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Marziano
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MessaggioInviato: 02/12/2010, 09:43 
Credo che queste immagini potrebbero riferirsi a liquidi presenti sulla superficie marziana

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Ed è possibile che trattandosi di liquidi si tratti anche di acqua.


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MessaggioInviato: 02/12/2010, 10:19 
Esatto Pianetamarte2010, potrebbero essere la prova che un qualche liquido, probabilmente acqua, in tempi recenti, abbia segnato la superficie.

Ricordo questi 2 link sull'argomento:

http://www.nasa.gov/mission_pages/mars/ ... 61206.html

http://www.nasa.gov/mission_pages/mars/ ... 09027.html


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U.F.O.
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MessaggioInviato: 02/12/2010, 14:25 
scusate ma a quelle temperature se non fosse acqua cos'altro potrebbe essere? olio extravergine di oliva?


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MessaggioInviato: 04/12/2010, 12:10 
Cita:
toctoc ha scritto:

scusate ma a quelle temperature se non fosse acqua cos'altro potrebbe essere? olio extravergine di oliva?

Petrolio....


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Marziano
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MessaggioInviato: 22/06/2011, 09:43 
Cita:
Enkidu ha scritto:

Cita:
toctoc ha scritto:

scusate ma a quelle temperature se non fosse acqua cos'altro potrebbe essere? olio extravergine di oliva?

Petrolio....


Esatto.

Perché no, in fondo Marte potrebbe ancora contenere bacini sotterranei di greggio, di idrocarburi primordiali insomma.

Sarebbe interessante. Ciò significherebbe che in epoche passate (come molti suggeriscono), ci sarebbero potute essere foreste e chissà cos'altro.

Della serie FantaMarte, .... ma in fondo così mi piace [:2]


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MessaggioInviato: 07/02/2012, 13:18 
dopo avere analizzato i dati del mars express dell'esa,x due anni,si e' avuta la prova dell'esistenza di oceani,in un periodo passato,nel nord marziano

.........................................................................................................


06/02/2012 Gli antichi oceani marziani
Il radar MARSIS a bordo di Mars Express dell'ESA fornisce le prove dell'esistenza di un antico oceano nella zona nord del pianeta rosso



Il Mars Express dell'ESA ha riportato forti prove di un oceano che un tempo copriva parte di Marte. Attraverso il radar ha scoperto sedimenti, resti di un fondo oceanico all'interno di perimetri già identificati in passato.
Il radar MARSIS è stato sviluppato nel 2005 ed ha collezionato dati fin dall'inizio. Questi dati sono stati analizzati per più di due anni scoprendo che le pianure del nord sono coperte da materiale a bassa densità. Questo è stato interpretato come depositi sedimentari, ricchi di ghiaccio probabilmente, ad indicare che una volta quelle zone presentavano un oceano.
L'esistenza di oceani antichi su Marte è stata già sospettata prima di questi resti, ma è sempre stata una teoria dibattuta. Sono stati proposti due oceani: 4 miliardi di anni fa, quando prevalevano le condizioni di tepore, ed anche 3 miliardi di anni fa quando il ghiaccio sub-superficiale si fuse in seguito ad un grande impatto, creando canali che sono stati poi trasportati nelle aree più basse.
MARSIS è penetrato più a fondo nel terreno rivelando i primi 60-80 metri dello strato sub-superficiale, fornendo le prove di materiale sedimentario e ghiaccio. Si tratta di aree a bassa riflettività ai radar. Questi sedimenti sono tipicamente granulari con bassa densità di materiale, erosi dall'acqua e trasportati fino al posto attualmente occupato.
Questo oceano più recente dovrebbe comunque essere stato temporaneo. In un milione di anni, o meno, l'acqua dovrebbe essersi ghiacciata di nuovo e preservata sottoterra, oppure divenuta vapore e rilasciata in atmosfera.

