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08/02/2012, 22:33
sezione 9 ha scritto:
Gambero, ho scritto quello che IO penso, non quello che pensano altri. Pensi che sia corretto schierarmi automaticamente con quelli che tu indichi come "cattivi" solo perchè ho avuto l'ardire di esprimere un'idea diversa dalle tue (che, tra parentesi, non mi sembrano molto "moralistiche", visto che sei fermo al "chissenefrega").
Quanto ai gruppi in azione, caspita, non sanno bene cosa capita neanche al Pentagono, solo tu sai chi c'è in azione.
Quanto alle ridicolaggini sull'Iran "pacifista", sai quante guerre ha fatto l'Urss? NESSUNA. Eppure non credo che fosse rinchiusa entro i suoi confini. Ma caspita, osi negare che l'Iran non finanzi direttamente il regime Siriano? Che non sostenga Hamas?
Ma tanto, cosa vuoi, noi e loro, non c'è differenza.
Art. 1: "L'Iran è una Repubblica Islamica"
Art. 1: "L'Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione"
Art. 2: "La Repubblica Islamica è un sistema basato sul credo di:
- un solo dio, la sua esclusiva sovranità e diritto di legiferare, e la necessità della sottomissione al suo comando
- divina rivelazione e suo fondamentale ruolo nel definire le leggi
- ritorno di dio nell'aldilà
- giustizia di dio nella creazione e nella legislazione
- imamato e suo fondamentale ruolo nell'assicurare l'ininterrotto processo della rivoluzione dell'islam
- esaltata dignità e valore dell'uomo, e sua libertà unitamente a responsabilità di fronte a dio; dove equità, giustizia (eccetera) siano assicurate attraverso il ricorso al Corano e alla Sunna
Art. 2: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo che nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento degli inderogabili doveri di solidarietà politica, economica e sociale
Art. 3: "Per conseguire gli obiettivi specificati nell'Articolo 2, il Governo della Repubblica Islamica dell'Iran ha il compito di orientare tutte le sue risorse in direzione dei seguenti obiettivi:
- la creazione di un ambiente favorevole per la crescita delle virtù morali basate sulla fede (eccetera)
Art. 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese
Credo che tu (e soprattutto qualcun altro) riconosca la "gloriosa e libera" costituzione iraniana. Prima di dirvi che, sinceramente, solo un cieco non riesce a vedere quanto schifo faccia l'Iran, vi faccio un riassunto del capitolo "diritti del popolo". Libertà di stampa, di pensiero, di manifestazione, di fondare partiti (eccetera eccetera), sono concesse purchè non in contrasto con la religione e i principi islamici. Neanche ai tempi del papa re c'era qualcuno che poteva scrivere (e propagandare!) queste porcherie come "democrazia".
E che c'è frega a noi di come è l'ordinamento interno dello Stato Iraniano?,per caso hai visto Iraniani o Siriani uccidere Italiani o abbiamo subito qualche attacco aereo da parte loro?,anzi ti dirò che l'Iran è stato uno dei migliori partner commerciali dell'Italia!!,non dell'America, (forse per questo è messo sotto tiro,vogliono fare terra bruciata al commercio Internazionale Italiano),scusami se ragiono così terra-terra,perchè le cose semplici li vuoi complicare?,non credere che l'Italia attaccando una guerra contro l'Iran non avrà conseguenze future!!.
Calmati i bollenti spiriti che hai addosso!
,se proprio la vuoi fare questa guerra,ti consiglio di dar esempio arruolandoti assieme agli Israeliani e ti fai mandare in prima linea ad uccidere Musulmani.
Ultima modifica di
bleffort il 08/02/2012, 22:40, modificato 1 volta in totale.
