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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 10/10/2015, 15:42 
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Germania, migliaia di persone in piazza a Berlino contro il Ttip

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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 21/10/2015, 19:49 
Il TTIP ha acquisito un nuovo simbolo, il glaciale volto di Cecilia Malmström. Colei che dichiara: «Il mandato non mi è stato conferito dal popolo europeo»

Accade che talvolta le facce diventino simboli, ma non della forte personalità del loro proprietario, bensì delle forze anonime che stanno dietro di loro, scrive Slavoj Zizek in un articolo su Repubblica del 19 ottobre. Negli ultimi tempi, il Ttip (Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti) ha acquisito un nuovo simbolo, scrive il grande filosofo, il glaciale volto di Cecilia Malmström, commissaria al Commercio dell’Ue. A un giornalista che le chiedeva come riuscisse a continuare a promuovere il Ttip a fronte dell’enorme opposizione dell’opinione pubblica, senza alcun pudore ha risposto: «Il mandato non mi è stato conferito dal popolo europeo».

Nel proseguo del suo articolo, Zizek sostiene come la caratteristica peculiare del capitalismo “ postmoderno” sia la mercificazione delle nostre stesse esperienze: "acquistiamo sempre meno oggetti materiali e sempre più esperienze di vita, di sesso, di cibo, di comunicazione, di consumi culturali, di partecipazione a uno stile di vita, ossia, per usare la sintetica definizione di Mark Slouka", sostiene. Anche se l’Europa avesse successo nell’imporre al Ttip “eccezioni culturali”, che tipo d’Europa sopravvivrà al dominio del Ttip? La risposta di Zizek è estremamente pessimista: "Non diventerà poco alla volta ciò che l’Antica Grecia diventò per la Roma imperiale, un luogo prediletto da turisti americani e cinesi, la meta del nostalgico turismo culturale, senza più alcuna importanza effettiva?"


Dall'articolo di Zizek su Repubblica.it con traduzione a cura di Anna Bissanti:

Lo scenario generale dell’impatto sociale del Ttip è chiaro a sufficienza ed equivale a niente di meno di un assalto selvaggio alla democrazia. Lo si evince più chiaramente che mai nel caso delle cosiddette “Risoluzioni delle controversie tra investitori e Stato” (Isds) che autorizzano le aziende a querelare i governi nel caso in cui le loro politiche determinassero una perdita dei loro guadagni. Ciò significa che società multinazionali non elette possono imporre le loro politiche a governi democraticamente eletti. Questi tipi di risoluzione sono già in atto in alcuni accordi commerciali bilaterali e possiamo ben vedere come funzionano. La società energetica svedese Vattenfall ha citato per svariati miliardi di dollari il governo tedesco dopo che ha deciso di eliminare gradualmente le centrali nucleari dopo il disastro di Fukushima: una politica di salute pubblica approvata da un governo eletto con un processo democratico è messa a rischio da un colosso energetico a causa di una possibile perdita di introiti.

Ma lasciamo perdere per un momento il quadro generale e cerchiamo di concentrare la nostra attenzione su un interrogativo più specifico: che cosa comporterà il Ttip per la produzione culturale europea?

[...]

I sostenitori della cosiddetta “eccezione culturale” hanno forse in mente qualcosa di simile? Stanno forse pensando di lasciare che le grandi aziende si dibattano nel vortice del mercato globale, cercando però — se non altro — di salvare alcuni prodotti culturali secondari e marginali? E come? È semplice: esonerando i prodotti culturali dalle regole del libero mercato, autorizzando gli stati a concedere sussidi alla loro produzione artistica (con aiuti statali, tasse ridotte, e così via), anche se ciò equivale di fatto a una “concorrenza sleale” nei confronti degli altri paesi. La Francia, una per tutte, insiste che questo è l’unico modo per il suo cinema nazionale di sopravvivere all’assalto furioso dei film di Hollywood campioni di incasso.

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... 2&pg=13067


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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 06/11/2015, 21:10 
Ecco la condanna a morte che ci attende. Pubblicato il testo del TPP.


Pubblicato 6 novembre 2015 - 20.38 - Da Claudio Messora



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Peggiore di qualunque cosa avessimo mai immaginato“. “Un atto di guerra al clima“. “Un omaggio all’agricoltura intensiva“. “Una condanna a morte per la libertà della rete“. “Il peggior incubo“. “Un disastro
Questo è il tenore dei commenti di chi ha letto e studiato il testo del TPP, il fratello gemello del TTIP, l’accordo di libero scambio commerciale tra Usa e Ue, negoziato in segreto, di cui vi ho parlato mercoledì sera a La Gabbia.

Guarda su dailymotion.com


Il TTIP fa parte di una gigantesca strategia globale degli Usa, le cosiddette “Tre T“, che comprendono anche il TTP e il TISA. Il TTIP è l’accordo di liberalizzazione commerciale che stanno negoziando (in segreto) Usa e UE. Il Tisa (Trade in Services Agreement) è l’accordo, anche peggiore, sulla liberalizzazione dei servizi e il TPP (Trans Pacific Partnership), è l’omologo del TTIP sul fronte pacifico, che includerà 12 paesi, tra cui Singapore, la Nuova Zelanda, gli Stati Uniti, l’Australia, il Messico, il Giappone e il Canada. Caso vuole che in nessuno dei tre accordi siano presenti i cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Caso vuole? No, in effetti non è un caso, ma esattamente lo scopo per cui le Tre T sono state create: aggirare il peso che i paesi emergenti hanno assunto nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), isolare la Cina (con la strategia militare e commerciale definita “Pivot to Asia“) e assicurare il dominio delle grandi corporation USA nell’economia mondiale.





