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 Oggetto del messaggio: Medicina & Omerta'
MessaggioInviato: 27/01/2010, 09:32 
MEDICINA & OMERTA’

Mentre la convenzione americana per i diritti dell’uomo difende la vita fin dal concepimento (art. 4), la convenzione europea non indica il momento iniziale della vita; la commissione europea ha affermato che l’espressione persona, di cui all’art. 2, non può applicarsi al nascituro. La corte dei diritti europea ha escluso che il diritto alla vita, di cui all’art. 2 della convenzione, contenga anche il diritto alla decisione di morire; In Italia la legge 40 del 2004, come forma di tutela del feto, conferisce la personalità giuridica al nascituro; questa confusione legislativa può favorire interpretazioni e comportamenti contrastanti e favorire gli abusi.
Grazie alle cellule staminali, in un embrione di pochi giorni già esistono tutte le informazioni per il differenziamento degli organi; a tre settimane cominciano a differenziarsi sistema nervoso, scheletro, muscoli, polmoni e intestino. Alla quarta settimana l’embrione è perfetto, con abbozzi di gambe, braccia e occhi, il cuore comincia a battere e pompa il sangue, il sistema nervoso ha neuroni, sinapsi e dentriti; nell’embrione, lo scambio d’informazioni avviene per via elettrochimica.
Tra la quarta e quinta settimana si formano fegato, genitali e stomaco, alla settima settimana si definiscono arti e corteccia cerebrale, dove ha sede la coscienza e la consapevolezza; alla fine della settima settimana si sviluppa l’istinto alla suzione, all’ottava settimana appaiono le gemme dei dentini, parte della cartilagine si trasforma in ossa, si apre la bocca e si differenziano i sessi.
Allo scadere della nona settimana sono evidenziate le dita delle mani e dei piedi, appare una bozza di palpebre e l’embrione si trasforma in feto; a dieci settimane sa deglutire, alla dodici settimane si aprono i suoi occhi; sono passati 84 giorni, siamo ancora dentro i 90 giorni per l’aborto libero in Italia. Tra le nove e le dieci settimane di gestazione si compie la maggior parte degli aborti, durante i quali il feto è aspirato o estratto a pezzi, nel primo trimestre si usa prevalentemente l’aspirazione. Per l’aborto si usano anche appositi farmaci o altre tecniche.
Un tipo di aborto tardivo applicato in Usa, tra quinto e sesto mese di gestazione, cioè quando la vita della madre è in pericolo di vita, in pratica anche quando è ansiosa o a problemi finanziari, si pratica tirando i piedi del feto in fuori, perforando il suo cranio con una sonda, aspirando il cervello e poi estraendo tutto.
In Italia la legge 194 del 1978 prevede l’aborto libero entro i 90 giorni dal concepimento e dopo quel limite quando è in pericolo la salute della madre o in caso di malformazione del feto; però la data del concepimento è difficile da stabilire con esattezza, nel mondo l’aborto è considerato ancora una pratica contraccettivi ed esiste ancora quello illegale; in Italia le minorenni senza consenso del genitore, per abortire chiedono l’autorizzazione al giudice.
In Italia la costituzione, all’articolo 1, riconosce il valore sociale della maternità, però, diversamente dalla Francia, lo stato non fornisce né aiuti economici né assistenza alle madri, per incoraggiarle a non abortire. La pillola del giorno dopo o Ru 486, va assunta dopo il rapporto sessuale, l’assunzione entro le prime 24 ore riduce di molto la possibilità della gravidanza; in Italia si vende su ricetta medica in farmacia, mentre in Francia è distribuita gratuitamente nelle scuole.
Questa pillola è attiva fino a cinquanta giorni dal concepimento, impedendo la maturazione dell’embrione. I consultori, nati con una legge del 1975, non provvedono all’informazione della donna, le donne vi si rivolgono per ottenere l’interruzione volontaria della gravidanza soltanto per un terzo; i consultori sono pochi, mancano di personale, hanno un ridotto orario d’apertura. Un ginecologo vi rilascia un certificato per l’aborto in ospedale; intanto aumenta il numero di obiettori tra medici, anestesisti e paramedici, in media arriva al 50%.
L’obiezione prima esisteva per il servizio militare, ora per l’aborto, ma non esiste per il prelievo d’organi da trapiantare; la flessione degli aborti denunciati, non tiene conto degli aborti clandestini che però erano più numerosi prima della legge dell’aborto. Cliniche private praticano aborti clandestini a 1500 euro, a volte fatti anche negli studi privati, poi ci sono le vecchie mammone di una volta.
Oggi in Europa un terzo delle gravidanze finisce ancora in aborto, in Europa dell’est si arriva ad un numero d’aborti pari ai nati, in Cina e India si abortiscono le femmine; con l’ecografia prenatale si determina il sesso del feto; pare che le leggi non servano a contrastare l’aborto clandestino, in media nel mondo gli aborti sono 1/3 delle gravidanze. In Svezia la legge autorizza ad abortire quando il sesso del nascituro non è quello desiderato, tra le abortiste, vi sono donne minorenni e donne sposate.
I feti smaltiti sono eliminati negli inceneritori, assieme agli altri rifiuti ospedalieri, in Campania frammenti di feti sono stati trovati in discarica; un decreto presidenziale del 1990 prevede la possibilità di dare sepoltura ai feti di più di venti settimane, ma solo poche città hanno reparti nei cimiteri adibiti allo scopo; le strutture sanitarie che praticano aborti non tengono registri sui feti smaltiti.
In Svizzera, in forni crematori speciali, possono essere smaltiti solo placente, feti e parti del corpo umano che, per rispetto, non sono chiamati rifiuti speciali e non sono mescolati ad altri rifiuti. In Cina i feti e le placente sono commercializzati e mangiati, è una tradizione della medicina cinese, sono ritenuti ricostituenti e curativi, in Cina i feti sono usati per produrre medicinali.
Per le cure estetiche, la Cina fornisce all’occidente collagene prelevato dai feti e dai condannati a morte, in Ucraina si fa traffico di feti da utilizzare in farmacologia e cosmetica e per preparare elisir di lunga vita, vi si fa mercato di organi umani. In Russia scompaiono bambini neonati sani dagli ospedali, gruppi criminali fanno traffico di feti abortiti, pagati alle madri e poi venduti alle cliniche estetiche; scienziati e ricercatori trattano con questi criminali.
Ai feti vengono estratte le staminali totipotenti e vendute ai ricchi che vogliono ringiovanire, per questi trattamenti, l’Ucraina è un serbatoio di feti per le organizzazioni criminali, le quali garantiscono che i tessuti fetali guariscono tiroide e milza. Tra i loro clienti c’è l’istituto di medicina rigenerativa delle Barbados e la clinica Medra della Repubblica Dominicana, che promettono il ringiovanimento mediante l’iniezione di cellule staminali embrionali, il rifornimento di feti avviene anche in Georgia.
Nei tumori la frenesia riproduttiva genera dei mostri, le cellule tumorali sono cellule indifferenziate mutate, queste cellule sono state trattate in laboratorio con estratti d’embrione ed hanno rallentato la loro crescita; perciò la somministrazione di fattori embrionali di differenziazione può servire a curare le neoplasie; estratti di utero gravido e d’embrione inibiscono la crescita di cellule del cancro.
Pare che gli invertebrati non si ammalano di cancro, mentre i tumori sono apparsi con i vertebrati, il cancro si è sviluppato con l’evoluzione del loro cervello, perché il sistema nervoso dei vertebrati è meno stabile di quello degli invertebrati; un tipo di tumore, il teratocarcinoma, ospita al suo interno i tessuti dell’embrione, forse è un tentativo sbagliato di gravidanza autonoma o partenogenesi.
