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Diaspro79 ha scritto:

secondo me è una stronzata...
durante il viaggio della sonda, l'oggetto viaggia nel vuoto... e nel vuoto non è possibile alcuna forma di vita... neppure microbica

la sterilizzazione avviene durante il viaggio nel vuoto ragazzi...
le contaminazioni sono possibili se dal pianeta terra vengono portati su marte campioni di materiale terrestre, aperti poi appunto su Marte ...


cmq sia un microbo ha necessariamente bisogno di un atmosfera per esistere, come per qualsiasi altra creatura vivente.

Non esattamente

Alcuni batteri prelevati dalle colline di Beer nella costa sud della Gran Bretagna hanno dimostrato di riuscire a resistere per 553 giorni all'esposizione diretta allo spazio.

I batteri sono stati esposti all'esterno della Stazione Spaziale Internazionale, nel modulo dell' ESA Technology Exposure Facility del laboratorio Columbus. Per un anno e mezzo, sono rimasti esposti alle radiazioni cosmiche ed all'ambiente estremo dello spazio. Alcuni di essi sono morti, ma altri sono riusciti a sopravvivere secondo dinamiche non ancora chiare, ma che la Open University, dove sono ora custoditi i campioni, vuole scoprire.

L'esperimento fa parte di un progetto per verificare quanto possano essere utili alcuni microrganismi nell'esplorazione dello spazio. "E' stato proposto che i batteri possano essere usati nei sistemi di supporto vitale per riciclare ogni cosa" spiega Karen Olsson-Francis, della Open University. "C'è anche l'idea che se riuscissimo a creare basi sulla Luna o Marte, potremmo usare i batteri per il 'bio-mining', utilizzarli per estrarre minerali dalla roccia".

La ricerca supporta inoltre la teoria secondo la quale alcuni microrganismi possano aver viaggiato a bordo di rocce cosmiche, da un pianeta all'altro o addirittura attraverso diversi sistemi solari.

Già era noto che le spore batteriche potessero resistere diversi anni nello spazio. Lo stesso possono fare anche licheni e tardigradi, anche se per un periodo più limitato.
Ma questo è il primo esempio di cianobatteri in grado di sopravvivere in un ambiente così estremo. I microrganismi sono stati classificati con la sigla OU-20, e somigliano ad alcuni cianobatteri noti come Gloeocapsa.

"I Gloeocapsa formano una colonia di cellule esterne che probabilmente proteggono le cellule interne dall'esposizione a radiazione ultravioletta, e forniscono una resistenza all'essiccamento" afferma Charles Cockell, che lavora con Olsson-Francis nel Planetary and Space Sciences Research Institute della Open University.

Quando si posizionò la roccia proveniente dalla Gran Bretagna a bordo del laboratorio orbitale, si sapeva soltanto che il campione conteneva diverse colonie di batteri differenti tra di loro. Nessuno sapeva se sarebbe sopravvvissuto qualcosa. "Avremmo potuto mandare batteri noti come 'estremofili' e saremmo stati sicuri della loro sopravvivenza. Ma in questo caso abbiamo usato una comunità di batteri per selezionare i sopravvissuti. Sono organismi comuni che vivono sulla costa di Beer nel devon, e possono sopravvivere nello spazio" dice Olsson-Francis.

http://www.ditadifulmine.com/2010/08/batteri-comuni-sopravvivono-553-giorni.html


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MessaggioInviato: 07/08/2012, 22:31 
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Alcuni batteri prelevati dalle colline di Beer nella costa sud della Gran Bretagna hanno dimostrato di riuscire a resistere per 553 giorni all'esposizione diretta allo spazio.


L' esperimento fa parte di un progetto per verificare quanto possano essere utili alcuni microrganismi nell' esplorazione dello spazio.


"E' stato proposto che i batteri possano essere usati nei sistemi di supporto vitale per riciclare ogni cosa"

"C'è anche l'idea che se riuscissimo a creare basi sulla Luna o Marte, potremmo usare i batteri per il 'bio-mining', utilizzarli per estrarre minerali dalla roccia".


La ricerca supporta inoltre la teoria secondo la quale alcuni microrganismi possano aver viaggiato a bordo di rocce cosmiche,

da un pianeta all'altro o addirittura attraverso diversi sistemi solari.


Già era noto che le spore batteriche potessero resistere diversi anni nello spazio.

Lo stesso possono fare anche licheni e tardigradi, anche se per un periodo più limitato.


Ma questo è il primo esempio di cianobatteri in grado di sopravvivere in un ambiente così estremo.


