16/01/2011, 15:36
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16/01/2011, 19:38
ubatuba ha scritto:
certamente non andare a detroit..........!
http://www.iltempo.it/politica/2011/01/ ... refresh_ce
Le parole più sagge dopo il referendum alla Fiat le abbiamo ascoltate da Sergio Marchionne e John Elkann: «Chi ha votato Sì ha mostrato di avere fiducia in se stessi e nel loro lavoro. Una scelta coraggiosa. Mi auguro che chi ha detto no metta da parte ideologie e preconcetti». E il presidente del Lingotto: «Dimostreremo che in Italia è ancora possibile costruire grandi auto capaci di farsi apprezzare nel mondo». Ecco: costruire grandi e buone auto, e venderle. Questo è ciò che ci vuole ora, anche e soprattutto da parte dell'azienda. E questo sarà il migliore e definitivo antidoto all'estrema ed in gran parte assurda ideologizzazione pre-referendum. E se la responsabilità di tutto ciò cade in massima parte sulla Fiom e sull'estrema sinistra, nonché sulla pavidità del vertice di Pd e Cgil, è giusto ammettere che neppure Marchionne e i suoi hanno scherzato con i toni ultimativi. È dunque lecito aspettarsi che ora i dipendenti Fiat si rimbocchino le maniche, consapevoli che è stato salvato il loro lavoro e il futuro dell'industria automobilistica in Italia. Ma è altrettanto doveroso attendersi che l'azienda metta finalmente in campo modelli convincenti e recuperi quelle quote di mercato che ha continuato a perdere fino ad oggi, mentre i concorrenti invertivano la tendenza e tornavano agli utili. Non si può dimenticare – e lo ha ben presente Marchionne - ciò che sta accadendo nel panorama mondiale.
La Volkswagen è diventata stabilmente il secondo produttore scavalcando Ford e General Motors, portandosi con 7,2 milioni di veicoli alle spalle della Toyota. Ancora più interessante notare come muove il gruppo di Wolfsburg: produzione di qualità in Europa, ma massicci investimenti negli Usa e in Cina con due obiettivi differenziati e complementari. Il primo: riconquistare il ricco mercato americano con modelli che riportino agli standard del passato (in particolare Audi e Passat); il secondo: invadere la Cina con prodotti di massa, ma non con scatolette, nella convinzione che tra non molto quello sarà non solo il primo mercato mondiale, ma anche un mercato di consumatori esigenti. Si tratta (come per Toyota e Ford) di progetti strategici su scala planetaria, articolati e diversificati ma anche complementari, dove i processi produttivi – il famoso World Class Manifacturing che al Lingotto ha il suo guru nell'ingegnere tedesco-brasiliano Stefan Ketter – si affiancano alle nuove tecnologie e materiali. La Fiat deve ancora recuperare terreno. Anzi, si può dire che deve conquistare terreni di sana pianta. Con l'applicazione piena del Wcm, proprio da Mirafiori, razionalizzerà e modernizzerà la produzione, ma Marchionne e i suoi sanno benissimo che questa è solo una parte dell'opera. Occorre poi un know how che il Lingotto già possiede nei modelli piccoli e meno inquinanti, ma non ha nelle compact medie e medio-alte, quelle ad alto valore aggiunto. L'auto, lo sappiamo tutti, non è un bene effimero e opinabile come un giaccone alla moda: chi compra una Bmw o anche una Golf o una Prius pretende un prodotto diverso rispetto a una Cinquecento ed una Micra. Tutto ciò sul fronte dell'azienda. Su quello dei dipendenti, dopo l'orgia di minacce e affermazioni da fine del mondo cui abbiamo assistito specie da parte Fiom, basta ricordare alcuni chiarissimi dati che ci giungono da Germania e Usa, i paesi di più antica e forte tradizione industriale e sindacale. E cioè: proprio alla Vw l'accordo tra azienda e dipendenti basato su più lavoro a parità di salario produrrà l'assunzione di 50 mila nuovi operai.
