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 Oggetto del messaggio: Marte: si cercherà la vita nello zolfo
MessaggioInviato: 17/03/2010, 09:45 
Le tracce di vita su Marte potrebbero essere semplici da trovare se presenti nei minerali sulfurei che ricoprono la superficie del pianeta. Il prossimo lander dovrebbe essere in grado di rilevare queste eventuali presenze.

Nessuna missione su Marte ha mai trovato molecole complesse a base di carbonio, su cui si basa la vita come noi la conosciamo. Ma lo zolfo è ovunque su Marte - in percentuale più abbondante che sulla Terra - e potrebbe contenere una delle tracce della vita. Sulla Terra, l'attività di alcuni microbi converte una classe di composti contenenti zolfo, i solfati, in un altro, i solfuri. I microbi preferiscono lavorare con l'isotopo di zolfo-32, producendo lo zolfo-34. I planetologi si sono a lungo chiesti se fosse possibile utilizzare questo modello per scovare i segni della vita su Marte. Ora le prospettive di questa tecnica ha un fondamento certo.

Sulla Terra, i due amminoacidi essenziali proteinogenici cisteina e metionina, nonché gli amminoacidi omocisteina e taurina contengono zolfo, come anche alcuni enzimi molto comuni; questo rende lo zolfo un elemento indispensabile alla vita di qualsiasi cellula. I ponti solfuro fra polipeptidi sono estremamente importanti per l'assemblaggio e la struttura delle proteine. Alcune forme di batteri usano il solfuro di idrogeno (o acido solfidrico in soluzione acquosa, H2S) al posto dell'acqua come donatore di elettroni in un primitivo processo fotosintetico.

John Parnell e i colleghi dell'Università del Aberdeen, nel Regno Unito, hanno scoperto che i solfuri, apparentemente formati attraverso l'attività microbica, presenti nelle rocce del cratere Haughton nell'Artico canadese (geologia, DOI: 10.1130/G30615.1). "E 'stato incredibile, era dappertutto", dice Parnell, che ha espossto lindagine sugli isotopi di zolfo su Marte al Lunar and Planetary Science Conference di Houston, Texas, la scorsa settimana.

L'analisi delle rocce del cratere indicano che i solfuri sono stati prodotti a temperature superiori a 70 ° C, poco dopo hanno la formazione del cratere a causa di un meteorite circa 39 milioni anni fa, quando l'acqua riscaldata dall'impatto si sarebbe diffusa tra le rocce del cratere.
Nonostante il passare del tempo, le impronte della vita nel cratere Haughton restano chiare, con lo zolfo-34 impoverito del 7 per cento a confronto con i solfuri dei solfati. Ciò suggerisce che tale prova non è facilmente cancellabile, rafforzando le possibilità che le rocce marziane che sono state abbastanza umide molto tempo fa potrebbero ancora possedere analoghe prove sulla presenza di vita, dice Parnell.

Il rover della NASA, chiamato Mars Science Laboratory (MSL) atterrerà sulla superficie di Marte nel 2012. Utilizzerà uno spettrometro di massa che dovrebbe essere abbastanza sensibile per vedere le variazioni del 2% di abbondanza isotopica di zolfo, dice John Grotzinger del California Institute of Technology di Pasadena, lo scienziato di punta della missione.
Lo zolfo è "sicuramente un candidato promettente" per rivelare i segni di vita su Marte, ha detto David Des Marais della NASA Ames Research Center di Moffett Field, California, che è anche coinvolto nella missione. "Se trovassimo grandi differenze isotopica, sarebbro molto sospette.
Dati del genere potrebbero finalmente darci la conferma in passato dell'esistenza della vita extraterrestre.

link: http://www.newscientist.com/article/mg2 ... -face.html

A cura di Arthur McPaul
Fonte: http://nemsisprojectresearch.blogspot.c ... zolfo.html


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MessaggioInviato: 17/03/2010, 14:51 
Continuano con questa campagna mediatica sul cercare la vita quando in realtà già l'hanno trovato da un bel po di anni.. ridicoli.



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MessaggioInviato: 17/03/2010, 22:01 
Cita:
sanje ha scritto:

Continuano con questa campagna mediatica sul cercare la vita quando in realtà già l'hanno trovato da un bel po di anni.. ridicoli.

