20/10/2010, 15:45
[color=blue]La studentessa che sfida i narcos
Messico, a vent'anni accetta l'incarico di Capo della Polizia della città di Guadalupe, regno dei più pericolosi trafficanti
CITTÀ DEL MESSICO
È stata l’unica ad accettare l’incarico di Capo della Polizia. A vent’anni Marisol Valles ha deciso di sfidare i narcos della sua città, Guadalupe, al centro di una faida che in una sola settimana, proprio prima della sua nomina, è costata la vita a otto persone. Diecimila anime per una cittadina ai confini con il Texas completamente in mano al narcotraffico che si trova a una sessantina di chilometri da Ciudad Juarez, ormai considerata la città più pericolosa del Messico con 2000 omicidi in un anno, sindaco compreso.
Una realtà nota a Marisol che proprio a Ciudad Juarez studia criminologia e non si è tirata indietro di fronte ad un posto che nessuno voleva. La nomina della giovanissima ’poliziottà arriva nel giorno in cui più ad ovest, al confine con la California, nella città di Tijuana, è stato messo a segno uno storico sequestro di marijuana: oltre 105 tonnellate di erba per un valore di 335 milioni di dollari, 30 delle quali nascoste su otto camion che andavano in convoglio verso il confine con gli Stati Uniti e altre 75 in un ranch, in una villa sul Pacifico e in un appartamento a Tijuana.
Droga che avrebbe potuto essere venduta negli Usa in 210 milioni di dosi. «È un colpo gravissimo per la criminalità organizzata e i narcotrafficanti messicani», ha detto il generale dell’esercito Alfonso Duarte Mujica, che ha condotto la gigantesca operazione, spiegando che il valore della marijuana può anche «raddoppiare e triplicare nella vendita al dettaglio negli Stati Uniti». Il bilancio dell’operazione è di un poliziotto e uno dei malviventi feriti e dell’arresto di 11 persone.
Si tratta della più grande quantità di droga sequestrata in Messico negli ultimi anni, in un paese dove la guerra fra i cartelli della droga ha fatto finora circa 28 mila morti. E ora attraverso le radio pirata sono arrivate minacce di morte dei narcos ad agenti della polizia di Tijuana e allo stesso Mujica.
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20/10/2010, 17:50
20/10/2010, 20:30
20/10/2010, 21:23
greenwarrior ha scritto:
Basta aver testa, intelligenza e......... coraggio.
21/10/2010, 15:07
01/02/2011, 11:58
[color=blue]Messico, la lotta ai narcos è una questione di donne
Sindaci, sceriffi e poliziotte in prima linea dove gli uomini non osano andare
Glauco Maggi
Marisol Garcia, sceriffo di Guadalupe, 20 anni, sposata con un figlio, studentessa in criminologia
New York - Le Magnifiche Sette eroine della lotta ai cartelli della droga messicani hanno già scritto tante pagine di una Resistenza incompiuta, e di cui non si vede la fine: alcune tragiche, che raccontano di vite stroncate; altre promettenti ma incerte e fuori dai riflettori, esempi di «ordinaria» militanza a favore del popolo più che contro i cattivi; ma una, su tutte, a simboleggiare una sfida a testa alta, totale e pubblica, che commuove e ispira.
E’ la vita di Maria Santos Gorrostieta Salazar, 34 anni, madre e vedova, sindaco di Tiquicheo, a pochi chilometri da Città del Messico. Quando fu eletta quattro anni fa era una moglie felice, impegnata a migliorare i servizi sociali della sua piccola città. Sperava di poter svolgere il suo compito senza essere coinvolta nella guerra tra gli agenti federali e i narcotrafficanti, ma il solo stare dalla parte dell’ordine e della emancipazione sociale è una minaccia per chi fiorisce sul terrore delle terre di nessuno.
E così Maria è finita nel mirino delle gang ed ha subito un paio di attentati. Nel primo, del 2009, perse la vita il marito che era con lei: il corpo della donna, che se la cavò per miracolo, fu martoriato dai proiettili, e le ferite al petto la costringono ancora a portare una borsa esterna attorno al torace per le funzioni digestive. Un anno dopo Maria scampò anche al secondo assalto, ma non pensò mai di darla vinta al cartello, che da voci non confermate da alcuna inchiesta sarebbe La Familia Michoacana, famosa per le sue violente esecuzioni.
