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Giuseppe Barbaro, cardiologo:
"Anti-infiammatori negati apposta
per imporre vaccino Covid inefficace e dannoso" -
ESCLUSIVA
Giuseppe Barbaro, Responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia di un ospedale di Roma, per Il Giornale d'Italia: "Il terrore genera obbedienza. Chat fra Brusaferro e Speranza sono agghiaccianti, ma solo punta dell'iceberg. Snaturata figura del medico: non indipendente, ma sotto diktat politici"20 Marzo 2023Cardiologo Giuseppe Barbaro su gestione pandemia: "Snaturata figura del medico: non indipendente, ma sotto diktat politici-ESCLUSIVA
Il dott. Giuseppe Barbaro è dirigente medico ospedaliero specialista in medicina interna e in cardiologia. È il Responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia presso un importante ospedale di Roma. L'intervista esclusiva rilasciata a Il Giornale d'Italia.
Si precisa che le dichiarazioni sono rilasciate a titolo personale.
Come commenta le accuse mosse agli indagati, cioè quella di non aver istituito prima i lockdown e non aver aggiornato tempestivamente il piano pandemico?
Si tratta della punta dell’iceberg relativa alla gestione della pandemia. C’era un evidente piano politico di non aggiornare il piano pandemico, nonostante le perplessità del CTS, e di gestire la pandemia mediante la strategia del terrore mediatico. Le chat tra Speranza e Brusaferro dell'ISS sono agghiaccianti e sono la prova di tale strategia.
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Le sembrano adeguate?
Assolutamente no. Ma spero che rappresentino l’inizio di una seria inchiesta che porti alla luce la pessima gestione della pandemia e della campagna vaccinale basate su diktat politici fatti passare come scienza dagli organi consultivi del ministero.
Secondo lei perché non ci si è concentrati sulle mancate autopsie o sulle indicazioni di non curare con antinfiammatori?
Si doveva creare il terrore.
È noto che il terrore genera l’obbedienza da parte delle persone. Le autopsie sono state evitate per evitare che evidenze cliniche ed anatomo-patologiche potessero indirizzare verso l’uso di farmaci efficaci e a basso costo che avrebbero ridotto, come dimostrato dalla letteratura scientifica, una riduzione della pressione ospedaliera del 90%.
È mancata la medicina di territorio con una pressione eccessiva della gestione ospedaliera dell’infezione. Tale pressione, come detto, poteva essere ridotta del 90% con l’impiego domiciliare precoce di farmaci anti-infiammatori a basso costo che, al contrario, sono stati proibiti per applicare il protocollo tachipirina e vigile attesa che è stato responsabile della mancata e tempestiva gestione clinica dell’infezione e della relativa mortalità.
Attualmente, anche sulla base di revisioni accurate della letteratura, l’impiego di tali farmaci era essenziale, ma non è stato consentito, perché si doveva poi imporre il vaccino come unico strumento di prevenzione, sebbene mancassero, per quest’ultimo, studi clinici controllati che ne permettessero l’autorizzazione anche se condizionata.
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Peraltro, questo farmaco non si è dimostrato un vero vaccino, in quanto non garantiva ciò per cui un vaccino è prodotto: prevenire l’infezione e il contagio. Eppure, su questa base, è stato formulato il DL 44/21, divenuto poi legge 76/21, sull’obbligo vaccinale con annullamento dei diritti costituzionali in aperta violazione dell’art. 32 della costituzione.
Le recenti sentenze della Corte Costituzionale sono state scritte per l’esclusivo interesse di salvare i vertici istituzionali dall’accusa di tradimento della Costituzione.
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Infatti, l’art.32 prevede:
1. Non esistono altri farmaci al di fuori di quello che viene ritenuto obbligatorio per legge. Non era vero, perché i farmaci esistevano ed erano efficaci e a basso costo. I medici che non si sono adeguati ai protocolli ministeriali sono stati perseguitati dall’ordine che si è dimostrato sempre più garante e servitore della politica che della dignità e della tutela della professione.