Io su questo francamente ho seri dubbi.Le strumentazioni delle sonde viking non brillavano certo per sofisticatezza rispetto a quelle di oggi che ancora non riescono a trovare tracce di vita.Non perchè non vi siano ma evidentemente perchè si celano in strutture biologiche assai deiverse da quelle che i nostri scienziati conoscono.
Solo ora con la scoperta dei batteri estremofili abbiamo/hanno cominciato ad interrogarsi se non sia il caso di cercare forme viventi anche dove prima si pensava non potessero esistere.
Ora però credo sia solo questione di tempo...



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MessaggioInviato: 17/03/2010, 23:25 
certo che le viking non avessero un efficenza cmq erano laboratori abbastanza complessi che in base ai dati trasmessi contenevano un messaggio inequivocabile da entrambi i lander/laboratori fatti scendere su marte,e questi dati davano la presenza di vita batterica e il tutto seguiva perfettamente il ciclo circadiano come sulla terra,in effetti di tutta la quantita' di dati trasmessi dai laboratori ne sono stati studiati solo il 25%circa,e solo grz a levin e altri suoi collaboratori nei primi anni del 2000 la parte rimanente e'stata portata alla luce,con una conferma delle conclusioni iniziali,convinto che gia'nel lontano 1977 sapevano dell'esistenza di acqua su marte,e di cio' erano state pubblicate fotodel polo marziano che venivano classificate come lo sciogliersi dei ghiacci polari con formazioni chiamiamole "pozzanghere"queste foto erano pubblicate su panorama di quel perido


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MessaggioInviato: 18/03/2010, 01:57 
mah... è solo questione di tempo, prima o poi la verità verrà fuori...



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MessaggioInviato: 18/03/2010, 06:39 
Cita:
tommaso ha scritto:


Io su questo francamente ho seri dubbi.Le strumentazioni delle sonde viking non brillavano certo per sofisticatezza rispetto a quelle di oggi che ancora non riescono a trovare tracce di vita.Non perchè non vi siano ma evidentemente perchè si celano in strutture biologiche assai deiverse da quelle che i nostri scienziati conoscono.


Inoltre....

CLAMOROSO: «Niente prove di vita su Marte», ma per colpa di un errore della Nasa
29 maggio 2009

Invece di far tesoro delle uniche probabili prove scientifiche della presenza di vita su Marte, la Nasa sembra aver fatto un bel pasticcio costato anni di ricerche e miliardi di dollari. Infatti, potrebbero esser state proprio le tanto invidiate sonde supertecnologiche dell’agenzia spaziale americana ad aver distrutto la possibilità di scoprire la presenza di una qualche forma di vita sul Pianeta Rosso. Un errore, quello degli scienziati americani, che perpetuato dal 1976, quando le due sonde gemelle Viking sono state inviate su Marte per prelevare e analizzare campioni della superficie del pianeta.

Già da allora però era evidente che qualcosa non andava per il verso giusto. La totale assenza di sostanze organiche su Marte, infatti, aveva insospettito non poco gli scienziati americani. In effetti, anche qualora non ci fosse mai stata vita sul Pianeta Rosso, le sonde avrebbero comunque dovuto trovare sostanze organiche, seppur in piccolissima quantità, rilasciate – se non dalla presenza di una qualche forma di vita – almeno dalle comete e dagli asteroidi che hanno colpito il pianeta. Eppure il nulla.

Una delle spiegazioni che gli scienziati hanno dato a questa mancanza di campioni organici era che le molecole in questione sarebbero potute scomparire naturalmente per via dell’azione di sostanze chimiche altamente reattive, come il perossido di idrogeno.

Ma ora invece c’è un’altra ipotesi in ballo, che potrebbe dimostrare la possibilità che gli scienziati americani abbiano compiuto un errore colossale.

Secondo due scienziati della Nasa, Douglas Ming e Chris McKay, potrebbero esser state proprio le sonde ad aver distrutto i campioni. Non solo le due Viking, ma anche la sonda lanciata lo scorso anno, Phoenix. Secondo la teoria dei due scienziati americani, presentata a Houston in occasione della Lunar and Planetary Science Conference , le sonde avrebbero sbagliato nel metodo di analisi delle sostanze organiche di Marte, denominate perclorati. Queste sostanze sono relativamente stabili a basse temperature, ma quando vengono riscaldate a centinaia di gradi Celsius tendono a rilasciare un’elevata quantità di ossigeno che può provocare una combustione.

