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MessaggioInviato: 16/01/2015, 16:14 
Ritrovata la sonda Beagle 2, persa oltre 10 anni fa su Marte

Beagle 2 era svanita 11 anni fa sulla superficie di Marte senza lasciare tracce. Grazie alle immagini di MRO è stata ritrovata. E si è scoperto il "guasto" che ci ha fatto perdere il contatto con la prima (e finora unica) sonda inglese.



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Il minuscolo puntino bianco a sinistra nell'immagine qui sopra è Beagle 2, la prima (e finora unica) sonda inglese ad atterrare su Marte. Scomparve la notte di Natale del 2003, dopo essere entrata nell'atmosfera marziana. Una volta sganciato dalla sonda madre europea Mars Expess, il 19 dicembre 2003, Beagle 2 aveva iniziato la sua discesa. Dopo 6 giorni era entrato nell'atmosfera e aveva inizaito la fase più delicata della discesa: la sonda avrebbe dovuto rallentare la sua caduta con i paracadute e - per la prima volta - avrebbe utilizzato degli airbag nella fase dell'impatto con il terreno.

Ma dopo il normale periodo di silenzio radio durante la discesa, la sonda non ha più dato alcun segno di vita.



Da allora, gli scienziati - soprattutto gli inglesi - l'hanno cercata attentamente, osservando le immagini inviate a terra dagli orbiter che scrutano incesssantemente il pianeta rosso. L'obbiettivo degli scienziati inglesi era chiaro: capire dove fosse finita Beagle 2, come fosse atterrata e che cosa non avesse funzionato.



Ritrovata. Il 16 gennaio l'agenzia spaziale della Gran Bretagna ha annunciato che i suoi resti sono stati scoperti nelle immagini riprese da HiRise, la telecamera HD a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della Nasa.



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Dove si dovrebbero trovare i resti di Beagle 2, del paracadute che ne ha frenato al discesa e del guscio posteriore che ha ospitato la sonda prima dell'atterraggio.



L'analisi dell'immagine suggerisce che la sonda sia atterrata con successo (ottimo risultato), ma che almeno uno dei suoi pannelli solari non sia riuscito ad aprirsi, non fornendo sufficiente potenza ed energia alla sonda e soprattutto all'antenna che lo avrebbe dovuto tenere in contatto con la sonda madre, l'europea Mars Express.



La missione. Appena atterrata, la buffa sonda - infatti - si sarebbe dovuta aprire come una cozza e dispieghare quattro piccoli pannelli solari a forma di disco, capaci di sprigionare l'energia necessaria per 180 giorni (la durata della missione).




Immagine:
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Un rendering di Beagle 2. | ESA


Obiettivo della missione? Fiutare (come i famosi cani beagle da cui prendeva il nome) nell'atmosfera tracce di metano, esaminare le rocce e raccogliere campioni di terreno per individuare residui organici.



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Colin Pillinger, l'astronomo inglese che guidava la missione di Beagle 2. | Getty Images

Tristezza. Colin Pillinger, lo scienziato inglese noto anche per le sue basette e a capo della missione non è riuscito putroppo a sufficienza per scoprire il destino della sua "bambina": è morto nel maggio del 2014.



Qui sotto, Mark Sims, dell'Universaità di Leicester spiega in inglese la missione di Beagle 2 e di come è stata ritrovata.



http://www.focus.it/scienza/spazio/ritr ... a-su-marte



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 05/02/2015, 01:04 
Cita:
I due emisferi così diversi di Marte sono la prova si un’antica catastrofe cosmica
Molto tempo fa, quando i pianeti del nostro sistema solare erano ancora giovani, Marte era un mondo molto diverso: acqua liquida scorreva in lunghi fiumi che terminavano il loro percorso riversandosi in laghi e mari poco profondi. Poi, un terribile impatto cosmico ha messo fine a tutto questo. La prova sarebbe forte dimorfismo fra gli emisferi settentrionale e meridionale del Pianeta Rosso.

Immagine

Oggi Marte è un mondo freddo e secco. La sua esile e sottile atmosfera fornisce una copertura scarsa ad una superficie segnata da letti di fiumi asciutti e laghi vuoti.

