dal sito
http://www.luogocomune.net/site/modules ... oryid=349611 settembre e altro visti dal aldo giovanni e giacomo!
Immaginiamo una scenetta inventata, con Aldo Giovanni e Giacomo come protagonisti.
ATTO PRIMO
Si apre il sipario. L’ ambiente è scuro, tenebroso. Una sola luce centrale, bassa, illumina un tavolo rotondo attorno al quale sono seduti tre uomini. Il cono di luce permette di vedere le loro mani, ma il corpo e i volti restano parzialmente in ombra.
Aldo porta una divisa da generale, con la giacca coperta di decorazioni e la visiera del cappello calata sugli occhi. Giovanni indossa un abito scuro con il classico gilet e la camicia bianca. Porta gli occhiali da sole, e si vede il filo di un auricolare che gli esce dall’orecchio. Giacomo si presenta con una spavalda giacca viola a quadrettoni bianchi, camicia celeste elettroshock e cravatta arancione sgargiante. Inguardabile. E’ chiaramente lui il pesce fuor d’acqua.
Giovanni si rivolge ad Aldo, con tono serio e confidenziale.
GIOVANNI: Allora, mi è stato detto che la cosa si può fare.
ALDO (tira un sospiro di sollievo): Oohhhhh, finalmente, era ora! E quando?
GIOVANNI: Presto, presto. Entro settembre.
ALDO: Si potrebbe fare per l’11, già che ci siamo?
GIOVANNI: Si può provare. Ma perché proprio l’11?
ALDO: Sai com’è… E’ una data che ci ricorda tante cose…
Giacomo interviene, curioso come una faina.
GIACOMO: Tipo?
ALDO (vago, con una alzatina di spalle): Non so, tante cose….
GIOVANNI (a Giacomo): Ad esempio, gli ricorda il giorno in cui sono nate le sue gattine, Sabra e Chatila. Vero Aldo?
ALDO: Verissimo. E’ anche il compleanno di Pinocchietto, proprio quel giorno.
GIACOMO: Pinocchietto? E chi sarebbe, il figlio di Geppettino?
GIOVANNI: E’ il suo coniglio preferito. Ha le macchie sul petto, come delle medaglie. E’ un coniglio cileno, vero Aldo?
ALDO: Cileno, cileno al cento per cento. Però lo abbiamo allevato qui da noi.
GIACOMO: Scusate, ma allora perché non facciamo il 15, che in quel giorno si è sposata mia cugina?
GIOVANNI (secco, a Giacomo): Tu non devi preoccuparti di queste cose! Non ti riguardano.
Giacomo annuisce e tace.
GIOVANNI (a Aldo): Dunque, dicevamo?
ALDO: Che si può fare. In settembre, possibilmente per l’undici.
GIACOMO: Ma che cosa, esattamente, si può fare?
GIOVANNI: Niente, uno dei soliti lavoretti. C’è da buttare giù le Torri Gemelle.
GIACOMO: Ah, vabbeh… Pensavo chissà cosa…
ALDO (a Giovanni): E come lo faremmo, esattamente?
GIOVANNI: Questo dovete dircelo voi. Siete voi gli esperti, no?
ALDO: Certo, certo. Dunque, vediamo, Torri Gemelle …
GIACOMO: Esperti di che cosa? Di buttare giù torri?
GIOVANNI: Di creare incidenti militari.
ALDO: Se no in guerra come cavolo ci vai, scusa?
GIACOMO (chiaramente non ha capito): Ah, già. Certo.
GIOVANNI: Cosa credi che sia successo, a Pearl Harbour?
GIACOMO: Non lo so. Cosa è successo a Pearl Harbour? Che ci hanno affondato le navi, no?
ALDO (un sorrisetto ironico): Certo. Ci hanno affondato le navi.
GIOVANNI: Noi ci siamo incazzati come delle bestie, e abbiamo dovuto reagire.
GIACOMO: E certo che abbiamo dovuto reagire! Ci mancherebbe…
ALDO: Pure gli spagnoli ci hanno affondato una nave, davanti a Cuba.
GIACOMO: Assssì? Questa non la sapevo. E quando?
ALDO: Mah, nel 1800, o giù di lì.
GIACOMO (un sibilo di rabbia): Bastaaaardi!
GIOVANNI (con tono ripetitivo): Noi ci siamo incazzati come delle bestie, e abbiamo dovuto reagire.
ALDO: Anche nella Prima Guerra Mondiale, ci hanno affondato il Lusitania.
GIACOMO: Chi, gli spagnoli?