Ed ecco dove potrebbe esserci stato l’errore: le sonde della Nasa sono state programmate per analizzare i campioni utilizzando altissime temperature. Il metodo consiste nel riscaldare le sostanze fino a portarle all’evaporazione per poi analizzarle sotto forma di gas. Ma questo metodo potrebbe aver invece compromesso anni e anni di duro lavoro.

In poche parole, le sonde potrebbero aver accidentalmente bruciato le uniche possibili prove di vita su Marte. Per arrivare a queste conclusioni Ming ha osservato, effettuando una serie di esprimenti sulla Terra, la reazione del perclorato ad alte temperature e ha notato che la sua combustione può distruggere le sostanze organiche.

Quindi, se finora non si è potuto dimostrare la presenza di vita su Marte, non è perché non c’è mai stata. La spiegazione sarebbe più semplice, ma anche più dura da digerire: “non abbiamo cercato nel modo giusto”, hanno concluso gli scienziati.

Fonte: http://www.express-news.it/?p=3279


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MessaggioInviato: 18/03/2010, 22:41 
"Clamorosa scoperta annunciata lo scorso 24 luglio a San Diego, in California, in occasione del 26° Congresso annuale della Società americana di Ingegneria e strumentazione ottica(SPIE ossia Society of Photo-Optical Instrumentation Enginees). L'autore, Joseph D. Miller, un neuro-biologo dell' UCS (Università della California del Sud), ha infatti portato serie prove secondi cui in uno degli esperimenti biologici effettuati dal Viking su Marte 25 anni fa (il cosiddetto esperimento di 'rilascio di anidride carbonica marcata', più succintamente definito LR=Labeled Release) ci sarebbero chiare tracce di attività microbica. Questo in base a conoscenze biologiche che ai tempi dei Viking non esistevano neppure e che lo stesso Miller ha contribuito ad approfondire nei passati 25 anni: più particolarmente lo scienziato dell'UCS è un biologo specializzato nello studio dei cosiddetti ritmi circadiani, vale a dire in tutta quella serie di risposte biochimiche e comportamentali con cui gli organismi terrestri inferiori e superiori sembrano reagire al succedersi periodico del giorno e della notte. J.Miller è andato a riguardarsi alcuni grafici relativi alle misure LR che i due Viking hanno condotto durante i loro 5 anni di permanenza su Marte rimanendo immediatamente colpito da un dettaglio cui nessuno, 25 anni fa, aveva dato importanza. Per capire di che si tratta dobbiamo però fare una descrizione seppur sommaria del citato esperimento di rilascio di anidride carbonica marcata. L' idea alla base è il fatto ben noto che tutti i micro-organismi terrestri metabolizzano le sostanze organiche liberando CO2. Venne così progettata una cella ermetica entro cui il braccio meccanico del Viking doveva deporre circa 1 grammo di suolo marziano. A questo punto veniva aggiunta una soluzione nutritiva acquosa contenente 7 composti organici a base di carbonio marcato con C14 radioattivo. L' assimilazione di questi composti organici da parte di eventuali microorganismi marziani avrebbe dovuto provocare emissione di anidride carbonica (CO2) il cui Carbonio (provenendo da sostanze a base di 14C) avrebbe dovuto essere a sua volta radioattivo (quindi 14CO2) e quindi facilmente analizzabile da un apposito rivelatore di radioattività collocato nella parte superiore della cella. Proprio questo, effettivamente successe su Marte, con l'aggiunta che l'emissione di 14CO2 si azzerava se il campione di suolo veniva prima sterilizzato a 160°C! Figura 5
I ritmi circadiani nei dati del Viking, rielaborati da Miller nel 2001.
Per vedere l'immagine più grande clicca sull'immagine.
A frenare di vita su Marte' venne il risultato di un altro esperimento denominato GCMS: il suo compito era di ricercare direttamente molecole organiche nel suolo marziano ma il suo risultato fu assolutamente NEGATIVO. Chiaro che senza la presenza di composti organici non si poteva parlare di vita su Marte. Da qui tutta una lunga serie di esperimenti di laboratorio che sembrarono dimostrare come la liberazione di14CO2 nell'esperimento LR fosse in realtà un processo puramente chimico legato all ' esistenza nel suolo marziano di materiali altamente ossidanti ('superossidi') in grado di decomporre i composti organici delle soluzioni nutritive e quindi di simulare una risposta biologica. Adesso invece, con i nuovi studi di J.Miller, le cose sono state clamorosamente rimesse in discussione. Quello che tanto ha colpito Miller è il fatto che l'emissione di 14CO2 non era continua, ma mostrava un andamento regolarmente oscillante, con incrementi nelle ore diurne e diminuzioni nelle ore notturne. Per un esperto, come lui, di ritmi circadiani la cosa andava immediatamente approfondita alla eventuale ricerca di un qualche tipo di periodicità. Con un risultato assolutamente imprevisto: quello secondo cui la 14CO2 veniva emessa con fluttuazioni periodiche di 24,66 ore, perfettamente coincidenti con il giorno marziano! "
fonte gat
certo che x la nasa non sarebbe la prima volta che compie errori colossali,cmq i rilievi di miller /levin sono abbastanza chiari da poter dire che i viking avevano scoperto qualcosa se infatti il tutto dovesse essere dovuto ai superossidanti l'emissione di co2 sarrebbe dovuta essere costante nel sol marziano mentre invece oscillante con punte massime nelle ore diurne e quasi nulle nelle ore notturne