Se esistono ancora i microbi marziani, probabilmente stanno trascorrendo un’esistenza misera da qualche parte del polveroso sottosuolo marziano. Ma cosa è successo al nostro vicino?

Una sofisticata ricerca condotta dal team di geofisici dell’Eidgenössische Technische Hochschule di Zurigo (ETH), guidati da Giovanni Leone, geologo e vulcanologo planetario, suggerisce che un corpo celeste di grandi dimensioni abbia impattato violentemente sul polo sud del Pianeta Rosso, milioni e milioni di anni fa, quando il Sistema solare viveva la sua infanzia.

La crosta marziana, infatti, risulta essere divisa all’equatore in due zone morfologicamente molto diverse, perfettamente distinte e nettamente separate: i basso-piani dell’emisfero settentrionale relativamente lisci e senza crateri, la maggior parte dei quali giace ad almeno 1000 metri sotto il livello dato e gli altopiani dell’emisfero meridionale, massicciamente craterizzati, che in gran parte si innalzano a più di 2 mila metri sopra il livello dato.

Immagine

La linea di divisione che separa queste due zone elevate descrive un grande cerchio inclinato approssimativamente a 35° rispetto all’equatore marziano.

La causa di questa divisione bassopiano-altopiano, rimane uno dei principali problemi irrisolti di Marte. L’unica certezza è che a un certo punto della sua storia il pianeta fu afflitto da un cataclisma di dimensioni quasi inimmaginabili, un trauma violento, che ha cambiato i connotati e la storia del pianeta in modo irreversibile.

L’ipotesi avanzata dai ricercatori è che un corpo celeste di considerevoli dimensioni, forse una grande cometa o un planetoide vagante, abbia colpito Marte nell’emisfero meridionale.

Come spiega Media Inaf, la simulazione elaborata dai ricercatori svizzeri mostra come questo evento traumatico sarebbe stato capace di generare un oceano di magma che si sarebbe esteso per tutto l’emisfero meridionale marziano.

Immagine

L’oggetto celeste, in movimento a circa 5 km/s, ha bucato la superficie come fa un cucchiaio con la crema catalana, innescando un’intensa attività vulcanica che ha interessato la geologia marziana per tre miliardi di anni.

Con una massa forse anche superiore a un decimo di quella di Marte, il corpo celeste ha generato energia sufficiente a innescare un processo di cui gli altopiani rocciosi, oggi ben visibili sulla superficie del Pianeta Rosso, sono il risultato finale.

Il forte dimorfismo fra gli emisferi settentrionale e meridionale del pianeta è stato oggetto di altri studi in passato. Il più noto è quello firmato da due ricercatori americani ed è datato 1984, pubblicato da Nature. L’ipotesi, allora, era quella di un impatto sull’emisfero nord.

Questa ipotesi non convince Leone: «Non spiega la distribuzione irregolare dei crateri di origine vulcanica, per lo più diffusi a sud dell’equatore. Il nostro modello è in grado di riprodurre fedelmente l’evoluzione topografica nei due emisferi. È così che siamo arrivati a comprendere la dinamica dell’impatto nella regione polare meridionale, ricostruendo la composizione chimica del corpo che ha impattato il suolo marziano».



http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/ ... e-cosmica/


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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 05/02/2015, 09:54 
vimana131 ha scritto:
Cita:
I due emisferi così diversi di Marte sono la prova si un’antica catastrofe cosmica
Molto tempo fa, quando i pianeti del nostro sistema solare erano ancora giovani, Marte era un mondo molto diverso: acqua liquida scorreva in lunghi fiumi che terminavano il loro percorso riversandosi in laghi e mari poco profondi. Poi, un terribile impatto cosmico ha messo fine a tutto questo. La prova sarebbe forte dimorfismo fra gli emisferi settentrionale e meridionale del Pianeta Rosso.

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Oggi Marte è un mondo freddo e secco. La sua esile e sottile atmosfera fornisce una copertura scarsa ad una superficie segnata da letti di fiumi asciutti e laghi vuoti.

Se esistono ancora i microbi marziani, probabilmente stanno trascorrendo un’esistenza misera da qualche parte del polveroso sottosuolo marziano. Ma cosa è successo al nostro vicino?