Una Mirafiori moltiplicata per dieci. Quanto all'America, i dipendenti di Ford e Gm tornate all'utile si stanno per dividere un bonus medio di 5 mila dollari a testa, con la prospettiva di fare il bis l'anno prossimo. Anche gli operai della Chrysler, che nel 2009 accettarono di pagarsi di tasca propria alcuni benefit sanitari e previdenziali in cambio del 55 per cento del pacchetto azionario, potranno rifarsi con gli interessi quando l'azienda, della quale la Fiat ha già preso il 25 per cento (per salire al 51), tornerà alla quotazione a Wall Street. Forse non diventeranno tutti ricchi ma si saranno garantiti, assieme, sia il lavoro sia quel benessere da classe media che è da sempre forza e pilastro della società americana. Da noi si è discusso di tutto, dalla Costituzione in giù, ed i talk show hanno spedito inviati e conduttori spesso miliardari ai cancelli di Mirafiori. Dimenticando quanto quei cancelli abbiano nel 1980 tradito un Pci ed una Cgil guidati da Enrico Berlinguer e Luciano Lama, non da Bersani e Susanna Camusso. Nel frattempo Marchionne è passato da beniamino della sinistra certificato da Fabio Fazio, ad affamatore del popolo. In compenso non si è mai ragionato sull'aspetto economico e di mercato di questa grande, affascinante e non ancora risolta partita. Il momento è ora; e partire dal 54 per cento è una buona soglia, sia in democrazia sia sul luogo di lavoro.
16/01/2011, 19:44
bleffort ha scritto:
Questa è una storia che gli Italiani se la ricorderanno a memoria d'Uomo:
Uno dei Paesi più industrializzati in fatto di Automobili che ha saputo dettare leggi nel mondo brevettando modelli che sono esposti al "Louvre",si fanno fregare l'ingegno di sapere costruire motori dagli Americani con il beneplacido di Marchionne.
Col tempo gli Italiani non sapranno più come si costruiscono e andremo indietro come il Gambero,uguagliando le popolazioni del terzo mondo e mezzo.Vedrete come andrà a finire,poveri Itagliani veramente polli.
16/01/2011, 20:03
greenwarrior ha scritto:bleffort ha scritto:
Questa è una storia che gli Italiani se la ricorderanno a memoria d'Uomo:
Uno dei Paesi più industrializzati in fatto di Automobili che ha saputo dettare leggi nel mondo brevettando modelli che sono esposti al "Louvre",si fanno fregare l'ingegno di sapere costruire motori dagli Americani con il beneplacido di Marchionne.
Col tempo gli Italiani non sapranno più come si costruiscono e andremo indietro come il Gambero,uguagliando le popolazioni del terzo mondo e mezzo.Vedrete come andrà a finire,poveri Itagliani veramente polli.
Se l' Alfa Romeo fosse finita alla Ford che aveva fatto un' offerta interessante, quasi sicuramente adesso sarebbe uno dei primi marchi al mondo, alla faccia degli assistiti della FIAT.
Non è più una questione di salvaguardia del made in Italy, ma di progresso.
Guarda che l' ingresso di un marchio straniero non significa perdita dell' identità e della capacità ingegneristica.
17/01/2011, 00:16
Messaggio di Blissenobiarella
Operai, siete dei polli.
di Paolo Barnard
Guardatevi, operai della Fiat di oggi. Ma guardatevi in questo modo: mettetevi su un balcone più in alto e state affacciati a osservare Mirafiori e Pomigliano.
Cosa si vede da lì su?
17/01/2011, 00:45
greenwarrior ha scritto:bleffort ha scritto:
Questa è una storia che gli Italiani se la ricorderanno a memoria d'Uomo:
Uno dei Paesi più industrializzati in fatto di Automobili che ha saputo dettare leggi nel mondo brevettando modelli che sono esposti al "Louvre",si fanno fregare l'ingegno di sapere costruire motori dagli Americani con il beneplacido di Marchionne.
Col tempo gli Italiani non sapranno più come si costruiscono e andremo indietro come il Gambero,uguagliando le popolazioni del terzo mondo e mezzo.Vedrete come andrà a finire,poveri Itagliani veramente polli.
Se l' Alfa Romeo fosse finita alla Ford che aveva fatto un' offerta interessante, quasi sicuramente adesso sarebbe uno dei primi marchi al mondo, alla faccia degli assistiti della FIAT.
Non è più una questione di salvaguardia del made in Italy, ma di progresso.
Guarda che l' ingresso di un marchio straniero non significa perdita dell' identità e della capacità ingegneristica.
17/01/2011, 10:31
Blissenobiarella ha scritto:
Mik, nello scritto barnard usa la parola "operai" per indicare la massa dei lavoratori dipendenti in generale.
Tu dici che non ha capito nulla? Mha!...vedremo...