Anzi, ha già espresso l’intenzione di correre ancora per la stessa carica nel 2012, e ha lanciato la sua campagna con un poster mozzafiato: lei a spalle e torso nudo, con solo il seno coperto, per far vedere le piaghe, conseguenze della crudeltà dei narcos verso di lei: «Le cicatrici che questi attacchi hanno lasciato su di me, e sulla mia gente, mostrano che noi siamo forti e imbattibili», ha detto il sindaco. «Volevo mostrare a voi il mio corpo ferito e mutilato... perché io non ne ho vergogna.
E’ una testimonianza vivente che io sono una donna forte e retta, e a dispetto delle mie ferite fisiche e psicologiche sono ancora ben salda sui miei piedi". Maria ha anche rivendicato la sua femminilità: "Dentro di me io resto una sognatrice, una romantica, e una madre. Ma continuerò a fare ciò per cui sono eletta: ho una inestinguibile determinazione nel proseguire la mia missione". Le eroine messicane che combattono l’impossibile guerra per la vita e per la pace civile - nel solo 2010 ci sono stati 15723 morti in incidenti legati alla droga, e 34612 negli ultimi quattro anni - possono essere fermate solo con il piombo.
A Ciudad Juarez, una delle città più insanguinate al confine con gli Usa, della settantina di poliziotti assassinati l’anno scorso una fetta importante erano donne. Del resto, nello stato di Chihuahua, le cifre ufficiali rilevano una presenza di 540 donne tra gli agenti in divisa, un terzo del totale. Delle Magnifiche Sette che hanno fatto cronaca, due sono state assassinate e di una non si sa più nulla dopo il suo rapimento. Hermila Garcia Quinones, 38 anni, era il capo della polizia di Meoqui, nel nord del Messico, quando è stata uccisa il 29 novembre dell’anno passato.
E prima di lei aveva perso la vita Silvia Molina, 40 anni, direttore della sicurezza pubblica a Ciudad Juarez, il 17 giugno 2008. Erika Gandara, la più giovane delle vittime, è la ventottenne che cercò ed ottenne, con sprezzo del pericolo e carica morale non comuni, di fare il capo della polizia nel distretto di confine di Guadalupe Bravos. A un miglio dal paradiso dell’America, anziché architettare la fuga che per milioni di latinos è il passaporto per un domani migliore, Erika pattugliava da sola le strade impolverate del Messico fuorilegge: «capo» sul campo, dopo che i dieci suoi colleghi si erano dimessi o erano stati eliminati.
È durata pochi mesi, fino al rapimento e alla scomparsa: una esecuzione di cui manca solo il cadavere. Il testimone del coraggio passa però di mano in mano. Veronica Rios, 38 anni, è capo della polizia del distretto di El Vergel, entrata in carica dal 12 novembre del 2010. È lo stesso giorno in cui ha preso il posto di capo della polizia a Villa Luz un’altra donna, Olga Castillo, 44 anni. Le due colleghe coprono due quartieri confinanti di Ciudad Juarez e spesso vanno in giro, disarmate per enfatizzare il loro ruolo di assistenza ai cittadini, sullo stesso camioncino arrugginito che possonopermettersi le autorità da quelle parti, contro i Suv delle bande.
La mascotte delle eroine è Marisol Valles Garcia, che a 20 anni è stata la più giovane di sempre a diventare capo della polizia nel settembre scorso, a Praxedis Guadalupe Guerrero, quartiere di Juarez. Ha già costruito un centro sportivo, dà scarpe e vestiti ai bisognosi, organizza serate in cui promuove incontri di socializzazione. Per battere i balordi creando comunità.[/color]
07/07/2011, 11:56
hanno cercato di ucciderla tirando 10 granate e sparando qualcosa come 2700 proiettili
[color=blue]La storia di Minerva Bautista, miracolo vivente
È sopravvissuta ad un agguato dei narcos messicani
WASHINGTON – Minerva Bautista è un miracolo vivente. Il 24 aprile 2010, l’allora responsabile della Sicurezza nello stato di Michoacan è sopravvissuta ad un agguato dei narcos messicani. I banditi hanno cercato di ucciderla tirando 10 granate e sparando qualcosa come 2700 proiettili. La sua jeep blindata ha però resistito: le foto, diffuse dalla polizia, mostrano una vettura letteralmente traforata. Per tendere la trappola i narcos hanno prima sbarrato la strada con un rimorchio, quindi hanno aperto il fuoco con kalashnikov e fucili di precisione Barrett in grado di perforare la blindatura del veicolo.
