03/08/2014, 19:25
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04/08/2014, 20:36
04/08/2014, 21:59
04/08/2014, 22:12
05/08/2014, 11:26
Ufologo 555 ha scritto:
(Comunque, a quanto si dice, già s'impasticcava però ...)
05/08/2014, 11:32
05/08/2014, 12:36
05/08/2014, 12:39
11/11/2014, 01:25
Pantani e Campiglio 1999
La verità di «Mister X»
Sviluppi inattesi dall’interrogatorio dell’ex detenuto indicato da Vallanzasca:
la Procura di Forlì è molto soddisfatta
La strada che porta a Campiglio non è più in salita. Almeno quella percorsa dalla Procura di Forlì sull’ipotesi (associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva) di un’alterazione del controllo che estromise Marco Pantani dal Giro 1999. L’inchiesta condotta dal procuratore capo Sergio Sottani sembra aver compiuto il salto di qualità: la pista è stata confermata nei giorni scorsi dal detenuto mister X che nel maggio di 15 anni fa aveva avvicinato Renato Vallanzasca all’interno del carcere di Novara, consigliandogli di puntare tutti i risparmi sui rivali del Pirata perché «tanto il pelatino non arriva a Milano». Non solo, la persona misteriosa, interrogata in gran segreto, avrebbe aggiunto particolari importanti che porterebbero a sviluppi inaspettati dell’inchiesta. Filtra ottimismo tra gli investigatori. Ottimismo unito al riserbo: i carabinieri guidati dal maresciallo Diana stanno preparando nuovi interrogatori. Insomma, quello che per tanto tempo sembrava una leggenda resa nota da Vallanzasca nella sua autobiografia (uscita a fine 1999), diventa ora un atto concreto, con tanto di movente: le scommesse vietate e gli interessi economici di una banda criminale.
Le mosse del clan L’inchiesta di Forlì è partita a settembre, cercando di risalire alle mosse del clan che gestiva le scommesse clandestine sul Giro 1999 (non era possibile puntare legalmente). Gli inquirenti si erano prima concentrati sul giallo di Cesenatico, quando si sparse la voce che Pantani non aveva superato i controlli ed era stato estromesso della gara. Era la mattina del 26 maggio: il Pirata si presentò in ritardo alla chiamata dei medici perché aveva dormito a casa. Chiamato dalla squadra era rientrato in albergo, superando il controllo. Eppure già quel giorno, secondo chi indaga, qualcosa si era messa in moto. In contemporanea il detenuto legato al clan continuava a ripetere la dritta sul «pelatino» nonostante le perplessità di Vallanzasca per le continue vittorie di Pantani: «Non finisce il Giro». Previsione diventata realtà il 5 giugno quando il valore di ematocrito del romagnolo risultò fuori norma: 51,9, mentre il massimo consentito era 50. Fino allo scorso settembre tutto questo racconto era poco più di una leggenda. Poi l’apertura dell’inchiesta a Forlì ha bruciato le tappe: Vallanzasca ha collaborato con la giustizia (al contrario di quanto fatto allora con i magistrati di Trento) aiutando l’identificazione dell’ex detenuto. L’interrogatorio di mister X ha fatto il resto: tutto confermato, e in più ci sarebbero i particolari utili per capire come si è arrivati all’alterazione del test. La chiave del mistero, secondo gli inquirenti, è nella possibilità di farlo in tempi non lunghi e con metodi precisi, ben conosciuti nel settore. La parola magica è deplasmazione. Pratica che consentirebbe di alzare l’ematocrito in modo veloce, ma lascerebbe una «firma»: il brusco calo delle piastrine. Proprio quello accaduto ai valori di Pantani. Ma chi avrebbe compiuto l’operazione? La Procura di Forlì cercherà di dare la risposta. E sta preparando i prossimi interrogatori: dovrebbe toccare ai medici e all’ispettore Uci che hanno effettuato il prelievo a Campiglio.
Brindisi Intanto un altro testimone è stato ascoltato a Forlì: si tratta di una persona che alloggiava nei dintorni di Campiglio la sera del 4 giugno 1999. Avrebbe riferito di strani movimenti all’ora di cena con molte persone legate a squadre rivali della Mercatone Uno (quella di Pantani) viste festeggiare e brindare a un evento che avrebbe «sconquassato il Giro». A sentire quelle parole furono in diversi. Il testimone avrebbe fornito dettagli e fotografie per dimostrare la sua presenza a Campiglio in quei giorni.