"I Gloeocapsa formano una colonia di cellule esterne che probabilmente proteggono le cellule interne dall'esposizione a radiazione ultravioletta, e forniscono una resistenza all'essiccamento".


Sono organismi comuni che vivono sulla costa di Beer nel Devon, e possono sopravvivere nello spazio".



Concordo con MaxPower sul fatto che lasciati a se stessi pure i batteri più adatti impiegherebbero milioni di anni per terraformarlo.

Ma questo appunto se non si aggiunge alcun intervento esterno.

E' verosimile che un simile tentativo farebbe parte di un progetto che preveda l' uso delle migliori tecnologie disponibili.


E allora, come detto da altri, i tempi potrebbero davvero ridursi a pochi secoli o forse decenni...

Aztlan



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MessaggioInviato: 07/08/2012, 23:51 
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Gemini88 ha scritto:

Cita:
Diaspro79 ha scritto:

secondo me è una stronzata...
durante il viaggio della sonda, l'oggetto viaggia nel vuoto... e nel vuoto non è possibile alcuna forma di vita... neppure microbica

la sterilizzazione avviene durante il viaggio nel vuoto ragazzi...
le contaminazioni sono possibili se dal pianeta terra vengono portati su marte campioni di materiale terrestre, aperti poi appunto su Marte ...


cmq sia un microbo ha necessariamente bisogno di un atmosfera per esistere, come per qualsiasi altra creatura vivente.

Non esattamente

Alcuni batteri prelevati dalle colline di Beer nella costa sud della Gran Bretagna hanno dimostrato di riuscire a resistere per 553 giorni all'esposizione diretta allo spazio.

I batteri sono stati esposti all'esterno della Stazione Spaziale Internazionale, nel modulo dell' ESA Technology Exposure Facility del laboratorio Columbus. Per un anno e mezzo, sono rimasti esposti alle radiazioni cosmiche ed all'ambiente estremo dello spazio. Alcuni di essi sono morti, ma altri sono riusciti a sopravvivere secondo dinamiche non ancora chiare, ma che la Open University, dove sono ora custoditi i campioni, vuole scoprire.

L'esperimento fa parte di un progetto per verificare quanto possano essere utili alcuni microrganismi nell'esplorazione dello spazio. "E' stato proposto che i batteri possano essere usati nei sistemi di supporto vitale per riciclare ogni cosa" spiega Karen Olsson-Francis, della Open University. "C'è anche l'idea che se riuscissimo a creare basi sulla Luna o Marte, potremmo usare i batteri per il 'bio-mining', utilizzarli per estrarre minerali dalla roccia".

La ricerca supporta inoltre la teoria secondo la quale alcuni microrganismi possano aver viaggiato a bordo di rocce cosmiche, da un pianeta all'altro o addirittura attraverso diversi sistemi solari.

Già era noto che le spore batteriche potessero resistere diversi anni nello spazio. Lo stesso possono fare anche licheni e tardigradi, anche se per un periodo più limitato.
Ma questo è il primo esempio di cianobatteri in grado di sopravvivere in un ambiente così estremo. I microrganismi sono stati classificati con la sigla OU-20, e somigliano ad alcuni cianobatteri noti come Gloeocapsa.

"I Gloeocapsa formano una colonia di cellule esterne che probabilmente proteggono le cellule interne dall'esposizione a radiazione ultravioletta, e forniscono una resistenza all'essiccamento" afferma Charles Cockell, che lavora con Olsson-Francis nel Planetary and Space Sciences Research Institute della Open University.

Quando si posizionò la roccia proveniente dalla Gran Bretagna a bordo del laboratorio orbitale, si sapeva soltanto che il campione conteneva diverse colonie di batteri differenti tra di loro. Nessuno sapeva se sarebbe sopravvvissuto qualcosa. "Avremmo potuto mandare batteri noti come 'estremofili' e saremmo stati sicuri della loro sopravvivenza. Ma in questo caso abbiamo usato una comunità di batteri per selezionare i sopravvissuti. Sono organismi comuni che vivono sulla costa di Beer nel devon, e possono sopravvivere nello spazio" dice Olsson-Francis.

http://www.ditadifulmine.com/2010/08/batteri-comuni-sopravvivono-553-giorni.html



si ok, questa cosa non la conoscevo.
Ammettendo che sia vera, converrai con me che si tratta di ceppi batterici che vivono in luoghi della terra non condivisi con la vita umana... su una sonda da spedire nello spazio potremmo trovare escherichia coli, o in generali batteri appartenenti ai ceppi dei coliformi, non i batteri che hai sengalato tu che difficilmente possono trovarsi sulla superficie della terra in contatto con una eventuale sonda pronta ad essere spedita su Marte.

