariti, che si trovano sulle isole oceaniche o nelle fratture continentali. La ricerca è stata condotta da Martin Fisk, geologo marino presso l'università dello Stato dell'Oregon e membro del gruppo scientifico di Curiosity. La roccia è stata battezzata dalla Nasa "Jake M." in onore dell'ingegnere Jake Matijevic deceduto pochi giorni dopo l'arrivo su Marte di Curiosity sul quale aveva lavorato. Era già stata notata per la sua strana forma a piramide.
Le altre pietre analizzate su Marte sono molto diverse - "Sulla Terra abbiamo una buona idea di come si formano le maugeariti", spiega Fisk che è anche co-autore di tutti e tre gli articoli dedicati a Marte pubblicati su Science. "Si inizia con il magma in profondità all'interno della Terra, che cristallizza in presenza di 1-2 % di acqua - ha spiegato - e che, dopo una serie di processi, arriva sulla superficie attraverso eruzioni vulcaniche''. Per Fisck "Jake M. è significativa perché ci fa supporre che l'interno di Marte sia composto da aree con differenti composizioni, non miscelate bene tra loro. Forse - ha concluso - Marte non si è mai omogeneizzato come ha fatto la Terra attraverso le sue placche tettoniche e i processi di convezione''.

http://notizie.tiscali.it/articoli/scie ... ml?scienza


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MessaggioInviato: 04/10/2013, 14:42 
L'intrepido rover Opportunity ha iniziato una nuova eccitante fase della sua epica avventura sul pianeta rosso! Stavolta si tratta dell'ascesa verso un picco chiamato Solander Point. Si tratta della prima montagna che il rover scalerà dal suo arrivo su Marte quasi un decennio fa. L'obbiettivo è quello di trovare una zona con tanto Sole dove passare l'inverno marziano e che sia allo stesso tempo interessante dal punto di vista scientifico, per continuare le sue indagini circa la geochimica passata e presente del pianeta rosso. La scalata è un'occasione fantastica per gli scienziati che potranno esaminare l'intrigante stratigrafia esposta nei fianchi della montagna, risalenti ad un'epoca in cui Marte era molto più ospitale alla vita.

Questa zona è stata esaminata dall'orbita grazie al Mars Reconnaissance Orbiter, che ha scoperto segni di una chimica molto intrigante, forse legata alla possibilità di vita su Marte. I dati sono stati ottenuti mappando ad altissima risoluzione (5 metri per pixel) tutta la montagna, con lo spettrometro CRISM, che ha portato alla scoperta di vari minerali ricchi di argille che si sono formate nella presenza abbondante di tanta acqua.



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Immagine della zona percorsa da Opportunity e la sua destinazione finale: Solander Point. Fotografia ottenuta dall'orbita dal MRO. Credit: NASA/JPL

Geologicamente parlando, Solander Point è una parte erosa del margine esterno del gigantesco Cratere Endeavour, che Opportunity sta esplorando. Attualmente il rover si trova accanto alla fiancata che lo porterà a scalare pian piano questa montagna. A rassicurare tutti circa la sua salute è Ray Arvidson, vice-capo della missione e scienziato della Washington University.

"Abbiamo finito di raccogliere i dati con lo spettrometro CRISM e li stiamo discutendo questa settimana" ha spiegato Arvidson, aggiungendo che dopo che ci sarà un accordo circa i dati si procederà verso un piano per scalare la montagna, in modo da passare accanto alle zone più intriganti geologicamente.

Oltre agli interessi biologici, Solander Point è importante per gli scienziati perché il picco e la fiancata che sarà esplorata si trovano esposte verso nord, e questo massimizzerà la quantità di energia che i panelli solari del rover potranno racimolare durante questo sesto inverno marziano.
Per riuscire a sopravvivere a temperature e condizioni in stile Antartide, gli ingegneri devono garantire che il rover possa riscaldarsi durante il giorno e avere abbastanza corrente elettrica da tenersi caldo anche durante le notti sempre più lunghe. L'inverno non è uno scherzo da quelle parti e durerà ben 6 mesi (il doppio che sulla Terra). Il rover Spirit morì durante un simile inverno quando non era riuscito a muoversi verso il Sole, essendo rimasto incastrato nella sabbia.

Il rover ha percorso ben 38.34 km dal suo arrivo, esplorando una varietà incredibile di posti e scattando ben oltre 184.500 immagini. Inizialmente la missione doveva durare appena tre mesi ma eccoci qui a dar notizia del prossimo grande viaggio di Opportunity, nonostante siano passati quasi 10 anni!