Per ottenere lo sviluppo di questo tumore, basta trapiantare nell’addome di un topo una blastocisti, questo tumore si localizza anche nel testicolo, dove presenta abbozzi embrionali; le cellule pluripotenti dei blastocisti, cioè il primo prodotto del concepimento, possono differenziarsi in varie direzioni. L’embrione rappresenta la vita e il tumore la morte, probabilmente i vertebrati sono soggetti ai tumori perché soggetti a mutazioni; la variabilità delle caratteristiche dei nati si ha per via sessuata, con la formazione dello zigote, come prodotto di fusione dei gameti maschili e femminili.
Le cellule staminali, dopo l’unione tra ovolo e spermatozoo, formano la blastocisti, primo nucleo dell’embrione, queste cellule sono presenti nell’embrione, nel feto e negli adulti, presiedono al ricambio cellulare dei diversi organi e rigenerano i tessuti; utilizzando cellule staminali adulte si potrà ridurre il relativo prelievo da embrioni. In Italia la legge 40 del 2004 vieta l’utilizzo di embrioni a fini di ricerca, come le tecniche di manipolazione del patrimonio genetico umano.
Le cellule tumorali sembrano non morire e si riproducono incessantemente, anche fuori del corpo, come gli organismi unicellulari, perciò sono usate per coltivare virus e batteri in laboratorio. La morte cellulare o apoptosi avviene nei tessuti degli organismi pluricellulari, regola lo sviluppo dell’organismo e la morte programmata delle cellule, con l’apoptosi, le cellule sono capaci di autodistruggersi.
Con la morte, la cellula si divide in vescicole che poi, nel processo chiamato fagocitosi, sono inghiottite dalle cellule sane circostanti; le cellule, morendo, permettono ad altre giovani di farsi avanti, il ricambio incessante che ne deriva è detto omeostasi. Pare che l’alterazione del tasso di mortalità cellulare sia alla base del cancro, l’invecchiamento dell’organismo è dovuto al rallentato processo dell’apoptosi; poiché l’autoeliminazione delle cellule malate è la migliore difesa in caso d’infezione e d’aggressione da sostanze tossiche, forse la maggior parte delle malattie deriva dal blocco del suicidio cellulare.
Lo sviluppo dell’embrione o embriogenesi e quello dello sviluppo del tumore sono simili; grazie all’apoptosi, durante la gestazione, scompaiono forme primitive embrionali, facendo scomparire cellule a vantaggio di altre, l’embriogenesi studia l’evoluzione dell’embrione. La trasformazione della cellula da uovo fecondato ad embrione e poi a feto, ripercorre le tappe dell’evoluzione della specie umana.
Il CNR di Milano ha accertato che anche nelle neoplasie o tumori esistono cellule staminali, le cellule tumorali sono generate da un piccolo numero di cellule stabili che non si evolvono; se, con le manipolazioni, sono messe in grado di differenziarsi, possono generare un tessuto, combattono gli agenti tossici esterni e sono protette dalla morte programmata.
Gli inglesi hanno affermato che l’embrione è un essere preumano, ritengono che, per ragioni etiche, solo prima del 14 giorno dal concepimento può essere utilizzato in laboratorio dopo no, perché dopo si forma la cresta neurale, assume caratteristiche umane e perciò andrebbe rispettato, perché ineluttabilmente, quell’uovo fecondato è destinato a divenire un essere umano.
Poiché l’aborto, legale o illegale, è sempre esistito e sempre esisterà e, d’altra parte, la popolazione umana non si sta estinguendo, ma aumenta sempre più, è inutile criticare o punire l’aborto, però, se si vuole limitarlo, bisogna pubblicizzare e regalare contraccettivi e pillole del giorno dopo; su questo tema bisogna fare informazione da parte dello stato, il quale deve aiutare le famiglie povere e quelle numerose e aiutare le ragazze madri; tutte cose che in Italia lo stato non fa perché preferisce limitarsi a riscuotere le imposte e colpevolizzare chi abortisce.
Per quanto sopra detto, io sostengo l’aborto, ma non sono un avvocato di parte o un militante di partito, che deve dire solo la metà dei fatti, perciò ho ritenuto doveroso riportare quanto scritto sull’aborto; invece per i veri militanti di partito questo non si deve fare, perché così si porta acqua al mulino degli antiaboristi.
Il giornalismo vero dovrebbe far conoscere ciò che l’élite non vuole che si sappia, il resto è propaganda; purtroppo giornali, storici, avvocati e politici raccontano solo metà della storia, perché sono legati ad un partito. Chi si esprime come me, dai militanti di partito è definito qualunquista, perché faccio di tutta l’erba un fascio, mentre i militanti distinguono il partito del bene da quello del male, cioè hanno un loro credo religioso o politico; poiché questi uomini di fede sono tanti, si può legittimamente ritenere che l’uomo sia un animale religioso.
Ci sono stati casi di donne in condizone di morte cerebrale o coma profondo o irreversibile, destinate all’espianto d’organi, che hanno partorito e poi si sono sopravvissute madre e figlio. Sempre in tema di coma profondo, il cervello esplode con l’aneurisma o emorragia cerebrale, spesso determinato da trauma, in questo caso, senza drenaggio del sangue si cade nella morte cerebrale.
Negli espianti la morte cerebrale è il presupposto per l’espianto legittimo; con la morte cerebrale si ha un cervello morto in un corpo vivo, i criteri per diagnosticare la morte cerebrale variano da paese a paese; il paziente vivo ma in coma o morte cerebrale e posto sotto ventilazione o respirazione meccanica artificiale, poi legalmente, per procedere agli espianti, è parificato convenzionalmente al morto per arresto cardiocircolatorio e respiratorio, che invece è un vero cadavere.
La morte cerebrale è nata nel 1968 con i primi trapianti di cuore di Christian Barnard, che diede vita all’era del trapianto-espianto, perché da parte del donatore è richiesto un cuore pulsante e una temperatura normale, altrimenti gli organi deperiscono, perciò si utilizza un cervello apparentemente morto in un corpo vivo.
La morte cardiaca è la morte per i profani dalla quale nascono solo cadaveri, la morte cerebrale è la morte per i medici o morte clinica, l’accertamento della morte cerebrale richiede un esame strumentale. Sull’onda della sollecitazioni dell’ambiente sanitario, in Italia la legge 578/93, all’articolo 1, recita che la morte s’identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo; questa legge fu voluta la ministro della sanità Francesco De Lorenzo, sostenitore dei trapianti, condannato per corruzione e tangenti.
E’ difficile credere che un uomo è morto quando il cuore batte, suda e urina o quando una donna porta avanti una gravidanza e partorisce. Dal 1985 Nerina Negrello guida la lega nazionale contro la predazione degli organi, afferma che del cervello non si conosce la funzione endocrino-ipotalamica la quale persiste, perciò, il coma profondo non è morte irreversibile, perché non cessano tutte le funzioni dell’encefalo.
In molti pazienti in morte cerebrale si conserva la funzione endocrino-ipotalamica e l’attività elettrica cerebrale, alcuni di loro reagiscono agli stimoli, sono vivi anche dal punto di vista del sistema nervoso centrale. L’elettroencefalogramma piatto non è veramente piatto, ma d’ampiezza inferiore al 5% del valore normale; a volte, anche adulti ansiosi e neonati possono presentare un elettroencefalogramma piatto.
Se è vero che i neuroni cominciano a morire per mancanza d’ossigeno quando cessa il battito cardiaco, la sopravvivenza complessiva di tutti i neuroni cerebrali dura parecchie ore; inoltre, contrariamente a ciò che si sosteneva fino a poco tempo fa, anche il cervello umano ha potenzialità di autorinnovamento dei neuroni persi. L’ipotalamo conserva la capacità di generare neuroni per tutta la vita, è a causa degli espianti che spesso si rinuncia alla rianimazione di tanti morti presunti, la loro rianimazione si potrebbe fare anche con la ipotermia cerebrale controllata.