09/02/2012, 01:46
TGCOM Siria, truppe straniere con ribelli
In campo militari inglesi e del Qatar
foto Ap/Lapresse00:08 - Truppe straniere, in particolare britanniche e qatariote, sarebbero segretamente coinvolte nella guerra civile siriana. Lo sostiene il sito israeliano Debka, citando fonti dei servizi segreti. I militari starebbero operando ad Homs, non combattendo direttamente contro le truppe di Assad, ma svolgendo il ruolo di consiglieri tattici, e gestendo le comunicazioni dei ribelli e i rifornimenti di armi e munizioni dalla Turchia.
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ar ... elli.shtmlMassacri Siria,Terzi:siamo irritati
"Damasco sarà in agenda Monti-Obama"
foto LaPresse14:53 - In Italia c'è "grande preoccupazione", ma anche "irritazione per il massacro della popolazione siriana" da parte del regime di Bashar Al Assad. Dei sentimenti nei confronti di Damasco ha parlato, in un'audizione alla commissione Diritti umani in Senato, il ministro degli Esteri Giulio Terzi. La situazione in Siria, ha sottolineato, sarà "tra i temi in agenda" dell'incontro di domani tra il premier Mario Monti e il presidente degli Usa Barack Obama.
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ar ... tati.shtmlCnn: Usa pensano a blitz in Siria
Opzione militare non è più un tabù
foto Ap/Lapresse06:15 - Gli Stati Uniti ammettono, probabilmente per la prima volta, di poter esaminare l'ipotesi di un intervento militare ai danni del regime siriano. Lo apprende Barbara Starr, la corrispondente di punta della Cnn al Pentagono da due alti esponenti dell'amministrazione Obama. Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney aveva già espresso irritazione nei confronti del veto opposto da Cina e Russia alla risoluzione dell'Onu contro il regime di
Assadhttp://www.tgcom24.mediaset.it/mon ... iria.shtml
Ultima modifica di
GoldenBoy il 09/02/2012, 01:49, modificato 1 volta in totale.
09/02/2012, 10:10
GoldenBoy ha scritto: TGCOM Siria, truppe straniere con ribelli
In campo militari inglesi e del Qatar
foto Ap/Lapresse00:08 - Truppe straniere, in particolare britanniche e qatariote, sarebbero segretamente coinvolte nella guerra civile siriana. Lo sostiene il sito israeliano Debka, citando fonti dei servizi segreti. I militari starebbero operando ad Homs, non combattendo direttamente contro le truppe di Assad, ma svolgendo il ruolo di consiglieri tattici, e gestendo le comunicazioni dei ribelli e i rifornimenti di armi e munizioni dalla Turchia.
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ar ... elli.shtmlMassacri Siria,Terzi:siamo irritati
"Damasco sarà in agenda Monti-Obama"
foto LaPresse14:53 - In Italia c'è "grande preoccupazione", ma anche "irritazione per il massacro della popolazione siriana" da parte del regime di Bashar Al Assad. Dei sentimenti nei confronti di Damasco ha parlato, in un'audizione alla commissione Diritti umani in Senato, il ministro degli Esteri Giulio Terzi. La situazione in Siria, ha sottolineato, sarà "tra i temi in agenda" dell'incontro di domani tra il premier Mario Monti e il presidente degli Usa Barack Obama.
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ar ... tati.shtmlCnn: Usa pensano a blitz in Siria
Opzione militare non è più un tabù
foto Ap/Lapresse06:15 - Gli Stati Uniti ammettono, probabilmente per la prima volta, di poter esaminare l'ipotesi di un intervento militare ai danni del regime siriano. Lo apprende Barbara Starr, la corrispondente di punta della Cnn al Pentagono da due alti esponenti dell'amministrazione Obama. Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney aveva già espresso irritazione nei confronti del veto opposto da Cina e Russia alla risoluzione dell'Onu contro il regime di
Assadhttp://www.tgcom24.mediaset.it/mon ... iria.shtml
qui siamo fuori dalla grazia di dio..
09/02/2012, 13:34
Difenderci dai Tunisini e dai Libici???..e che ti hanno fatto?? ti hanno rotto qualcosa?,prova contraria siamo stati sempre noi a rompere le scatole a loro.