Nel frattempo, da un'altra parte di Marte, il più giovane rover Curiosity si sta facendo strada verso la montagna Mt. Sharp, al centro del Cratere Gale, ed ha già trovato segni di minerali e depositi alterati dall'acqua in una zona chiamata Darwin Outcrop. Questo fa pensare che le stratificazioni verso cui si dirige potrebbero davvero svelarci un pianeta favorevole alla vita!

http://www.planetary.org/explore/space- ... ander.html

http://www.link2universe.net/2013-10-03 ... e-scienza/

di certo nessuno avrebbe scommesso su una longevita' cosi'lunga speriamo che pure dopo un ulteriore inverno marziano,possa riprendere le sue ricerche............................[;)]


Ultima modifica di ubatuba il 04/10/2013, 15:21, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 24/10/2013, 19:07 
Il Rover Opportunity ha iniziato a scalare l'alta collina chiamata "Solander Point" dove passerà il suo inverno marziano. La collina si trova sul bordo del gigantesco cratere Endeavour, che il piccolo rover sta esplorando. Si tratta del punto più alto mai scalato nella sua missione arrivata a quasi 10 anni ormai e raggiunge quasi 40 metri. Il rover è arrivato qui guidato dalla mappa minerale ottenuta dall'orbita, che indicava la presenza di depositi molto intriganti, ma anche perché garantirà un'esposizione ottima al Sole, durante l'inverno freddo, per poter sopravvivere.


"Questa è la nostra prima "escursione in montagna" con Opportunity su Marte" ha spiegato Steve Squyres, della Cornell University, a capo della missione presso il JPL, NASA. "Ci aspettiamo di trovare alcune delle più antiche rocce che vedremmo mai nella vita di questo rover e questo ci darà una finestra sull'antico passato di Marte."

Il cratere è grande 22 km in diametro e qui il rover si trova proprio ai suoi bordi esterni, esplorando i margini rocciosi lasciati dall'epoca dell'impatto, insieme ai depositi della crosta antica sollevata. Sopra si trovano quindi i depositi più antichi, scavati dalle profondità di Marte dall'asteroide che ha colpito qui. Sotto invece ci sono i depositi della crosta precedente.

Tra gli obbiettivi principali ci sono anche le analisi di alcuni depositi argillosi molto intriganti scoperti dalla camera CRISM, a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter, della NASA. Per gli ultimi 20 mesi circa, il rover aveva esplorato un'altra parte del bordo di Endeavour, chiamata "Cape York", ma questa zona si trova molto più in alto. "A Cape York abbiamo trovato tante cose fantastiche" spiega Squyres. "Vene di gesso (solfato di calcio), terreni ricchi di argille e sferule formate dall'acqua. Sappiamo che c'è una quantità ancor maggiore di materiali ricchi di argille la dove siamo diretti. Potrebbero essere simili a quello che abbiamo visto a Cape York, ma potrebbero anche essere completamente differenti."



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Immagine della zona percorsa da Opportunity e la sua destinazione finale: Solander Point. Fotografia ottenuta dall'orbita dal MRO. Credit: NASA/JPL

Opportunity aveva raggiunto la zona vicina a Solander Point ad Agosto, dopo mesi di viaggio da Cape York. I ricercatori hanno poi usato il rover per investigare la zona ed hanno scoperto una regione di contatto tra la formazione geologica ricca di zolfo, più giovane ed una formazione geologica rocciosa molto più antica. Le rocce ricche di zolfo risalgono ad un periodo in cui Marte era molto umida, ma anche molto acida. Il contatto con le pietre più antiche potrebbe aiutare i ricercatori a capire quanto tempo sono durate queste condizioni e come sono cambiate.

Nell'inverno che sta arrivando, le temperature scenderanno fino a oltre -40° e la quantità di luce sarà sempre meno. Per questo gli scienziati lo porteranno in cima alla collina, con un'inclinazione di circa 17° per massimizzare la quantità di luce che riceve durante le poche ore diurne, in modo da rimanere caldo ed attivo.