Certi trattamenti di sopravvivenza si applicano solo a ricchi e celebrità, gli altri sono abbandonati e destinati agli espianti, la legge non prevede nemmeno l’obiezione di coscienza per i medici addetti al settore, come per gli aborti; per procedere all’espianto, i morti cerebrali sono tenuti sotto ventilazione, però non sono cadaveri, perché hanno ancora funzioni cardiorespiratorie; comunque, per il DPR 285/90 il cadavere è quello privo contemporaneamente di funzione cardiaca e cerebrale, la confusione legislativa continua.
Poiché si conosce solo il 10% delle funzioni del cervello e l’ipotalamo ha il 10% delle funzioni complessive, non si può conoscere la cessazione irreversibile di tutte le funzioni del cervello, come pretenderebbe la legge 578/93; il coma irreversibile è stato inventato per favorire i trapianti e mettere i medici al riparo di denuncie per omicidio. Si sa che ai comatosi permangono residui funzionali di circolazione sanguigna intracranica, per affrettarsi all’espianto, la relativa indagine non è eseguita e si rinuncia a recuperare il traumatizzato cranico.
La morte cerebrale è una finzione per il saccheggio del corpo di un vivente; certificata la morte dai clinici, il donatore non è più assistito; con la morte cerebrale o morte clinica, i medici, secondo i loro protocolli, annunciano il decesso e propongono gli espianti ai familiari. La morte cerebrale è dichiarata entro 48 ore dal ricovero in rianimazione di un paziente comatoso, in genere un traumatizzato cranico o uno con grave emorragia cerebrale ed ematoma, in questo caso s’interrompono le terapie.
Il drenaggio di sangue sarebbe necessario per decomprimere il cervello, far ricomparire la coscienza e far uscire il paziente dal coma; l’emorragia, premendo sulla corteccia, fa scomparire la coscienza e fa entrare il paziente in coma; in questi casi, i medici sono interessati più a salvare gli organi che il paziente con emorragia cerebrale.
Per accertare la morte cerebrale, oltre all’elettroencefalogramma, si esegue il test dell’apnea, che prevede l’intubamento del paziente e la ventilazione o respirazione automatica, però, se il paziente respira da solo, il test dell’apnea è controindicato e può portare alla morte cerebrale; il test si effettua sospendendo la ventilazione, però, se si verifica per conseguenza l’arresto del respiro, si provoca una diminuzione dell’ossigenazione del cervello e poi la morte cerebrale.
La morte cerebrale andrebbe meglio chiamata sospensione cerebrale, infatti, quando si arriva all’espianto, poiché il paziente reagisce all’incisione chirurgica con movimenti del corpo, degli arti, con aumento del battito cardiaco e della pressione arteriosa, come fosse cosciente ma in balia dei medici, si rende necessario l’utilizzo di farmaci paralizzanti e d’anestetici; con l’espianto interviene la vera morte, comunemente intesa. Se il cuore batte, non c’è modo di accertare la morte cerebrale, cervelli esaminati, durante l’autopsia d’individui dichiarati in morte cerebrale, sono apparsi normali.
Per accertare la morte cerebrale si usa l’elettroencefalogramma, soprattutto quando manca coscienza e respirazione spontanea, la legge italiana afferma che c’è vita quando l’attività elettrica del cervello è superiore a due microvolts, però l’emorragia può attenuare il segnale della macchina. Questi organi sono espiantati da moribondi, con parte del cervello funzionante, cuore battente e sangue circolante, anche se con respirazione artificiale; gli anestetici per il prelievo non si danno ai cadaveri, inoltre, l’aumento della pressione indica una sofferenza fisica.
Il cervello è anche una centralina automatica che regola il cambiamento di marcia e la messa a punto anche del cuore, compensando disfunzioni e modificando, secondo le circostanze, la pressione ed il battito cardiaco; inoltre le reazioni d’individui soggetti ad espianto sembrano reazioni d’individui paralizzati ma che sentono e soffrono, quasi fossero dei morti apparenti. Secondo la legge, individui in morte cerebrale ed a cuore battente, se non espiantati, non potrebbero essere messi in obitorio, inceneriti o tumulati, semplicemente perché sono ancora vivi.
Chi è nel registro dei donatori ed ha uno speciale tesserino allo scopo, è stato raggirato perché ha disposto dei suoi organi “post mortem” cioè dopo la morte, quindi il loro impegno non dovrebbe essere ritenuto valido; infatti, nel mondo sono stati riportati in vita individui in morte cerebrale e coma irreversibile; oggi le persone da espiantare sono tenute in vita con la respirazione artificiale.
I genitori del paziente traumatizzato sono indotti a donare gli organi grazie a false informazioni dei medici che parlano di coma irreversibile, affermano che non vogliono un figlio ridotto a vegetale e perciò autorizzano l’espianto; però è accaduto che alcuni di questi presunti morti abbiano riaperto gli occhi e recuperano le loro funzioni, ci sono persone che si sono svegliate dallo stato vegetativo dopo anni.
A volte anche i morti per arresto cardiaco si riprendono, a parte i casi di morte apparente, si cerca di rianimarli per potere prelevare i loro organi, ma poi questi resuscitano; la morte apparente spesso colpisce gli infartuati, in questo caso una circolazione sublimale residua ancora persiste e manda ossigeno al cervello, poi il cuore spesso si riprende; purtroppo, l’elettroencefalogramma non rileva questa evoluzione e, nella fretta di spiantare, i pazienti sono uccisi. Per coprire i medici su certe morti sospette in ospedale, le autopsie sono falsate.
I medici sollecitano la donazione d’organi di persone vive per salvare altre vite, alcune diagnosi frettolose sono strumentali al prelievo d’organi. Esiste un’organizzazione, la North Italian Transplant di Milano, presieduta da Girolamo Sirchia, ex ministro della sanità, che fa arrivare in altri paesi e in altre regioni gli organi dall’Italia. Il coma è accertato anche con la Tac, il traumatizzato, portato in rianimazione è sottoposto a ventilazione artificiale e si chiede ai parenti l’espianto, in quel frangente, i medici, come fanno i burocrati, fanno firmare ai parenti un documento, senza dare troppe spiegazioni.
Dopo il prelievo, gli organi sono raffreddati in una soluzione, messi in un contenitore ghiacciato e trasportati in un altro ospedale per il trapianto, il tutto in tempi veloci. Come i furti e la tortura, gli espianti sono fatti di notte, alcuni pazienti, durante l’espianto, hanno aperto gli occhi, forse erano coscienti. Il 14.10.2006 la Fondazione Umberto Veronesi ha reclamizzato un facsimile di testamento biologico con l’autorizzazione all’espianto d’organi, utilizzando l’ambiguo temine “post mortem”, Veronesi intendeva favorire gli espianti contro le resistenze dei familiari che, all’atto pratico, spesso si oppongono, la sua iniziativa era appoggiata dal ministro della Sanità Livia Turco.
La legge italiana già prevede l’utilizzo di cadaveri a scopo di studio, la novità riguardava i presunti morti in coma profondo e sotto ventilazione, il progetto di Veronesi voleva usare i pazienti in morte cerebrale per espianti e sperimentazioni; a tale scopo Veronese chiese anche lasciti economici per la sua Fondazione, era sostenuto da un comitato di sostegno fatto dai maggiori VIP italiani, più premi nobel