In Sicilia è stata presentata una proposta all'A.R.S,per la costruzione di un ponte che collega la Sicilia con la Tunisia,il ponte sarebbe un opera più fattibile di quella tra la Sicilia e la Calabria,per una lunghezza di circa 120 Km.
09/02/2012, 13:49
sezione 9 ha scritto:
Gambero, ho scritto quello che IO penso, non quello che pensano altri. Pensi che sia corretto schierarmi automaticamente con quelli che tu indichi come "cattivi" solo perchè ho avuto l'ardire di esprimere un'idea diversa dalle tue (che, tra parentesi, non mi sembrano molto "moralistiche", visto che sei fermo al "chissenefrega").
Mi pare che quello che hai scritto non corrisponda al vero.
Quanto ai gruppi in azione, caspita, non sanno bene cosa capita neanche al Pentagono, solo tu sai chi c'è in azione.
Mai detto di saperlo, qui le certezze le esprimono altri (i governi, i mezzi di informazione quasi a reti unificate).
Quanto all'Iran... mi ricordi tanto questo
"
Contrariamente a quello che sostiene l’ideologia relativistica della sinistra, non tutte le civiltà si equivalgono: quelle che difendono l’eguaglianza, la libertà e la fraternità ci sembrano superiori a quelle che accettano la tirannia, l’inferiorità delle donne e l’odio sociale ed etnico
"
Ultima modifica di
iLGambero il 09/02/2012, 13:50, modificato 1 volta in totale.
09/02/2012, 14:02
Ecco come il Pentagono si prepara alla guerra con la Siria.
I piani sono pronti da tempo presso il Central Command, il quartier generale statunitense che ha competenza sui Asia centrale e Medio Oriente, e vengono continuamente aggiornati. Un lavoro normale per i militari che devono pianificare ogni possibile impiego delle forze statunitensi e tenersi pronti ad agire in tempi rapidissimi. Questa volta, però, l’ipotesi di un intervento militare internazionale in Siria assume maggiore concretezza dopo che la Cnn ha rivelato come il Pentagono stia mettendo a punto i dettagli per attaccare il regime di Bashar Al Assad. Per ora viene definita “una valutazione delle risorse militari disponibili“, una fase esplorativa avviata secondo due funzionari del Pentagono per valutare gli assetti militari, il tipo di missione da compiersi e i rischi a cui gli Stati Uniti andrebbero incontro.
Al centro di questo processo di pianificazione c’è il generale James Mattis, l’uomo di vertice del Central Command, che ha già competenze dirette sulla crisi iraniana e sul conflitto afghano. In linea teorica, il categorico no dell’Unione Europea (fonti di Bruxelles sottolineano che “la Siria non è la Libia“) potrebbe preludere a uno scontro tra Washington e gli alleati europei ma è più probabile che un’azione militare venga avvallata, senza coinvolgere Bruxelles, dalla Lega Araba e da Ankara e condotta da una coalition of the willing, almeno nella fase in iniziale. Dopo la quale il comando potrebbe passare alla Nato che dispone di comandi operativi in Turchia e secondo un copione già testato in Libia, condurrebbe non un’azione di guerra ma “operazioni a difesa dei civili”.
Si tratta solo di ipotesi ma Turchia e Qatar sono in prima linea nel chiedere un intervento militare contro il regime di Al Assad e le truppe turche hanno già da tempo fatto sapere di essere pronte a costituire “corridoi umanitari” per proteggere i civili siriani dalle repressioni del regime. Anche la rapidità con la quale si chiudono le ambasciate e si cerca di evacuare i cittadini stranieri da Damasco sembra indicare la possibilità di prossimi attacchi militari per i quali gli Stati Uniti potrebbero rapidamente mettere in campo una o due portaerei con le quali affiancare le basi nel Golfo, quelle turche e quelle delle forze aeree britanniche a Cipro. Washington inoltre schiera truppe anche in Giordania.