Questi trattati sono negoziati in segreto (perché se no non glieli lasceremmo fare): per la UE ci pensa quella simpaticona indefessa adoratrice dei più stringenti principi democratici che si chiama Cecilia Malmström (la signora io-non-rispondo-ai-cittadini). Solo le lobby hanno libero accesso al testo del negoziato. Se gli europarlamentari vogliono visionarlo, devono chiamare l’ambasciata americana, farsi dare un appuntamento che è disponibile solo due volte a settimana, in una fascia oraria di sole due ore, solo due alla volta, all’ingresso devono consegnare ogni dispositivo elettronico, firmare un impegno di riservatezza e finalmente possono avere davanti agli occhi intere sezioni di codici e codicilli legali, per due ore, senza poter prendere appunti e guardati a vista da due guardie americane. Se questo lo chiamate democrazia, fatevi visitare da uno bravo!

Lato Usa invece usano la Fast Track Negotiating Authority for Trade Agreement, che è uno strumento che consente al Presidente degli Stati Uniti d’America di negoziare trattati commerciali per i fatti suoi, e poi presentare un pacchetto fatto e finito al Congresso, che può solo approvarlo o respingerlo in toto, a maggioranza semplice, (un po’ come la nostra fiducia): i deputati USA non possono in alcun modo proporre emendamenti o fare ostruzionismo. E’ nato per consentire l’approvazione di trattati commerciali che altrimenti non avrebbero mai visto la luce, e per consentire ai deputati di votare a favore senza perdere la poltrona (negli Usa c’è il recall), dato che chi li ha eletti ne sarebbe probabilmente scontento. Figuratevi quanta democrazia ci sia anche da quelle parti: hanno creato uno strumento per fare in modo di poter votare quello che democraticamente non potrebbero! Chapeau! (e questa è la più grande democrazia del pianeta, figuriamoci le altre!).

Dunque cosa succede? Succede che il testo del TPP finalmente è stato rilasciato, dopo essere stato finalizzato dalle ultime negoziazioni di Atlanta, in Georgia. La pubblicazione dei contenuti del trattato ha così avviato il periodo di tre mesi che precede il suo atterraggio al Congresso, chiamato ad approvarlo. Ecco il testo ufficiale: TPP FINAL TABLE OF CONTENTS.



La reazione di chi ha avuto lo stomaco di leggerselo è stata questa:

“Dai leaks, aevamo saputo qualcosa sull’accordo, ma capitolo dopo capitolo la lettura del testo finale è peggiore di quello che ci aspettavamo: le richieste di 500 lobbisti che rappresentano gli interessi delle corporation sono state soddisfatte a svantaggio dell’interesse pubblico. Questo accade quando le lobby possono negoziare in privato, nell’oscurità, e i cittadini vengono tagliati fuori”.

Il TTP è un disastro per il lavoro, per l’ambiente e per la democrazia. E’ l’ultimo passo verso la resa della nostra società alle corporation. L’enorme accordo tra 12 nazioni sulle coste del Pacifico ha meno a che fare con la vendita delle merci di quanto, piuttosto, abbia a che fare con la riscrittura delle regole dell’economia globale in favore del grande business. Esattamente come il North American Free Trade Agreement (il NAFTA), 20 anni fa, sarà una cosa ottima per i più ricchi e un disastro per chiunque altro. Il NAFTA ha radicato le disuguaglianze e causato la perdita di un milione di posti di lavoro negli USA. E il TPP non è altro che una versione del NAFTA iperpotenziata”.

“Ora che abbiamo visto il testo definitivo, viene fuori che il TTP, vero e proprio assassino dell’occupazione, è peggiore di qualunque altra cosa che sia mai stata immaginata. Questo accordo abbatterà i salari, inonderà il nostro Paese di alimenti importati e non sicuri, innalzerà i prezzi delle medicine salva-vita, e tutto questo mentre si faranno affari con paesi dove gli omosessuali e le mamme single possono essere lapidate“.

“Il testo è pieno di sussidi per le società che fanno affari sui combustibili fossili e di incredibili possibilità per queste compagnie di fare causa ai singoli governi che cercano di diminuire l’uso dei combustibili fossili. Se una provincia mette una moratoria sul fracking, le corporation possono perseguirla legalmente; se una comunità cerca di fermare una miniera di carbone, le corporation possono prevalere in punta di diritto. In breve, queste leggi minano la capacità dei singoli stati di attuare quello che gli scienziati dicono che sia la sola cosa più importante da fare per combattere la crisi climatica: abbattere i consumi di carburanti fossili”.

“E’ un accordo disegnato per proteggere il commercio libero di prodotti energeticamente sporchi come i depositi non convenzionali di catrame e bitume, depositi di carbone e gas naturale liquefatto spedito dai porti della costa occidentale. Il risultato sarà un’accelerazione dei cambiamenti climatici derivante delle emissioni di CO2 in tutto il Pacifico. Il presidente Obama ha venduto agli americani false promesse: il TTP tradisce la promessa di Obama di fare dell’accordo un trattato amico dell’ambiente”.

“Il capitolo ambientale conferma molti dei peggiori incubi dei gruppi ambientalisti e degli attivisti contro il cambiamento climatico”.

“Con le sue disposizioni che tagliano le mani agli ispettori alimentari sulle frontiere e danno più potere alle compagnie che operano nella biotecnologia, il TPP è un regalo alle grandi multinazionali del settore dell’agricoltura intensiva e del cibo biotech. Questo genere di società useranno gli accordi come il TPP per attaccare le misure di sicurezza sugli alimenti sensibili, per indebolire le possibilità di ispezionare il cibo importato e per bloccare ogni sforzo di rafforzare gli standard di sicurezza alimentare degli Stati Uniti. Innanzitutto quelli per etichettare correttamente gli alimenti OGM. Inoltre, qualunque criterio di sicurezza alimentare sull’etichettatura dei pesticidi o degli additivi che sia più elevato rispetto agli standard internazionali, potrà essere additato come una barriera commerciale illegittima. Sotto al regime del TTP, il business dell’agricoltura intensiva e le multinazionali biotech delle sementi hanno adesso un modo più semplice per sfidare a quei paesi che vietano l’importazione di alimenti geneticamente modificati, che controllano la contaminazione OGM, che non approvano prontamente nuovi prodotti OGM o anche solo richiedono un’etichettatura adeguata”.