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2013-305


dovevano essere pochi mesi,ed invece oppy continua a stupire,dopo il riposo invernale,riprendera' la sua avventura di scoperta,di certo ha segnato un epoca della ricerca spaziale [;)]


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MessaggioInviato: 18/01/2014, 17:58 
prima del sonno invernale opportunity,ci invia un mistero dal paineta rossa,una roccia comparsa dal nulla,e alcuni piccoli frammenti circostanti............un qualkosa caduto dal rover............
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Roccia comparsa vicino al rover Opportunity, su Marte. Credit: NASA/JPL

Il rover Opportunity ha compiuto 10 anni da quando è sulla superficie di Marte e durante i festeggiamenti, riguardando tante delle recenti foto scattate, qualcuno ha notato una cosa molto intrigante: c'è una roccia, in una foto, che appena 12 sol (giorni marziani) prima non c'era. "Una delle cose che mi piace dire, è che Marte continua a lanciare nuove cose verso di noi" spiega Squyres, a capo del programma dei rover marziani, intendendolo in senso letterale questa volta.

Squyres ha descritto la roccia come "bianca sull'esterno, e al centro c'è una macchia rossa scura. Sembra una ciambella ripiena. Ed è comparsa dal nulla, senza che noi ci fossimo mossi in quel posto."



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Immagine della roccia comparsa davanti al rover. Composizione a colori alterati, in modo da evidenziare meglio le rocce di diversa composizione minerale. Credit: NASA/JPL

I ricercatori l'hanno chiamata "Pinnacle Island", e stanno valutando le varie idee riguardo a come questa roccia potrebbe essere misteriosamente comparsa. "Una teoria è che in qualche modo è stata lanciata in avanti dal movimento di una ruota del rover" ha spiegato Squyres. "Avevamo guidato un metro o due da qui e in qualche modo, forse una delle ruote è riuscita a spingerla fuori dal terreno. Questa è la teoria più probabile. L'altra teoria è che potrebbe esserci stato un impatto nelle vicinanze e qualche detrito è arrivato fino a qui. Ma questa è meno probabile." A questo si aggiunge un'altra idea che è venuta fuori, per cui la roccia sarebbe caduta da un deposito vicino, rotolando a vale.



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Immagine della roccia comparsa vicino al rover Opportunity. Credit: NASA/JPL



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Ecco un paragone tra le due foto del prima e dopo. Notate che oltre al sasso principale ci sono anche altri comparsi vicino. Credit:NASA

[img][IMG]http://i.imgur.com/MIeDHKg.gif[/img][/img]

Animazione mostra prima e dopo sulla superficie di Marte dov'è comparsa la roccia. Notate che ci sono anche altri piccoli frammenti comparsi intorno. Credit: NASA/JPL



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Vista al microscopio della roccia intrigante comparsa vicino a Curiosity. Credit: NASA/JPL

"Mentre stiamo parlando, stiamo facendo analisi a questa roccia con gli strumenti del rover. Abbiamo scattato foto da varie parti e la parte della "gelatina al centro della ciambella" è molto intrigante! E' differente da qualsiasi altra cosa abbiamo mai visto su Marte! E' molto ricca in zolfo e magnesio, ed ha il doppio del manganese rispetto alle altre rocce analizzate. Non sappiamo ancora nulla di cosa significa tutto questo nel contesto. Siamo completamente confusi. Tutti sul team stanno discutendo e lottando. Ci stiamo divertendo tantissimo. E' questo il bello di questa missione." ha spiegato Squyres.

Solander Point visto dal rover Opportunity all'inizio del suo viaggio, nell'Agosto 2013. Adesso si trova sulla punta della montagna. Credit: NASA/JPL/Cornell/Marco di Lorenzo/Ken Kremer

"Un tempo avevo questa nozione confortante che ad un certo punto, potevamo sdraiarci, rilassarci e dire che ce l'abbiamo fatta, abbiamo finito. Abbiamo imparato tutto quello che c'è da imparare riguardo a questo posto. Ma Marte non è affatto così, continua a lanciarci contro cose nuove. E così ho iniziato a realizzare - ed è stato vero quando abbiamo perso Spirit, e sarà vero quando perderemmo Opportunity - che ci sarà sempre qualcosa di affascinante da scoprire poco oltre il nostro orizzonte, qualcosa a cui però non arriveremmo. Questa è semplicemente la natura dell'esplorazione, e mi sento molto fortunato ad essere stato parte di questa missione."

http://www.nasa.gov/mission_pages/mer/o ... pdate.html

http://www.link2universe.net/2014-01-18 ... portunity/


Ultima modifica di ubatuba il 18/01/2014, 18:11, modificato 1 volta in totale.

