Trump in Israele: "Abbiamo chance di arrivare a pace". Primo presidente Usa in carica al Muro del PiantoDonald Trump è il primo presidente Usa in carica in visita al Muro del Pianto (afp)Il capo della Casa Bianca ribadisce il legame indissolubile tra i due Paesi. Netanyahu: "Mano tesa anche a palestinesi". Iran accusa America: "Fornisce armi a sponsor terrorismo""DURANTE questa visita noi punteremo a una cooperazione sempre maggiore nella lotta al terrorismo e alla sua ideologia malvagia". Così il presidente Usa, Donald Trump, in visita in Israele, ha parlato al suo arrivo. Ricordando le prossime tappe del suo viaggio, l'incontro con papa Francesco e gli alleati della Nato, il capo della Casa Bianca ha detto di avere "davanti una rara opportunità: portare la sicurezza, la stabilita e la pace in questa regione, sconfiggendo il terrorismo e portando un futuro di armonia e pace". Un futuro possibile, ha aggiunto, "solo collaborando...Sono venuto per ribadire il legame che non può essere spezzato tra Stati Uniti e Israele".
Trump in Israele, Stabile: ''Un 'amico' di Netanyahu, con strategia di pace che si scontra con la realtà""Voglia di pace". Poi, durante le dichiarazioni congiunte al termine dell'incontro con il presidente Reuven Rivlin a Gerusalemme, Trump ha aggiunto: "Ho grande fiducia nel fatto che possiamo ottenere grande successo e raggiungere tutti i nostri obiettivi insieme". Quello che è successo con l'Iran, ha proseguito, "ha portato molte altre parti del Medio Oriente verso Israele" e ha sottolineato che in Arabia Saudita ha sentito "davvero buone sensazioni verso Israele". "Questo è molto positivo" ha detto, "ogni chance crea un'opportunità". Il presidente ha poi detto che c'è grande voglia "di pace nel mondo", affermando di credere che israeliani e palestinesi risolveranno il loro conflitto. "I giovani israeliani e palestinesi meritano di crescere al sicuro e di seguire i loro sogni liberi dalla violenza che ha distrutto così tante vite".
A proposito di Iran, il capo della Casa Bianca ha ribadito che "Stati Uniti e Israele possono dichiarare con una sola voce che all'Iran non dovrà mai essere consentito di possedere l'arma nucleare, mai, mai e dovrà cessare di addestrare e finanziare gruppi terroristici e milizie, e cessare immediatamente". "C'è un profondo consenso nel mondo - ha concluso -, incluso nel mondo musulmano". L'Iran "deve smettere il suo letale finanziamento, addestramento ed equipaggiamento di gruppi terroristici e di milizie. Tutto ciò deve cessare immediatamente".
L'impegno del presidente americano era stato ribadito nel corso del viaggio a bordo dell'Air Force One dal segretario di Stato, Rex Tillerson, che aveva sottolineato come Trump sia pronto a investire i suoi sforzi personali per la pace in Medioriente se i leader israeliani e palestinesi sono pronti a impegnarsi seriamente nel processo di pace. Non è in programma, ha aggiunto Tillerson, in questa occasione, un incontro a tre fra Donald Trump, Benjamin Netanyahu e Abu Mazen. Probabilmente l'appuntamento sarà fissato in futuro.
Alle parole di Trump ha risposto il premier israeliano Benjamin Netanyahu: "Israele condivide il suo impegno per la pace e tende la mano ai palestinesi", ha detto, definendo qualla del presidente Usa "una visita storica perché nessun presidente ha mai visitato Israele nel suo primo viaggio all'estero". Netanyahu ha ripreso il discorso fatto da Trump ieri a Riad davanti a cinquanta leader musulmani, ai quali ha chiesto di fare la loro parte nella lotta al terrorismo e agli estremismi: "Israele ha fatto e fa esattamente questo", ha affermato Netanyahu, descrivendo "uno stato moderno, dinamico e democratico", che "garantisce i diritti di tutti" e difende i cristiani e i musulmani come difende gli ebrei.