Una sofisticata ricerca condotta dal team di geofisici dell’Eidgenössische Technische Hochschule di Zurigo (ETH), guidati da Giovanni Leone, geologo e vulcanologo planetario, suggerisce che un corpo celeste di grandi dimensioni abbia impattato violentemente sul polo sud del Pianeta Rosso, milioni e milioni di anni fa, quando il Sistema solare viveva la sua infanzia.

La crosta marziana, infatti, risulta essere divisa all’equatore in due zone morfologicamente molto diverse, perfettamente distinte e nettamente separate: i basso-piani dell’emisfero settentrionale relativamente lisci e senza crateri, la maggior parte dei quali giace ad almeno 1000 metri sotto il livello dato e gli altopiani dell’emisfero meridionale, massicciamente craterizzati, che in gran parte si innalzano a più di 2 mila metri sopra il livello dato.

Immagine

La linea di divisione che separa queste due zone elevate descrive un grande cerchio inclinato approssimativamente a 35° rispetto all’equatore marziano.

La causa di questa divisione bassopiano-altopiano, rimane uno dei principali problemi irrisolti di Marte. L’unica certezza è che a un certo punto della sua storia il pianeta fu afflitto da un cataclisma di dimensioni quasi inimmaginabili, un trauma violento, che ha cambiato i connotati e la storia del pianeta in modo irreversibile.

L’ipotesi avanzata dai ricercatori è che un corpo celeste di considerevoli dimensioni, forse una grande cometa o un planetoide vagante, abbia colpito Marte nell’emisfero meridionale.

Come spiega Media Inaf, la simulazione elaborata dai ricercatori svizzeri mostra come questo evento traumatico sarebbe stato capace di generare un oceano di magma che si sarebbe esteso per tutto l’emisfero meridionale marziano.

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L’oggetto celeste, in movimento a circa 5 km/s, ha bucato la superficie come fa un cucchiaio con la crema catalana, innescando un’intensa attività vulcanica che ha interessato la geologia marziana per tre miliardi di anni.

Con una massa forse anche superiore a un decimo di quella di Marte, il corpo celeste ha generato energia sufficiente a innescare un processo di cui gli altopiani rocciosi, oggi ben visibili sulla superficie del Pianeta Rosso, sono il risultato finale.

Il forte dimorfismo fra gli emisferi settentrionale e meridionale del pianeta è stato oggetto di altri studi in passato. Il più noto è quello firmato da due ricercatori americani ed è datato 1984, pubblicato da Nature. L’ipotesi, allora, era quella di un impatto sull’emisfero nord.

Questa ipotesi non convince Leone: «Non spiega la distribuzione irregolare dei crateri di origine vulcanica, per lo più diffusi a sud dell’equatore. Il nostro modello è in grado di riprodurre fedelmente l’evoluzione topografica nei due emisferi. È così che siamo arrivati a comprendere la dinamica dell’impatto nella regione polare meridionale, ricostruendo la composizione chimica del corpo che ha impattato il suolo marziano».



http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/ ... e-cosmica/


Si parla sempre di catastrofi avvenute milioni e milioni di anni fa... ma se invece fosse avvenuta in un tempo più recente? Ovvero, come sostenuto da Colin Pillinger attraverso il suo studio sui meteoriti di Marte, intorno a 400-500mila anni fa, periodo che gli amanti di mitologia sumera ricorderanno bene?

http://www.ilnavigatorecurioso.it/2013/ ... obre-2014/

Tra le altre cose colgo l'occasione per ricordare proprio Colin Pillinger morto recentemente... la sua ricerca sui meteoriti marziani è stata fondamentale per definire la mia tesi dell'origine marziana degli Anunnaki di Sitchin

http://it.wikipedia.org/wiki/Colin_Pillinger

http://cordis.europa.eu/news/rcn/22889_it.html

E, solo dopo la sua morte, salta fuori la sonda Beagle 2

Cita:
... Obiettivo della missione? Fiutare (come i famosi cani beagle da cui prendeva il nome) nell'atmosfera tracce di metano, esaminare le rocce e raccogliere campioni di terreno per individuare residui organici.