“Se il Congresso degli Stati Uniti firmerà questo accordo malgrado la sua sfacciata pericolosità, firmerà la condanna a morte per la rete internet aperta e metterà il futuro della libertà di opinione a repentaglio. Tra le molte sezioni del documento che destano gravi preoccupazioni, ci sono quelli relative ai marchi commerciali, ai brevetti delle case farmaceutiche, alla protezione del copyright e ai segreti commerciali. La sezione J, che riguarda gli internet service providers, è una delle sezioni peggiori che impatta sulla libertà della rete. Richiede ai fornitori di servizi internet di comportarsi come poliziotti della rete e collaborare con le richieste di oscuramento, ma non obbliga i paesi a dotarsi di un sistema di contestazione. Così, una società potrebbe ordinare a un sito web di essere oscurato in un altro paese e non ci sarebbe nessuno strumento per il proprietario del sito di confutare la legittimità della richiesta nel caso, per esempio, dei blog di critica politica che usano materiale protetto da copyright sotto il regime del fair use. La sezione J è scritta in maniera tale che gli internet service provider non saranno perseguibili per nessuno degli errori che dovessero commettere sull’oscuramento dei contenuti, incentivandoli così a “sbagliare” a favore dei detentori di copyright invece che a favore di chi esercita la libertà di opinione”.

“Anche una parte dell’opinione pubblica canadese è molto preoccupata sulle conseguenze dell’accordo commerciale sui diritti umani, sulla salute, sull’occupazione e sulla democrazia. Il Consiglio dei canadesi, un’organizzazione alla testa di un largo network impegnata nella difesa dell’equità sociale, ha chiesto formalmente al nuovo primo ministro Trudeau di organizzare una consultazione pubblica che includa un ampia analisi indipendente del testo, dal punto di vista dei diritti umani, delle conseguenze economiche e di quelle ambientali, prima di procedere oltre nella ratifica. Trudeau è sottoposto a enormi pressioni per adottare l’accordo il più presto possibile, con numerose insistenti telefonate da Barack Obama e dal presidente giapponese Shinto Abe, ma una approfondita revisione pubblica dell’accordo è necessaria prima di poter stabilire se il TPP è nell’interesse del Canada”.

State molto attenti, perché quello che c’è nel TPP è con grandissima probabilità quello che troveremo nel TTIP, quando la nostra Malmström avrà finito di farsi i ©azzi suoi in privato con le lobby e deciderà finalmente di pubblicare un testo che poi il Parlamento Europeo sarà chiamato ad approvare. Per quella data, dobbiamo essere pronti a fargli un culo così.

http://www.byoblu.com/post/2015/11/06/e ... l-tpp.aspx



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 01/02/2016, 09:55 
IL TTIP E IL TRACOLLO DELL'AGRICOLTURA IN EUROPA
DI DARIO SARMADI

Uno studio recente ha stabilito che il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) rischia di cambiare in maniera radicale il modo in cui operano le piccole e medie aziende agricole attraverso un impiego maggiore d' ingegneria genetica e di carne trattata con ormoni.

Gli agricoltori europei si trovano nel bel mezzo di una crisi, il latte a prezzi stracciati, piccoli proprietari terrieri in rovina e continue sanzioni dell'Europa alla Russia.

Il colpo di grazia è all'orizzonte e potrebbe arrivare dall'incombente gigante del TTIP, il pianificato accordo di libero scambio tra EU e USA .

Se è vero che verranno uniformati gli standard dell'industria agricola alimentare tra i due blocchi commerciali, come sostengono i negoziatori da entrambi i lati dell'Atlantico, allora interi settori dell'agricoltura europea si troveranno seriamente minacciati.

“Nessuno è in grado di produrre alimenti come cereali a un prezzo inferiore degli Stati Uniti”, afferma uno studio sul TTIP, che sarà presentato ufficialmente domani, condotto da UnternehmensGrün, un'associazione ambientalista, e visionato da EurActiv.

Lo studio prevede l'uso dell'ingegneria genetica a livello locale, minori limitazioni e maggiori aree di produzione. “Gli agricoltori europei sono al momento economicamente più potenti...questo porterebbe al tracollo quasi automatico di alcuni settori dell'agricoltura europea.”

Attualmente il commercio e l'esportazione di prodotti agricoli e alimentari verso gli USA ammontano a circa 15 miliardi di euro con le importazioni a quota 8 miliardi. Sempre secondo l'analisi in questione, questa situazione rischierebbe di cambiare se e quando si negozieranno le trattative sul TTIP e quando verranno rimosse le imposte e le barriere non tariffarie, cosa che lascerà alle imprese americane accesso pressoché illimitato al mercato europeo.

Lo studio, che si basa su proprie analisi e ricerche condotte sulle piccole e medie imprese agricole, giunge alla conclusione che “Nella forma in cui è stato proposto, il TTIP rafforzerebbe la posizione delle grandi aziende agricole alimentari che già riescono ad aggirare le barriere commerciali dislocando i propri centri di produzione.”

Secondo i redattori del rapporto, l'Unione Europea non starebbe facendo gli interessi delle piccole e medie aziende, che rappresentano il 99% del mercato.

Un vantaggio competitivo per gli USA

Sempre secondo l'analisi condotta, le aziende agricole americane sono avvantaggiate non solo per dimensioni, ma anche per inferiori standard di consumo e di produzione.

Prendiamo come esempio l'ingegneria genetica: in Europa gli alimenti che contengono una quantità superiore a 0,9% di OGM devono riportarlo sull'etichetta, mentre in Canada e negli Stati Uniti la legislazione non lo prevede.
Il mercato americano ha un atteggiamento nettamente diverso verso gli OGM, considerati sicuri e quindi prodotti a un costo inferiore. Questo vantaggio sul prezzo obbligherebbe gli agricoltori europei a nutrire il proprio bestiame con prodotti OGM, cosa che non prevede la dicitura sull'etichetta.

