Titolo provocatorio, anche considerato che essendo io stesso nato fuori dal matrimonio mi sento particolarmente toccato dalla vicenda tunisina.
Una frase del genere è infatti rimbalzata dopo le recenti modifiche costituzionali sulla "complementerietà" della donna rispetto all'uomo.
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati ... pz/327030/Ora, personalmente in quanto nazional-liberale sono teso a pensare che in un dato paese, se si vuole fare qualcosa la si fa e dal di fuori non si dovrebbe poter mettere bocca, non deve esistere una sorta di polizia internazionale, sennò la sovranità va a farsi benedire in nome di... cosa, non si sa.
Tuttavia proprio da quelle parti arrivano milioni e milioni di veri e propri coloni, che stanno, hanno già iniziato, a modificare pesantemente il modo di vedere le cose, la concezione di vita, tipicamente europea, laica, razionale, tendenzialmente egalitaria e libertaria.
Quindi che vogliamo fare, consentire a queste idee di insinuarsi da noi, darle cittadinanza e permettere la formazione di partiti e movimenti? Vogliamo anche solo dover "scendere a patti", un giorno certo, non domani, ma vogliamo dover un giorno essere costretti a compromessi con questa gente, o vogliamo essere liberi di guardare al progresso? Domande lecite, verso chi critica queste scelte, ma poi vorrebbe concedere cittadinanze in massa col risultato di dare cittadinanza anche a certe idee.