11/11/2014, 08:11
vimana131 ha scritto:Pantani e Campiglio 1999
La verità di «Mister X»
Sviluppi inattesi dall’interrogatorio dell’ex detenuto indicato da Vallanzasca:
la Procura di Forlì è molto soddisfatta
La strada che porta a Campiglio non è più in salita. Almeno quella percorsa dalla Procura di Forlì sull’ipotesi (associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva) di un’alterazione del controllo che estromise Marco Pantani dal Giro 1999. L’inchiesta condotta dal procuratore capo Sergio Sottani sembra aver compiuto il salto di qualità: la pista è stata confermata nei giorni scorsi dal detenuto mister X che nel maggio di 15 anni fa aveva avvicinato Renato Vallanzasca all’interno del carcere di Novara, consigliandogli di puntare tutti i risparmi sui rivali del Pirata perché «tanto il pelatino non arriva a Milano». Non solo, la persona misteriosa, interrogata in gran segreto, avrebbe aggiunto particolari importanti che porterebbero a sviluppi inaspettati dell’inchiesta. Filtra ottimismo tra gli investigatori. Ottimismo unito al riserbo: i carabinieri guidati dal maresciallo Diana stanno preparando nuovi interrogatori. Insomma, quello che per tanto tempo sembrava una leggenda resa nota da Vallanzasca nella sua autobiografia (uscita a fine 1999), diventa ora un atto concreto, con tanto di movente: le scommesse vietate e gli interessi economici di una banda criminale.
Le mosse del clan L’inchiesta di Forlì è partita a settembre, cercando di risalire alle mosse del clan che gestiva le scommesse clandestine sul Giro 1999 (non era possibile puntare legalmente). Gli inquirenti si erano prima concentrati sul giallo di Cesenatico, quando si sparse la voce che Pantani non aveva superato i controlli ed era stato estromesso della gara. Era la mattina del 26 maggio: il Pirata si presentò in ritardo alla chiamata dei medici perché aveva dormito a casa. Chiamato dalla squadra era rientrato in albergo, superando il controllo. Eppure già quel giorno, secondo chi indaga, qualcosa si era messa in moto. In contemporanea il detenuto legato al clan continuava a ripetere la dritta sul «pelatino» nonostante le perplessità di Vallanzasca per le continue vittorie di Pantani: «Non finisce il Giro». Previsione diventata realtà il 5 giugno quando il valore di ematocrito del romagnolo risultò fuori norma: 51,9, mentre il massimo consentito era 50. Fino allo scorso settembre tutto questo racconto era poco più di una leggenda. Poi l’apertura dell’inchiesta a Forlì ha bruciato le tappe: Vallanzasca ha collaborato con la giustizia (al contrario di quanto fatto allora con i magistrati di Trento) aiutando l’identificazione dell’ex detenuto. L’interrogatorio di mister X ha fatto il resto: tutto confermato, e in più ci sarebbero i particolari utili per capire come si è arrivati all’alterazione del test. La chiave del mistero, secondo gli inquirenti, è nella possibilità di farlo in tempi non lunghi e con metodi precisi, ben conosciuti nel settore. La parola magica è deplasmazione. Pratica che consentirebbe di alzare l’ematocrito in modo veloce, ma lascerebbe una «firma»: il brusco calo delle piastrine. Proprio quello accaduto ai valori di Pantani. Ma chi avrebbe compiuto l’operazione? La Procura di Forlì cercherà di dare la risposta. E sta preparando i prossimi interrogatori: dovrebbe toccare ai medici e all’ispettore Uci che hanno effettuato il prelievo a Campiglio.
Brindisi Intanto un altro testimone è stato ascoltato a Forlì: si tratta di una persona che alloggiava nei dintorni di Campiglio la sera del 4 giugno 1999. Avrebbe riferito di strani movimenti all’ora di cena con molte persone legate a squadre rivali della Mercatone Uno (quella di Pantani) viste festeggiare e brindare a un evento che avrebbe «sconquassato il Giro». A sentire quelle parole furono in diversi. Il testimone avrebbe fornito dettagli e fotografie per dimostrare la sua presenza a Campiglio in quei giorni.
http://www.gazzetta.it/Ciclismo/08-11-2 ... 4587.shtml
10/03/2015, 01:25
Pantani, la morte causata da un mix di droga e farmaci. Decide il Gip in 2 mesi
Depositata lunedì scorso la superperizia del professor Tagliaro. Psicofarmaci causa della morte, cocaina in secondo piano. Il pm va verso l’archiviazione, ma si prende un mese per depositare la richiesta. Scontata l’opposizione della famiglia
La morte di Marco Pantani, avvenuta nel residence Le Rose di Rimini la notte del 14 febbraio 2004, sarebbe stata provocata da “un’overdose di psicofarmaci. Viene ridimensionata la questione cocaina, che rimane come concausa”. E’ il passaggio centrale della superperizia chiesta al professor Tagliaro dal procuratore capo della Repubblica di Rimini, Giovagnoli. La perizia è stata depositata nei giorni scorsi a Rimini, e adesso il pm dichiara: “Alla luce di questi risultati mi accingo a chiedere l’ archiviazione del caso”. Così scrive il Corriere della Sera.