Il rapporto sostiene che in questo modo le imprese che non fanno uso di OGM verrebbero letteralmente schiacciate dalla concorrenza. Oltretutto il governo tedesco ha, in fase di sviluppo, una legislazione che imporrebbe la dicitura OGM sull'etichetta per prodotti come latte, uova e carne, anche quando agli animali vengono somministrati cibi transgenici. Il varo di questa legge potrebbe venire ostacolato dal TTIP.
Ormoni pesticidi e cloro

Lo studio analizza le apparentemente insormontabili differenze tra il mercato europeo e quello americano, oltreoceano infatti si mira maggiormente ad alte prestazioni, esportazioni e alla produzione di massa, mentre da noi la produzione è su scala minore e rivolta al mercato interno.

Il divieto sull'uso degli ormoni della crescita impedisce l'importazione della maggior parte della carne americana, una misura volta a salvaguardare le aziende locali tradizionali, anche se da tempo l'industria americana della carne sollecita Washington ad eliminare questa restrizione all'interno dei negoziati sul TTIP.

Anche sulla questione dei pesticidi gli agricoltori americani sono avvantaggiati. I livelli residui di pesticidi autorizzati dalla legislazione americana sono 5.000 volte superiori ai limiti imposti dall'Europa, atteggiamento dovuto sicuramente a una diversa concezione del rischio alimentare. Intanto, nel 2015, la Commissione Europea ha proposto un aumento dei livelli residui dei pesticidi.

Va considerata inoltre la questione del pollo al cloro, diventata ormai un tema politico in voga che sottolinea ulteriormente il divario di criteri e requisiti delle due parti coinvolte.

E mentre i produttori europei sono obbligati a preservare l'igiene e la sicurezza degli alimenti per l'intera catena alimentare, i produttori americani impiegano additivi chimici come il biossido di cloro al termine della catena, per uccidere gli agenti patogeni nel pollame, un trattamento che secondo lo studio condotto sarebbe dispendioso e nocivo.
Agricoltura regionale minacciata

Secondo la ricerca svolta saranno il settore della carne, del latte e dei cereali a risentirne più di tutti. Un altro studio sul TTIP, condotto dal governo ungherese ma tenuto fermo per un anno, ha concluso che l'area di libero scambio metterà gli agricoltori regionali sotto forte pressione.

I mattatoi ungheresi di polli, bestiame e maiali saranno a rischio, così come i produttori di cereali e i viticoltori. Katharina Reuter, coautrice del rapporto sul TTIP, a capo di UnternehmensGrün, dichiara a EurActiv Germany che “la stessa cosa rischia di ripetersi su mercati maggiori come quello austriaco e tedesco”, prevedendo l'eliminazione del settore agricolo alimentare dal tavolo dei negoziati del TTIP.

Peter Pascher del DBV, il sindacato dei lavoratori tedeschi, non condivide le preoccupazioni degli oppositori del trattato e, in un intervista a EurActiv Germany, spiega che “il TTIP darà all'Europa la possibilità di accedere al mercato americano, e questo speriamo possa darle un nuovo impulso e aumentare la crescita dell'industria”

Prodotti come i formaggi francesi, le salse tedesche, la pasta italiana ecc., associati alla cosiddetta “Vecchia Europa” , sono di grande valore sul mercato americano. Sempre secondo Pascher “questo significa che più raffinato è un prodotto, maggiori possibilità di vendita ha oltreoceano.”

Il DBV è composto da 280.000 membri, cioè il 90% degli agricoltori tedeschi. Peter Pascher, responsabile della struttura dell'agricoltura e delle politiche regionali, vuole tutelare le aree “sensibili” dell'agricoltura europea, in linea con le disposizioni della già negoziata area di libero scambio tra Unione Europea e Canada, l'Accordo Economico e Commerciale Globale (CETA).

Pascher annuncia “Stiamo richiedendo un limite alle importazioni di carne bovina, suina e di pollame, principalmente a causa dei minori costi di produzione di cui godono gli Stati Uniti.” Egli non crede, tuttavia, che la produzione regionale sostenibile europea ne uscirà danneggiata.

Egli afferma inoltre che “Con il TTIP la produzione locale non ne risentirà, anzi in Germania è in aumento, infatti i consumatori americani apprezzano i prodotti con specifiche caratteristiche europee”.

Pascher conclude elencando i numerosi richiami all'indicazione e alla protezione geografica inclusi nella trattativa finale.
Associazione agricoltori “non rappresentata”

Katharina Reuter nutre forti dubbi sul fatto che il DBV abbia consultato bene i suoi membri in materia di TTIP prima di formulare le sue richieste: “Pare che in molti settori come quello dei prodotti caseari, l'associazione abbia smesso da tempo di salvaguardare gli interessi dei propri membri. La produzione su scala globale e il commercio come panacea non fanno gli interessi delle piccole e medie imprese.”

Il DBV gode dell'appoggio di un potente alleato come il governo tedesco, infatti il Ministero Federale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione rassicura affermando in continuazione che il TTIP non abbasserà gli standard dell'industria agricola alimentare.

Allo stesso tempo ha sottolineato il fatto che l'Europa dovrebbe saper sfruttare le opportunità offertale dal TTIP. Laddove l'accesso al mercato è attualmente bloccato dai sigilli rossi, l'esenzione dei dazi e l'uniformità delle misure potrebbero costituire un fattore di crescita.

Sul sito del ministero viene ripetuto che “Parallelamente alla riduzione delle imposte e di altre barriere commerciali, gli standard tedeschi ed europei saranno mantenuti.”

L'Europa perde tempo

Fin ad ora non sono state svolte molte ricerche riguardo i potenziali effetti del TTIP sull'agricoltura, eppure la maggior parte ha una visione pessimista per il futuro degli agricoltori europei.