ALDO: No, i tedeschi.
GIACOMO: Bastaaaardi!
GIOVANNI (ormai è una cantilena): Noi ci siamo incazzati come delle bestie, e abbiamo dovuto reagire.
ALDO: Anche nel Golfo del Tonchino ci hanno affondato una nave.
GIACOMO: Chi, i tedeschi?
ALDO: No, i vietnamiti.
GIACOMO: Minchia, ma ce l’hanno tutti con le nostre navi?
Giovanni gli afferra l’avambraccio, glielo stringe con forza e lo guarda dritto negli occhi.
GIOVANNI: Ascoltami bene, ciccio. Se aspettiamo che qualcuno ci attacchi davvero, noi di guerre non ne faremo mai. E’ chiaro il concetto?
GIACOMO: Chiarissimo, figurati. (Ritira il braccio, massaggiandoselo per il dolore). Però scusate, con le Torri Gemelle come facciamo? Mica possiamo tirargli contro una nave!
C’è una lunga pausa, in cui i tre uomini si scambiano sguardi interrogativi. Poi Aldo rompe il silenzio.
ALDO: Una nave no, ma un aereo sì.
GIOVANNI (entusiasta): Evvài col genio! Un aereo! Questa sì che è un’idea!
GIACOMO: Un aereo? Con su la gente?
GIOVANNI: Che cavolo te ne frega? Mica è gente che conosci.
ALDO: E poi, scusa, secondo te le Torri le buttiamo giù vuote?
GIACOMO: Ah no?
Giacomo riflette, immaginando la scena.
GIACOMO: Minchia, ma così viene fuori un casino…
ALDO: Embeh? E’ proprio quello che vogliamo, no? Loro ci attaccano…
GIOVANNI: … noi ci inpistoliniamo come delle bestie…
GIACOMO (si illumina di colpo): … e così dobbiamo reagire!
Una doppia pacca sulla spalla, in contemporanea sui due lati, gli fa quasi sbattere la faccia sul tavolo.
GIOVANNI: E bravo il nostro Giacomino!
ALDO: Lo vedi che quando vuoi sai essere intelligente?
La luce sul tavolo si spegne. Buio.
FINE PRIMO ATTO
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SECONDO ATTO
Si apre il sipario. Il tavolo ora è coperto da documenti, cartelle, tabulati, fascicoli e cartacce di ogni genere.
ALDO e GIOVANNI stanno scartabellando, ciascuno per conto suo, alla ricerca di qualcosa di particolare. GIACOMO li osserva incuriosito, ma anche un pò annoiato, mentre ciascuno borbotta a mezza voce leggendo quello che ha davanti a sè.
ALDO (a Giovanni): Senti un pò questo… (legge a voce alta). “Si potrebbe far esplodere un aereo passeggeri sopra il cielo di Guantanamo, e poi dare la colpa ai cubani.”
GIOVANNI: Guarda che non sono i cubani questa volta, sono i talebani.
ALDO: Si vabbeh …
GIACOMO: I chi?
GIOVANNI: I talebani.
GIACOMO: E chi sono, i "talebbàni"?
GIOVANNI: I talebani sono quelli che ci attaccano stavolta, va bene?
GIACOMO: Sì sì, figurati…
ALDO (a Giovanni): Vabbeh, ma chettefrega, scusa?
GIACOMO (fra sè e sè, girando la manina come per dire “minchia che roba”): I talebbàni….
ALDO: Se fai mutatis mutandis, togli i cubani …
GIACOMO (a persone immaginarie): Ragazzi cheppaùùra…. Ci hanno attaccato i talebbàni….
GIOVANNI: Ma vuoi star zitto, che qui non si riesce nemmeno a discutere? (Ad Aldo) Dicevi?
ALDO: Dicevo… Se fai mutatis mutandis, togli i cubani e ci metti i talebani, no?
GIOVANNI: Si perchè adesso i talebani abitano a Cuba!
ALDO: Ma che c’entra? Se i talebani stanno in Pakistan, vuol dire che faremo esplodere un aereo sul Pakistan, no? Che problemi ci sono?
GIOVANNI: A parte che casomai è l’Afghanistan…
GIACOMO (ad Aldo): Ignorante!
ALDO: Tu stai zitto che manco sai dov’è l’Afghanistan.
GIACOMO: Certo che lo so! Sta in Cina! Vicino alla Cina! Vero Giova?
GIOVANNI: Vero. Adesso però taci, okay?
Soddisfatto, Giacomo guarda Aldo e gli fa il “gesto dell’introduzione”, con la manina sull’avambraccio. Aldo non raccoglie.