L’oncologo Umberto Veronesi è legato all’alta finanza, è stato ministro della sanità per la sinistra ma è anche legato a Berlusconi, nel 1994, insieme ad Enrico Cuccia, fondò l’Istituto Europeo di Oncologia; Veronesi sa scegliere i suoi partner è ben ammanicato. Nel 2000 un decreto del ministro della sanità aveva introdotto il silenzio assenso per l’espianto (in Inghilterra Gordon Brown lo ha proposto nel 2008), dal 2001 il Consiglio Superiore della Sanità ha autorizzato il trapianto di fegato per 16 centri autorizzati, però, per prudenza, nel provvedimento non si parla di morte cerebrale; nel 2006 Veronesi ha proposto la schedatura dei donatori muniti di tesserino
La legge prevede lo smantellamento dei reparti autorizzati dal ministero che fatto pochi trapianti, il che serve ad incentivare queste operazioni; in alcune aziende ospedaliere della Campania, medici e anestesisti che segnalano donatori ricevono degli incentivi, assieme ai membri delle commissioni mediche che accertano la morte cerebrale.
I centri regionali per i trapianti, creati nel 1999 con una legge, sono sottoutilizzati e perciò temono la revoca dell’autorizzazione, con perdita di primari, personale e carriere; le strutture totali per i trapianti sono 114, specializzate per rene, fegato, cuore, pancreas, polmone e intestino, metà di esse lavorano a scartamento ridotto, cioè sotto la media, soprattutto nel sud.
Nel Lazio per il rene esistono cinque centri trapianto, a Parigi uno solo, le strutture che fanno pochi trapianti fanno poca formazione, sono poco sicure e antieconomiche, hanno mortalità più alta, però servono ai politici per farsi propaganda e per favorire clientele mediche. I centri sono giudicati anche in base alla sopravvivenza dei pazienti, per gli espianti si ricorre anche alle pratiche di Marketing; per incentivare le donazioni, i medici devono saper convincere i familiari delle persone in coma, perciò sono assidui nei reparti di terapia intensiva.
All’ospedale Cardarelli di Napoli esistono due centri per il trapianto di fegato, uno fa capo al PDL e uno al PD, il primo, diretto da Oreste Cuomo, ha 57 persone, il secondo, diretto da Fulvio Calice, ha 31 persone, questo è legato a Bassolino; Calice presiede un Alto Comitato Regionale per i Trapianti, del quale fa parte anche Cuomo che, per favorire la donazione d’organi, ha stampato 30000 copie di un opuscolo destinato alle scuole.
Malgrado questi sforzi, in Italia e in Europa queste donazioni d’organi paiono diminuire, l’opposizione alla donazione è cresciuta dappertutto, nel sud d’Italia invece la cultura degli espianti comincia a fare proseliti, perciò Veronesi vi ha posto la sua attenzione. Nel 2006, con 23 donazioni per milione d’abitanti, l’Italia era il secondo paese in Europa; comunque in Italia, solo una persona su tre riuscirà a vincere la corsa per un trapianto e l’attesa è di tre anni, 13000 persone sono in attesa di trapianti, però forse si fanno anche più trapianti del necessario; nei trapianti di rene, fegato e cuore la sopravvivenza è buona; ciò che è interessante è che chi è in lista d’attesa o riceve organi, si sente automaticamente donatore.
Comunque, a causa della domanda, continua il traffico clandestino d’organi, di bambini, d’embrioni e di staminali, oltre il 65% degli organi trapiantati in Cina proviene da condannati a morte; in Cina si è condannati a morte per evasione fiscale, corruzione, tangenti e traffico di droga, i condannati sono costretti a firmare l’autorizzazione all’espianto, sono condotti alla morte cerebrale con dei farmaci e poi sono espiantati.
Trapianti illegali sono fatti in Pakistan, Filippine e Cina, l’India è divenuto il magazzino di reni, venduti liberamente dai cittadini, grazie alla mediazione di broker; in Pakistan i medici vendono reni, in quel paese esistono molte cliniche per i trapianti, con tanti clienti stranieri, bambini afghani sono stati usati come pezzi di ricambio.
In Ucraina ed Haiti si sequestrano bambini per gli organi, in India, Russia e Cina si acquistano organi al mercato nero, in Argentina si prelevano illegalmente organi ai malati degli istituti psichiatrici, Haiti vende organi da trapiantare; in Italia scompaiono migliaia di minori, senza lasciare traccia, nel casertano operano in clandestinità cliniche per i trapianti.
La Cyclosporina è un farmaco immunosoppressore che inibisce il sistema immunitario e impedisce il rigetto degli organi trapiantati, è prodotta dalla Novartis, che sponsorizza i convegni sui trapianti, la Novartis non vende il medicinale solo a medici ed ospedali. In America George Bush ha concesso ai malati terminali, non accolti da strutture sanitarie, di staccare il respiratore, soprattutto perché mancanti d’assicurazioni, in questo caso i neocon non sono interessati alla vita.
In Italia due pionieri degli espianti appartengono all’ala religiosa e conservatrice, cioè Girolamo Sirchia e Raffaele Cortesini, la North Italian Transplant, fondata nel 1973 da Sirchia, è una borsa di scambio di organi da trapianto, con giri di tangenti versate ai big della sanità; Sirchia è finito sotto processo per corruzione e appropriazione indebita ed è stato condannato per tangenti. La Transplant si occupa di ricerca d’organi da trapianto, collabora con Umberto Veronesi che da ministro della sanità si è battuto per incrementare i trapianti, realizzati oggi in 42 unità di trapianto, in sedici ospedali, anche Livia Turco, ex ministro della sanità, è stata fautrice della trapiantistica.
All’ospedale Umberto I di Roma opera Raffaele Cortesini, membro dell’Opus Dei, dal ‘91 a ‘98 ha diretto la CBM spa di Milano, specializzata nell’espianto trapianto, nel 1966 fece il primo trapianto di reni in Italia, nel 1982 il primo trapianto di fegato. L’onorevole Ignazio Marino, esperto in trapianti, presiede la commissione d’inchiesta sull’efficacia del sistema sanitario italiano, recentemente ha messo in discussione il concetto di morte cerebrale, sostiene che è una convenzione, è contro il concetto di coma irreversibile e di morte cerebrale.
Marini ha operato in America e nel 1999 andò in Sicilia a guidare l’Ismett, complesso chirurgico gestito dalla regione, in collaborazione con l’università di Pittsburgh, però in tre anni fece solo 56 trapianti, l’istituto era anche mal piazzato sul fronte della sopravvivenza dei pazienti trapiantati; perciò nel 2002 Marino rassegnò le dimissioni e tornò in America, nel 2006 fu eletto in parlamento, a fianco di D’Alema.
Gli embrioni ed i cordoni ombelicali, con le loro cellule staminali, sono fabbriche genetiche, sono gli strumenti attraverso i quali si riuscirà a ricostruire gli organi, anche denti, arti e capelli; oggi le cellule staminali adulte dei topi sono trasformate in embrionali pluripotenti, in grado di generare tutti i tessuti; se si riuscirà a farlo anche con l’uomo, sarà risolto il problema dei trapianti. In Italia non si possono avere banche private per conservare queste cellule staminali, ma devono essere custodite in strutture pubbliche, sono conservate con la crioconservazione, cioè con il freddo.
In Italia fanno queste ricerche il Bioscienze Institute di San Marino e la Powercelles di Domodossola, che, con una polizza sanitaria, promette un futuro di salute per i figli, conserva cellule staminali del cordone ombelicale a vantaggio del donatore, per rigenerare organi. La donazione di cellule staminali invece avrebbe fini solidaristici, a tale proposito, una direttiva europea si muove nel senso di creare un mercato comune di cellule staminali e tessuti.
I medici non sono donatori di sangue e di organi, usano pochi medicinali e vaccini e ricorrono poco ad analisi e agli ospedali per loro e per i loro familiari, anche tra i Vip i donatori sono rari; pare che il coma irreversibile colpisca solo i poveri, mentre i ricchi cercano di rianimarli; quando la morte cerebrale colpisce i ricchi, per rispetto, nessuno sollecita la donazione dei loro organi.