Fonte: ESA


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MessaggioInviato: 07/02/2012, 19:08 
Comunque...siamo già nel 2012 e di nibiru non c'è traccia...
Tornando al discorso di marte a dicembre 2011 è partita curiosity...altro che acqua quella troverà dei verminetti marziani parenti di alh84001 [:D]



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"Bisogna cercare orizzonti lontani non solo per scopi pragmatici, ma perché l'immaginazione e l'anima vengano nutrite dalla meraviglia e dalla bellezza".
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MessaggioInviato: 22/02/2012, 18:24 
leggendo questo articolo,nella parte finale,probabilmente si puo' capire in motivo x cui e' possibile la fuoriuscita di acqua,il tutto dovuto al magma del vulcano elysium mons,che rilasciando calore sciogli i ghiacci favorendo la fuoriuscita appunto di acqua

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I macigni spostati dal sisma e le tracce lasciate sulla superficie marziana. Crediti: HiRISE
Magnitudo: sette. Vittime: verosimilmente nessuna. Epicentro: un punto imprecisato lungo la faglia di Cerberus Fossae, nei pressi del vulcano Elysium Mons. L'insolito bollettino sismico, in uscita il 23 febbraio sulle pagine del Journal of Geophysical Research – Planets, si riferisce a una serie di scosse avvenute qualche milione di anni fa sul pianeta Marte. Per gli standard geologici, tempi relativamente recenti. Ciò che ha permesso ai ricercatori che hanno firmato lo studio, fra i quali l'italiano Luca Guerrieri dell'ISPRA, di ricostruire la catena di eventi sono le immagini scattate da HiRISE, la macchina fotografica da 40 milioni di dollari a bordo della sonda NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO). Immagini che rivelano un pattern di distribuzione dei macigni non spiegabile se non ipotizzando una serie di scosse sismiche.
I macigni oggetto dell'indagine, spiega il sismologo che ha guidato lo studio, Gerald Roberts del Birkbeck – University of London, sono massi dal diametro compreso fra i 2 e i 20 metri. Franati giù dai dirupi e disposti entro un raggio di 100 chilometri, il loro numero e le loro dimensioni decrescono mano a mano che ci si allontana dal punto centrale, situato lungo la faglia di Cerberus Fossae. «Una disposizione coerente con l'ipotesi che a muovere i macigni siano stati i tremori della terra, tremori la cui intensità è andata calando allontanandosi dagli epicentri dei martemoti», osserva Roberts.
Per valutare la magnitudo dei sismi marziani, i ricercatori hanno messo a confronto il pattern di distribuzione dei macigni, nonché la fagliazione della superficie marziana, con quelli osservati sulla Terra dopo il terremoto dell'Aquila. Nel caso del sisma del 2009, si è registrata la caduta di massi fino a circa 50 km dall'epicentro. Poiché l'area della superficie marziana nella quale si possono osservare i macigni spostati si estende per circa 200 km, la stima sulla magnitudo dei “martemoti” indica valori superiori a 7.0. Quanto all'epoca delle scosse, ciò che porta i ricercatori a ritenere che si tratti di eventi relativamente recenti è che le tracce lasciate dai macigni sulla superficie di Marte, regolarmente spazzata dal vento, sono tutt'ora visibili.
Ma le implicazioni più interessanti sono quelle relative al ruolo che potrebbero giocare i martemoti per la vita sul Pianeta rosso. Se le faglie lungo la regione di Cerberus Fossae sono attive, e a innescare i terremoti sono i movimenti nel magma del vicino vulcano, l'Elysium Mons, l'energia che l'attività vulcanica in atto sotto la superficie di Marte è in grado di rilasciare, sotto forma di calore, potrebbe essere sufficiente a sciogliere i ghiacci. E l'acqua allo stato liquido che ne risulterebbe, osservano gli autori dello studio, potrebbe dare origine a un habitat favorevole alla vita.

Fonte: MEDIA INAF


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 Oggetto del messaggio: Re: Scoperte su Marte firme esistenza acqua
MessaggioInviato: 02/03/2019, 18:42 
Cita:

Marte, c’era una volta tanta acqua sottoterra

Grazie alle analisi effettuate dalla sonda europea Mars Express, è stata confermata l’esistenza nel remoto passato di Marte di un sistema di falde acquifere e bacini sotterranei, interconnessi a livello planetario. A condurre la ricerca Francesco Salese, dell’Università di Utrecht, in collaborazione con l'Università di Pescara e di Berlino. Con il commento di Roberto Orosei dell'Inaf



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Il fondo di uno dei crateri analizzati, anticamente riempitosi d’acqua proveniente da falde acquifere. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Msss; F. Salese et al. (2019)


Quello che ai più appare come un paesaggio desolato e morto, per i geologi è un libro che – seppur sbiadito, pieno di cancellature e rifacimenti – racconta una storia a chi la sa leggere.