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MessaggioInviato: 04/05/2010, 14:47 
Hyperion scopre la vita extraterrestre (sulla Terra)

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Le prove tanto attese della presenza di vita extraterrestre sembrano finalmente essere giunte, ma a sopresa, giungono non da uno dei satelliti di Giove o Saturno o da Marte, ma bensì dalla Terra, in uno dei luoghi più inospitali esistenti. [Immagine: (in alto) il fiordo Borup Pass sull'isola di Ellesmere nel Canada Artico. La foto in basso, fatta da un elicottero, rivela una macchia di zolfo quasi sicuramente causata dalla vita batterica. Un sensore sul satellite agli infrarossi è stato in grado di raggiungere la stessa conclusione, fornendo un metodo per determinare la vita su questo pianeta, o su un altro mondo, da un satellite orbitante. Le immagini sono state rilasciate il primo maggio 2010. Credit: NASA / Earth Observatory]

In un paio di immagini pubblicate il 1 maggio dalla NASA dal satellite EO-1 e da un elicottero, i ricercatori della NASA hanno esposto la loro analisi su di un ghiacciaio intagliato a valle che ha delle caratteristiche uniche come nessun altro su Terra. L'area nell'Artico canadese della Ellesmere Island, si chiama Borup Fiord Pass. Essa è l'unico posto conosciuto sul nostro pianeta in cui esiste una sorgente naturale di zolfo depositato sul ghiaccio. Lo zolfo lascia una macchia di colore giallo pallido il ghiaccio e gli scienziati dicono che è un chiaro segno di attività biologica. La macchia di zolfo, chiaramente visibile nell'immagine elicottero, non è visibile dalla fotografia satellitare regolari. Ma un altro sensore sul satellite, chiamato Hyperion, che effettua misurazioni a lunghezze d'onda infrarossa, è riuscito a mappare la posizione dei depositi di zolfo scoprendo chiari segni di vita dallo spazio.

Questa scoperta potrà aiutare gli scienziati a trovare la vita altrove nel Sistema Solare, secondo un comunicato della NASA.
In primavera a Borup Pass, l'idrogeno e i gas solforosi dell'acqua vengono convertiti in zolfo, il materiale più comune nel deposito, o in gesso. Il processo è complesso, ma prevalentemente si verifica quando microbi, come i batteri, sono presenti.

Sulla luna di Giove, Europa, gli scienziati hanno trovato macchie scure sul ghiaccio che potrebbe essere causata da un processo simile. Europa è coperto da un guscio di ghiaccio d'acqua che dovrebbe nascondere un oceano di acqua liquida al di sotto. L'acqua liquida è un ingrediente fondamentale per la vita come noi la conosciamo. Ora la NASA grazie a questa scoperta di Borup Pass, potrebbe determinare se su Europa le macchie sono state create dalla vita.

"Un sensore in orbita come Hyperion potrebbero essere utilizzato per individuare i prodotti chimici in Europa sui depositi di ghiaccio come segno di vita extraterrestre microbica", affermano la NASA.

Fonte: http://nemsisprojectresearch.blogspot.c ... estre.html - http://www.space.com/scienceastronomy/s ... 00501.html


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