Nunzio Miccoli http://www.viruslibertario.it numicco@tin.it

Fonte:
“Ultimi – Inchiesta sui confini della vita” di Rita di Rita Pennarola – Pironti Editore.


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di Nunzio Miccoli





Mentre la convenzione americana per i diritti dell’uomo difende la vita fin dal concepimento (art. 4), la convenzione europea non indica il momento iniziale della vita; la commissione europea ha affermato che l’espressione persona, di cui all’art. 2, non può applicarsi al nascituro. La corte dei diritti europea ha escluso che il diritto alla vita, di cui all’art. 2 della convenzione, contenga anche il diritto alla decisione di morire; In Italia la legge 40 del 2004, come forma di tutela del feto, conferisce la personalità giuridica al nascituro; questa confusione legislativa può favorire interpretazioni e comportamenti contrastanti e favorire gli abusi.


Grazie alle cellule staminali, in un embrione di pochi giorni già esistono tutte le informazioni per il differenziamento degli organi; a tre settimane cominciano a differenziarsi sistema nervoso, scheletro, muscoli, polmoni e intestino. Alla quarta settimana l’embrione è perfetto, con abbozzi di gambe, braccia e occhi, il cuore comincia a battere e pompa il sangue, il sistema nervoso ha neuroni, sinapsi e dentriti; nell’embrione, lo scambio d’informazioni avviene per via elettrochimica.


Tra la quarta e quinta settimana si formano fegato, genitali e stomaco, alla settima settimana si definiscono arti e corteccia cerebrale, dove ha sede la coscienza e la consapevolezza; alla fine della settima settimana si sviluppa l’istinto alla suzione, all’ottava settimana appaiono le gemme dei dentini, parte della cartilagine si trasforma in ossa, si apre la bocca e si differenziano i sessi.


Allo scadere della nona settimana sono evidenziate le dita delle mani e dei piedi, appare una bozza di palpebre e l’embrione si trasforma in feto; a dieci settimane sa deglutire, alla dodici settimane si aprono i suoi occhi; sono passati 84 giorni, siamo ancora dentro i 90 giorni per l’aborto libero in Italia. Tra le nove e le dieci settimane di gestazione si compie la maggior parte degli aborti, durante i quali il feto è aspirato o estratto a pezzi, nel primo trimestre si usa prevalentemente l’aspirazione.

Per l’aborto si usano anche appositi farmaci o altre tecniche.
Un tipo di aborto tardivo applicato in Usa, tra quinto e sesto mese di gestazione, cioè quando la vita della madre è in pericolo di vita, in pratica anche quando è ansiosa o a problemi finanziari, si pratica tirando i piedi del feto in fuori, perforando il suo cranio con una sonda, aspirando il cervello e poi estraendo tutto.


In Italia la legge 194 del 1978 prevede l’aborto libero entro i 90 giorni dal concepimento e dopo quel limite quando è in pericolo la salute della madre o in caso di malformazione del feto; però la data del concepimento è difficile da stabilire con esattezza, nel mondo l’aborto è considerato ancora una pratica contraccettivi ed esiste ancora quello illegale; in Italia le minorenni senza consenso del genitore, per abortire chiedono l’autorizzazione al giudice.


In Italia la costituzione, all’articolo 1, riconosce il valore sociale della maternità, però, diversamente dalla Francia, lo stato non fornisce né aiuti economici né assistenza alle madri, per incoraggiarle a non abortire. La pillola del giorno dopo o Ru 486, va assunta dopo il rapporto sessuale, l’assunzione entro le prime 24 ore riduce di molto la possibilità della gravidanza; in Italia si vende su ricetta medica in farmacia, mentre in Francia è distribuita gratuitamente nelle scuole.


Questa pillola è attiva fino a cinquanta giorni dal concepimento, impedendo la maturazione dell’embrione. I consultori, nati con una legge del 1975, non provvedono all’informazione della donna, le donne vi si rivolgono per ottenere l’interruzione volontaria della gravidanza soltanto per un terzo; i consultori sono pochi, mancano di personale, hanno un ridotto orario d’apertura.

Un ginecologo vi rilascia un certificato per l’aborto in ospedale; intanto aumenta il numero di obiettori tra medici, anestesisti e paramedici, in media arriva al 50%.
L’obiezione prima esisteva per il servizio militare, ora per l’aborto, ma non esiste per il prelievo d’organi da trapiantare; la flessione degli aborti denunciati, non tiene conto degli aborti clandestini che però erano più numerosi prima della legge dell’aborto. Cliniche private praticano aborti clandestini a 1500 euro, a volte fatti anche negli studi privati, poi ci sono le vecchie mammone di una volta.


Oggi in Europa un terzo delle gravidanze finisce ancora in aborto, in Europa dell’est si arriva ad un numero d’aborti pari ai nati, in Cina e India si abortiscono le femmine; con l’ecografia prenatale si determina il sesso del feto; pare che le leggi non servano a contrastare l’aborto clandestino, in media nel mondo gli aborti sono 1/3 delle gravidanze. In Svezia la legge autorizza ad abortire quando il sesso del nascituro non è quello desiderato, tra le abortiste, vi sono donne minorenni e donne sposate.


I feti smaltiti sono eliminati negli inceneritori, assieme agli altri rifiuti ospedalieri, in Campania frammenti di feti sono stati trovati in discarica; un decreto presidenziale del 1990 prevede la possibilità di dare sepoltura ai feti di più di venti settimane, ma solo poche città hanno reparti nei cimiteri adibiti allo scopo; le strutture sanitarie che praticano aborti non tengono registri sui feti smaltiti.


In Svizzera, in forni crematori speciali, possono essere smaltiti solo placente, feti e parti del corpo umano che, per rispetto, non sono chiamati rifiuti speciali e non sono mescolati ad altri rifiuti. In Cina i feti e le placente sono commercializzati e mangiati, è una tradizione della medicina cinese, sono ritenuti ricostituenti e curativi, in Cina i feti sono usati per produrre medicinali.


Per le cure estetiche, la Cina fornisce all’occidente collagene prelevato dai feti e dai condannati a morte, in Ucraina si fa traffico di feti da utilizzare in farmacologia e cosmetica e per preparare elisir di lunga vita, vi si fa mercato di organi umani. In Russia scompaiono bambini neonati sani dagli ospedali, gruppi criminali fanno traffico di feti abortiti, pagati alle madri e poi venduti alle cliniche estetiche; scienziati e ricercatori trattano con questi criminali.


Ai feti vengono estratte le staminali totipotenti e vendute ai ricchi che vogliono ringiovanire, per questi trattamenti, l’Ucraina è un serbatoio di feti per le organizzazioni criminali, le quali garantiscono che i tessuti fetali guariscono tiroide e milza. Tra i loro clienti c’è l’istituto di medicina rigenerativa delle Barbados e la clinica Medra della Repubblica Dominicana, che promettono il ringiovanimento mediante l’iniezione di cellule staminali embrionali, il rifornimento di feti avviene anche in Georgia.


Nei tumori la frenesia riproduttiva genera dei mostri, le cellule tumorali sono cellule indifferenziate mutate, queste cellule sono state trattate in laboratorio con estratti d’embrione ed hanno rallentato la loro crescita; perciò la somministrazione di fattori embrionali di differenziazione può servire a curare le neoplasie; estratti di utero gravido e d’embrione inibiscono la crescita di cellule del cancro.


Pare che gli invertebrati non si ammalano di cancro, mentre i tumori sono apparsi con i vertebrati, il cancro si è sviluppato con l’evoluzione del loro cervello, perché il sistema nervoso dei vertebrati è meno stabile di quello degli invertebrati; un tipo di tumore, il teratocarcinoma, ospita al suo interno i tessuti dell’embrione, forse è un tentativo sbagliato di gravidanza autonoma o partenogenesi.