Uno studio condotto dal Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, che prende in considerazione tre possibili scenari conclude che, alla fine, saranno gli agricoltori americani a trarne profitto.

Un altro studio condotto nel 2014 per conto del Parlamento Europeo è giunto ad una conclusione simile: come risultato del TTIP, il valore dell'agricoltura nell'Unione Europea diminuirebbe dello 0,5% e aumenterebbe dello 0.4% oltreoceano.
Peter Pascher controbatte affermando che tutte le analisi sono state svolte prima del negoziato e della stesura finale del TTIP, quindi sulla base di ipotesi, ed invita i critici ad aspettare di vedere i risultati.

Dario Sarmdi

Fonte: www.counterpunch.org

Link: http://www.counterpunch.org/2016/01/19/ ... riculture/


Io lo ripeto.... vogliamo sconfiggerli e liberarci del loro giogo? Facciamoci tutti un bell'orto...

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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 01/02/2016, 10:19 
Atlanticus81 ha scritto:
Io lo ripeto.... vogliamo sconfiggerli e liberarci del loro giogo? Facciamoci tutti un bell'orto...


Ok, ma scendendo sul pratico, quanti mq. di terra ci vogliono per il sostentamento di una famiglia di 4 persone?



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 01/02/2016, 10:39 
zakmck ha scritto:
Atlanticus81 ha scritto:
Io lo ripeto.... vogliamo sconfiggerli e liberarci del loro giogo? Facciamoci tutti un bell'orto...


Ok, ma scendendo sul pratico, quanti mq. di terra ci vogliono per il sostentamento di una famiglia di 4 persone?


La quantità di terreno necessario per la sostenibilità di 10 persone dipende dalla qualità della progettazione, tipo terreno, condizioni climatiche.. e anche dal tipo di alimentazione delle persone. Importante è anche la capacità di conservare e scambiare cibi con altre persone.

Da quanto ho appreso da un inizio di approfondimento di permacultura, nelle migliori delle ipotesi, per la sostenibilità di un gruppo di 15 persone possono essere sufficienti anche soltanto 200mq di terreno.

Girovagando in rete ho trovato l'interessante esperienza di Devis Bonanni, alias "Pecoranera", un ragazzo di 23 anni che ha lasciato il lavoro per dedicarsi alla vita "frugale". Questo ciò che scrive lui, a seguito di qualche anno di esperienza "sul campo":

Quanta terra serve per nutrire una persona? Non c’è una
risposta unica a questa domanda perché i fattori in gioco
sono tanti: consumo o meno di carne e/o prodotti di origine
animale, agricoltura convenzionale o biologica, latitudine e
altimetria delle coltivazioni, qualità del terreno etc.
Per quanto riguarda la mia personale esperienza di
contadino questo è quanto farei se mi venisse chiesto di
ricominciare da zero un esperimento di autosufficienza per
tre quarti delle calorie necessarie.
Seminerei 150 mq a mais calcolando, nella peggiore delle
ipotesi, di ricavarne 60 kg di farina, sufficienti a mangiare
polenta per un anno intero. Nella dieta il mais fornirebbe
almeno 600 calorie giornaliere.
Pari superficie destinerei alla patata, scommetto di poter
ricavare almeno un chilogrammo di tuberi per metro
quadro e quindi, sempre secondo calcoli che tengono conto
della percentuale edibile del prodotto, questa coltura
fornirebbe 350 calorie giornaliere.
Per le proteine, e per una buona consociazione delle
colture, servono i legumi. Per semplicità faccio riferimento
ai fagioli che coltivo in grande quantità e sui quali posso
dire la mia. Supponendo di consumare 35-40 kg di fagioli
secchi all’anno abbiamo circa 350 calorie giornaliere dai
legumi. Approssimando per difetto, la superficie necessaria
a soddisfare questa necessità è di circa 150 metri quadrati.
La base dell’alimentazione dovrebbe essere quindi
garantita da circa 450 metri quadri di campi.


Di testimonianze e di persone che ci hanno provato riuscendoci ce ne sono diverse e sto appunto realizzando uno spin-off del gruppo facebook "Il Salotto di Atlanticus" per realizzare uno spazio di condivisione/divulgazione proprio su queste tematiche e iniziative volto a promuovere e presentare azioni di emancipazione dal sistema di delega (in questo caso alimentare) che abbiamo concesso ai nostri "padroni".

Ovvio zakmck, in una ottica più ampia tutto questo non può esimersi dall'applicazione dei concetti e dei valori vicini alla decrescita felice e all'economia del dono, altrimenti alla prima grandinata sono ca**i amari...

Per non andare off-topic suggerisco di continuare il discorso nel thread "Rinascita Sociale Globale"



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MessaggioInviato: 01/02/2016, 11:51 
Senza stravolgerci la vita, sarebbe piu semplice comperare direttamente dai contadini e coltivatori, cosi facendo si evita anche la loro estinzione ed i colossi saranno costretti a battere la ritirata.
Che importa se i pomodori nostrani non hanno le dimensioni dettate dagli eurocrati?. sono buoni ugualmente.



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MessaggioInviato: 01/02/2016, 12:09 
Wolframio ha scritto:
Senza stravolgerci la vita, sarebbe piu semplice comperare direttamente dai contadini e coltivatori, cosi facendo si evita anche la loro estinzione ed i colossi saranno costretti a battere la ritirata.
Che importa se i pomodori nostrani non hanno le dimensioni dettate dagli eurocrati?. sono buoni ugualmente.


Il problema è che i piccoli soccombono contro la potenza delle multinazionali e dei colossi dell'agro-alimentare se seguiamo le leggi del mercato.

Poiché non possono permettersi i margini minori che invece, in virtù dei volumi enormi prodotti dalle grandi aziende, sono sufficienti a sostenere le economie interne delle grandi aziende.

A quel punto il mercato stesso e il consumo si orienta, per via dei prezzi diversi, ad annichilire i piccoli.