Netanyahu ha poi auspicato che "un giorno un premier israeliano possa volare da Tel Aviv a Riad in un viaggio di pace", come Trump ha volato dalla capitale saudita alla città israeliana. "Credo che la notevole alleanza con gli Usa diventerà ancora più grande e ancora più forte", ha concluso il capo del governo dello Stato ebraico.
Iran attacca Usa: "Fornisce armi a sponsor terrorismo". Diversa la visione dell'Iran in merito alla prima visita in Medio Oriente del tycoon: il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Qasemi, in riferimento al contratto da 110 miliardi di dollari per la fornitura di armi all'Arabia Saudita, firmato alcuni giorni fa da Trump, ha riferito che Teheran ha chiesto agli Stati Uniti di "smettere di fornire armi ai principali sponsor del terrorismo".
Qasemi ha invitato Washington ad "abbandonare la politica di scontro, l'iranofobia e la pericolosa vendita di armi". "Sfortunatamente - ha continuato - con le politiche ostili e aggressive degli americani, stiamo assistendo a un rinnovato rafforzamento dei gruppi terroristici nella regione e a una cattiva analisi in merito alle dittature che sostengono questi gruppi".
"Mai pronunciato Israele con russi". Nel pomeriggio, a margine dell'incontro con Benyamin Netanyahu, ai giornalisti che facevano domande, il presidente Usa ha affermato: "Non menzionai la parola o il nome di Israele", con riferimento all'incontro nello Studio Ovale lo scorso 10 maggio con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e l'ambasciatore russo a Mosca, in cui il presidente Usa condivise informazioni classificate circa la minaccia dell'Isis.
Primo presidente Usa in carica al Muro del pianto. È arrivato al Muro del Pianto con il testa una kippah, il copricapo religioso ebraico: Donald Trump ha fatto visita al luogo più sacro dell'ebraismo, assieme alla moglie Melania. Il capo della Casa Bianca è il primo presidente americano in carica a recarsi al Muro del Pianto, a Gerusalemme Est. Finora i rappresentanti Usa e Ue avevano evitato questo itinerario per il significato politico che ha, dal momento che si trova a Gerusalemme Est, occupata da Israele nella Guerra dei sei giorni del 1967, annessa nel 1980 con la condanna dell'Onu e che i palestinesi rivendicano come capitale del loro futuro Stato.
Gli Stati Uniti non riconoscono Gerusalemme come capitale di Israele, anche se Trump aveva promesso di farlo, durante la campagna elettorale. La sua volontà di far ripartire i negoziati tra israeliani e palestinesi, però, lo ha spinto a rimandare la decisione su Gerusalemme capitale e sullo spostamento dell'ambasciata statunitense da Tel Aviv.
Prima del Muro, Trump è stato alla Basilica del Santo sepolcro, dove secondo la tradizione cristiana avvennero crocifissione, seppellimento e risurrezione di Gesù: qui la visita è avvenuta circondato da rappresentanti della chiesa greco-ortodossa, armena e cattolica. Il presidente Usa, la moglie Melania, la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner sono arrivati alla basilica dopo le 15.30 ora locale, le 14.30 ora italiana, camminando a piedi attraverso le stradine del souk scortati da religiosi vestiti con abiti da cerimonia. Poi il gruppo si è spostato al Muro del pianto, a pochi metri dal santo sepolcro, accompagnato dal rabbino del Muro, Shmuel Ravinovich.
Dopo l'arrivo, Melania e Ivanka si sono dirette nella parte riservata alle donne. Trump si è avvicinato al Muro, ha appoggiato la mano destra sulle pietre millenarie in meditazione e ha infilato un biglietto di voto come vuole la tradizione. Questa parte della visita, come quella al Santo Sepolcro è considerata privata, quindi senza esponenti politici israeliani. Ingenti le misure di sicurezza: un lungo telo è stato posto davanti la piazza prospiciente il Muro in modo che non si possa vedere oltre.