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Hawken Paul
Moltitudine inarrestabile. Come è nato il più grande movimento al mondo e perché nessuno se ne è accorto
Lun, 08/06/2009 - 07:13 — franchi
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Hawken Paul

Paul Hawken insegna: la più potente forza rivoluzionaria del tempo nostro è imprevedibile, eterogenea, deideologizzata e radicata in tutte le nazioni; è quella delle organizzazioni e delle associazioni che rivendicano sostenibilità ecologica e giustizia sociale. Questa forza dà vita a un movimento “frammentato, non organizzato e orgogliosamente indipendente”; interconnesso (via Web) ed estraneo a leader o capi carismatici: niente manifesto, niente dottrina. Linee di condotta: difesa del pianeta, lotta contro il degrado ecologico, rivendicazione dei diritti dei cittadini. È unito dalle idee, non dalle ideologie. Perché “le idee fanno domande e liberano; le ideologie giustificano e comandano” (p. 46). Il movimento è pragmatico, non utopico (p. 49). Pretende coinvolgimento e compassione, non fedeltà a un dogma o a un partito. Domanda partecipazione, non vuota simpatia.

Si tratta del movimento sociale più grande della storia (“il movimento dei movimenti” secondo la madrina del “No Logo”, Naomi Klein). Ha tre radici, spiega Hawken, necessariamente interdipendenti: l'attivismo ambientalista, le iniziative per la giustizia sociale, la resistenza delle culture indigene alla globalizzazione (p. 42). Perché si è creata questa convergenza dal sapore della progressiva assimilazione?

“Un nativo americano mi spiegò che la separazione fra ecologia e diritti umani è artificiale, che i movimenti ambientalisti e quelli per la giustizia sociale affrontano due aspetti dello stesso, grande dilemma. I danni inflitti alla Terra ricadono su tutte le persone e il modo in cui un uomo tratta un altro uomo si riflette sul nostro modo di trattare il pianeta” (p. 30). Questa è una visione solo apparentemente mistica. E così, è necessario ribadire che nessun uomo può essere ridotto in schiavitù, tenuto in condizione di servitù, torturato; nessuno può essere arbitrariamente imprigionato o esiliato. Tutti gli uomini hanno diritto a educazione, mezzi di sussitenza ed eque condizioni lavorative: si rimane fedeli alla lettera della Dichiarazione universale dei diritti umani ratificata dalle Nazioni Unite nel 1948. Sic et simpliciter. Oggi è rivoluzionario.

Sostiene Hawken che sebbene non esista un collegamento tra povertà e cambiamenti climatici, entrambi abbiano radici comuni: perché noi “siamo la natura, in ogni nostra molecola e neurone. Conteniamo argilla, minerali e acqua; traiamo il nostro nutrimento dal sole attraverso le piante e siamo strettamente collegati a tutte le altre specie, dai funghi ai marsupiali e ai batteri” (p. 110).

Assieme alla natura, si difendono lingue e culture in via di estinzione. Perché se oggi 362 specie di animali e di uccelli sono “in pericolo critico”, 438 sono le lingue a rischiare la sparizione: le parlano meno di 50 persone. Assieme (p. 134), ci sono 6.800 lingue espressione di culture che domandano sopravvivenza. Ogni anno spariscono circa 30 culture (p. 135), con grave danno della memoria e del patrimonio delle nuove generazioni. Stesso accade nell'alimentazione: “Quando perdiamo un sapore, perdiamo una ricetta; quando si perde una ricetta, si perde l'uso di un alimento naturale; quando si perde l'uso di un alimento, anche la coltivazione e l'origine di quell'alimento vanno perse; quando la produzione di un alimento viene persa, sono persi anche i semi o la razza rara; e quando si perde la produzione degli alimenti locali, le persone sono costrette a consumare cibi prodotti da multinazionali in luoghi lontani” (p. 207).