ANTICIPAZIONE — Il contenuto della perizia era stato già anticipato dalla Gazzetta il 14 febbraio, giorno dell’undicesimo anniversario della morte. Così scriveva Francesco Ceniti: “Pantani è stato ucciso dagli antidepressivi, presi all’epoca sotto la prescrizione di un dottore che conosceva bene le abitudini del paziente. Letale sarebbe stata l’interazione con la cocaina per un componente presente nelle medicine: diventa veleno in presenza di una contemporanea assunzione massiccia di droga. Tagliaro farebbe notare come questo aspetto sia stato incredibilmente sottovalutato nel 2004, nonostante fosse evidente dagli esami tossicologici questa correlazione tra morte e antidepressivi”. E poi: “L’intenzione del procuratore Giovagnoli, pur in presenza di aspetti perlomeno dubbi, resta quella di dicembre. Una volta ricevuta la perizia Tagliaro, dovrebbe iniziare a lavorare sulla richiesta di archiviazione”. Il lavoro di Tagliaro si basa sull’analisi di campioni di sangue e urine di Pantani. Sono state trovate tracce di due forti antidepressivi, Venlafaxina e Trimipramina, e cocaina, anche se quest’ultima in quantità minori rispetto a quanto venne ipotizzato. “L’azione combinata può giustificare pienamente la morte”, scrive Tagliaro nelle trenta pagine della perizia. “Non sono emersi elementi tali da ipotizzare concretamente un’assunzione sotto costrizione dei farmaci e dello stupefacente”. Esclusa, quindi, l’ipotesi di omicidio, l’aspetto che aveva portato il 2 agosto 2014 all’apertura di una nuova indagine sulla morte del Pirata.
I TEMPI — Il pm, che ha in mano la perizia già dallo scorso lunedì, su questa base preparerà la richiesta di archiviazione, ma non sarà un lavoro semplice. Ci vorrà circa un mese e questo perché alcuni aspetti restano senza risposta (il bolo di cocaina ritrovato accanto al corpo di Pantani con gli infermieri che hanno testimoniato di non averlo visto al loro arrivo e i tre giubbini da sci presenti nella stanza di Rimini nonostante il Pirata non li avesse al suo arrivo nell’albergo), mentre l’ultima perizia scardina la tesi di 10 anni fa ("il ciclista ucciso da una overdose di cocaina") e alimenta i dubbi sul lavoro svolto nella prima indagine. Secondo Tagliaro, era evidente la "responsabilità" degli psicofarmaci nella morte di Pantani, ma questa evidenza fu ignorata dall’autopsia del professor Fortuni. Non solo, anche la scelta di dare quel tipo di antidepressivi al paziente Pantani (li prendeva sotto prescrizione medica) è messa in qualche modo in discussione da Tagliaro. Per questi e altri motivi, è scontata l’opposizione della famiglia alla richiesta di archiviazione. Insomma, la battaglia legale tra circa due mesi si sposterà davanti al Gip di Rimini: potrebbe confermare la richiesta della Procura oppure ordinare nuove indagini, dando ragione alle osservazioni dell’avvocato Antonio De Rensis che starebbe pensando anche di chiedere lo spostamento dell’inchiesta in un’altra Procura.
10/03/2015, 16:56
Thethirdeye ha scritto:Qualche pusher?
Naa.... dietro ci sono le scommesse clandestine.
Milioni e milioni di euro di profitti che sono andati
ad altri, senza Pantani in corsa.
Rendiamoci conto come sia stata messa a tacere
la verità. Insomma... non è che ci vuole un genio
per capire che non poteva essere un suicidio....Attorno a quella squalifica di Pantani, alla sospensione del famoso 5 giugno, c’era tutto un giro di scommesse clandestine. In carcere i compagni camorristi scommettevano proprio sulla sconfitta di Pantani, nonostante l’evidenza dicesse il contrario. Vallanzasca chiedeva: ma che cosa dite, non lo vedete che sta vincendo tutte le tappe? E gli altri gli rispondevano: non ti preoccupare, tanto quello lì a Milano non ci arriva…Tutto questo viene ricostruito da Vallanzasca nel suo libro autobiografico che uscì tre mesi dopo la morte di Pantani, ma i magistrati non la considerarono una testimonianza significativa perché era la parola di una bandito contro la parola di persone perbene, rappresentanti delle istituzioni.
http://www.glialtrionline.it/2012/11/26 ... del-fango/