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Libreria: L'isola del Tonal

18/09/2014, 16:10

L'ISOLA DEL TONAL

«L'Isola del Tonal segna la mia caduta. All'epoca degli eventi narrati in questo libro, fui
vittima di un grave sconvolgimento emotivo, un vero e proprio crollo del Guerriero. Don
Juan abbandonò questo mondo, lasciandovi i suoi quattro apprendisti. Ciascuno di loro
era stato avvicinato personalmente da lui e a ciascuno era stato affidato un compito preciso.
Ma per me quel compito non era che un placebo, del tutto insufficiente a compensare la
perdita subita. Nulla avrebbe potuto ripagare l'impossibilità di rivedere don Juan, e
naturalmente mi affrettai a dirgli che volevo seguirlo. «Non sei ancora pronto», mi rispose.
«È necessario essere realistici.»

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«Ma potrei preparami in un batter d'occhio», ribattei. «Non ne dubito. Saresti pronto, ma
non per me. Io esigo un'efficienza perfetta. Esigo una volontà impeccabile, una disciplina
impeccabile. Tu non le possiedi ancora. Le avrai, ci stai arrivando, ma hai ancora bisogno
di tempo.» «Tu hai il potere di portarmi con te, don Juan. Rozzo e imperfetto quale sono.»
«Forse potrei, ma non lo farò; sarebbe uno spreco vergognoso per te. Credimi, perderesti
tutto. Non insistere; l'insistenza non è prevista nel regno dei guerrieri.» Quell'affermazione
bastò a farmi desistere.

«Nel mio intimo, tuttavia, anelavo ad andare con lui, ad avventurarmi oltre i confini di ciò
che conoscevo come reale e normale. Quando giunse il momento del distacco definitivo,
don Juan si tramutò in una luminosità colorata e vaporosa. Era energia pura che fluiva
liberamente nell'universo. La sensazione di perdita fu così acuta che in quel momento
avrei voluto morire.»

«Dimenticai tutto quello che lui mi aveva insegnato e fui sul punto di gettarmi da un precipizio.
Una volta morto, mi dicevo, don Juan sarebbe stato costretto a prendermi con sé e a salvare
qualunque briciolo di consapevolezza permanesse in me. Ma, per motivi che restano inesplicabili
sia in un'ottica di cognizione normale, sia in quella degli Sciamani, non morii. Rimasi solo nel
mondo della quotidianità, mentre i miei tre compagni si disperdevano. Ero straniero a me stesso,
cosa che rese la mia solitudine più acuta che mai. Mi vedevo come una sorta di agente provocatore,
una spia, che don Juan si era lasciato indietro per chissà quale oscura ragione». (Carlos Castaneda)

Scaricabile da:
- http://www.magiaonline.net/ebook/autori ... ltonal.pdf
- http://www.mediafire.com/download/gfuwu ... +Tonal.pdf
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