“Causa primaria dell'estinzione di specie e culture è la globalizzazione, la ricerca del progresso attraverso l'estrazione di risorse e l'espansione economica” (p. 144). Morale della favola, il sentiero di lotta è quello dell'autonomia nella diversità (cfr. pagine sul WTO, almeno p. 166 e ss.)

**

C'è un'altra strada per presentare questo ricco libro. Quella di accennare alle curiosità disseminate nel testo. Quanti di voi conoscono, ad esempio, l'etimo della parola “sabotaggio” (p. 97)? Quei pochi sapranno ricondurre il famoso lancio d'una scarpa irachena a un'antica ribelle tradizione operaia. E quanti hanno una vaga idea di come sia nato il nome “Terra del Fuoco” (pp. 129-130)? E di cosa significhi realmente “antropocene”? Conoscete la strategia dei kludge (p. 52)? No? Metteteci una pezza. Avete mai letto delle vicinanze culturali tra la Bibbia e la tradizione tolteca (p. 135)? Avete una vaga idea dei numeri dello sterminio degli amerindi? Tra 90 e 112 milioni di persone (p. 138 e ss.). Si potrebbe continuare: accenno rapidamente alla presenza di interessanti dati sulla disoccupazione negli States (giovanile in primis: p. 45), alla memoria delle proteste anti-yankee per l'aggressione all'Irak (p. 57), e ai fondi dedicati dagli States alla guerra (con riflessioni sull'ONU, e sinistre meditazioni sul Consiglio di Sicurezza: p. 49); interessanti, infine, le note sui luddisti (p. 96) e sui neoluddisti.

**

A metà tra un (mega) pamphlet e un trattatello divulgativo, ben documentato e decisamente entusiastico, il libro di Hawken è un'iniezione di fiducia per tutti quei cittadini italiani ed europei che hanno smarrito ogni fede nella politica partitica. Il sentiero di protesta e di coscienza del movimento è caotico e difforme, ma sembra avviarsi a un progressivo ordine armonioso: è paradossale pensare di poter guardare con serenità e speranza al futuro, considerando “what they've done to the earth”, come cantava il vecchio sciamano, e considerando quanto male le nazioni imperialiste e le multinazionali continuano a fare ai popoli e alla natura. Tuttavia si direbbe davvero che stia sorgendo una prepotente voglia di rovesciare il sistema: a partire dalla base. Quella dei partiti s'è già sgretolata; adesso vediamo di puntare quella delle grandi aziende. Quelle che, la Klein ce lo insegnò tanti anni fa, puntano sul lavoro minorile e sottopagato nelle nazioni povere; sull'inquinamento assoluto; sul profitto. A dispetto di tutto. La strategia di resistenza prima è studiare e difendere le proprie culture – la propria cultura – di origine, da tutti i punti di vista: alimentari, letterari, folkloristici. La tradizione, così, irrompe nel presente: ecco, s'è fatta necessaria: diventerà un'arma.


EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Paul Hawken (1946), ecologista, imprenditore e giornalista americano. Ha dedicato la sua vita alla sostenibilità e a cambiare il rapporto tra business e ambiente. Ha scritto sei libri, tutti classici del pensiero ecologista, e attualmente lavora in un’organizzazione no profit. Vive a Cascade Creek, in California.

Paul Hawken, “Moltitudine inarrestabile”, Edizioni Ambiente, Milano 2009. Prefazione di Gianfranco Bologna.
Traduzione di Patrizia Zaratti. In appendice, glossario e bibliografia.

Prima edizione: “Blessed Unrest: How The Largest Movement in the World Came Into Being and why no one saw it coming”, 2007.

Approfondimento in rete: WIKI en / Ed Ambiente / Blog Verdene



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Dal discorso finale de’ IL GRANDE DITTATORE di Charlie Chaplin


“Mi dispiace. Ma io non voglio fare l’Imperatore. Non è il mio mestiere. Non voglio governare né conquistare nessuno. Io vorrei aiutare tutti se possibile: Ebrei, ariani, uomini neri e bianchi.
Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro.
In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca e sufficiente per noi. La vita può essere felice e magnifica. Ma noi l’abbiamo dimenticata. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio. Ci ha condotti a passo d’oca tra le cose più abbiette. Abbiamo i mezzi per spaziare ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformato n cinici. L’avidità ci ha resi duri e cattivi, pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari ci serve umanità. Più che abilità ci serve bontà e gentilezza.
Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto.