17/01/2011, 11:24
17/01/2011, 11:41
Blissenobiarella ha scritto:
Barnard, prende spunto dalla vicenda della FIAT, ma in questo scritto non sta parlando di questo. La sua è una critica più ampia al sistema che ha permesso l'emergere di questa vicenda come quella di situazioni analoghe.
E’ quello che vi sta capitando, cioè un attacco ai salari senza precedenti in tutto il mondo occidentale pianificato da 30 o addirittura 70 anni, e questi sono coloro che l’hanno voluto e portato fino a oggi. QUESTO E’ IL TUO NEMICO operaio!, e non si riunisce nel Pdl o in Confindustria (più facile che sfiorino il Pd). I manovratori stanno nella Federal Reserve in USA, nella Commissione Europea, nella Banca Centrale Europea, nelle Banche Centrali dei Paesi dell’euro, nei ministeri del Tesoro di Francia e Germania e Stati Uniti, ma soprattutto SONO GLI INVESTITORI nella City di Londra, negli Hedge Funds, nei Fondi Pensione europei, a Wall Street, a Pechino. E dettano legge sulle teste di ogni governo, senza eccezione. Marchionne a loro risponde, sempre. Marchionne è un loro pupazzo. Da qui capite che sbraitare in Italia su diritti, salari e occupazione è inutile, è esattamente come sbraitare col cassiere della vostra banca alla Fantuzza di Medicina perché i mutui costano troppo. Il disegno è molto più antico e ampio, potente e al sicuro. Va scovato e combattuto. La linea corretta non è Mirafiori-Sacconi, ma Mirafiori-Neoliberismo. Altrimenti non ne uscite.
ecco qui: quello che sta succedendo non è che Marchionne l'ha messa in quel posto agli operai della fiat..è il sistema(neoliberismo, se vogliamo) che ha fottuto i lavoratori.
La domanda è: come è permesso oggi a un’azienda come la Fiat, che ha succhiato il sangue dei contribuenti e dei meridionali italiani per 40 anni, ricattare arrogante il nostro Paese? Risposta: accade perché a partire dai primi anni ’80 l’Italia, e ogni altra nazione, ha ceduto la propria sovranità economica al Mercato. Cioè? Presto detto: uno Stato con moneta sovrana (noi avevamo la lira, oggi l’Italia non ha moneta sovrana, l’euro ce lo prestano i privati) avrebbe sempre potuto comprare tutto ciò che voleva, e senza limiti di spesa, a patto che tutto ciò che comprava fosse prezzato nella sua moneta. In Italia, lo Stato poteva comprare tutto il lavoro degli italiani, TUTTO, fino all’ultimo lavoratore residente. Cioè creare la piena occupazione impiegando il 100% dei disoccupati = 0% di disoccupati. Poteva comprare tutti gli ospedali, tutte le scuole, tutte le strade, tutti gli asili nido, tutte le case di riposo, tutti gli operatori sociali, pagare tutte le pensioni che voleva. Cioè creare il pieno Stato sociale. Poteva investire in tutti i settori privati che voleva, creando produttività italiana anche nel privato. Non l’ha mai fatto, perché se no il Mercato avrebbe perso.
Il Mercato (leggi la prima domanda) si è comprato l’economia, la politica, i sindacati, e ha deciso che per non perdere profitti doveva far soffrire milioni di lavoratori e per decenni. Avendo bloccato, proprio soffocato a morte, la capacità dello Stato a moneta sovrana di spendere per i cittadini, è rimasto lui, il Mercato, l’unico attore in grado di spendere per noi. “Investimento sì… investimento no… Lo volete?", "Sììì… per carità”, gridiamo tutti. E allora fate quello che vogliamo noi, quello che voglio io dice Marchionne. “Pollo della Fiat, vuoi lavorare?” “Devo, per carità!”, allora vota sì e stai nel pollaio (e lì crepa), se no niente investimento.
Semplice no? Impossibile negare come sia successo esattamente questo: siamo stai venduti, siamo schiavi di quelli che si sono comprati il mondo. Abbiamo meno libertà oggi di quanto ne avesse un contadino sotto il sistema feudale e siamo più indifesi perchè non possiamo avere percezione diretta di quanto ci viene tolto e dato.
Questo è il nocciolo della "questione"
Pomigliano Mirafiori ect etc, non solo "la questione", ma solo l'effetto manifesto di ciò a cui la catena di eventi che è stata innescata, ci sta portando.