Un attacco al regime di Damasco verrebbe sostenuto in Europa anche da francesi e britannici (che secondo fonti israeliane già schierano consiglieri militari nei campi d’addestramento dell’esercito siriano ribelle in Turchia) ma anche l’Italia potrebbe aderire a un’eventuale coalizione. Di certo se ne parlerà domani alla Casa Bianca in occasione della visita del premier Mario Monti. Sul piano operativo verrebbe applicato il classico schema già visto in Iraq, Serbia e Libia. Un pesante attacco aereo e missilistico iniziale eso a scardinare il sistema di difesa aerea e di comando e controllo siriano al quale farebbe seguito l’infiltrazione in Siria di truppe e forze speciali destinati ad affiancare i ribelli con il sostegno aereo degli alleati.
Benché Washington schieri nel Mediterraneo una forza d’intervento rapido di circa 2 mila marines, un coinvolgimento in operazioni di terra di ingenti truppe statunitensi o europee dovrebbe essere da escludere. Come in Libia sul terreno potrebbero bastare piccoli gruppi di forze d’élite affiancati da soldati turchi e arabi in grado di aiutare sul campo di battaglia l’esercito ribelle. A differenza di Gheddafi, Bashar Al Assad dispone però di forze ben più potenti la cui tenuta in caso di conflitto aperto non è valutabile.
Il 5 febbraio il generale Mustafa al-Sheickh, l’ufficiale siriano più alto in grado a disertare, aveva rivelato che l’esercito di Al Assad non riuscirà a resistere “oltre la fine del mese” alle pressioni dell’opposizione. “Le forze armate collasseranno nel mese in corso perché i ranghi sono ridotti al 65 per cento così come le dotazioni per la mancanza di parti di ricambio”. In particolare “la capacità di combattimento” delle truppe di Assad è “al 40 per cento per quanto riguarda i mezzi e al 32 per cento per quanto riguarda il personale. In queste condizioni l’esercito non durerà più di un mese. Alcuni elementi hanno contattato il Libero Esercito Siriano chiedendo aiuto per disertare”.
Valutazioni da prendere con le molle, simili a quelle che vennero formulate sull’esercito di Gheddafi, dato più volte spacciato ma che resistette sette mesi ai raid della Nato. Non è facile neppure comprendere come si comporterà Mosca di fronte a un attacco internazionale alla Siria. Resterà militarmente al fianco di Bashar Al Assad portando alle stelle la tensione con l’Occidente e il mondo arabo o abbandonerà il suo migliore alleato e cliente al suo destino?
—
Gianandrea Gaiani ha seguito sul campo tutte le missioni militari italiane. Dirige Analisi Difesa, collabora con i quotidiani Il Sole 24 Ore, Il Foglio e Libero ed è opinionista del Giornale Radio RAI e Radio Capital. Ha scritto Iraq Afghanistan: guerre di pace italiane.
http://blog.panorama.it/mondo/2012/02/0 ... -lanalisi/
09/02/2012, 14:12
Tutto come da copione.
E i civili in mezzo a crepare.
Se ad Homs fregasse davvero qualcosa dei civili si farebbero finire i continui attacchi alle forze governative, con conseguente ovvia ritorsione sulla città.
Invece si stanno usando i morti per forzare la mano e avvallare una folle guerra.
Il fatto che ci siano forze inglesi e del qatar infiltrate proprio ad Homs dovrebbe chiarire il fatto che nulla accade per caso.
L'informazione purtroppo è defunta.
Non si ripeterà più un Vietnam, con la stampa a condannare le violenze della propria parte e a sottolineare le tante contraddizioni e ipocrisie delle guerre sporche. Quell'epoca è finita.
Le uniche porcate sull'Iraq e Afghanistan le dobbiamo al coraggio di persone come Manning o ai documenti pubblicati da Wikileaks... per il resto nulla. ZERO assoluto.
1984 si avvicina.
Ultima modifica di
iLGambero il 09/02/2012, 14:15, modificato 1 volta in totale.