Una delle storie impresse nei crateri di Marte, risalente a qualcosa come 3.5 miliardi di anni fa, viene ora rivelata da una nuova ricerca, da poco pubblicata sul Journal of Geophysical Research – Planets e guidata da Francesco Salese della Università di Utrecht, in Olanda, in collaborazione l’Università “Gabriele D’Annunzio” di Pescara e l’Università libera di Berlino.

Grazie ai rilevamenti della sonda europea Mars Express, il gruppo di ricerca ha potuto confermare quella che finora era solo un’ipotesi teorica, l’antica presenza di un sistema globale interconnesso di laghi sotterranei, alcuni dei quali sembrano contenere minerali cruciali per il sostentamento di forme di vita.

In pratica, i ricercatori hanno analizzato una serie di 24 profondi crateri, dove hanno rintracciato strutture geologiche – come canali, vallate, bacini – che hanno richiesto la presenza di acqua liquida per formarsi.

«Anticamente, Marte era un mondo pieno d’acqua, ma, via via che il clima del pianeta andava cambiando, quest’acqua si ritirò progressivamente sotto la superficie, per formare bacini e falde sotterranee», spiega Salese. «Nel nostro studio abbiamo cercato le tracce di quest’acqua sotterranea, di cui poco sappiamo in quanto a estensione e ruolo giocato, trovando la prima evidenza geologica di un sistema planetario di acque sotterranee su Marte».

Il fondo dei crateri analizzati si trova ad almeno 4000 metri sotto l’attuale “livello del mare” marziano, una soglia, quest’ultima, arbitrariamente stabilita dagli scienziati come riferimento in base alle quote e alla pressione atmosferica del pianeta.

Molti dei crateri presi in considerazione contengono molteplici strutture geologiche che, secondo gli autori, testimoniano non solo la loro formazione in presenza di acqua, ma anche del suo recedere e avanzare nel tempo nei laghi sotterranei.

Questo sistema globale di laghi sotterranei sarebbe esistito circa 3.5 miliardi di anni fa e, secondo gli autori, poteva essere collegato all’oceano che si suppone esistesse tra i 3 e 4 miliardi di anni fa su Marte.

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Questo diagramma mostra un modello dell’evoluzione nel tempo dei bacini acquiferi nei crateri di Marte. Ci sono tre fasi principali: nella prima (in alto), il bacino del cratere è allagato con acqua di falda, dando luogo a formazioni come delta, valli, canali, coste e così via. Nella seconda fase (al centro), il livello dell’acqua scende in tutto il pianeta e nuove formazioni emergono come risultato. Nella fase finale (in basso), il cratere si secca e diventa soggetto all’erosione, rivelando strutture formatesi nei precedenti miliardi di anni. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Msss; adattamento da F. Salese et al. (2019)

La nuova ricerca ha anche scoperto all’interno di cinque tra i crateri analizzati segni di minerali che, sulla Terra, sono legati alla comparsa della vita: varie argille, carbonati, silicati. Una testimonianza in più a favore dell’ipotesi che questi bacini abbiano potuto ospitare, un tempo, tutti gli ingredienti per lo sviluppo e il mantenimento di forme di vita.

«Anche se lo studio si riferisce a condizioni presenti miliardi di anni fa, è immaginabile che la diminuzione della temperatura media del pianeta nel corso delle ere abbia potuto spostare a sempre maggiori profondità, ma non eliminare, tale sistema», commenta a Media Inaf Roberto Orosei dell’Inaf, responsabile del radar Marsis a bordo di Mars Express, strumento che ha permesso di scoprire un lago di acqua salata sotto la superficie attuale di Marte. «Questa prima evidenza osservativa permette perciò di immaginare che esso possa costituire una via attraverso la quale un’eventuale vita su Marte sia in grado di spostarsi ed adattarsi man mano che il clima cambia ed il numero di habitat diminuisce: con un po’ di enfasi, lo si potrebbe descrivere come una via di mezzo tra una metropolitana e l’arca di Noè…».




https://www.media.inaf.it/2019/03/01/ac ... rra-marte/


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 Oggetto del messaggio: Re: Scoperte su Marte firme esistenza acqua
MessaggioInviato: 09/03/2019, 17:12 
Vita su Marte la verità 40 anni fa


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 Oggetto del messaggio: Re: Scoperte su Marte firme esistenza acqua
MessaggioInviato: 16/12/2021, 18:12 
Sensazionale scoperta su Marte: TGO rileva l’acqua nascosta nel colossale sistema di canyon Valles Marineris
Grazie alla missione ExoMars è stata individuata acqua nel sistema di canyon Valles Marineris

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Copyright ESA/DLR/FU Berlin (G. Neukum), CC BY-SA 3.0 IGO

Il Trace Gas Orbiter (TGO) della missione ExoMars ESA–Roscosmos ha individuato quantità significative di acqua nel cuore del sistema di canyon di Marte Valles Marineris.
L’acqua, nascosta sotto la superficie del Pianeta Rosso, è stata trovata dallo strumento FREND, che sta mappando l’idrogeno – una misura del contenuto d’acqua – nel suolo di Marte.

