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 Oggetto del messaggio: Sindrome di Quirra, magistratura apre un’inchiesta
MessaggioInviato: 29/01/2011, 19:03 
Sindrome di Quirra, la magistratura apre un’inchiesta sul poligono della morte

http://www.ilfattoquotidiano.it

di Clara Gibellini

Dopo la pubblicazione di una relazione dell'Asl di Cagliari sullo sproporzionato aumento di casi di tumore fra gli allevatori della zona e sulle gravi malformazioni che hanno colpito i loro animali, la procura di Lanusei ha aperto un fascicolo per capire le conseguenze sul territorio del poligono interforze nel sud della Sardegna

Stop ai bombardamenti. Da una settimana non si spara più nel poligono interforze Salto di Quirra, la più importante base europea di sperimentazione di armi belliche, a nord est di Cagliari. Ora si indaga per omicidio plurimo, omissione di atti di ufficio e inquinamento ambientale. Ma soprattutto si sta cercando finalmente la verità sul reale impatto per la popolazione e l’ambiente legati alla presenza del centro militare dove esercito italiano e aziende private collaudano armamenti, mezzi e dispositivi utilizzati in diverse guerre del pianeta. Alla base dell’inchiesta della magistratura, un fascicolo aperto contro ignoti dal procuratore capo di Lanusei, Domenico Fiordalisi, in seguito alla pubblicazione, lo scorso 13 gennaio, di una relazione della Asl di Cagliari sullo sproporzionato aumento di casi di tumore fra gli allevatori della zona e sulle gravi malformazioni che hanno colpito i loro animali.

“Il 65% del personale, impegnato con la conduzione degli animali negli allevamenti ubicati entro il raggio di 2,7 km dalla base militare di Capo San Lorenzo a Quirra, risulta colpito da gravi malattie tumorali” si legge nella relazione dell’azienda sanitaria locale, la prima che ha monitorato tutti gli allevamenti della zona. “Nel decennio 2000-2010, sono dieci le persone che risultano colpite da neoplasie tumorali su un totale di diciotto. Si evidenzia una tendenza all’incremento, negli ultimi due anni sono quattro i nuovi casi di neoplasie”. La “sindrome di Quirra”, come ormai è stata ribattezzata da cittadini e comitati locali che da anni si battono per sapere quale è il reale prezzo da pagare per ospitare la struttura nella loro terra.

Agnelli che nascono con sei zampe o senza occhi, malformazioni fetali, e un numero anomalo di casi di tumori e leucemie fra gli abitanti dei piccoli centri a ridosso del poligono che si estende per 120 chilometri quadrati in aree naturali aperte al pascolo oltre che sul mare. A Quirra, frazione di appena centocinquanta residenti, dal 2001 gli abitanti hanno contato più di 30 casi mentre almeno la metà sono stati registrati nei limitrofi centri di Villaputzu, Muravera e San Vito. Emblematico secondo la Asl, il caso di una famiglia di allevatori nella zona di Tintinau, tre dei quali hanno sviluppato un tumore nell’arco di pochi anni, mentre a Escalaplano, paese di 2.500 anime nell’entroterra, ci si interroga ancora sulla causa della nascita, nel corso degli anni ottanta, di nove bambini con gravi malformazioni.

Una sindrome che colpisce indistintamente giovani e anziani e che presenterebbe somiglianze con le patologie contratte dai militari di ritorno dai Balcani, dall’Afghanistan o dall’Iraq, alimentando il sospetto che l’alto tasso di malattie fra la popolazione possa essere riconducibile all’utilizzo, all’interno della base, di munizioni contenenti uranio impoverito o alla presenza di nano particelle di metalli pesanti, depositate nell’ambiente in seguito alle sperimentazioni di razzi, missili e altri dispositivi sulle quali la base garantisce il segreto militare e industriale.

Un sospetto su cui la Procura di Lanusei sembra ora voler andare a fondo. Dopo aver disposto il sequestro di tutti i bersagli utilizzati durante le esercitazioni e l’acquisizione di documenti sulle attività del poligono, è stata ufficializzato mercoledì a Roma l’ingresso all’interno del pool di ricerca sulla “sindrome di Quirra” di Maria Antonietta Gatti, esperta di nano particelle ed ex consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, che nei suoi studi ha messo in evidenza similitudini fra i microresidui pericolosi ritrovati negli agnelli malati nati nei dintorni di Salto di Quirra e quelli presenti nei tessuti di soldati colpiti da tumore al ritorno dalle missioni di guerra.