Colin Pillinger, lo scienziato inglese noto anche per le sue basette e a capo della missione non è riuscito purtroppo a sufficienza per scoprire il destino della sua "bambina": è morto nel maggio del 2014...

http://www.focus.it/scienza/spazio/ritr ... a-su-marte



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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 05/02/2015, 10:15 
..questa catastrofe viene ben descritta nel libro "l'enigma di marte" di graham hancock....................... [;)]


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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 05/02/2015, 11:14 
Cita:
Poi, un terribile impatto cosmico ha messo fine a tutto questo. La prova sarebbe forte dimorfismo fra gli emisferi settentrionale e meridionale del Pianeta Rosso.


Ricordiamo...


Messaggio dal pianeta Marte

(tramite il contattato Eugenio Siragusa)

http://www.associazionesaras.it/index.p ... Itemid=139

...

Sappiate, figli della scienza terrestre, che le strutture vitali del nostro popolo,
hanno cessato di essere geneticamente tridimensionali, gia da quel lontano tempo,
in cui la totale distruzione del pianeta Mallona, pianeta orbitante tra Marte e Giove,
distrutto da una serie di conflagrazioni nucleari, prodotte dall’incoscienza di quel popolo,
determinò la necessità della repentina costruzione delle lune artificiali,
che ancora oggi orbitano attorno alla massa del nostro mondo e
che la vostra scienza a denominato Phobos e Deimos.


Il popolo di Marte in quel tempo, duramente provato da una catastrofe che determinò
la scomparsa di un terzo della sua civiltà, subì il trapasso vitale ed evolutivo che ogni pianeta,
nel tempo del suo calvario, deve geneticamente superare.

Mentre milioni e milioni di nostri fratelli, perivano per le conseguenze che l’esplosione del pianeta
vicino aveva provocato, la coscienza vitale del nostro mondo, programmava la rigenerazione della razza e
il conseguente salto qualitativo che quella dura selezione aveva permesso.

L’esplosione fisica del pianeta Mallona, di cui le prime colonie terrestri non sono che un residuo in cerca di una patria,
provocò la grande catastrofe, che nella nostra storia è ricordata come “Origine”, del tipo attuale di evoluzione che
stiamo conducendo.
Uno dei tre continenti sui quali in quell’epoca erano stabiliti i nostri padri, subì la quasi distruzione,
a causa dei meteoriti giunti dallo spazio e degli scompensi magneto-sferici provocati nell’anello vitale del geoide.

L’olocausto diabolico di una Cellula del Cosmo, distrutta dall’incoscienza e dalla malvagità, fu così per noi,
in virtù del supremo equilibrio della legge che ancora veneriamo, un mezzo di dolore e quindi di purificazione e
di ascesa evolutiva.

...

Non meravigliatevi dunque, fratelli della Terra, di non trovare che polvere e “residui morenti” sulla superficie
della terza dimensione di Marte, nella quale la nostra vita non si svolge più da millenni.

...



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" La Giustizia del Padre
è lenta ed Inesorabile. "
Eugenio Siragusa
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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 05/02/2015, 11:49 
...le non verita' su marte hanno inizio con l'arrivo sul pianeta rosso delle sonde viking,....................come tante anni dopo hanno svelato levin straat e soci............................................ [:289] [:296]


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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 05/02/2015, 13:37 
Atlanticus81 ha scritto:
Si parla sempre di catastrofi avvenute milioni e milioni di anni fa... ma se invece fosse avvenuta in un tempo più recente?
Ovvero, come sostenuto da Colin Pillinger attraverso il suo studio sui meteoriti di Marte, intorno a 400-500mila anni fa, periodo che gli amanti di mitologia sumera ricorderanno bene?


Un' ipotesi molto interessante... [;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 05/02/2015, 14:10 
ma un evento di tale portata non avrebbe lasciato anche solo nello spazio miriadi di detriti? In mezzo milione di anni sarebbero scomparsi? Per non parlare degli effetti al suolo.



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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 05/02/2015, 16:33 
caro MAX -
perché scomparsi?
http://it.wikipedia.org/wiki/Fascia_principale

ciao
mauro



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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 05/02/2015, 17:14 
mauro ha scritto:
caro MAX -
perché scomparsi?
http://it.wikipedia.org/wiki/Fascia_principale

ciao
mauro


YES!