Provengo da un settore estremamente frammentato dove le acquisizioni di piccole realtà da parte delle grandi aziende era all'ordine del giorno e uno dei pochi volani di crescita delle grandi aziende. Ci vedo molte analogie con il settore dell'agricoltura locale



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 01/02/2016, 13:27 
Wolframio ha scritto:
Senza stravolgerci la vita, sarebbe piu semplice comperare direttamente dai contadini e coltivatori, cosi facendo si evita anche la loro estinzione ed i colossi saranno costretti a battere la ritirata.
Che importa se i pomodori nostrani non hanno le dimensioni dettate dagli eurocrati?. sono buoni ugualmente.


Infatti. bisogna conciare dalle cose concrete.



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 06/02/2016, 11:02 
TTIP vietato diffondere la bozza dell’accordo

image12.jpg


http://alfredodecclesia.blogspot.it/201 ... l?spref=fb

Segnatevi questa data. Oggi, 1 febbraio 2016, viene aperta la prima – probabilmente l’unica – “Leseraum” (Reading Room, Sala di lettura) dedicata al TTIP. Non è un caso che apra in Germania, visto che dei 3.3 milioni di firme raccolte in Europa contro il TTIP, metà arrivano proprio da lì (Italia, non lamentarti poi dell’olio tunisino o dei pomodori marocchini perché questo accordo cambierà molto di più dal punto di vista della nostra alimentazione e non solo). Ma questa Leseraum è una conquista? Sia chiaro, vista la opacità del tema, ogni minima breccia è una Conquista. Ma vediamo insieme a quali condizioni (paradossali ed umilianti) dovranno sottoporsi i rappresentanti del popolo tedesco.
I parlamentari tedeschi potranno accedere (massimo in gruppi di 8) alla sala di lettura per poter consultare i documenti relativi ai negoziati segreti tra USA e UE. La consultazione sarà possibile solo sotto la supervisione del ministro agli affari economici, i parlamentari non potranno avere con sé macchine fotografiche né cellulari, saranno guardati a vista e potranno prendere appunti solo in forma limitata. I computer saranno disconnessi dalla rete. Sono previste sanzioni disciplinari per chi infrangerà le regole.
Come abbiamo detto, ogni passo avanti verso la trasparenza è una conquista. E i tedeschi se la sono conquistata questa sala di lettura, protestando a muso duro contro il TTIP. Tuttavia vorremmo riflettere con voi sulla umiliazione, cui stiamo assistendo, di quella che è l’espressione della volontà popolare tedesca. I parlamentari vengono trattati come nemici, infatti sono addirittura passibili di sanzioni, in caso di divulgazione. Vedete, non si sta discutendo di un accordo commerciale tra la azienda X SpA e l’azienda Y Srl (dimensione commerciale legittima in un libero mercato). Stiamo discutendo di tutto l’impianto normativo di due interi continenti che coinvolgerà aspetti di diritto del lavoro e diritto commerciale. Aspetti che coinvolgeranno gli stessi elettori, i cui rappresentanti vengono trattati con sufficienza, se non ostilità, per poter accedere alle informazioni su come qualche burocrate, lobbysta o rappresentante di élite varie ha deciso di cambiargli la vita. Di cambiare le nostre vite.
fonte http://www.geopoliticalcenter.com/attua ... llaccordo/



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 06/02/2016, 18:57 
Bisogna ricordare che:
tutti gli accordi fatti con gli Americani "bonariamente" a loro favore,in futuro verranno difesi da quest'ultimi con le armi,difficile uscirne!. [:305]


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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 25/02/2016, 12:16 
Bruxelles, l'arrampicata contro il Ttip. Le multinazionali impongono
di fare presto. E l'Ue obbedisce. L'accusa: "Ci portano in un vicolo cieco"


http://www.controlacrisi.org/notizia/Po ... nazionali/

Trenta attivisti si sono incatenati ieri all’ingresso del palazzo in cui si terranno le negoziazioni sul Ttip, mentre alcuni climber hanno aperto sulla facciata dell’edificio a Bruxelles un grande banner che lo raffigura come una strada senza uscita, un vicolo cieco per l’Europa. Per Greenpeace, come per numerose altre sigle della società civile intervenute, il TTIP rappresenta “una minaccia per la democrazia, la protezione dell’ambiente, gli standard di sicurezza sulla salute, le condizioni dei lavoratori, a tutto vantaggio delle multinazionali, a cui verrebbe dato un potere senza precedenti”. Il 27 è previsto il nuovo round di colloquio. Si sta procedendo quindi a tappe forzate. Le multinazionali vogliono evitare che la questioni entri nella fase delle elezioni in Usa. Ciò farebbe slittare il tutto di un altro anno.

“Negoziatori della Commissione Europea e del dipartimento del commercio degli Stati Uniti – spiega Greenpeace – hanno in programma cinque giorni di trattative su un particolare e controverso aspetto del TTIP, che permetterebbe a investitori stranieri di sfidare le norme che difendono cittadini e ambiente, anche per aspetti come il cibo, l’inquinamento chimico e l’energia. Lo schema proposto dalla Commissione – conosciuto come Investment Court System (ICS) – darebbe a una “Corte di Investimenti” priorità rispetto ai Paesi per difendere interessi privati degli investitori.”

Il rischio denunciato da più parti è che attraverso questo sistema le multinazionali siano in grado di fare causa agli Stati, e di vincere, mettendo a rischio l’autonomia di questi nel prendere decisioni in favore dei propri cittadini ma in qualche modo lesive dei profitti delle aziende. Per Greenpeace l’ICS potrebbe infatti “istituire un sistema giudiziario privilegiato che consentirebbe alle multinazionali di bypassare le corti nazionali” e consentire ai suoi giudici, che non verrebbero assegnati a questa corte in via permanente, di potere accettare incarichi dalle aziende private. Viene poi denunciato il rischio che siano violati i principi democratici e il diritto dei governi ad adottare e applicare leggi.