Se è per questo esistono batteri che resistono a temperature superiori ai 100°C (temperatura comunemente usata per la sterilizzazione medica)... quindi ipoeticamente nessun ago utilizzato in medicina è sterilizzato ossia privo di possibili contaminazioni batteriche a causa dell'esistenza dei batteri termofili (resistenti a temperature superiori i 100-120°C).

I batteri che hai segnalato tu rientrano negli organismi classificati come estremofili ossia organismi che vivono in condizioni estreme ma che raramente ritroviamo negli ambienti comuni da noi abitati...inclusi gli eventuali luoghi ove sosta sulla terra una sonda da spedire nello spazio!


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MessaggioInviato: 08/08/2012, 13:01 
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si ok, questa cosa non la conoscevo.
Ammettendo che sia vera, converrai con me che si tratta di ceppi batterici che vivono in luoghi della terra non condivisi con la vita umana... su una sonda da spedire nello spazio potremmo trovare escherichia coli, o in generali batteri appartenenti ai ceppi dei coliformi, non i batteri che hai sengalato tu che difficilmente possono trovarsi sulla superficie della terra in contatto con una eventuale sonda pronta ad essere spedita su Marte.

Se è per questo esistono batteri che resistono a temperature superiori ai 100°C (temperatura comunemente usata per la sterilizzazione medica)... quindi ipoeticamente nessun ago utilizzato in medicina è sterilizzato ossia privo di possibili contaminazioni batteriche a causa dell'esistenza dei batteri termofili (resistenti a temperature superiori i 100-120°C).

I batteri che hai segnalato tu rientrano negli organismi classificati come estremofili ossia organismi che vivono in condizioni estreme ma che raramente ritroviamo negli ambienti comuni da noi abitati...inclusi gli eventuali luoghi ove sosta sulla terra una sonda da spedire nello spazio!



Quando si posizionò la roccia proveniente dalla Gran Bretagna a bordo del laboratorio orbitale, si sapeva soltanto che il campione conteneva diverse colonie di batteri differenti tra di loro. Nessuno sapeva se sarebbe sopravvvissuto qualcosa. "Avremmo potuto mandare batteri noti come 'estremofili' e saremmo stati sicuri della loro sopravvivenza. Ma in questo caso abbiamo usato una comunità di batteri per selezionare i sopravvissuti. Sono organismi comuni che vivono sulla costa di Beer nel devon, e possono sopravvivere nello spazio" dice Olsson-Francis.

Come evidenziato, i batteri in questione non erano estremofili.

Ne consegue che la contaminazione terrestre di marte sarebbe (è?) più facile di quanti si pensi.


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MessaggioInviato: 08/08/2012, 13:20 
non lo so... ma questa ricerca non mi convince affatto...

Sarei più convinto se il ricercatore avesse parlato di spore piu che di batteri...

attenzione non è che siccome lo dice uno scienziato è reale come cosa...

vedete i casi del bosone di higgs.. scoperto, non scoperto, c'è una parte di scienza che va cauta e che dice che non è stato scoperto un bel niente, altri che dicono di si che è stato scoperto qualcosa

insomma anche in questo argomento tutto è veramente relativo e basato sull'interpretazione.
Notizie certe e confermate possono arrivare solamente dopo esperimenti ripetuti... finché non mandano una colonia batterica su Marte e ne osservano la replicazione e la sopravvivenza sul suolo Marizano tutto è soggetto a psicodramma


Ultima modifica di Diaspro79 il 08/08/2012, 13:22, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 08/08/2012, 15:59 
Cosa c'è da confermare, e cosa c'è di non reale? A mio avviso c'è solo da prendere atto dell'esperimento e aspettare che si capisca come e perché questi batteri resistono e si organizzano pur essendo microorganismi e pur trovandosi in una situazione del tutto aliena alla loro natura: lo spazio (o forse tanto aliena non lo è?).

Qual'era il virus che nel vuoto (G0) aumentava la propria forza il vaiolo?

Anzi proprio perché è uno scienziato a dirlo è sicuramente fondato perchè chiunque può smentire in ogni istante le sue parole, mi sarei insospettito se lo avesse detto un fuffologo di turno in tv.