09/02/2012, 14:16
Infatti se l'America perse il Viet-Nam fu proprio per colpa dei giornalisti: informavano su qualsiasi cosa, e i soldati morivano mentre i viet-cong facevano gli agguati (cosa che non si ripetè nelle due guerre contro l'Irak ...).
Ultima modifica di
Ufologo 555 il 09/02/2012, 14:18, modificato 1 volta in totale.
09/02/2012, 14:25
i
In Siria tira aria di Libia: richiamati gli ambasciatori
Caos a Damasco, tutti contro il presidente Assad. Turchia e Qatar mandano aiuti ai ribelli. Unicef: uccisi 400 bambini
Gli orrori che il regime siriano consegna ad un mondo indifferente sono senza fine. Ieri, giornata in cui si sono registrati un centinaio di morti per le strade (siamo a quota 14.000 vittime secondo l’opposizione siriana), il portavoce dell’Unicef Marixie Mercado non solo ha dato conto di una cifra crescente di bambini e minori uccisi dagli scherani di Assad nelle strade siriane - non meno di 400 - ma ha anche denunciato il fatto che altrettanti sono tuttora in carcere, in condizioni disumane: «Abbiamo notizia di bambini arrestati arbitrariamente, torturati e abusati sessualmente durante la loro detenzione e notizie credibili, che arrivano da media internazionali presenti a Homs, ci dicono che ci sono bambini in preda alle violenze».
A fronte di questo quadro devastante, con l’Onu che «dà vita ad una farsa» (parola di Hillary Clinton) incapace com’è di porvi rimedio, a causa del veto di Russia e Cina ad una risoluzione minimamente incisiva, l’Europa non è neanche in grado di decidere l’immediata chiusura delle relazioni diplomatiche con la Siria, limitandosi a un «richiamo in patria per consultazioni» degli ambasciatori a Damasco, come ha disposto il ministro degli esteri Giulio Terzi. I Paesi arabi del Consiglio del Golfo (Arabia Saudita ed emirati varii) hanno invece a deciso di espellere gli ambasciatori di Damasco nelle loro capitali e di ritirare le loro delegazioni dalla Siria: una lezione si stile alla ignava Europa che non sa dare un segnale forte di solidarietà alle forze di opposizione e di ammonimento, non tanto al regime, quanto a quel consistente blocco sociale (alauiti, cristiani e anche sunniti agiati), che ancora sostengono il regime baathista di Assad. L’incapacità della comunità internazionale, in primis dell’Onu, di operare un intervento efficace per fermare il massacro, avrà quindi come conseguenza di lasciare ancora per un lungo periodo la parola alle armi, cronicizzando sia la protesta che la repressione, col risultato che il bagno di sangue, con ogni probabilità, non avrà fine molto presto.
A meno che - l’ipotesi è sempre più probabile - alcuni Paesi non decidano di accentuare l’intervento militare unilaterale a fianco della Syrian Free Army dei disertori (come, sul fonte opposto, l’Iran ha inviato centinaia di pasdaran a combattere per Assad). Intervento militare che è già in atto da due mesi, sia pure in forma “coperta”. Ne è prova la trattativa iniziata ieri tra il governo di Damasco e quello di Ankara per il rilascio di ben 49 “agenti dei servizi segreti turchi” arrestati nelle ultime settimane sul territorio siriano. Una cifra impressionante, che indica come siano almeno centinaia, se non di più, i militari turchi già impegnati nei combattimenti in Siria (e probabilmente anche a Homs: questo è il segreto della sua incredibile resistenza alla repressione degli scherani di Assad). Sicuramente la loro attività militare si svolge sul terreno delle comunicazioni e della logistica (non si comprende altrimenti come i disertori siano riusciti ad attaccare un mese fa addirittura due sedi dei Servizi di Assad a Damasco con razzi Rpg e con mortai), ma probabilmente anche in azioni armate dirette. Anche l’emiro del Qatar Hamed ben Khalifa al Thani (padrone anche di al Jazeera) ha sicuramente già inviato suoi commandos a combattere a fianco dei disertori in Siria e oggi dà chiari segni di intendere rafforzare questo impegno. Insomma, un replay di quanto Qatar, Francia e Inghilterra hanno già fatto in Libia, di nascosto, sin dai primi giorni della rivolta (e anche prima). Solo che in Siria l’Onu latita.
http://www.liberoquotidiano.it/news/929 ... atori.htmltutto questo xke' l'onu e' in una situazione di stallo,e come solito non e'in grado di risolvere nessuna situazione critica....