L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti. La natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo. Reclama la fratellanza universale. L’unione dell’umanità.
Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di perso nel mondo. Milione di uomini, donne e bambini disperati. Vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono dico: non disperate. L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero. L’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori.

E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa. Soldati! Non cedete ai bruti! Uomini che vi disprezzano e vi sfruttano!
Che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare!
Che vi irreggimentano! Vi condizionano! Vi trattano come bestie!
Non vi consegnate a questa gente senza un’anima!
Uomini macchina! Con macchine al posto del cervello e del cuore!
Voi non siete macchine! Voi non siete automi! Siete uomini!

Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore. Voi non odiate. Coloro che odiano sono quelli che non hanno l’amore altrui.
Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordatevi nel Vangelo di San Luca è scritto: Il Regno di Dio è nel cuore dell’uomo. Non di un solo uomo, di un gruppo di uomini. Ma di tutti gli uomini!
Voi! Voi, il popolo avete la forza di creare le macchine. La forza di creare la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera! Di fare di questa vita una splendida avventura!Quindi in nome della democrazia usiamo questa forza! Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo, che sia migliore. Che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.

Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse, e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi, perché rendono schiavo il popolo!
Allora combattiamo per mantenere quelle promesse!
Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere! Eliminando la viltà, l’odio e l’intolleranza!
Combattiamo per un mondo ragionevole. Un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
Soldati!nel nome della democrazia siate tutti uniti!

Anna, puoi sentirmi? Dovunque tu sia, abbi fiducia, guarda in alto Anna. Le nuvole si diradano, comincia a splendere il sole, prima o poi usciremo dall’oscurità verso la luce. E vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono. In cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, dalla loro brutalità. Guarda in alto Anna. L’animo umano troverà le sue ali, e finalmente comincerà a volare. A volare sull’arcobaleno, verso la luce della speranza, verso il futuro.
Il glorioso futuro appartiene a te, a me, a tutti noi. Guarda in alto Anna. Lassù”



Ho riportato questo discorso a mio avviso bellissimo perchè sento mie queste parole. Il cambiamento è in atto e i tempi sono giusti e maturi e noi come siamo? apriamo le nostre menti e i nostri cuori, questa è la rivoluzione più forte che mai l'uomo possa fare.
Auguro a tutti tanta serenità e un roseo cammino.
Ricercatore [:177] [:172] [:125] [:179] [:166]



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MessaggioInviato: 20/07/2010, 21:45 
Ci siamo quasi amico mio, manca solo un po di consapevolezza.
Sento sempre più gente far discorsi di cambiamento, non i soliti idealismi utopici, ma legati ad una presa di coscienza che il momento è giunto.
Dobbiamo esserne consapevoli e partecipi, è anche compito nostro dare la spallata finale.[;)]



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MessaggioInviato: 23/07/2010, 04:23 
Povera Patria,schiacciata dagli abusi del potere,di gente infame che non sa cos’è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno; e tutto gli appartiene.
Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni! Questo paese è devastato dal dolore…
ma non vi danno un po’ di dispiacere quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà,non cambierà..no, cambierà, forse cambierà…
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali. Me ne vergogno un poco e mi fa male,vedere un uomo come un animale.
Non cambierà,non cambierà..sì che cambierà, vedrai che cambierà…
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali. Che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non parli più di dittature se avremo ancora un po’ da vivere.
La primavera intanto tarda ad arrivare…
(F. Battiato)

[:119] [:119] [:119] [:57] [:57] [:57]



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MessaggioInviato: 23/07/2010, 04:30 
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