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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 05/02/2015, 21:59 
ed in mezzo milione di anni l'orbita marziana si sarebbe del tutto ripulita consentendo la migrazione dei detriti su quell'orbita? Le tempistiche sono plausibili?

In ogni caso avevo del tutto rimosso la presenza di quella fascia di "detriti" quindi potrebbe essere, il mio dubbio è appunto sui tempi necessari :)

Stavo pensando, spesso si dice che alcuni meteoriti terrestri ritrovati siano di origine marziana, ma se non provenissero direttamente da Marte ma da quella fascia di asteroidi? Sarebbe possibile dimostrarlo? Non credo purtroppo :|



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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 07/02/2015, 16:57 
cari amici,
pur essendo citato in molti topic,il pianeta Mallona,(citato sopra) non compare in nessun topic specifico

search.php?keywords=mallona&terms=all&author=&sc=1&sf=all&sk=t&sd=d&sr=posts&st=0&ch=300&t=0&submit=Cerca
vedrò se riesco ad aprirne uno.
ciao
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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 07/02/2015, 17:24 
mauro ha scritto:
cari amici,
pur essendo citato in molti topic,il pianeta Mallona,(citato sopra) non compare in nessun topic specifico

search.php?keywords=mallona&terms=all&author=&sc=1&sf=all&sk=t&sd=d&sr=posts&st=0&ch=300&t=0&submit=Cerca
vedrò se riesco ad aprirne uno.
ciao
mauro


Ottimo mauro. E' una cosa che ho segnalato a suo tempo pure io.

Un topic che raccolga tutto quanto postato sarebbe oro.



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"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 06/03/2015, 18:30 
Cita:
Su Marte 4,5 miliardi di anni fa c’era un oceano
La Nasa: l’acqua ricopriva il 20% della superficie, ma l’87% è evaporata

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Un’immagine del “pianeta rosso” scattata dalla sonda della Nasa Curiosity



Quando era un pianeta giovane, Marte era caldo e ricco di oceani: già 4,5 miliardi di anni fa ricoprivano oltre il 20% della sua superficie e l’acqua che li costituiva è rimasta nell’atmosfera del pianeta rosso molto più a lungo di quanto si credesse. Nel corso del tempo, però, ben l’87% dell’acqua marziana è andata perduta. Lo hanno calcolato i ricercatori del Goddard Space Flight Center della Nasa guidati da Geronimo Villanueva, che hanno realizzato la prima mappa bidimensionale delle acque marziane.



A questo risultato, pubblicato sulla rivista Science, i ricercatori sono arrivati utilizzando i dati raccolti tra il 2008 e 2014 da 3 potenti telescopi terrestri, l’Eso Paranal in Cile, il Keck observatory e il Nasa Infrared telescope facilitiy delle Hawaii. Le mappe mostrano infatti che la distribuzione dell’acqua presente nell’atmosfera e degli elementi che la costituiscono (tra cui idrogeno pesante o deuterio) varia da stagione a stagione e anche da regione a regione. A far capire ai ricercatori che Marte è stato bagnato dalle acque per molto più tempo di quanto immaginato è stata l’analisi della proporzione tra l’acqua pesante (cioè ricca di deuterio) e quella normale, in alcune aree fino a 5-7 volte più alta di quella degli oceani terrestri.



«In sostanza, gli atomi di idrogeno dell’acqua normale si sono persi nello spazio, mentre quelli di deuterio sono rimasti su Marte», spiega Geronimo Villanueva. «Ciò significa che l’87% della sua acqua si è persa nello spazio, e che quella che è rimasta, pari al 13%, si trova immagazzinata nella sua calotta polare». Ma all’inizio della sua storia «abbiamo calcolato - continua - che sul pianeta ci fosse abbastanza acqua da coprire oltre il 20% della sua superficie. C’era un oceano profondo circa un chilometro, una profondità simile a quella del Mar Mediterraneo. Dati questi che aumentano la probabilità dell’abitabilità di Marte».