09/02/2012, 15:51
Gambero, non provare nemmeno ad attribuirmi concetti di quel tipo. Quello che fa differenze tra società e culture, oltretutto, sei tu, che non fai altro che prendertela con l'Occidente tutto. Io ho sempre parlato di governi, di fazioni, di partiti. Sei TU quello che indica gli Israeliani (per dirne una) come un blocco monolitico di imperialisti e guerrafondai. Non sono io, ma TU a ricordare certi discorsi "pacifisti" che servivano solo ad aiutare chi invece doveva essere annientato. "Cosa ci importa a noi americani dell'Europa?" Dicevano quando quel pazzo guerrafondaio di Roosevelt voleva a tutti i costi portare gli Usa in guerra contro Hitler. Gli esseri umani sono tutti uguali, ma le loro organizzazioni sociali no, non sono tutte uguali e non meritano tutte lo stesso rispetto. Una dittatura religiosa è una vergogna dell'umanità, proprio perchè gli uomini sono tutti uguali. E proprio perchè siamo tutti esseri umani, non possiamo fregarcene se un Paese è più povero, meno libero e in guerra. Ma caspita, a me hanno insegnato che non esiste uguaglianza senza giustizia sociale, e che non esiste giustizia sociale se tutti gli uomini non possono avere le stesse possibilità, diritti, doveri... Noi italiani siamo meno liberi perchè nel mondo c'è tanta gente meno libera di noi. Dire "sono affari loro", come fai tu, non è diverso da quello che per strada vede una persona crollare a terra e scavalcarlo tranquillamente, perchè tanto "non sono affari miei". Il principio cardine della sinistra è SOLIDARIETA': dire "chissenfrega" secondo te cos'è? Oltretutto, tu fai un discorso biecamente opportunista, e per due motivi: "meglio starne fuori", e "se sono nemici del mio nemico, allora sono miei amici".
Ribadisco il concetto: io non so chi siano questi ribelli, so che il Regime siriano non è democratico, so che la Siria ha fatto di tutto pur di eliminare l'OLP (come vedi, la politica estera è un tantinello più complicata di come la vedi tu), so che ha per alleati Russia e Iran (e Cina), tutti e tre regimi che vanno dalla democrazia controllata russa alla dittatura religiosa. Per cui, in base a quello che so, il regime siriano non può ricevere il mio aiuto, nè il mio sostegno morale. Non posso però dire "aiutiamo i ribelli", visto che non ho idea di cosa vogliono fare. Ci sono conflitti religiosi, dietro? O conflitti etnici? Qua dico, chissenefrega. Non mi importa sapere che in Siria governi un arabo o un turco o un musulmano o un cristiano, non è questa la discriminante: contano solo le IDEE. I ribelli vogliono instaurare un regime democratico? Bene, li aiuto. Vogliono invece sostituire una dittatura con un altra? Bene, non li aiuto. Però, intanto, il popolo muore: mentre tu dici "chissenfrega", cioè, che crepino pure tutti, io dico che si deve intervenire CONTRO TUTTE LE FAZIONI, se sono non democratiche.