ALDO: Senti questo allora (legge dal fascicolo) “Potremmo far esplodere una nave americana nella baia di Guantanamo”…
GIOVANNI: E basta con ‘ste navi!
ALDO: Scusa, ho sbagliato riga. Era questo… (scorre il testo col dito, cercando il punto). Dunque… “potremmo far affondare un carico di cubani vero o simulato”… questo no… “Potremmo far esplodere un naviglio senza passeggeri”… no. Eccolo qui. “E’ anche possibile creare un incidente in cui dimostrare in maniera convincente che un aereo cubano ha attaccato un aereo civile americano che viaggiava sugli Stati Uniti”.
Giovanni sta per sbottare di nuovo, ma Aldo lo precede.
ALDO: Sostituisci “cubano” con “talebano”, naturalmente.
GIACOMO: Fai mutatis mutandis, no?
GIOVANNI: Ma che cavolo di mutatis mutandis! I talebani non hanno aerei, la vuoi capire? Quelli vanno ancora in giro col cammello!
GIACOMO: E va beh, gli faremo scoppiare un cammello! Tanto, una volta esploso non è che c’è ‘sta gran differenza…
Uno scappellotto di Giovanni sulla nuca lo rimette a tacere.
GIOVANNI (ad Aldo): Vai avanti.
ALDO (riprende a leggere): “Un aereo della base di Eglin verrebbe dipinto e numerato come una esatta copia di un aereo civile che appartiene a una società controllata dalla CIA nella zona di Miami.” (Guarda Giovanni) Toglici Miami, e mettici New York. (Torna a leggere) “Al momento prestabilito il duplicato andrebbe a sostituire l’aereo civile, e sarebbe caricato con i passeggeri prescelti, tutti imbarcati sotto falsi nomi, accuratamente preparati prima.”
Giovanni e Giacomo si fanno attenti, per non perdere il filo.
ALDO: “Il decollo dei due aerei verrebbe programmato il modo da permettere un incontro al largo della Florida.” (Guarda Giovanni) Toglici Florida, e mettici Long Island. (Torna a leggere) “Dal punto di incontro l’aereo con i passeggeri scenderebbe ad altitudine minima, ed atterrerebbe direttamente su una pista secondaria della base di Eglin, dove sarebbero stati organizzati in anticipo l’evacuazione dei passeggeri e il ritorno dell’aereo al suo stato originale.”
Giovanni e Giacomo si guardano, confusi. Giacomo fa una espressione come a dire “Ma che cosa sta dicendo?”
ALDO: “L’altro aereo proseguirebbe nel suo piano di volo, e una volta arrivato su Cuba” – toglici Cuba e mettici New York – “inizierebbe a trasmettere segnali di emergenza, dicendo di essere attaccato in volo. La trasmissione verrebbe interrotta dalla distruzione dell’aereo, che sarebbe stata provocata da un nostro missile.”
GIOVANNI: Toglici missile e mettici deficiente!
Con una sventola Giovanni gli fa volare via il fascicolo, che finisce per terra.
GIOVANNI: Ma che cavolo è sta roba? Dove l’hai presa?
GIACOMO: L’ha presa in Afghanistan! Lui parla portoghese.
Lentamente Aldo si alza, va a raccogliere il fascicolo e torna verso il tavolo, spolverandolo con delicatezza. Poi lo porge a Giovanni.
ALDO: Guarda che questa è roba vostra.
GIOVANNI: Ah sì?
ALDO: Leggi lì. Cosa c’è scritto?
GIOVANNI (guarda la copertina): Operazione Northwoods. Top Secret… Ma di quand’è sta roba?
ALDO: Una quarantina di anni fa.
GIOVANNI: Ah, ecco perchè è piena di pistolinate!
ALDO: E’ il più recente che abbiamo trovato.
GIOVANNI: Ma voi non avete idee vostre? Dovete sempre venire a rubare le nostre? (Getta il fascicolo sul tavolo, seccato). Dunque, cerchiamo di ragionare.
ALDO: E cerchiamo di ragionare. (Torna a sedersi). Comincia tu, che io già c’ho mal di testa.
Non visto, Giacomo allunga una mano, prende il fascicolo e comincia a sfogliarlo.
GIOVANNI: Allora, abbiamo due torri da colpire, giusto?
ALDO: Giusto.
GIOVANNI: Con le navi non si possono colpire, quindi usiamo gli aerei.
ALDO: E fin lì ci siamo.
GIOVANNI: Il problema è, dove prendiamo gli aerei?