Grazie a questi risultati sarà possibile ricostruire la perdita di acqua che ha subito Marte nel tempo e cercare in modo più preciso le riserve acquifere sotto la sua superficie. «Le nostre mappe - conclude Villanueva - unite ai dati che si raccoglieranno con le prossime missioni su Marte ci permetteranno di capire cosa è successo. Per il lancio della missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ExoMars, nel 2016, stiamo infatti sviluppando uno strumento che misurera’ la `firma´ e segni distintivi di processi biologici e geologici attivi».


http://www.lastampa.it/2015/03/06/scien ... agina.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Marte-verità e bugie di 40 anni nello spazio
MessaggioInviato: 07/03/2015, 12:03 
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In questa foto scattata da Viking 1 orbiter si può osservare la sottile atmosfera del pianeta rosso.
Fotografia per gentile concessione di NASA


Utilizzando alcuni tra i telescopi più potenti al mondo, un team di astronomi ha stabilito che 4 miliardi di anni fa un oceano ricopriva una parte significativa di Marte, circa il 20% del pianeta.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Science, rafforza dunque la teoria secondo cui una volta la superficie del pianeta rosso era coperta d'acqua. L'ipotesi era nata in precedenza in seguito all'osservazione di alcune tracce rimaste sulla superficie di pianeta: ciottoli, antiche linee di costa, delta di fiumi e minerali che devono essersi formati in ambiente acquoso.

Questa volta invece l'analisi si è concentrata sul vapore acqueo esistente oggi nell'atmosfera marziana. Un team di scienziati, guidati da Geronimo Villanueva del NASA Goddard Space Flight Center, ha misurato
la luce solare che si riflette sulla superficie di Marte e attraverso l'atmosfera, rilevando la composizione chimica del vapore. L'idrogeno presente nell'acqua, sia su Marte che sulla Terra, è disponibile in due varietà: idrogeno ordinario, i cui nuclei contengono solo un protone, e idrogeno pesante, noto anche come deuterio, il cui nucleo è costituito da un protone e un neutrone.

Le acque della Terra e di Marte in origine avevano proporzioni identiche di idrogeno ordinario e deuterio, ma Marte ha una gravità più debole, per cui l'idrogeno ordinario è gradualmente uscito dall'atmosfera, disperdendosi nello spazio. Come risultato, oggi le acque di Marte hanno una percentuale di deuterio sette volte superiore rispetto alla Terra. Dal momento che gli scienziati possono stimare il tasso di fuga che ha portato a questo squilibrio, Villanueva e colleghi hanno calcolato quanta acqua era presente una volta sul pianeta.

Si è scoperto così che la quantità di liquido era tale per cui, se avesse coperto l'intera superficie in modo uniforme, avrebbe raggiunto una profondità di circa 137 metri. “Probabilmente però formava un oceano più profondo (almeno un chilometro e mezzo) nell'emisfero settentrionale, dove l'altitudine è molto minore”, afferma Villanueva. (Guarda il video della ricostruzione della NASA)

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Immagine

L'oceano primitivo di Marte era più grande del nostro mar Glaciale Artico. L'87 per cento di quell'acqua si è oggi disperso nello spazio, mentre il resto si trova ancora sul pianeta, intrappolato nella calotta polare. Illustrazione di NASA / GSFC

“I risultati sono credibili”, commenta James Kasting, uno scienziato planetario presso la Penn State. Ma suggeriscono solo quale poteva essere la quantità minima di acqua presente un tempo su Marte: “Credo che in realtà fosse molta di più”.

Kasting, in un paper del 2014, sostiene infatti che ai primordi l'atmosfera marziana fosse insolitamente ricca di idrogeno pesante e che gran parte di esso sia fuggito assieme all'idrogeno ordinario. Se così fosse, questo inciderebbe in modo significativo sulle stime.

In entrambi i casi, però, sembra che anticamente Marte fosse molto più umido e caldo di adesso. L'acqua era per lo più in forma liquida invece di essere racchiusa in calotte polari ghiacciate e, proprio questo, l'ambiente era ospitale: l'idea che sia esistita la vita su Marte è sempre più forte.

http://www.nationalgeographic.it/scienz ... e-2516401/

cmq sull'atmosfera marziana esistono foto relativamente recenti in cui la medesima sembra + spessa e densa........ [:291] [:291]


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