Per ottenere lo sviluppo di questo tumore, basta trapiantare nell’addome di un topo una blastocisti, questo tumore si localizza anche nel testicolo, dove presenta abbozzi embrionali; le cellule pluripotenti dei blastocisti, cioè il primo prodotto del concepimento, possono differenziarsi in varie direzioni. L’embrione rappresenta la vita e il tumore la morte, probabilmente i vertebrati sono soggetti ai tumori perché soggetti a mutazioni; la variabilità delle caratteristiche dei nati si ha per via sessuata, con la formazione dello zigote, come prodotto di fusione dei gameti maschili e femminili.


Le cellule staminali, dopo l’unione tra ovolo e spermatozoo, formano la blastocisti, primo nucleo dell’embrione, queste cellule sono presenti nell’embrione, nel feto e negli adulti, presiedono al ricambio cellulare dei diversi organi e rigenerano i tessuti; utilizzando cellule staminali adulte si potrà ridurre il relativo prelievo da embrioni. In Italia la legge 40 del 2004 vieta l’utilizzo di embrioni a fini di ricerca, come le tecniche di manipolazione del patrimonio genetico umano.


Le cellule tumorali sembrano non morire e si riproducono incessantemente, anche fuori del corpo, come gli organismi unicellulari, perciò sono usate per coltivare virus e batteri in laboratorio. La morte cellulare o apoptosi avviene nei tessuti degli organismi pluricellulari, regola lo sviluppo dell’organismo e la morte programmata delle cellule, con l’apoptosi, le cellule sono capaci di autodistruggersi.


Con la morte, la cellula si divide in vescicole che poi, nel processo chiamato fagocitosi, sono inghiottite dalle cellule sane circostanti; le cellule, morendo, permettono ad altre giovani di farsi avanti, il ricambio incessante che ne deriva è detto omeostasi. Pare che l’alterazione del tasso di mortalità cellulare sia alla base del cancro, l’invecchiamento dell’organismo è dovuto al rallentato processo dell’apoptosi; poiché l’autoeliminazione delle cellule malate è la migliore difesa in caso d’infezione e d’aggressione da sostanze tossiche, forse la maggior parte delle malattie deriva dal blocco del suicidio cellulare.


Lo sviluppo dell’embrione o embriogenesi e quello dello sviluppo del tumore sono simili; grazie all’apoptosi, durante la gestazione, scompaiono forme primitive embrionali, facendo scomparire cellule a vantaggio di altre, l’embriogenesi studia l’evoluzione dell’embrione. La trasformazione della cellula da uovo fecondato ad embrione e poi a feto, ripercorre le tappe dell’evoluzione della specie umana.


Il CNR di Milano ha accertato che anche nelle neoplasie o tumori esistono cellule staminali, le cellule tumorali sono generate da un piccolo numero di cellule stabili che non si evolvono; se, con le manipolazioni, sono messe in grado di differenziarsi, possono generare un tessuto, combattono gli agenti tossici esterni e sono protette dalla morte programmata.


Gli inglesi hanno affermato che l’embrione è un essere preumano, ritengono che, per ragioni etiche, solo prima del 14 giorno dal concepimento può essere utilizzato in laboratorio dopo no, perché dopo si forma la cresta neurale, assume caratteristiche umane e perciò andrebbe rispettato, perché ineluttabilmente, quell’uovo fecondato è destinato a divenire un essere umano.


Poiché l’aborto, legale o illegale, è sempre esistito e sempre esisterà e, d’altra parte, la popolazione umana non si sta estinguendo, ma aumenta sempre più, è inutile criticare o punire l’aborto, però, se si vuole limitarlo, bisogna pubblicizzare e regalare contraccettivi e pillole del giorno dopo; su questo tema bisogna fare informazione da parte dello stato, il quale deve aiutare le famiglie povere e quelle numerose e aiutare le ragazze madri; tutte cose che in Italia lo stato non fa perché preferisce limitarsi a riscuotere le imposte e colpevolizzare chi abortisce.


Per quanto sopra detto, io sostengo l’aborto, ma non sono un avvocato di parte o un militante di partito, che deve dire solo la metà dei fatti, perciò ho ritenuto doveroso riportare quanto scritto sull’aborto; invece per i veri militanti di partito questo non si deve fare, perché così si porta acqua al mulino degli antiaboristi.


Il giornalismo vero dovrebbe far conoscere ciò che l’élite non vuole che si sappia, il resto è propaganda; purtroppo giornali, storici, avvocati e politici raccontano solo metà della storia, perché sono legati ad un partito. Chi si esprime come me, dai militanti di partito è definito qualunquista, perché faccio di tutta l’erba un fascio, mentre i militanti distinguono il partito del bene da quello del male, cioè hanno un loro credo religioso o politico; poiché questi uomini di fede sono tanti, si può legittimamente ritenere che l’uomo sia un animale religioso.


Ci sono stati casi di donne in condizone di morte cerebrale o coma profondo o irreversibile, destinate all’espianto d’organi, che hanno partorito e poi si sono sopravvissute madre e figlio. Sempre in tema di coma profondo, il cervello esplode con l’aneurisma o emorragia cerebrale, spesso determinato da trauma, in questo caso, senza drenaggio del sangue si cade nella morte cerebrale.


Negli espianti la morte cerebrale è il presupposto per l’espianto legittimo; con la morte cerebrale si ha un cervello morto in un corpo vivo, i criteri per diagnosticare la morte cerebrale variano da paese a paese; il paziente vivo ma in coma o morte cerebrale e posto sotto ventilazione o respirazione meccanica artificiale, poi legalmente, per procedere agli espianti, è parificato convenzionalmente al morto per arresto cardiocircolatorio e respiratorio, che invece è un vero cadavere.


La morte cerebrale è nata nel 1968 con i primi trapianti di cuore di Christian Barnard, che diede vita all’era del trapianto-espianto, perché da parte del donatore è richiesto un cuore pulsante e una temperatura normale, altrimenti gli organi deperiscono, perciò si utilizza un cervello apparentemente morto in un corpo vivo.


La morte cardiaca è la morte per i profani dalla quale nascono solo cadaveri, la morte cerebrale è la morte per i medici o morte clinica, l’accertamento della morte cerebrale richiede un esame strumentale. Sull’onda della sollecitazioni dell’ambiente sanitario, in Italia la legge 578/93, all’articolo 1, recita che la morte s’identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo; questa legge fu voluta la ministro della sanità Francesco De Lorenzo, sostenitore dei trapianti, condannato per corruzione e tangenti.


E’ difficile credere che un uomo è morto quando il cuore batte, suda e urina o quando una donna porta avanti una gravidanza e partorisce. Dal 1985 Nerina Negrello guida la lega nazionale contro la predazione degli organi, afferma che del cervello non si conosce la funzione endocrino-ipotalamica la quale persiste, perciò, il coma profondo non è morte irreversibile, perché non cessano tutte le funzioni dell’encefalo.


In molti pazienti in morte cerebrale si conserva la funzione endocrino-ipotalamica e l’attività elettrica cerebrale, alcuni di loro reagiscono agli stimoli, sono vivi anche dal punto di vista del sistema nervoso centrale. L’elettroencefalogramma piatto non è veramente piatto, ma d’ampiezza inferiore al 5% del valore normale; a volte, anche adulti ansiosi e neonati possono presentare un elettroencefalogramma piatto.


Se è vero che i neuroni cominciano a morire per mancanza d’ossigeno quando cessa il battito cardiaco, la sopravvivenza complessiva di tutti i neuroni cerebrali dura parecchie ore; inoltre, contrariamente a ciò che si sosteneva fino a poco tempo fa, anche il cervello umano ha potenzialità di autorinnovamento dei neuroni persi. L’ipotalamo conserva la capacità di generare neuroni per tutta la vita, è a causa degli espianti che spesso si rinuncia alla rianimazione di tanti morti presunti, la loro rianimazione si potrebbe fare anche con la ipotermia cerebrale controllata.


