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sezione 9 ha scritto:
Tassazione sul lavoro. Mah. ditemi se sbaglio, ma le tasse sul lavoro in Italia sono oltre il 40%, ma non sono "eccessivamente" alte, visto che in Francia e Germania la percentuale cala di uno o due punti. Nei paesi scandinavi la cifra è identica, si tratta di decimali di differenza. Quindi, il problema non è che le imprese sono schiacciate dalle tasse, è che non sono competitive.
Troppi dipendenti pubblici. Non direi proprio. In Italia siamo sul 5% della popolazione, come Germania e Spagna. L;'Inghilterra ne ha meno, sul 3%, la Francia di più, l'8%, i paesi scandinavi viaggiano comodamente sul 10%. Diciamo che l'Italia è nella media: quindi, neppure questo è il problema.
Contrattazione bastarda. Troviamo i colpevoli? Non chi ha permesso la schiavitù del lavoratore, ma i sindacati, certo... Rmnd, visto la fotina che porti, dovresti anche evitare affermazioni che risultano ridicole... Perchè a me viene in mente un certo Sacconi, a sentire certe cose...
Mancanza di flessibilità. Permetti una risata? Ormai, siamo arrivati ai contratti settimanali. Il problema è la precarietà eccessiva... Il problema è che il lavoro "rischioso" è stato pensato dalla legge non per permettere la flessibilità del mercato del lavoro, ma solo come strumento in mano alle aziende per avere meno rogne, sia economiche che politiche e sindacali. E, scusa, ma qui ci sono precise responsabilità politiche, che tu dovresti conoscere meglio di me. E apprezzare, visto appunto la foto. A meno che non sia ironica e non celebrativa...
Euro. E infatti prima eravamo tutti più ricchi. Avevamo una economia che produceva molto più di adesso...
La storiellla finale dovrebbe poi avere una morale. Morale: vince chi paga meno. Ma non stavamo appunto parlando di come alzare gli stipendi, che sono mediamente più bassi che nel resto d'Europa? C'è qualcosa che non mi torna: se abbiamo, come è vero, stipendi bassi, evidentemente l'Italia non è in crisi produttiva perchè ha salari troppo alti... E non è abbassandoli (o tagliando diritti e tutele) che cambieranno le cose, visto che negli ultimi anni abbiamo visto scendere sia i salari che i diritti senza un briciolo di crescita. Il problema è la qualità dell'impresa, e dell'imprenditore. Siamo uno dei Paesi europei che lavora di più, ma che produce, cresce e guadagna di meno. La colpa dunque di chi è, del lavoratore, e del sindacato, o dell'imprenditore, e della politica? Ti ricordo, rmnd, che il capo dei due personaggi nella tua foto è andato, un po' di anni fa, dagli industriali a dire che il programma del suo governo è il programma di confindustria. Andiamo a vedere questo aspetto, andiamo a vedere cosa ha prodotto la politica industriale (e filo-industriale, filo-padronale) in Italia, andiamo a vedere quanti soldi le imprese italiane investono per la loro riqualificazione tecnologica, andiamo a vedere la preparazione anche intellettuale dell'imprenditore italiano, andiamo a vedere quanto certa politica ha servilmente offerto sul biblico piatto d'argento le teste dell'unità sindacale, dei diritti dei lavoratori, della loro sicurezza economica alle imprese pur di avere il loro voto...
Solo un'ultima cosa, a proposito dei sindacati. Io non apprezzo minimamente il lavoro della FIOM sul caso Fiat. Il problema è che sul caso Fiat si è potuto valutare solo il lavoro dei sindacati, perchè il Governo dei tuoi amichetti (come in tutti gli altri casi di crisi aziendali) è stato completamente assente. Non avevamo nemmeno il ministro dello sviluppo economico. Quel governo si muoveva solo quando doveva difendere i suoi interessi (e penso ai "poveri" farmacisti, tanto per dirne una, o ai "poveri" avvocati). Per il resto, "ridete, la crisi è psicologica". Qua, se c'è qualcuno che ha dormito, è stato proprio il governo...
Le differenze sono culturali.
Manca senso civico ed ognuno guarda al suo orticello. Il costo del lavoro è troppo alto in Italia e le manette spesso eccessive imposte dai sindacati creano due classi si lavoratori, quella che lavora e quella che sfrutta il lavoro degli altri con i costi per le aziende che noi tutti conosciamo.
Ci sono buone leggi in Italia, peccato che la maggior parte le utilizi a scopi propri, magari per fare un secondo lavoro. Gli industriali non sono certo dei santi, ma bisogna dar loro la possibilità di mandare a casa chi non produce ma fà solo del parassitismo.