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 Oggetto del messaggio: Meteorite dimostra la presenza di acqua su Marte
MessaggioInviato: 13/02/2011, 19:45 
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Gli scienziati della University's Space Research Centre, presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia, hanno analizzato cinque campioni di meteoriti tra cui uno di essi ritrovato un secolo fa, scoprendo che che l'acqua scorreva sulla superficie di Marte.

Gli scienziati della University's Space Research Centre, presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia, hanno analizzato cinque campioni di meteoriti tra cui uno di essi ritrovato un secolo fa.
I Nakhliti sono delle meteoriti che in orgine erano parte della roccia presente su Marte ma che in seguito ad un forte impatto meteoritico sarebbero schizzate nello spazio per poi ricadere sul pianeta Terra. Tra le diverse migliaia di meteoriti recuperati solo 74 sono state identificate come provenienti da Marte e la maggior parte di esse sono state trovate solo a partire dal 2000. Esse prendono il nome dal villaggio di El-Nachla in Egitto, dove fu trovato il primo nel 1911.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Meteoritics and Planetary Science. La ricerca è stata finanziata dalla Science and Technology Facilities Council (STFC).
Hitesh Changela e il dottor John Bridges hanno utilizzato i microscopi elettronici presso l'Università di Il Centro di Microscopia Avanzata per lo studio della struttura e dellla composizione di cinque nakhliti, tra cui il campione del 1911, che fa parte delle collezioni del Museo di Storia Naturale di Londra. Lo spessore della roccia fresato per la ricerca è di 0,1 micron.
Confrontando i cinque meteoriti, alcuni hanno mostrato la presenza di venature create durante l'impatto su Marte. Essi suggeriscono che tale impatto è stato associato a un cratere di 10 km di diametro. Sepolto dal ghiaccio fuso durante questo impatto deposito, è presente una parte di carbonato nelle venature.


Questo lavoro si lega strettamente alle recenti scoperte geologiche di argilla e carbonato sulla superficie di Marte effettuate dalle sonde NASA ed ESA, e mostra come alcune delle quali si sarebbero probabilmente formate. La mineralizzazione delle serpentine è associato alla produzione di metano. Lo scopo della missione Trace Gas Orbiter del 2016 sarà proprio cercare e capire l'origine del metano nell'atmosfera di Marte, perchè potrebbe essere un biomarcatore. Questo lavoro mostra uno dei modi in cui è stato probabilemente prodotto il metano.

Il Dr Bridges, che è supervisore nel dottorato di ricerca, ha dichiarato: "Stiamo iniziando a costruire un modello realistico di come l'acqua fu depositata nei minerali formatisi su Marte, dimostrando che il riscaldamento da impatto è stato un processo importante. Gli studi sulla temperatura, sul pH e sulla durata dell'azione idrotermale ci aiuteranno a capire meglio l'evoluzione della superficie di Marte. Questa ricerca si lega direttamente le attuali attività di selezione dei siti di atterraggio per i rover su Marte della missione Mars Sample Return. Con modelli come questo si potranno meglio individuare le aree in cui riteniamo che l'acqua un tempo era presente su Marte".

Foto in alto: Immagine che mostra una vena attraverso cui l'acqua è fluita. (Credit: University of Leicester)

Traduzione a cura di Arthur McPaul

Fonte: http://nemsisprojectresearch.blogspot.c ... za-di.html


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MessaggioInviato: 24/06/2012, 20:59 
Spazio: sotto la superficie di Marte c’è più acqua del previsto!
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Due meteoriti provenienti dalle profondita’ marziane svelano che il mantello del Pianeta Rosso conteneva piu’ acqua di quella che si stimava: una quantita’ paragonabile a quella della Terra. Finora, il nostro era l’unico pianeta che si credesse possedere delle riserve idriche sotterranee. I risultati dello studio della Carnegie Institution, pubblicati su “Geology”, non solo rivelano nuovi aspetti della vita geologica di Marte ma hanno anche implicazioni su come l’acqua possa aver raggiunto la superficie del pianeta e, infine, sulle possibilita’ che questo possa aver ospitato la vita. Gli scienziati hanno analizzato due shergottiti, minerali che raggiunsero la Terra circa 2 milioni e mezzo di anni fa, e che derivano dalla fusione parziale del mantello di Marte.

I ricercatori stimano che la sorgente del mantello marziano da cui derivano le rocce contenesse fra 70 e 300 ppm di acqua, a fronte dei 50-300 ppm di acqua del mantello terrestre. “I nostri risultati suggeriscono che l’acqua fu incorporata dal pianeta durante la ua formazione e che Marte ha mantenuto la capacita’ di conservare acqua al suo interno durante la sua differenziazione” ha spiegato Erik Hauri, fra gli autori dello studio.

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.7840.10


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MessaggioInviato: 27/06/2012, 11:14 
Fino ad ora, la Terra era l'unico pianeta che sapevamo essere dotato di grandi serbatoi di acqua al suo interno. Gli scienziati però hanno analizzato recentemente molto più in dettaglio anche la composizione di due particolari meteoriti che hanno avuto origine nella crosta Marziana, e hanno scoperto prove che la quantità di acqua presente nelle profondità di alcune zone del mantello di Marte è molto maggiore di quanto si pensava precedentemente, tanto da essere simile a quella della Terra. Questi risultati non solo influenzeranno molto il modo in cui pensiamo alla storia e l'evoluzione geologica di Marte, ma avranno anche grandi implicazioni per come l'acqua è arrivata sulla superficie. I nuovi dati inoltre sono anche molto incoraggianti dal punto di vista astrobiologico.