Prossima tappa dell’inchiesta un grande monitoraggio con il coinvolgimento della popolazione, riguardo al quale la dottoressa avrà l’incarico di “analizzare tutti i reperti relativi a soggetti residenti o operanti nell’area del poligono che abbiano contratto tumori o linfomi negli ultimi anni”, e ciò al fine di verificare la presenza di correlazioni fra le sostanze ritrovate nei tessuti e quelle presenti sui bersagli e nell’ambiente dell’area militare.

“Accogliamo in modo estremamente positivo questa nuova inchiesta– dichiara a ilfattoquotidiano.it Mariella Cao del comitato Gettiamo le Basi, che da anni si batte contro le attività del poligono. “Finalmente si vede che c’è una strage in corso, finalmente qualcuno prende atto dei morti e dei malati che nessuno ha mai voluto vedere. Abbiamo molte speranze, ma non dimentichiamo che non è la prima volta che si aprono inchieste poi finite nel porto delle nebbie. In questo momento il controllo dal basso rimane fondamentale”.

Mentre in Sardegna si aspetta la verità, l’elenco delle morti sospette continua a crescere. L’ultima vittima si chiamava Alessandro Bellisai, militare deceduto per tumore a 28 anni il 14 gennaio a Cagliari, dopo essere rientrato nell’aprile scorso dall’Afghanistan. In passato aveva anche trascorso un periodo di addestramento al poligono interforze Salto di Quirra.



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MessaggioInviato: 29/01/2011, 20:29 



E poi dicono che bisogna parlare bene di questo paese...... [V]



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MessaggioInviato: 29/01/2011, 21:49 
Qui da noi in Sardegna lo sanno tutti da sempre, non c' era certo bisogno che arrivassero loro a spiegarcelo.

Ovviamente ben venga l' indagine, così almeno se ne comincia a parlare anche da voi in continente ossia nei posti che contano....

....perchè qui da noi tutte le suppliche rimangono inascoltate da sempre.


Non contiamo un caxxo, elettoralmente siamo pochi e quanto a QI medio collettivo ancora peggio.

Il luogo ideale sia per motivi tecnici che politici per piazzare tutte le schifezze che in ogni altra parte d' Italia non vogliono e non si sognano di mettere.

Mica abbiamo solo il Salto di Quirra, ne abbiamo di basi militari - le famose "servitù" - con l' uranio impoverito, i soldati sardi che tornano dal Kosovo con la leucemia, gli abitanti locali con un tasso oncologico molto superiore alla norma, la Base dei sommergibili nucleari americani alla Maddalena, in un mare protetto per la diversità biologica.... a parole, ma poi nei fatti....


Il sardo rappresenta all' ennesima potenza il carattere umano e italiano di sopportare, sopportare, sopportare, fino a quando non passano il limite....

Allora diventano cavoli amari per tutti.

Adesso sta venendo meno pure il poco di lavoro che prima c' era - poco - e la politica europea delle quote sta distruggendo la tradizionale nonchè principale attività dell' entroterra.... stiamo cominciando ad arrabbiarci sul serio....


Saluti,

Aztlan



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Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 30/01/2011, 09:55 
Mah, io (noi) ci siamo andati per ben 24 anni di seguito, nel senso di lanciare missili con una settimana di permanenza; conosco bene quel Poligono e non ho mai sentito niente. Non so cosa dire. I miei colleghi, alcuni, restavano lì anche mesi per supporto e stanno tutti bene; cosa abbiano o facciano i contadini, lo ignoro ...
Di atomico o di uranio non ho mai visto nulla; si va, si spara e si torna; altro non so. Depositi, mai visti (e di cosa poi); so solo che è un bel posto; d'estate, la spiaggia prospicente, è anche aperta al personale civile della Base (bambini compresi!). Come sempre la contraddizione regna sovrana ...[8)]
(So solo che i contadini della zona pretendevano un sacco di sovvenzioni per il suolo).