2. Il farmaco è efficace per la prevenzione e il contagio. Non era vero. I vaccinati si contagiano e trasmettono l’infezione al pari dei non vaccinati e la protezione immunitaria, in richiami successivi, diventa addirittura negativa.
3. Il farmaco è sicuro e gli eventi avversi sono lievi, transitori e non invalidanti. Non è vero, perché gli eventi avversi sono spesso gravi e invalidanti e associati anche alla morte del paziente. L’art. 32 specifica che la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana e la morte anche di un singolo individuo non può e non deve giustificare l’interesse collettivo.
Con queste vergognose sentenze, l’essere umano è sacrificabile, per legge, per un interesse collettivo che non viene neanche rispettato per l’inefficacia del farmaco del quale viene imposto l’obbligo (previa richiesta di un consenso che informato non è, in quanto non aggiornato anche sulla base di quanto riportato, nella revisione dei rischi, dal documento EMA di settembre 2022).
Secondo lei è stato risparmiato qualcuno che invece sarebbe dovuto essere indagato?I presidenti degli ordini nazionali delle professioni sanitarie. Si sono mostrati servitori fedeli dei diktat politici preferendo, per interessi personali, obbedire agli ordini del ministero ignorando il loro principale ruolo che è quello di tutelare la professione che rappresentano con una interpretazione prettamente politica del codice deontologico, che di fatto, è stato da loro violato.
Cosa ne pensa delle chat che sono emerse in questi giorni, come ad esempio di quelle fra Brusaferro e Speranza? Lei se lo aspettava o è stata una doccia fredda?
Come detto in precedenza, queste chat (che credo siano la punta dell’iceberg) sono agghiaccianti. In un paese serio, in cui la democrazia e la legge sono rispettate, tutti i responsabili degli organi consultivi del Ministero della Salute si sarebbero dovuti dimettere. Ad eccezione delle dimissioni di Magrini (presidente AIFA), non ci sono stati segnali di discontinuità con il precedente governo e Brusaferro è stato confermato alla presidenza dell’ISS.
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Alle disposizioni governative si sono poi allineati gli ordini delle professioni sanitarie, venendo meno, specialmente per i medici, a quanto stabilito dagli art. 4 (libertà e indipendenza del medico che non deve essere condizionato nella sua attività professionale) e dagli art. 6,13,19 e 48 (sull’aggiornamento scientifico continuo e sull’informazione al paziente dei potenziali rischi di reazione avversa nel caso di somministrazione di farmaci ancora in fase sperimentale e del relativo rapporto rischio/beneficio).
Vi era una regia internazionale cui i nostri politici dovevano adeguarsi ed obbedire fino a violare, apertamente, le leggi e i diritti stabiliti dalla nostra Costituzione. L’aspetto più sconfortante è rappresentato dalla cieca obbedienza a questi diktat politici da parte dei medici che avrebbero dovuto reagire e far capire agli organi governativi gli errori che la politica, per interessi prevalentemente finanziari, stava compiendo non certo in funzione della tutela della salute, della vita e della qualità di vita dei cittadini. La politica ha preteso che la figura del medico fosse snaturata nelle sue finalità etiche per farlo divenire complice di un palese crimine contro l’umanità.
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Chi è dott. Giuseppe Barbaro, medico responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia
Il Dott. Giuseppe Barbaro è specialista in Medicina Interna e in Cardiologia. È specializzato nello studio delle complicanze cardiovascolari associate a malattie virali (es. HIV) ed alle complicanze della terapia antiretrovirale (HAART). Inoltre, è specializzato nella valutazione di marker di adiposità viscerale cardiaca, mediante la determinazione ecocardiografica dello spessore del tessuto adiposo epicardico nei soggetti con lipodistrofia da farmaci antiretrovirali e in quelli affetti da obesità e sindrome metabolica. È autore di più di 200 pubblicazioni scientifiche e di quattro libri sulle complicanze cardiovascolari della malattia da HIV (h index=56).
Attualmente è il Responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia presso l'Azienda Ospedaliera Umberto I, il Policlinico di Roma - La Sapienza.
L'intervista è stata rilasciata a titolo personale.