Sebbene sia noto che l’acqua esiste su Marte, la maggior parte si trova nelle fredde regioni polari del pianeta sotto forma di ghiaccio.
Il ghiaccio d’acqua non si trova esposto in superficie vicino all’equatore, poiché le temperature non sono abbastanza fredde da renderlo stabile.
Missioni tra cui Mars Express dell’ESA hanno cercato acqua vicino alla superficie – come ghiaccio che copre i granelli di polvere nel suolo, o racchiuso in minerali – a latitudini più basse di Marte, e ne hanno trovate piccole quantità. Tuttavia, tali studi hanno esplorato solo la superficie del pianeta: potrebbero esistere riserve d’acqua più profonde, ricoperte di polvere.

“Con TGO possiamo guardare fino a un metro al di sotto di questo strato polveroso e vedere cosa sta realmente accadendo sotto la superficie di Marte e, soprattutto, individuare ‘oasi’ ricche di acqua che non potevano essere rilevate con gli strumenti precedenti,” ha spiegato Igor Mitrofanov dello Space Research Institute della Russian Academy of Sciences a Mosca, in Russia.
Mitrofanov è l’autore principale del nuovo studio, ed è ricercatore principale dello strumento FREND (Fine Resolution Epithermal Neutron Detector).
“FREND ha rivelato un’area con una quantità insolitamente grande di idrogeno nel colossale sistema di canyon di Valles Marineris: supponendo che l’idrogeno che vediamo sia legato alle molecole d’acqua, fino al 40% del materiale vicino alla superficie in questa regione sembra essere acqua,” ha proseguito l’esperto.
L’area ricca d’acqua ha le dimensioni dei Paesi Bassi e si sovrappone alle profonde valli di Candor Chaos, parte del sistema di canyon considerato promettente nella caccia all’acqua su Marte.
A caccia di neutroni

Mitrofanov e colleghi hanno analizzato le osservazioni di FREND da Maggio 2018 a Febbraio 2021, che hanno mappato il contenuto di idrogeno del suolo di Marte rilevando neutroni anziché luce.
“I neutroni vengono prodotti quando particelle altamente energetiche note come ‘raggi cosmici galattici’ colpiscono Marte; i terreni più asciutti emettono più neutroni di quelli più umidi, quindi possiamo dedurre quanta acqua c’è in un suolo osservando i neutroni che emette,” ha aggiunto il coautore Alexey Malakhov, dello Space Research Institute della Russian Academy of Sciences. “L’esclusiva tecnica osservativa di FREND offre una risoluzione spaziale molto più elevata rispetto a precedenti misurazioni di questo tipo, consentendoci ora di vedere caratteristiche dell’acqua che non erano state individuate prima,” ha proseguito Malakhov. “Abbiamo scoperto che una parte centrale di Valles Marineris era piena d’acqua, molta più acqua di quanto ci aspettassimo. E’ molto simile alle regioni del permafrost della Terra, dove il ghiaccio d’acqua persiste permanentemente sotto il suolo asciutto a causa delle costanti basse temperature“.

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Il Trace Gas Orbiter ha mappato la regione ricca di acqua di Valles Marineris. Credit I. Mitrofanov et al. (2021)

Quest’acqua potrebbe essere sotto forma di ghiaccio o acqua legata chimicamente ad altri minerali nel terreno. Tuttavia, altre osservazioni suggeriscono che i minerali osservati in questa parte di Marte contengono tipicamente solo una ridotta percentuale di acqua, molto meno di quanto evidenziato da queste nuove osservazioni. “Nel complesso, pensiamo che quest’acqua esista più probabilmente sotto forma di ghiaccio,” ha affermato Malakhov.