La ricerca è stata guidata da Francis McCUbbin, scienziato dell'Università del Nuovo Messico. L'analisi dei dati invece è stata portata avanti da Erik Hauri ed il suo team del Carnegie Institution. La pubblicazione intera è comparsa sul giornale "Geology".

Nella pubblicazione gli scienziati spiegano di essersi concentrati su dei meteoriti chiamati shergottite. Questi sono meteoriti relativamente giovani che hanno avuto origine da parziali fusioni del mantello di Marte (cioè lo strato sotto la crosta), e da successive cristallizzazioni. Sono poi arrivati sulla Terra circa 2.5 milioni di anni fa. Grazie a nuove avanzate tecniche di analisi geochimica è possibile capire molte cose riguardo a quali processi geologici ha subito l'intero pianeta da cui proviene il campione analizzato.
Abbiamo analizzato due meteoriti che hanno storie molto diverse e si sono formati per differenti processi geologici" ha spiegato Hauri. "Uno è stato considerevolmente mischiato con altri elementi durante la sua formazione, mentre l'altro è rimasto più "puro". Abbiamo analizzato l'acqua contenuta in entrambi e abbiamo visto che c'era poca differenza tra i due, anche se la chimica degli elementi di traccia era marcatamente diversa. I risultati suggeriscono che l'acqua era incorporata durante la formazione di Marte e che il pianeta era in grado di depositare grandi quantità di acqua al suo interno durante le fasi di differenziazione geologica."

In base al contenuto minerale dei campioni, gli scienziati hanno stimato che la fonte dell'acqua nel mantello Marziano, da cui hanno avuto origine queste rocce, conteneva tra minimo 50 e massimo 300 ppm di acqua. Hauri ed il suo team sono riusciti a determinare questi valori anche grazie a nuove tecniche da poco sviluppate e nuovi standard per quantificare l'acqua all'interno di alcuni minerali grazie ad una tecnologica chiamata SIMS (Secondary Ion Mass Spectrometery).


"Ci sono state tante prove riguardo alla presenza di acqua liquida sulla crosta Marziana" ha spiegato Hauri. "Quindi è un mistero il perché le precedenti stime erano così secche. Questa nuova ricerca ha più senso e suggerisce che i vulcani potrebbero aver giocato un ruolo primario per portare l'acqua sulla superficie.

McCubbin ha concluso dicendo che "Non solo questo studio spiega come Marte ha ottenuto la sua acqua, ma fornisce anche un meccanismo per creare depositi di idrogeno anche nel caso generale degli altri pianeti.

http://carnegiescience.edu/news/extensi ... s_interior

http://www.link2universe.net/2012-06-26 ... recedenti/


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MessaggioInviato: 25/07/2012, 16:45 
Una delle cose in cui il pianeta Marte è simile alla Terra, e la presenza di un'inclinazione dell'asse di rotazione simile. Quello di Marte è di circa 25° e questo fa si che anche il Pianeta Rosso, come la Terra, abbia delle stagioni durante la sua rivoluzione intorno al Sole. E come sulla Terra, questo cambiamento stagionale porta anche cambiamenti visibili sulla superficie planetaria. Uno degli effetti più visibili si nota nelle zone polari. Durante l’inverno, a queste latitudini, sia l'interno dei canali che le altre superfici vengono ricoperte con diverse decine di centimetri di anidride carbonica ghiacciata e in quantità minore di acqua gelata. Canaloni come questi si trovano principalmente nelle medie latitudini, tra 30 e 50° Nord o Sud

Nell’immagine a colori enfatizzati, il ghiaccio presente nelle nicchie superiori dei canaloni, appare in zone chiare e bluastre. Gli studi condotti fino ad oggi ci consentono di affermare che i canaloni di Marte sono attivi e che la maggior parte dei cambiamenti si verificano proprio in inverno probabilmente grazie all’azione erosiva che il ghiaccio esercita sulle rocce.

Questi canaloni furono scoperti su Marte per la prima volta dal Mars Global Surveyor, e si suppone che siano uno dei più probabili siti dove cercare tracce recenti di acqua liquida. I canaloni si formano di solito sulle mura dei crateri e hanno sempre le sembianze di strutture geologicamente molto giovani. Alcuni studi recenti hanno evidenziato che la maggior parte si trovano nell'emisfero sud e intorno a 30° di latitudine. Nell'emisfero nord ci sono alcuni casi ma sono più rari. Si trovano alcuni nella Arcadia Planitia, nella Tempe Terra o anche nella Utopia Planitia.

Altre passate osservazioni fatte dall'orbita, sempre con la camera HiRISE a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter, avevano evidenziato tracce di recentissimi cambiamenti tra un osservazione e l'altra e <h5>questo ha fatto pensare subito alla possibilità che acqua liquida stia ancora scorrendo stagionalmente su Marte</h5>, anche se in casi molto particolari. Tuttavia, per adesso, ci sono molte ipotesi che possono facilmente spiegare il fenomeno osservato senza dover chiamare in causa l'acqua, quindi si tratta di un campo di ricerca controverso.

http://en.wikipedia.org/wiki/Martian_Gullies

http://hirise.lpl.arizona.edu



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Riprese di spettacolari canaloni congelati sulla superficie di Marte. Credit: NASA/JPL/HiRISE-Università dell'Arizona

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Immagine ad alta risoluzione in bianco e nero della zona intera di cui l'immagine in apertura è un estratto. Credit: NASA/JPL

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