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La terza ipotesi l'avanzo io! [:D]

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=j5Ie7i6vRUM[/BBvideo]


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Ronin77 ha scritto:

La terza ipotesi l'avanzo io! [:D]


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se fossero esseri viventi con una biologia diversa dalla nostra magari basata sul silicio e che noi scambiamo per rocce? ^_^



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Cita:
MaxpoweR ha scritto:

se fossero esseri viventi con una biologia diversa dalla nostra magari basata sul silicio


No, su marte una biologia basata sul silicio e' altamente improbabile per molteplici motivi, primo tra tutti la mancanza di un solvente differente dall'acqua. Viceversa una biochimica a base silicio e solvente acqua e' forse ancor meno probabile in quanto gia' nel solo processo di ossidazione l'equivalente del diossido di carbonio, cioe' il diossido di silicio, e' un cristallo solido poco solubile in acqua; una vera impresa per un sistema respiratorio. [;)]
Poi ovviamente ci sono anche altre motivazioni, ma gia' queste mi sembrano sufficienti.

Cita:
e che noi scambiamo per rocce? ^_^


Infatti le molecole che si basano sui legami si-ossigeno sono in pratica le rocce.



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Nuove scoperte del rover Opportunity aumentano la probabilità di vita su Marte

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Deposito roccioso presso la zona chiamata Whitewater Lake, analizzato dal rover Opportunity nel 2013. Credit: NASA/JPL

Oggi il rover Opportunity festeggia i suoi 10 anni terrestri dall'arrivo sul pianeta rosso! Il regalo perfetto è arrivato da un team di scienziati che ha scoperto nuovi indizi geologici sulla passata abitabilità di Marte. Gli indizi partono dall'analisi di alcuni depositi di argille trovati in una zona chiamata "Whitewater Lake", lungo un segmento eroso del bordo del Cratere Endeavour, grande 22 km in diametro. "Queste rocce sono più antiche di qualsiasi altro deposito analizzato in questa missione, e ci svelano che un tempo le condizioni erano molto più favorevoli alla vita microbica rispetto a quanto visto nei precedenti esami fatti da Opportunity altrove su Marte" ha spiegato Ray Arvidson, professore presso la Washington University, a St. Louis.

Il deposito in causa fa parte di una collina chiamata Matejivic Hill, in cui i ricercatori hanno trovato trace di minerali ricchi di ferro, appartenenti al gruppo delle smectite, che si formano in presenza di acqua. Questo ci dice che circa 4 miliardi di anni fa, quando il deposito è nato, Marte era un pianeta molto diverso, con tanta più acqua rispetto ad oggi. Ma non è la presenza dell'acqua che è intrigante in questo caso. Quello che è speciale di questo deposito è che la sua chimica indica che si è formato in un'acqua con pH quasi neutro.

In passato Opportunity aveva già trovato segni geologici del passaggio dell'aqua, ma indicavano un ambiente liquido con pH acido, rendendo così più improbabile l'inizio di una chimica biotica (la nascita della vita) sul pianeta. Questa nuova scoperta invece aumenta molto le probabilità che Marte sia stata davvero abitabile un tempo, ed è in perfetto accordo anche con la scoperta fatta recentemente dal rover Curiosity, dall'altra parte di Marte, che aveva trovato segni di acqua con pH neutro nel passato del Cratere Gal



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Vista a falsi colori dei depositi minerali su una roccia analizzata da Opportunity a Whitewater Lake, su Marte. Credit: NASA/JPL

L'intero deposito di Matejivic Hill fa parte di un segmento del bordo di Endeavour chiamato Cape York, dove Opportunity ha passato più di un anno per fare esami dettagliati della geologia del luogo.
"Il succo di questi esami è che queste sono le più antiche rocce esaminate da Opportunity, e abbiamo prove che si sono formate in condizioni più miti, che avrebbero potuto costituire una nicchia per la nascita della vita, e potrebbero anche essere ottimi per la preservazione di qualsiasi materiale organico sia stato prodotto." ha spiegato Arvidson.

Il viaggio del piccolo grande rover è iniziato nel 2004 quando è atterrato nel Cratere Eagle. Dopo poco era già riuscito a trovare tracce concrete della presenza dell'acqua su Marte quando l'intero pianeta era molto più caldo e umido. Come dicevamo prima però, le prove indicavano un'acqua ricca di zolfo, che difficilmente avrebbe permesso la complessa chimica necessaria alla nascita della vita. Ma questi nuovi depositi risalgono ad un'era geologica più antica, e mostrano come Marte abbia ospitato una grande diversità di ambienti, alcuni dei quali particolarmente favorevoli alla vita.