A quanto pare i batteri (e qui parlo in generale non in riferimento allo specifico esperimento) riescono ad organizzarsi per resistere alle condizioni avverse, in poche parole si adattano forti della loro rapida riproduzione... Mi ha sempre affascinato il modo che hano questi organismi di organizzarsi senza apparente uso di comunicazione (che invece c'è), ma se non hanno cervello chi organizza e coordina il tutto? C'è da uscire pazzi hahaah Ad ogni modo non vedo dove siano i dubbi o i coni d'ombra su questo esperimento...


Ultima modifica di MaxpoweR il 08/08/2012, 16:02, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 08/08/2012, 16:03 
ahahahha

mi pare che grandi scienziati come Albert Einstein e Nathan Rosen abbiano ipotizzato l'esistenza dei Buchi Bianchi, teoria derisa dalla maggioranza degli astrofisici... Quindi? Quindi anche se questa ricerca l'ha fatta Sua Maestà Il Re Dei Microbi può destare perplessità a chiunque, ad uno scienziato ad un non scienziato con competenze comunque scientifiche.

Io non sono scienziato ma ho competenze scientifiche nel mio curriculum e ci ho lavorato per tutta la carriera universitaria con i batteri e i microrganismi, la mia tesi fu proprio sul ceppo tubercolare... quindi se dico che è "strana" come cosa la dico per convincimento scientifico non per fuffaggine...

Ti è chiara la cosa?


Ultima modifica di Diaspro79 il 08/08/2012, 16:04, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 08/08/2012, 16:22 
non si tratta di ipotesi ma di evidenze sperimentali :) Non hanno ipotizzato di mettere i batteri ed ipotizzato una loro morte o sopravvivenza :) Lo hanno fatto ed hanno verificato cosa è accaduto, è un dato di fatto, c'è poco da confermare :) Si possono fare disquisizioni sul come e sul perchè siano sopravvissuti ma per il resto c'è poco da dire.



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MessaggioInviato: 12/08/2012, 12:52 
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MaxpoweR ha scritto:

hahahaahaha ma in ogni caso penso si potrebbe capire se un virus seppur uguale a quello terrestre ha la sua origine sulla terra (quindi si tratta della solita sporcizia che ci portiamo dietro ovunque andiamo) o è indigeno di marte... o no?

Il guaio è che importando organismi terrestri, l'ambiente ne verrebbe modificato ed inquinato, e gli organismi marziani potrebbero estinguersi.... è quello il vero rischio.


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MessaggioInviato: 13/08/2012, 15:53 
su questo non c'è dubbio, ma se come detto è impossibile sterilizzare completamente un mezzo cosa si fa non si va più nello spazio? Dubito che se c'è un ecosistema qualche rover possa creare una catastrofe planetaria per di più a quanto leggevo pare che comunque i batteri sopravvivano ma non proliferino alle condizioni marziane.
Mi preoccuperei più per un ecosistema magari più dinamico tipo europa o il lago vostok che rappresenta il primo passo per l'esplorazione di europa, lì si penso basi poco pere fare un danno incalcolabile...



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MessaggioInviato: 13/08/2012, 19:51 
Come ho detto, tutti i nostri accorgimenti non bastano, non abbiamo la tecnologia sufficiente per sterilizzare efficacemente una sonda.

Come detto da Max, cosa possiamo fare? Rinunciare all' esplorazione spaziale per qualche batterio?

Siamo costretti a procedere, con tutti i rischi del caso....


Se poi come penso Marte è molto più simile alla Terra di quanto si dica, e la stessa vita sulla Terra potrebbe venire da lì...

Più che di contaminazione, si tratterebbe di... addizione al carico pre-esistente.

Solo il tempo potrà dircelo.



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..come gia' detto a parte le viking(sterelizzate completamente)tutte le altre erano solo parzialmente "pulite"x problemi di bilancio con tutte le conseguenze possibili........di alterazione (se esistenti)di eventuali batteri locali [;)]


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Sono l'unico a fregarsene di trovare batteri su Marte?

Perchè esempi di condizioni estreme le troviamo pure sulla Terra... e anche studiare batteri marziani a cosa serve se non capiamo il DNA.



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Veramente, anche solo un batterio sicuramente extraterrestre sarebbe la scoperta rivoluzionaria del secolo.

E non perchè non si sappia già che c' è vita nell' Universo....

Ma perchè per la gente comune che crede ancora di essere le uniche eccezioni nel cosmo questa sarebbe una rivelazione.


Non potremmo sperare in nulla di meglio, eccetto il Disclosure o un Contatto.... Ecco perchè non ce lo diranno.



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