“L’istituzione di una corte speciale a protezione dei profitti delle aziende private è una seria minaccia per la democrazia – dice Andrea Carta, consigliere legale di Greenpeace European Unit – Quanto proposto dalla Commissione sarebbe a tutto svantaggio del commercio locale e minaccerebbe il diritto dei governi di adottare leggi a tutela dei cittadini e contro gli interessi delle multinazionali”.
Il problema che denunciano gli oppositori del TTIP è la rimozione di una serie di barriere non tariffarie che riguardano dunque leggi e regolamentazioni nei diversi settori dell’economia, con normative spesso molto diverse fra Usa e Ue. “Questo accordo non riguarda il commercio, bensì il trasferimento di potere decisionale dalle persone alle grandi multinazionali – afferma Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura Sostenibile e Progetti Speciali di Greenpeace Italia – Quelle che la Commissione europea chiama barriere al commercio sono di fatto misure di sicurezza che tengono lontani OGM e pesticidi dal cibo che mangiamo e le sostanze tossiche dall’aria che respiriamo. Le negoziazioni a porte chiuse di questi giorni vorrebbero indebolire questi standard di sicurezza e massimizzare il profitto delle multinazionali, non importa con quali costi per persone e ambiente. È nostra responsabilità denunciare tutto questo e dare voce ai milioni di persone che si oppongono al TTIP”.



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 02/05/2016, 21:47 
Ttipleaks, i segreti svelati da Greenpeace: meno tutele per l'ambiente e per la salute

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Greenpeace si è lanciata contro il TTIP per denunciarne l'opacità delle negoziazioni che potrebbero danneggiare i cittadini europei. Secondo l'organizzazione, oltre 1 milione di persone non sa assolutamente nulla del trattato che le riguarda. Ma per la Commissione Europea si tratta solo di "fraintendimenti"




TTIP, finalmente la verità sul trattato che rivoluzionerà (in peggio) il mercato europeo

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Le carte che la 'filiale' olandese di Greenpeace ha pubblicato a proposito del TTIP mettono in luce tutti gli elementi più controversi del negoziato, palesando il tentativo di Washington di modificare a proprio vantaggio le regole europee. Ecco tutti i punti dov'è in corso un vero braccio di ferro tra Usa e Ue





Ttip, Europa terra di conquista: Cina e USA pronti all’assalto finale

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Il fututo di questa Europa, con la Cina che gioca con carte truccate e un flusso monetario praticamente infinito, e con gli Usa pronti a qualunque cosa pur di vedere approvato il Ttip




Le vere ragioni del viaggio di Obama in Germania e Regno Unito

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Quello di Barack Obama in Gran Bretagna e Germania non è stato solo un viaggio «di congedo», benché il presidente sia giunto quasi al termine del suo mandato. Ecco cosa c'è dietro all'assist al fronte anti-Brexit e all'esplicito endorsement a Frau Merkel



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 02/05/2016, 22:07 
TTIP, ecco i documenti segreti: è il sabba delle lobby!

Pubblicato 2 maggio 2016


Ecco i documenti segreti sul TTIP rivelati poco fa da Greenpeace Olanda:
TTIP – Documenti segreti marzo 2016[2]
Questi documenti svelano che noi e la società civile avevamo ragione a essere preoccupati: con questi negoziati segreti rischiamo di perdere i progressi acquisiti con grandi sacrifici nella tutela ambientale e nella salute pubblica! [Greenpeace Italia]

Del resto, chiunque abbia l’occhio lungo, poteva capire cosa c’era nel TTIP già dall’analisi dei testi del TPP (Trans Pacific Partnership), il gemello del TTIP che gli USA stanno siglando sul fronte del Pacifico. Io ne avevo scritto qui: “Ecco la condanna a morte che ci attende[3]“.

Se il Glifosato vi sembrava una minaccia grave, in confronto al TTIP sembrerà una passeggiata. Il TTIP è l’instaurazione della lobbycrazia al posto di ogni forma di democrazia residua. Le lobby dei pesticidi si stanno apparecchiando la tavola, e nel menu c’è la tua salute.

Le multinazionali americane stanno tentando di azzerare gli standard di sicurezza alimentare e ambientale previsti dalle nostre normative per colonizzare interi nuovi continenti di consumatori allevati come polli in batteria. E dove credete che si orchestri questa partitura, se non alla Commissione Trilaterale? Sì, quella dove la presidente Rai, Monica Maggioni, ha partecipato come moderatrice (a proposito, ti sei ricordato di firmare la petizione per chiederle di svolgere il suo lavoro di giornalista a capo del servizio pubblico e informare sui lavori che ha diretto, coperti da segreto, dove si discuteva della futura linea politica internazionale dell’Italia? Fallo qui adesso: https://www.change.org/p/monica-maggioni-monica-raccontaci-cosa-avete-detto-alla-trilaterale-di-roma[4]).

E, se posso ancora permettermi di dare un consiglio a Luigi Di Maio, comprendo che il Movimento 5 Stelle abbia l’ambizione di governare questo Paese e che di conseguenza debba dialogare con quanti più gruppi di interesse possibile, ma non va dimenticato che i Cinque Stelle sono nati in segno di forte discontinuità contro un sistema di potere che volevano abbattere e sostituire ex novo. I poteri forti, quelli bancari, quelli delle multinazionali, quelli della finanza, quelli antidemocratici e completamente antitetici ai principi sui quali si è fondato un intero movimento, erano e devono continuare a non essere considerati interlocutori validi. Quindi suggerisco di fare più attenzione ai commensali con cui si pranza, come ad esempio il professor Carlo Secchi[5], bocconiano e presidente della Commissione Trilaterale in Italia, sia per mere questioni di comunicazione che, soprattutto, per il rispetto dello spirito e dei valori del Movimento 5 Stelle, così come era stato pensato, sviluppato e proposto agli italiani. La forma è sostanza e la sostanza è forma: dall’esterno si potrebbe iniziare a non cogliere più la differenza.