Ultima modifica di Ufologo 555 il 30/01/2011, 10:03, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 30/01/2011, 16:22 
Ho rintracciato per telefono un collega che ha pèassato molti mesi proprio lì, nel Poligono, snetì parlare di questi casi ma tutti al di fuori del Poligono. Là il personale non ha mai avuto problemi.
Di uranio, arricchito e non, non se ne parla nemmeno; in più, se si spara (anche quando vi sono i carriarmati) si spara sul'isolotto di fronte ("Salto di Quirra" appunto) mai nell'entro terra. I missili anche vengono lanciati ed esplodono a diversi km lontano, in alto, sul mare (e sono tutte "testate" convenzionali), per cui non saprei proprio; a meno chè succeda qualcos'altro nell'entro terra e danno la "colpa" alla Base ... (Come di solito si usa fare)
Comunque sia, tutti quelli che conosco, me compreso, non hanno mai avuto nulla di ... strano, perché non c'era niente di strano. Questo è quello che sò. Saluti.



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MessaggioInviato: 13/03/2012, 00:36 
Quirra è il poligono militare più grande d’Italia

http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z1owrkftB8

Si è tenuta al Parlamento europeo di Bruxelles una conferenza sull’inquinamento militare in zone non soggette a ostilità di guerra in Italia, iniziativa organizzata dall’Europarlamentare sardo Giommaria Uggias (IdV) in collaborazione con il collega sloveno Jelko Kacin.

Secondo studi scientifici, anni di attività militari hanno rilasciato nell’ambiente particelle inquinanti che hanno causato molte patologie tumorali e malformazioni genetiche nella popolazione della zona. Si parla di “effetto dei Balcani” in Sardegna.


Quirra è il poligono militare più grande d’Italia. Il poligono di Salto di Quirra – Perdasdefogu (Sardegna orientale) di 12.700 ettari e il poligono di Teulada di 7.200 ettari, sono le due strutture del genere più grandi nella penisola. Vista la loro pericolosità, durante le esercitazioni militari viene vietata la navigazione e la pesca su una superficie marina superiore ai 20.000 chilometri quadrati. L’intera struttura è stata creata nel 1956, quando il governo italiano installò un poligono di tiro, un centro di sperimentazione per i missili, un luogo per le sperimentazioni di guerra e di distruzione delle armi obsolete, per lo più esplosivi.

Si tratta di un’emergenza sanitaria. Le attività belliche nel poligono Interforze di Salto di Quirra in Sardegna sono accusate di aver rilasciato nell’ambiente circostante delle sostanze all’origine di molte patologie cancerogene e mutazioni genetiche nella popolazione della zona e anche negli animali come le pecore dei pascoli vicini. Da mesi è aperta un’inchiesta per accertare le responsabilità delle morti e delle malattie riscontrate in abbondanza nella popolazione. L’accusa è di “disastro ambientale”. Recenti ricerche compiute dalle Aziende sanitarie di Cagliari e Lanusei hanno rilevato, tra i residenti nelle aree circostanti il poligono, una percentuale anomala di tumori al sistema emolinfatico, in particolare leucemie, con punte superiori al 60% negli insediamenti più vicini al poligono.

Malformazioni genetiche. Negli stessi luoghi sono state riscontrate nascite di animali con gravi malformazioni, alcuni dei quali sono tuttora oggetto di approfondimenti scientifici. Tra questi esami, quelli eseguiti dall’Università di Modena hanno accertato tracce di nanoparticelle di metalli pesanti identiche a quelle riscontrate nei militari italiani deceduti per patologie tumorali dopo aver prestato servizio nelle regioni balcaniche. Negli anni Ottanta, nel vicino comune di Escalaplano, vennero segnalati ben 13 casi di malformazioni neonatali su una popolazione complessiva di circa 2.000 abitanti. Questi numeri giustificano l’espressione «sindrome di Quirra» relativamente a tali fenomeni.

“Certe sostanze riscontrate nei tessuti umani analizzati sono causa dei tumori che hanno portato spesso alla morte”. La Dottoressa Maria Antonietta Gatti, responsabile del laboratorio dei biomateriali dell’università di Modena, esperta di fama internazionale e da anni impegnata nel caso Quirra, non ha dubbi: le sostanze riscontrate nei tessuti analizzati, come torio, tungsteno, cesio e altri metalli pesanti, non sono presenti in modo naturale, e sono all’origine di gravi patologie tumorali vista l’estrema difficoltà dell’organismo umano nell’espellerle. Nella più parte dei casi si tratta di “nanoparticelle” visibili solamente con tecnologie mediche molto avanzate.

