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I delfini pescatori i più socialmente attivi
I delfini coinvolti nella pesca sembrano essere gli individui più socialmente attivi del branco, e hanno deciso in completa autonomia di partecipare alla cattura del pesce.
"Attraverso un comportamento altamente sincronizzato con l'essere umano, i delfini di Laguna dirottano banchi di triglie verso la linea dei pescatori e segnalano quando e dove buttare le reti" spiega Fabio Daura-Jorge, autore della ricerca sui delfini di Laguna e ricercatore della Federal University of Santa Catarina.
I delfini non cooperano per puro spirito di squadra: il pesce che riesce a fuggire dalle reti finisce nelle bocche dei delfini, che ormai utilizzano questa tecnica di caccia molto più spesso rispetto ai metodi più tradizionali.
Delfini che lavorano in squadra
I delfini che si sono rivelati più cooperativi si sono dimostrati gli individui più sociali della popolazione: tendono a spendere molto del loro tempo in compagnia dei loro simili o dell'essere umano, e intrattengono relazioni sociali anche con altre popolazioni di delfini.
I delfini di Laguna sembrano tramandarsi di generazione in generazione la tradizione di pesca in compagnia dell'uomo, e lo stesso fanno i pescatori locali con i delfini. "Il lato umano di questa interazione tra pescatori e delfini è stato mantenuto tramite il trasferimento di informazioni tra generazioni, grazie agli insegnamenti degli anziani, ed è probabile che si verifichi un processo simile per trasmettere tratti comportamentali complessi tra generazioni di delfini" sostengono i ricercatori.
Alcuni di questi tratti comportamentali complessi comprendono i metodi di pesca come lo "sponging", l'abitudine di alcuni tursiopi di strappare frammenti di spugne marine per proteggere il muso da graffi e punture velenose.
Comportamenti molto significativi ed evoluti
Si tratta di comportamenti estremamente evoluti anche per un mammifero intelligente, dato che prevedono l'utilizzo di uno o più strumenti ricavati dall'habitat marino. "Se utilizzassimo la grandezza relativa del cervello come metro per misurare l'intelligenza, dovremmo concludere che i delfini sono secondi per intelligenza solo agli esseri umani" dice Lori Marino del Dipartimento di Psicologia della Emory University.
L'intelligenza e la capacità di cooperare sembrano andare a braccetto nel mondo degli animali più evoluti. Anche se la sola cooperazione non richiede grandi capacità di elaborazione (batteri e formiche non dispongono certamente di menti brillanti), ha un impatto diretto sull'evoluzione dell'intelligenza.
"La selezione per la cooperazione guida l'evoluzione dell'intelligenza" spiega Luke McNally del Theoretical Ecology Research Group. "L'idea che le complesse interazioni sociali possano aver guidato l'evoluzione dell'intelligenza gira in ambito scientifico fin dalla metà degli anni '70. La maggior parte delle ipotesi formulate fino ad ora ha utilizzato dati ottenuti dai primati per mostrare che le diverse caratteristiche sociali, come le dimensioni del gruppo e la sua stabilità, sono correlate alle dimensioni del cervello".
Il cervello dei delfini è, per molti aspetti, estremamente simile a quello dei primati, essere umano compreso. Sebbene sia difficile determinare con esattezza il livello di intelligenza dei delfini, sappiamo per certo che le loro capacità superano di gran lunga quelle degli scimpanzè quando si tratta di abilità matematiche, pensiero astratto o risoluzione di problemi.
A me questo sembra sinonimo di coscienza, se non lo è dovresti spiegarmi tu cosa intendi per COSCIENZA.
altro esempio:
http://www.focus.it/cultura/un-elefante-si-guarda-allo-specchio-e-si-riconosceCita:
Un elefante si guarda allo specchio e… Si riconosce. Non è l’incipit di un colmo o di una leggenda metropolitana. Ma quello che è successo veramente nello zoo del Bronx a New York.
OCCHIO AGLI INESTETISMI
Per la verità gli elefanti erano tre e per essere più precisi tre femmine. E forse anche un po’ vanitose, dal momento che, appena sono state messe davanti a un gigantesco specchio (di 2 metri e mezzo di altezza per 2 di larghezza, con dietro una telecamera nascosta), non solo non si sono spaventate – come si aspettavano i ricercatori - ma hanno cominciato a “aggiustarsi”.
La prima si è ispezionata la bocca, la seconda un orecchio aiutandosi con la proboscide. La terza, ha cercato di togliersi un piccolo cerotto bianco, che le era stato messo di nascosta sulla testa (GUARDA IL VIDEO).
VANITOSE E CONSAPEVOLI
Gli elefanti capivano che si trovavano di fronte a qualcosa di strano e inizialmente hanno tentato di scavalcare lo specchio, per vedere cosa si nascondesse dietro. Poi si sono abbassati per capire se c’era qualcosa di non visibile sotto.
Ma la cosa più sorprendente è stata che, dopo l’inziale perplessità, gli animali abbiano cominciato a concentrarsi su di sé, esaminando alcune parti del proprio corpo. E soprattutto che operassero su se stessi – e non sullo specchio - per cercare di cambiare qualcosa che non andava nell’immagine riflessa, come per esempio, il cerotto.
VIVERE IN SOCIETA'
Questo per gli scienziati significa che le tre pachidermiche signore si sono riconosciute nello specchio, il che dimostra che hanno una certa coscienza di sé.
Una funzione utile, quest’ultima, per vivere in società, necessaria a percepire l’altro come diverso da sé e a mostrare empatia verso gli altri. Anche alcuni primati e i delfini - che come gli elefanti vivono in comunità - sono capaci di riconoscere la propria immagine riflessa.
altri esempi:
delfini che avvertono gli umani che l'acqua in cui stanno per tuffassi è pericolosa perchè attraversata da una leggera corrente elettrica ad esempio
gli elefanti che "venerano" i morti visitando a distanza di anni i luoghi in cui i loro familiari sono morti o accudento i moribondi sostenendoli (tutto documentato dal national geographics)
dal mio punto di vista hanno coscienza anche molte specie ritenute "inferiori" soprattutto quelle "sciamanti" e mi riferisco ad esempio alle termiti, alle formiche, alle api. In quel caso è l'insieme dei piccoli pezzi a formare una enorme coscienza di "collettiva".
Ad ogni modo per affermare che gli animali non hanno coscienza nonostante gli innumerevoli esempi nella casistica scientifica bisogna avere prove molto convincenti ma soprattutto sapere cosa sia la coscienza ed ho seri dubbi che sia tu sia qualcun'altro su questa terra sappia darne una definizione certa perchè sa di cosa realmente parla e soprattutto dubito ti possa dire se questa risiede nel cervello o se sia solo captata da questo.
quindi prima di essere così lapidari bisognerebbe limitarsi ad osservare e trarre conclusioni, almeno finchè non ci sarà qualche certezza in più sull'argomento che si dibatte ^_^