Adesso analizzate bene i documenti appena fuoriusciti[6]. E intanto, leggetevi il riassunto che RaiNews fa del pezzo della Reuters (attendiamo con ansia le aperture dei TG e le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali).

------------

Fonte: RaiNews[i][7][/i]
[Il TTIP] appare soprattutto orientato ad abbassare, quando non a smantellare, gli standard attuali e futuri di protezione dell’ambiente e della salute applicati in Europa, e a dare alle lobby industriali e commerciali il diritto di accedere, influenzandoli pesantemente, ai meccanismi di decisione delle norme Ue fin dalle sue fasi preliminari, con un rischio evidente di stravolgimento del gioco democratico. “Una porta aperta per le lobby delle ‘corporation'” secondo Greenpeace, che accusa gli Stati Uniti di un “deliberato tentativo di cambiare il processo decisionale democratico dell’Ue“.
Inoltre, dai “Ttip papers” appare evidente che gli americani sono particolarmente aggressivi e determinati nel loro tentativo di costringere l’Ue a rinunciare al “principio di precauzione” come base per la gestione del rischio nell’approccio normativo riguardo alle politiche di protezione dell’ambiente e della salute, e in particolare per la regolamentazione delle sostanze chimiche, dei pesticidi, degli Organismi geneticamente modificati (che vengono citati nei documenti con il termine “moderne tecnologie in agricoltura” e mai con la loro sigla Ogm) etc.

Per gli Usa, se una sostanza sul mercato presenta un rischio, quel rischio va gestito. Per l’Ue, invece, quella sostanza va evitata, e, quando è possibile, sostituita con una sostanza alternativa meno rischiosa”, ha spiegato il direttore dell’Ufficio europeo di Greenpeace, Jorgo Riss, sottolineando che “il principio di precauzione è iscritto nei Trattati Ue, ma sorprendentemente, non viene citato neanche una volta in queste 248 pagine, come se all’Ue non interessasse difenderlo. Così come – ha notato ancora Riss – non viene mai menzionata neanche la clausola delle ‘Eccezioni generali’ che da quasi 70 anni è presente nei trattati commerciali internazionali (art. XX Gatt/Wto), e che consente agli Stati di decidere restrizioni al commercio ‘per proteggere la vita o la salute umana, degli animali e delle piante’, e per ‘la conservazione delle risorse naturali esauribili'”.

E’ nel capitolo sulle misure sanitarie e fitosanitarie (Sps) che emerge particolarmente evidente il tentativo americano di modificare e influenzare pesantemente i processi decisionali democratici dell’Ue nei settori ambientale, della protezione della salute e della politica dei consumatori (in particolare per quanto riguarda i pesticidi e gli Ogm). I negoziatori di Washington hanno proposto due nuovi articoli nel futuro Trattato transatlantico, rispettivamente su “Scienza e rischio” (art.X.5) e sui “Regolamenti per l’approvazione dei prodotti della moderna tecnologia agricola”, ovvero gli Ogm (art. X.12), che non lasciano dubbi sulle intenzioni Usa.
Innanzi tutto, si chiede di sottoporre tutto il processo di valutazione del rischio nell’Ue a una consultazione pubblica e soprattutto a una discussione serrata con la controparte americana, a cui verrebbe dato il diritto di riaprire le conclusioni delle autorità competenti (come l’Efsa di Parma per la sicurezza alimentare) e di proporre “possibili alternative volte a conseguire un appropriato livello di protezione”. In secondo luogo, alle stesse autorità competenti si richiede di giustificare le loro conclusioni precisando in che modo abbiano “tenuto conto delle pertinenti norme, linee guida e raccomandazioni internazionali riguardanti il rischio in questione”, e delle “tecniche di valutazione del rischio sviluppate dalle pertinenti organizzazioni internazionali” (che sono precisate nell’art.X.22 sulle “definizioni”: si tratta del Codex Alimentarious della Fao per quanto riguarda gli alimenti, della Wto per la salute animale e la Convenzione internazionale per la protezione delle piante per i prodotti fitosanitari).
Le autorità competenti dovrebbero anche specificare tutte le alternative “meno restrittive del commercio” che sono state segnalate durante la consultazione pubblica e fornire giustificazioni per aver scartato quelle alternative. Il Codex Alimentarius è fortemente influenzato dalle ‘corporation’ agroalimentari e chimiche come Nestlé e i produttori di pesticidi (Basf, Monsanto, Bayer, Dupont e Dow), e raccomanda standard spesso molto inferiori a quelli adottati dall’Ue. Ad esempio, sui residui di pesticidi ammessi, gli standard del Codex sono meno rigorosi di quelli europei nel 44% dei casi, con il 40% equivalente e solo il 16% più stringente, secondo dati riferiti da Greenpeace. Gli americani arrivano a pretendere che i governi degli Stati membri dell’Ue giustifichino il loro eventuale voto contro l’approvazione della commercializzazione di prodotti Usa (in particolare gli Ogm), precisando su quali basi e prove scientifiche e quali analisi e dati tecnici si sono basati. Se questa richiesta fosse accettata, ad esempio, i paesi Ue non potrebbero più opporsi alla coltivazione di Ogm sul proprio territorio, adducendo motivi socio-economici come il rifiuto della popolazione o la necessità di evitare contaminazioni delle altre colture. Infine, Greenpace accusa i negoziatori di entrambe le parti di avere totalmente ignorato la protezione del clima e l’accordo internazionale di Parigi scaturito dalla conferenza Onu “Cop 21”, che ha fissato l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura media globale sotto 1,5 gradi centigradi.

http://www.byoblu.com/post/notiziedalwe ... elle-lobby



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 02/05/2016, 23:55 
cioè multinazionali e società (americane)
superiori a stati e nazioni intere..

ma mi pare difficile che una società europea
possa avere la meglio sul governo americano
contro interessi americani..

VASSALLAGGIO PURO..
COLONIALISMO


PAZZESCO..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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