Ma se anche si dovesse fare un discorso "strategico", ti chiedo: pensi che non ci siano in azione Russi e Cinesi e Iraniani? Secondo te, le armi dell'esercito siriano da dove arrivano? Il Medio Oriente è una regione che va stabilizzata, e ciò può avvenire solo in due modi, che ti piaccia o no: o vinciamo "noi" o vincono "loro". Siamo d'accordo, l'intromissione nelle politiche interne di altri Paesi è aberrante. Ok, lasciamo fare, come dici tu, ritiriamoci. Pensi forse che l'Iran, la Russia e la Cina farebbero lo stesso? O invece, semplicemente, imporrebbero regimi a loro favorevoli, come abbiamo fatto noi fino ad adesso? Quello che dobbiamo fare, dico io, è creare un'alternativa a questo gioco, e l'alternativa può nascere solo dal popolo, da una sua presa di coscienza, una sua maturazione. Non è conforme ai miei principi un partito che mette sopra ogni cosa un libro religioso, e come in casa mia la mia parte ha sempre sostenuto, quando anche noi eravamo "brutti sporchi e cattivi", che "con le budelle dell'ultimo prete noi impiccheremo l'ultimo re", io non solo posso, ma DEVO, se credo davvero in quello che penso, agire per far vincere i miei ideali e sconfiggere gli ideali contrari ai miei. Per cui, riassumendo: i ribelli in cosa credono? Vogliono fare una repubblica islamica? Che crepino. Vogliono fare una democrazia come la nostra? Li aiuto. Non c'è nessuno che abbia i miei stessi ideali? Faccio in modo che i miei ideali si sviluppino nel popolo. Nel frattempo che il popolo "cresce", mi seccherebbe però vederlo morire sotto i colpi di questo o quel gruppo. A te no? Ah, già, chissenfrega, certo... Che crepino pure, l'importante che io ne abbia a sufficienza...
09/02/2012, 16:06
Ufologo 555 ha scritto: Ecco come il Pentagono si prepara alla guerra con la Siria.
I piani sono pronti da tempo presso il Central Command, il quartier generale statunitense che ha competenza sui Asia centrale e Medio Oriente, e vengono continuamente aggiornati. Un lavoro normale per i militari che devono pianificare ogni possibile impiego delle forze statunitensi e tenersi pronti ad agire in tempi rapidissimi. Questa volta, però, l’ipotesi di un intervento militare internazionale in Siria assume maggiore concretezza dopo che la Cnn ha rivelato come il Pentagono stia mettendo a punto i dettagli per attaccare il regime di Bashar Al Assad. Per ora viene definita “una valutazione delle risorse militari disponibili“, una fase esplorativa avviata secondo due funzionari del Pentagono per valutare gli assetti militari, il tipo di missione da compiersi e i rischi a cui gli Stati Uniti andrebbero incontro.
Al centro di questo processo di pianificazione c’è il generale James Mattis, l’uomo di vertice del Central Command, che ha già competenze dirette sulla crisi iraniana e sul conflitto afghano. In linea teorica, il categorico no dell’Unione Europea (fonti di Bruxelles sottolineano che “la Siria non è la Libia“) potrebbe preludere a uno scontro tra Washington e gli alleati europei ma è più probabile che un’azione militare venga avvallata, senza coinvolgere Bruxelles, dalla Lega Araba e da Ankara e condotta da una coalition of the willing, almeno nella fase in iniziale. Dopo la quale il comando potrebbe passare alla Nato che dispone di comandi operativi in Turchia e secondo un copione già testato in Libia, condurrebbe non un’azione di guerra ma “operazioni a difesa dei civili”.
Si tratta solo di ipotesi ma Turchia e Qatar sono in prima linea nel chiedere un intervento militare contro il regime di Al Assad e le truppe turche hanno già da tempo fatto sapere di essere pronte a costituire “corridoi umanitari” per proteggere i civili siriani dalle repressioni del regime. Anche la rapidità con la quale si chiudono le ambasciate e si cerca di evacuare i cittadini stranieri da Damasco sembra indicare la possibilità di prossimi attacchi militari per i quali gli Stati Uniti potrebbero rapidamente mettere in campo una o due portaerei con le quali affiancare le basi nel Golfo, quelle turche e quelle delle forze aeree britanniche a Cipro. Washington inoltre schiera truppe anche in Giordania.