"Più esploriamo Marte, più diventa interessante. Queste recenti scoperte sono un fantastico regalo per il decimo anniversario di Opportunity su Marte" ha spiegato Michael Mayer, a capo del programma per l'Esplorazione Marziana, presso la NASA. "Stiamo scoprendo più luoghi su Marte dove l'ambiente era un tempo caldo e umido. Questo ci incentiva molto a continuare la ricerca di segni passati di vita sul pianeta."

Attualmente, Opportunity si trova ad investigare un deposito roccioso sulla cima chiamata Solander Point, dove sta passando l'inverno con i panelli solari puntati verso l'orizzonte.
Oggi è il Sol (giorno marziano) numero 3555 per il rover (la missione originale era di 90 Sol). Fino ad oggi sono state scattate ben 188.200 fotografie durante una spedizione che ha visto il rover viaggiare per l'incredibile distanza di 38.73 km (il rover che ha viaggiato di più sulla superficie di un corpo extraterrestre).

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?r ... 2014-022#1

http://marsrovers.jpl.nasa.gov/home/index.html

http://www.link2universe.net/2014-01-24 ... -su-marte/


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MessaggioInviato: 25/01/2014, 17:54 
in merito alla roccia comparsa improvvisamente,alcuni scienziati la mettono in relazione a possibili eventi tellurici sul pianeta,il rover non ha sismografi,quindi solo guardando effetti nelle vicinanze,si possono fare deduzioni in meriro,o magari potrebbe essere stato un impatto meteorico,x capirne le dinamiche mro fotografera' la zona circostante x appurare se effettivamente ci sia stato un impatto meteorico,riguardo a fattori sismici gia' nel 2012 mro aveva trasmesso immagini,le quali indicavano che il terreno fosse stato mosso di recente il tutto dovuta a probabile fenomeno sismologico [;)]



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Immagine di alcuni massi caduti in tempi geologicamente recenti, che secondo gli scienziati indicano che ci sono stati terremoti e forse vulcanismo. Credit: NASA/MRO/HiRISE


Ultima modifica di ubatuba il 25/01/2014, 17:59, modificato 1 volta in totale.

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Grigio
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MessaggioInviato: 31/01/2014, 12:21 
La NASA occulta la scoperta che c'è vita su Marte?


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Il cittadino statunitense Rhawn Joseph ha citato la NASA in tribunale chiedendo che si indaghi immediatamente e accuratamente sulla "pietra vagante" di Marte.


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Uno strano minerale è stato osservato dal rover Opportunity quattro settimane fa. In precedenza le immagini non avevano mostrato nessuna pietra nello stesso punto del pianeta. Ciò che dà più da pensare è che l'analisi chimica ha dimostrato che la pietra ha una struttura particolare.Gli scienziati hanno suggerito che il minerale sia fuoriuscito dalla ruota del rover, ma il neuropsicologo Rhawn Joseph ne è sicuro: essa non è una pietra ma un corpo fruttifero di unl fungo.Joseph si è rivolto molte volte alla NASA con la richiesta di studiare il "fungo ", ma non ha ricevuto alcuna risposta. Così ha inviato una querela al tribunale della California contro l'agenzia spaziale e i suoi dirigenti.

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MessaggioInviato: 02/02/2014, 07:24 
certo che se marte avesse avuto almeno qualche zona con vita batterica e vegetale, e magari anche venere, le nostre capacità di studio sarebbero state immensamente maggiori per tutta la xenobiologia, invece così rimane sempre tutto campato per aria sulle ipotesi.



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MessaggioInviato: 02/02/2014, 12:57 
Cita:
Raziel ha scritto:

certo che se marte avesse avuto almeno qualche zona con vita batterica e vegetale, e magari anche venere, le nostre capacità di studio sarebbero state immensamente maggiori per tutta la xenobiologia, invece così rimane sempre tutto campato per aria sulle ipotesi.


..a parte la missione viking,nessun'altra missione e' stata approntata appositamente x una ricerca approfondita in merito ad un eventuale esitenza di qualke forma batterica sul pianeta rosso,dopo i risultati contrastanti appunto delle viking,sarebbe stato la cosa + naturale effettuare ulteriori accertamenti.....[;)]..ma alla nasa picciono maggiormente i grandi panorami fotografici............................[;)]


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