“Purtroppo gli studi epidemiologici standard non fanno emergere sempre questi risultati”, spiega la dottoressa, “questo perché i dati riscontrati vengono paragonati con i grandi numeri di altre zone, come quelle di guerra, e quindi vengono presi sotto gamba”. Secondo la Gatti, “facendo uno studio caso per caso, uno scienziato onesto non può negare l’evidenza dei fatti, ovvero delle malattie causate da queste attività militari”.

“L’Ue spinga le autorità italiane ad intervenire”. Giommaria Uggias, Eurodeputato IdV e organizzatore della conferenza, ha presentato un’interrogazione parlamentare ancora l’anno scorso per denunciare la grave situazione alla Commissione europea. “John Dalli, il commissario Ue alla Sanità, ha già dato una risposta, in quanto ha detto che, qualora emergessero le evidenze sanitarie che indichino presupposti di problemi alla salute delle popolazioni”, ha riferito Uggias. “Nel frattempo sono emersi altri studi che indicano la gravità della situazione e credo che il dibattito di oggi abbia dimostrato l’emergenza di questo problema: quindi, la prima mia iniziativa sarà quella di chiedere al commissario Dalli di essere conseguente rispetto a ciò che ha detto”.

Non solo poligoni, ma anche inceneritori e cementifici accrescono le patologie tumorali. La dottoressa Gatti ci spiega che nelle zone limitrofe a tutte determinate strutture industriali, anche non militari, ma dove avvengono delle combustioni, si riscontra un’elevata percentuale di nanoparticelle pericolose per la salute umana e quindi ri correlate malattie tumorali. “Penso all’Ilva di Taranto o alla Cogne Acciai Speciali di Aosta, per non dimenticare i classici inceneritori in tutto il Paese”.


Fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/ ... ologie.php



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Sardegna, torio 232 nelle ossa dei pastori morti

L'elemento radioattivo è presente nelle salme riesumate

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http://qn.quotidiano.net/cronaca/2012/0 ... orti.shtml

L'analisi fa parte dell’inchiesta per omicidio colposo plurimo legata all’inquinamento ambientale nel poligono interforze del Salto di Quirra, fra le province di Cagliari e Ogliastra. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, i pastori in questione, morti per leucemie o linfomi, avevano fatto pascolare il bestiame nelle aree del poligono

Cagliari, 24 marzo 2012 - Quantità di torio 232, elemento radioattivo, in quantità superiori alla norma sono state trovate nelle ossa di gran parte delle salme di pastori fatte riesumare nei mesi scorsi dalla procura di Lanusei nell’ambito dell’inchiesta per omicidio colposo plurimo legata all’inquinamento ambientale nel poligono interforze del Salto di Quirra, fra le province di Cagliari e Ogliastra.

Su 12 delle 15 salme sottoposte ad analisi per la verifica dei livelli di elementi radioattivi, le analisi affidate all’Arpas e al perito scelto dalla procura, il fisico Evandro Lodi Rizzini, hanno evidenziato torio 232 nelle ossa in misura sensibilmente più alta rispetto alla norma. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, i dodici pastori in questione, morti per leucemie o linfomi, avevano fatto pascolare il proprio bestiame nelle aree del poligono, dove non esistevano recinti ne’ cartelli che segnalassero pericoli di un’eventuale esposizione alla radioattività. E’ emerso, invece, che gli altri tre, quelli nelle cui ossa non state evidenziate anomalie, non portavano il gregge al pascolo in quelle zone.

La presenza di alti livelli di radioattività potrebbe essere collegata alle centinaia di missili Milan (almeno 1.200) lanciati e fatti esplodere durante test militari e attività addestrative nel poligono, dove risulta che siano state anche fatte brillare grandi quantità di armi obsolete provenienti da arsenali sparsi nella penisola.



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Uranio: legale soldato malato, 85% militari con tumore mai stato all'estero

Roma, 3 ott. (Adnkronos) - "L'85% dei militari che si ammala di tumore non e' mai stato all'estero: l'attenzione deve essere puntata sui vaccini che vengono imposti a chi va in missione". L'accusa e' dell'avvocato Giorgio Carta, oggi in audizione alla Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito. Carta, che assiste il caporal maggiore dell'esercito E.S., "in fin di vita dopo due missioni in Kosovo", ha chiesto alla commissione di intervenire per fare in modo che sia ''ripristinato il diritto costituzionalmente garantito dall'articolo 32 di non subire trattamenti sanitari non voluti".

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Crona ... 04917.html


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