Un attacco al regime di Damasco verrebbe sostenuto in Europa anche da francesi e britannici (che secondo fonti israeliane già schierano consiglieri militari nei campi d’addestramento dell’esercito siriano ribelle in Turchia) ma anche l’Italia potrebbe aderire a un’eventuale coalizione. Di certo se ne parlerà domani alla Casa Bianca in occasione della visita del premier Mario Monti. Sul piano operativo verrebbe applicato il classico schema già visto in Iraq, Serbia e Libia. Un pesante attacco aereo e missilistico iniziale eso a scardinare il sistema di difesa aerea e di comando e controllo siriano al quale farebbe seguito l’infiltrazione in Siria di truppe e forze speciali destinati ad affiancare i ribelli con il sostegno aereo degli alleati.
Benché Washington schieri nel Mediterraneo una forza d’intervento rapido di circa 2 mila marines, un coinvolgimento in operazioni di terra di ingenti truppe statunitensi o europee dovrebbe essere da escludere. Come in Libia sul terreno potrebbero bastare piccoli gruppi di forze d’élite affiancati da soldati turchi e arabi in grado di aiutare sul campo di battaglia l’esercito ribelle. A differenza di Gheddafi, Bashar Al Assad dispone però di forze ben più potenti la cui tenuta in caso di conflitto aperto non è valutabile.
Il 5 febbraio il generale Mustafa al-Sheickh, l’ufficiale siriano più alto in grado a disertare, aveva rivelato che l’esercito di Al Assad non riuscirà a resistere “oltre la fine del mese” alle pressioni dell’opposizione. “Le forze armate collasseranno nel mese in corso perché i ranghi sono ridotti al 65 per cento così come le dotazioni per la mancanza di parti di ricambio”. In particolare “la capacità di combattimento” delle truppe di Assad è “al 40 per cento per quanto riguarda i mezzi e al 32 per cento per quanto riguarda il personale. In queste condizioni l’esercito non durerà più di un mese. Alcuni elementi hanno contattato il Libero Esercito Siriano chiedendo aiuto per disertare”.
Valutazioni da prendere con le molle, simili a quelle che vennero formulate sull’esercito di Gheddafi, dato più volte spacciato ma che resistette sette mesi ai raid della Nato. Non è facile neppure comprendere come si comporterà Mosca di fronte a un attacco internazionale alla Siria. Resterà militarmente al fianco di Bashar Al Assad portando alle stelle la tensione con l’Occidente e il mondo arabo o abbandonerà il suo migliore alleato e cliente al suo destino?
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Gianandrea Gaiani ha seguito sul campo tutte le missioni militari italiane. Dirige Analisi Difesa, collabora con i quotidiani Il Sole 24 Ore, Il Foglio e Libero ed è opinionista del Giornale Radio RAI e Radio Capital. Ha scritto Iraq Afghanistan: guerre di pace italiane.
http://blog.panorama.it/mondo/2012/02/0 ... -lanalisi/
la
siria è startegica..NON credo proprio che
stavolta la russia
stia con le mani in mano..
oltretutto c'è una base navale russa
in territorio siriano..
09/02/2012, 16:35
Se la Russia o la Cina non partecipano direttamente alla guerra,possibile che fornirà di continuo le armi è già questo è un profilo tipo Vietnam.
09/02/2012, 16:43
Siria, continua il massacro: altri 70 uccisi oggiSituazione umanitaria disastrosa.
Riprende la missione degli osservatori della Lega araba
09 febbraio, 13:44
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 95988.html
09/02/2012, 17:21
dovrebbe essere l'onu preposto a risolvere questi problemi umanitari,ma more solito non e' in grado di risolvere nessuna situazione,...
,ma purtroppo gli interessi di bottega prendono il sopravvento
Ultima modifica di
ubatuba il 09/02/2012, 17:47, modificato 1 volta in totale.