Certi trattamenti di sopravvivenza si applicano solo a ricchi e celebrità, gli altri sono abbandonati e destinati agli espianti, la legge non prevede nemmeno l’obiezione di coscienza per i medici addetti al settore, come per gli aborti; per procedere all’espianto, i morti cerebrali sono tenuti sotto ventilazione, però non sono cadaveri, perché hanno ancora funzioni cardiorespiratorie; comunque, per il DPR 285/90 il cadavere è quello privo contemporaneamente di funzione cardiaca e cerebrale, la confusione legislativa continua.


Poiché si conosce solo il 10% delle funzioni del cervello e l’ipotalamo ha il 10% delle funzioni complessive, non si può conoscere la cessazione irreversibile di tutte le funzioni del cervello, come pretenderebbe la legge 578/93; il coma irreversibile è stato inventato per favorire i trapianti e mettere i medici al riparo di denuncie per omicidio. Si sa che ai comatosi permangono residui funzionali di circolazione sanguigna intracranica, per affrettarsi all’espianto, la relativa indagine non è eseguita e si rinuncia a recuperare il traumatizzato cranico.


La morte cerebrale è una finzione per il saccheggio del corpo di un vivente; certificata la morte dai clinici, il donatore non è più assistito; con la morte cerebrale o morte clinica, i medici, secondo i loro protocolli, annunciano il decesso e propongono gli espianti ai familiari. La morte cerebrale è dichiarata entro 48 ore dal ricovero in rianimazione di un paziente comatoso, in genere un traumatizzato cranico o uno con grave emorragia cerebrale ed ematoma, in questo caso s’interrompono le terapie.


Il drenaggio di sangue sarebbe necessario per decomprimere il cervello, far ricomparire la coscienza e far uscire il paziente dal coma; l’emorragia, premendo sulla corteccia, fa scomparire la coscienza e fa entrare il paziente in coma; in questi casi, i medici sono interessati più a salvare gli organi che il paziente con emorragia cerebrale.


Per accertare la morte cerebrale, oltre all’elettroencefalogramma, si esegue il test dell’apnea, che prevede l’intubamento del paziente e la ventilazione o respirazione automatica, però, se il paziente respira da solo, il test dell’apnea è controindicato e può portare alla morte cerebrale; il test si effettua sospendendo la ventilazione, però, se si verifica per conseguenza l’arresto del respiro, si provoca una diminuzione dell’ossigenazione del cervello e poi la morte cerebrale.


La morte cerebrale andrebbe meglio chiamata sospensione cerebrale, infatti, quando si arriva all’espianto, poiché il paziente reagisce all’incisione chirurgica con movimenti del corpo, degli arti, con aumento del battito cardiaco e della pressione arteriosa, come fosse cosciente ma in balia dei medici, si rende necessario l’utilizzo di farmaci paralizzanti e d’anestetici; con l’espianto interviene la vera morte, comunemente intesa. Se il cuore batte, non c’è modo di accertare la morte cerebrale, cervelli esaminati, durante l’autopsia d’individui dichiarati in morte cerebrale, sono apparsi normali.


Per accertare la morte cerebrale si usa l’elettroencefalogramma, soprattutto quando manca coscienza e respirazione spontanea, la legge italiana afferma che c’è vita quando l’attività elettrica del cervello è superiore a due microvolts, però l’emorragia può attenuare il segnale della macchina.

Questi organi sono espiantati da moribondi, con parte del cervello funzionante, cuore battente e sangue circolante, anche se con respirazione artificiale; gli anestetici per il prelievo non si danno ai cadaveri, inoltre, l’aumento della pressione indica una sofferenza fisica.


Il cervello è anche una centralina automatica che regola il cambiamento di marcia e la messa a punto anche del cuore, compensando disfunzioni e modificando, secondo le circostanze, la pressione ed il battito cardiaco; inoltre le reazioni d’individui soggetti ad espianto sembrano reazioni d’individui paralizzati ma che sentono e soffrono, quasi fossero dei morti apparenti. Secondo la legge, individui in morte cerebrale ed a cuore battente, se non espiantati, non potrebbero essere messi in obitorio, inceneriti o tumulati, semplicemente perché sono ancora vivi.


Chi è nel registro dei donatori ed ha uno speciale tesserino allo scopo, è stato raggirato perché ha disposto dei suoi organi “post mortem” cioè dopo la morte, quindi il loro impegno non dovrebbe essere ritenuto valido; infatti, nel mondo sono stati riportati in vita individui in morte cerebrale e coma irreversibile; oggi le persone da espiantare sono tenute in vita con la respirazione artificiale.


I genitori del paziente traumatizzato sono indotti a donare gli organi grazie a false informazioni dei medici che parlano di coma irreversibile, affermano che non vogliono un figlio ridotto a vegetale e perciò autorizzano l’espianto; però è accaduto che alcuni di questi presunti morti abbiano riaperto gli occhi e recuperano le loro funzioni, ci sono persone che si sono svegliate dallo stato vegetativo dopo anni.


A volte anche i morti per arresto cardiaco si riprendono, a parte i casi di morte apparente, si cerca di rianimarli per potere prelevare i loro organi, ma poi questi resuscitano; la morte apparente spesso colpisce gli infartuati, in questo caso una circolazione sublimale residua ancora persiste e manda ossigeno al cervello, poi il cuore spesso si riprende; purtroppo, l’elettroencefalogramma non rileva questa evoluzione e, nella fretta di spiantare, i pazienti sono uccisi. Per coprire i medici su certe morti sospette in ospedale, le autopsie sono falsate.


I medici sollecitano la donazione d’organi di persone vive per salvare altre vite, alcune diagnosi frettolose sono strumentali al prelievo d’organi. Esiste un’organizzazione, la North Italian Transplant di Milano, presieduta da Girolamo Sirchia, ex ministro della sanità, che fa arrivare in altri paesi e in altre regioni gli organi dall’Italia. Il coma è accertato anche con la Tac, il traumatizzato, portato in rianimazione è sottoposto a ventilazione artificiale e si chiede ai parenti l’espianto, in quel frangente, i medici, come fanno i burocrati, fanno firmare ai parenti un documento, senza dare troppe spiegazioni.


Dopo il prelievo, gli organi sono raffreddati in una soluzione, messi in un contenitore ghiacciato e trasportati in un altro ospedale per il trapianto, il tutto in tempi veloci. Come i furti e la tortura, gli espianti sono fatti di notte, alcuni pazienti, durante l’espianto, hanno aperto gli occhi, forse erano coscienti. Il 14.10.2006 la Fondazione Umberto Veronesi ha reclamizzato un facsimile di testamento biologico con l’autorizzazione all’espianto d’organi, utilizzando l’ambiguo temine “post mortem”, Veronesi intendeva favorire gli espianti contro le resistenze dei familiari che, all’atto pratico, spesso si oppongono, la sua iniziativa era appoggiata dal ministro della Sanità Livia Turco.


La legge italiana già prevede l’utilizzo di cadaveri a scopo di studio, la novità riguardava i presunti morti in coma profondo e sotto ventilazione, il progetto di Veronesi voleva usare i pazienti in morte cerebrale per espianti e sperimentazioni; a tale scopo Veronese chiese anche lasciti economici per la sua Fondazione, era sostenuto da un comitato di sostegno fatto dai maggiori VIP italiani, più premi nobel
L’oncologo Umberto Veronesi è legato all’alta finanza, è stato ministro della sanità per la sinistra ma è anche legato a Berlusconi, nel 1994, insieme ad Enrico Cuccia, fondò l’Istituto Europeo di Oncologia; Veronesi sa scegliere i suoi partner è ben ammanicato.