Il ghiaccio d’acqua di solito evapora in questa regione di Marte a causa delle condizioni di temperatura e pressione vicino all’equatore. Lo stesso vale per l’acqua legata chimicamente: deve essere presente la giusta combinazione di temperatura, pressione e idratazione per evitare che i minerali perdano acqua. Ciò suggerisce che nell’area di Valles Marineris debba essere presente una combinazione di condizioni speciale, ancora poco chiara, che consente di preservare l’acqua, oppure in qualche modo questa viene ricostituita.

“Questa scoperta è un primo passo sorprendente, ma abbiamo bisogno di ulteriori osservazioni per sapere con certezza con quale forma di acqua abbiamo a che fare,” ha aggiunto il coautore dello studio Håkan Svedhem dell’ESTEC dell’ESA nei Paesi Bassi, già project scientist dell’ESA per il Trace Gas Orbiter (TGO) ExoMars. “Indipendentemente dal risultato, la scoperta dimostra le capacità senza rivali degli strumenti di TGO nel consentirci di ‘vedere’ sotto la superficie di Marte e rivela un grande serbatoio d’acqua non troppo profondo e facilmente sfruttabile in questa regione del Pianeta Rosso“.

TGO è stato lanciato nel 2016, primo di due lanci nell’ambito del programma ExoMars. L’orbiter sarà raggiunto nel 2022 da un rover europeo, Rosalind Franklin, e da una piattaforma di superficie russa, Kazachok, e tutti lavoreranno insieme per scoprire se la vita sia mai esistita su Marte.


https://www.meteoweb.eu/2021/12/marte-t ... s/1748041/


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 Oggetto del messaggio: Re: Scoperte su Marte firme esistenza acqua
MessaggioInviato: 05/05/2023, 00:59 
Marte: trovate tracce di acqua liquida a basse latitudini

È stato dimostrato che in passato ci fosse acqua liquida su Marte, ma attualmente si sa con certezza che il pianeta ospita acqua ghiacciata.


Il rover Zhurong della missione Tianwen-1 ha trovato i primi segni della presenza di acqua liquida alle basse latitudini di Marte. Questi segni sono stati individuati sulla pianura marziana di Utopia Planitia, dove il rover cinese è atterrato lo scorso maggio. L’analisi della superficie delle dune e la composizione dei materiali hanno rivelato la presenza di caratteristiche morfologiche, come croste e aggregati di sabbia, che sono causate dall’attività idrica. La ricerca dell’Istituto di Geologia e Geofisica dell’Accademia Cinese delle Scienze è stata pubblicata sulla rivista Science Advances ed è la prima a dimostrare la presenza di acqua in forma liquida alle basse latitudini di Marte.

È stato dimostrato che in passato ci fosse acqua liquida su Marte, ma attualmente si sa con certezza che il pianeta ospita acqua ghiacciata concentrata in alcuni bacini polari. Tuttavia, le simulazioni hanno dimostrato che ci sarebbero condizioni climatiche adatte all’acqua liquida in diverse aree di Marte a basse latitudini, un’ipotesi che finora non aveva trovato prove che la dimostrassero.

Grazie ai dati raccolti dagli strumenti a bordo del rover Zhurong, i ricercatori hanno individuato croste, creste e una traccia simile a una striscia sulle dune attorno al rover. Secondo gli autori, queste impronte morfologiche sarebbero causate dall’azione dell’acqua liquida. L’acqua si formerebbe dallo scioglimento dell’acqua allo stato solido caduta sotto forma di brina o ghiaccio sulle dune. Nonostante le basse temperature, lo scioglimento del ghiaccio sarebbe causato dai sali presenti negli strati superficiali delle dune, rilevati dalle analisi spettrali del rover cinese.

Secondo il primo autore dell’articolo, QIN Xiaoguang:



In base ai dati meteorologici misurati da Zhurong e da altri rover di Marte, abbiamo dedotto che queste caratteristiche della superficie delle dune sono legate al coinvolgimento di acqua salina liquida formata dal successivo scioglimento della brina/neve che cade sulle superfici delle dune contenenti sale quando si verifica il raffreddamento.



Una volta formata l’acqua liquida salata sulle dune, il suo prosciugamento e la presenza di minerali idrati portano la sabbia a cementarsi, formando così tracce come creste e croste. Si ritiene che queste caratteristiche superficiali si siano formate tra 1,4 e 0,4 milioni di anni fa. Sono state rilevate anche delle crepe su queste particolari formazioni morfologiche, generate dal ritiro dell’acqua che frattura le croste.


https://leganerd.com/2023/05/01/marte-t ... atitudini/


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