LA REAZIONE - Le guardie del corpo, malgrado la pioggia di proiettili, hanno risposto. Nella battaglia sono morti due degli agenti che accompagnavano Minerva e due passanti. Minerva è invece rimasta ferita. Quando i narcos hanno scoperto che il loro agguato era fallito si sono vendicati assassinando un meccanico che si era occupato di rafforzare la protezione della jeep. Due giorni fa, la funzionaria è tornata nell’amministrazione statale. Ma non si occuperà più di trafficanti o banditismo. Il nuovo incarico per Minerva riguarda gli Affari Sociali. «Non ci saranno rischi – ha sostenuto – Questo è un altro tipo di lavoro. E nessuno dovrà rischiare la vita per proteggermi». Dopo l’attacco di aprile la donna è rimasta in servizio per tre mesi, poi ha dato le dimissioni dalla Sicurezza. Con onestà e senza tirare fuori scuse ha affermato: «Ho dato la priorità alla mia vita».
Guido Olimpio
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07/07/2011, 13:46
rmnd ha scritto:
http://www.corriere.it/esteri/11_luglio_07/olimpio-minerva-bautista_6fcf53d8-a869-11e0-ad5c-15112913e24f.shtmlhanno cercato di ucciderla tirando 10 granate e sparando qualcosa come 2700 proiettili
[color=blue]La storia di Minerva Bautista, miracolo vivente
È sopravvissuta ad un agguato dei narcos messicani
WASHINGTON – Minerva Bautista è un miracolo vivente. Il 24 aprile 2010, l’allora responsabile della Sicurezza nello stato di Michoacan è sopravvissuta ad un agguato dei narcos messicani. I banditi hanno cercato di ucciderla tirando 10 granate e sparando qualcosa come 2700 proiettili. La sua jeep blindata ha però resistito: le foto, diffuse dalla polizia, mostrano una vettura letteralmente traforata. Per tendere la trappola i narcos hanno prima sbarrato la strada con un rimorchio, quindi hanno aperto il fuoco con kalashnikov e fucili di precisione Barrett in grado di perforare la blindatura del veicolo.
LA REAZIONE - Le guardie del corpo, malgrado la pioggia di proiettili, hanno risposto. Nella battaglia sono morti due degli agenti che accompagnavano Minerva e due passanti. Minerva è invece rimasta ferita. Quando i narcos hanno scoperto che il loro agguato era fallito si sono vendicati assassinando un meccanico che si era occupato di rafforzare la protezione della jeep. Due giorni fa, la funzionaria è tornata nell’amministrazione statale. Ma non si occuperà più di trafficanti o banditismo. Il nuovo incarico per Minerva riguarda gli Affari Sociali. «Non ci saranno rischi – ha sostenuto – Questo è un altro tipo di lavoro. E nessuno dovrà rischiare la vita per proteggermi». Dopo l’attacco di aprile la donna è rimasta in servizio per tre mesi, poi ha dato le dimissioni dalla Sicurezza. Con onestà e senza tirare fuori scuse ha affermato: «Ho dato la priorità alla mia vita».
Guido Olimpio
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10/11/2011, 12:30
nello stato messicano di Tamaulipas, al confine con il Texas
[color=blue]I blogger denunciano i trafficanti e i narcos -killer li fanno a pezzi
L’ultima vittima è stata fatta trovare alla base di una colonna e senza testa. Salgono a 4 le vittime
...A partire dalla metà di settembre altri tre blogger sono stati uccisi dai narco-killer. Due - una ragazza e un giovane - li hanno appesi ad un ponte. Poi è toccato a Marisol Macias Castaneda, una donna coraggiosa che moderava un sito insieme a Rascatripas. L’hanno sequestrata e poi ne hanno fatto trovare il corpo decapitato sempre sotto la statua di Colombo. ...
http://video.corriere.it/messico-decapi ... 9b2a0894cc[/color]
10/11/2011, 16:32
rmnd ha scritto:
http://www.corriere.it/esteri/11_novembre_10/olimpio-blogger-uccisi-narcos_425e9a38-0b6c-11e1-ae33-489d3db24384.shtml
nello stato messicano di Tamaulipas, al confine con il Texas
[color=blue]I blogger denunciano i trafficanti e i narcos -killer li fanno a pezzi
L’ultima vittima è stata fatta trovare alla base di una colonna e senza testa. Salgono a 4 le vittime
...A partire dalla metà di settembre altri tre blogger sono stati uccisi dai narco-killer. Due - una ragazza e un giovane - li hanno appesi ad un ponte. Poi è toccato a Marisol Macias Castaneda, una donna coraggiosa che moderava un sito insieme a Rascatripas. L’hanno sequestrata e poi ne hanno fatto trovare il corpo decapitato sempre sotto la statua di Colombo. ...
http://video.corriere.it/messico-decapi ... 9b2a0894cc[/color]
13/04/2012, 00:56