Nel 2000 un decreto del ministro della sanità aveva introdotto il silenzio assenso per l’espianto (in Inghilterra Gordon Brown lo ha proposto nel 2008), dal 2001 il Consiglio Superiore della Sanità ha autorizzato il trapianto di fegato per 16 centri autorizzati, però, per prudenza, nel provvedimento non si parla di morte cerebrale; nel 2006 Veronesi ha proposto la schedatura dei donatori muniti di tesserino
La legge prevede lo smantellamento dei reparti autorizzati dal ministero che fatto pochi trapianti, il che serve ad incentivare queste operazioni; in alcune aziende ospedaliere della Campania, medici e anestesisti che segnalano donatori ricevono degli incentivi, assieme ai membri delle commissioni mediche che accertano la morte cerebrale.


I centri regionali per i trapianti, creati nel 1999 con una legge, sono sottoutilizzati e perciò temono la revoca dell’autorizzazione, con perdita di primari, personale e carriere; le strutture totali per i trapianti sono 114, specializzate per rene, fegato, cuore, pancreas, polmone e intestino, metà di esse lavorano a scartamento ridotto, cioè sotto la media, soprattutto nel sud.


Nel Lazio per il rene esistono cinque centri trapianto, a Parigi uno solo, le strutture che fanno pochi trapianti fanno poca formazione, sono poco sicure e antieconomiche, hanno mortalità più alta, però servono ai politici per farsi propaganda e per favorire clientele mediche. I centri sono giudicati anche in base alla sopravvivenza dei pazienti, per gli espianti si ricorre anche alle pratiche di Marketing; per incentivare le donazioni, i medici devono saper convincere i familiari delle persone in coma, perciò sono assidui nei reparti di terapia intensiva.


All’ospedale Cardarelli di Napoli esistono due centri per il trapianto di fegato, uno fa capo al PDL e uno al PD, il primo, diretto da Oreste Cuomo, ha 57 persone, il secondo, diretto da Fulvio Calice, ha 31 persone, questo è legato a Bassolino; Calice presiede un Alto Comitato Regionale per i Trapianti, del quale fa parte anche Cuomo che, per favorire la donazione d’organi, ha stampato 30000 copie di un opuscolo destinato alle scuole.


Malgrado questi sforzi, in Italia e in Europa queste donazioni d’organi paiono diminuire, l’opposizione alla donazione è cresciuta dappertutto, nel sud d’Italia invece la cultura degli espianti comincia a fare proseliti, perciò Veronesi vi ha posto la sua attenzione.


Nel 2006, con 23 donazioni per milione d’abitanti, l’Italia era il secondo paese in Europa; comunque in Italia, solo una persona su tre riuscirà a vincere la corsa per un trapianto e l’attesa è di tre anni, 13000 persone sono in attesa di trapianti, però forse si fanno anche più trapianti del necessario; nei trapianti di rene, fegato e cuore la sopravvivenza è buona; ciò che è interessante è che chi è in lista d’attesa o riceve organi, si sente automaticamente donatore.


Comunque, a causa della domanda, continua il traffico clandestino d’organi, di bambini, d’embrioni e di staminali, oltre il 65% degli organi trapiantati in Cina proviene da condannati a morte; in Cina si è condannati a morte per evasione fiscale, corruzione, tangenti e traffico di droga, i condannati sono costretti a firmare l’autorizzazione all’espianto, sono condotti alla morte cerebrale con dei farmaci e poi sono espiantati.


Trapianti illegali sono fatti in Pakistan, Filippine e Cina, l’India è divenuto il magazzino di reni, venduti liberamente dai cittadini, grazie alla mediazione di broker; in Pakistan i medici vendono reni, in quel paese esistono molte cliniche per i trapianti, con tanti clienti stranieri, bambini afghani sono stati usati come pezzi di ricambio.


In Ucraina ed Haiti si sequestrano bambini per gli organi, in India, Russia e Cina si acquistano organi al mercato nero, in Argentina si prelevano illegalmente organi ai malati degli istituti psichiatrici, Haiti vende organi da trapiantare; in Italia scompaiono migliaia di minori, senza lasciare traccia, nel casertano operano in clandestinità cliniche per i trapianti.


La Cyclosporina è un farmaco immunosoppressore che inibisce il sistema immunitario e impedisce il rigetto degli organi trapiantati, è prodotta dalla Novartis, che sponsorizza i convegni sui trapianti, la Novartis non vende il medicinale solo a medici ed ospedali. In America George Bush ha concesso ai malati terminali, non accolti da strutture sanitarie, di staccare il respiratore, soprattutto perché mancanti d’assicurazioni, in questo caso i neocon non sono interessati alla vita.


In Italia due pionieri degli espianti appartengono all’ala religiosa e conservatrice, cioè Girolamo Sirchia e Raffaele Cortesini, la North Italian Transplant, fondata nel 1973 da Sirchia, è una borsa di scambio di organi da trapianto, con giri di tangenti versate ai big della sanità; Sirchia è finito sotto processo per corruzione e appropriazione indebita ed è stato condannato per tangenti. La Transplant si occupa di ricerca d’organi da trapianto, collabora con Umberto Veronesi che da ministro della sanità si è battuto per incrementare i trapianti, realizzati oggi in 42 unità di trapianto, in sedici ospedali, anche Livia Turco, ex ministro della sanità, è stata fautrice della trapiantistica.


All’ospedale Umberto I di Roma opera Raffaele Cortesini, membro dell’Opus Dei, dal ‘91 a ‘98 ha diretto la CBM spa di Milano, specializzata nell’espianto trapianto, nel 1966 fece il primo trapianto di reni in Italia, nel 1982 il primo trapianto di fegato. L’onorevole Ignazio Marino, esperto in trapianti, presiede la commissione d’inchiesta sull’efficacia del sistema sanitario italiano, recentemente ha messo in discussione il concetto di morte cerebrale, sostiene che è una convenzione, è contro il concetto di coma irreversibile e di morte cerebrale.


Marini ha operato in America e nel 1999 andò in Sicilia a guidare l’Ismett, complesso chirurgico gestito dalla regione, in collaborazione con l’università di Pittsburgh, però in tre anni fece solo 56 trapianti, l’istituto era anche mal piazzato sul fronte della sopravvivenza dei pazienti trapiantati; perciò nel 2002 Marino rassegnò le dimissioni e tornò in America, nel 2006 fu eletto in parlamento, a fianco di D’Alema.


Gli embrioni ed i cordoni ombelicali, con le loro cellule staminali, sono fabbriche genetiche, sono gli strumenti attraverso i quali si riuscirà a ricostruire gli organi, anche denti, arti e capelli; oggi le cellule staminali adulte dei topi sono trasformate in embrionali pluripotenti, in grado di generare tutti i tessuti; se si riuscirà a farlo anche con l’uomo, sarà risolto il problema dei trapianti. In Italia non si possono avere banche private per conservare queste cellule staminali, ma devono essere custodite in strutture pubbliche, sono conservate con la crioconservazione, cioè con il freddo.


In Italia fanno queste ricerche il Bioscienze Institute di San Marino e la Powercelles di Domodossola, che, con una polizza sanitaria, promette un futuro di salute per i figli, conserva cellule staminali del cordone ombelicale a vantaggio del donatore, per rigenerare organi. La donazione di cellule staminali invece avrebbe fini solidaristici, a tale proposito, una direttiva europea si muove nel senso di creare un mercato comune di cellule staminali e tessuti.


I medici non sono donatori di sangue e di organi, usano pochi medicinali e vaccini e ricorrono poco ad analisi e agli ospedali per loro e per i loro familiari, anche tra i Vip i donatori sono rari; pare che il coma irreversibile colpisca solo i poveri, mentre i ricchi cercano di rianimarli; quando la morte cerebrale colpisce i ricchi, per rispetto, nessuno sollecita la donazione dei loro organi.




Nunzio Miccoli http://www.viruslibertario.it numicco@tin.it

Fonte:
“Ultimi – Inchiesta sui confini della vita” di Rita di Rita Pennarola – Pironti Editore.


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