ALDO: Dove prendiamo gli aerei?
GIOVANNI: Si ma non è che devi farmi l’eco, ogni volta che parlo!
ALDO: Già ti ho dato l’idea principale, ora se permetti tocca un pò a te, no?
GIOVANNI: Grazie, a me sempre la parte più difficile.
ALDO: Vabbè dai, ti aiuto ancora una volta. Non è che per caso… questi aerei… si potrebbero affittare?
GIOVANNI: Affittare? Guarda che stiamo parlando di Boeing, mica di un pattino all’Idroscalo.
ALDO: E vabbè, che problema c’è? Non mi dirai che non avete i soldi per affittare un paio di Boeing.
GIOVANNI: Non è quello… Volendo i soldi ci sono anche. Ma poi chi li guida?
Con aria sorniona e divertita, Giacomo si intromette.
GIACOMO: Scusate, non è che vi voglio interrompere, però lo avete letto cosa c’è scritto qui?
Giovanni si accorge che stava leggendo il documento e cerca di toglierglielo di mano, ma non ci riesce.
GIOVANNI: Metti giù. Quella non è roba per te...
GIACOMO: Senti qua Aldo, questa è troppo bella: “Operazione caduta libera. Si potrebbero paracadutare sull’isola di Cuba migliaia di volantini, con foto che ritraggono il presidente Castro a letto con due aitanti giovanotti. In questo modo verrebbe a crollare l’immagine di leader carismatico e virile, …”
Con un guizzo Aldo gli strappa il fascicolo di mano.
GIOVANNI: Dammi questa roba ti ho detto! Se non la pianti chiamo la security e ti faccio sbattere fuori!
GIACOMO: Guarda che la security sono io.
GIOVANNI: E allora stai zitto e tieni giù le mani. (Ad Aldo) Dunque, dove eravamo arrivati?
ALDO: Che affittavamo gli aerei.
Giacomo si calma, poi estrae dalla tasca un mini-computer e comincia a battere comandi.
GIOVANNI: Cosa fai adesso? Sei il capo della security e non sai che qui è proibito usare i cellulari?
GIACOMO: Volevo ordinare un panino… E’ che siamo qui da due ore, e comincio a sentire un certo languorino…
GIOVANNI: Va beh, basta che taci…
Ubbidiente, Giacomo torna a battere comandi.
ALDO: Non è che si può avere anche un caffè, già che ci sei?
GIOVANNI: Ma insomma! E’ una riunione degli alti servizi congiunti, questa, o è la sagra del cotechino?
ALDO: Hai ragione, scusa.
GIOVANNI: Allora.
ALDO: Allora, niente. Affittiamo ‘sti cavolo di aerei, li sbattiamo contro le torri e finiamola li, no?
GIOVANNI: Si, bravo. E chi li guida?
Di nascosto da Giovanni, Giacomo guarda Aldo e gli domanda con le labbra “zucchero?”, facendo il gesto del cucchiaino che gira nella tazza.
ALDO: E chennesò chi li guida! I talebani, no?
Aldo indica “2” con le dita a Giacomo, che batte il comando sul mini-computer.
GIOVANNI: Seeee, prima che un talebano riesca a colpire una di quelle torri gli finisce la benzina tre volte, a furia di andare avanti e indietro.
Giacomo rimette in tasca il mini-computer e di nascosto torna ad afferrare il fascicolo.
ALDO: E la madonna, sai cosa ci vuole? Sono torri enormi, quelle. Saranno alte 500 metri.
GIOVANNI: Si, ma mica le devi colpire per lungo. E’ per largo che devi colpirle.
ALDO: E va bè, anche se fosse per largo, ...
GIOVANNI: Ma lo hai mai visto in faccia un talebano? Ci mette un quarto d’ora solo per metterti a fuoco, quando gli parli.
ALDO: Massì, mica sono grissini quelle torri, dài... e poi sono due, ne sbagli una e pigli l'altra.
GIOVANNI: Sbagli l'altra e come minimo mi finisci sulla 5a strada.
ALDO: Infatti, qualcosa becchi di sicuro.
Giacomo esplode in una risata incontenibile. Giovanni lo guarda gelido, ma lui continua a ridere senza nemmeno vederlo. Giovanni incrocia le braccia, aspettando che finisca, ma Giacomo ride sempre di più, finchè rotola a terra, travolto dalle convulsioni. Poi finalmente, fra singhiozzi e lacrime, riesce a dire:
GIACOMO: Giuro.. non ci credo.. questa è troppo bella… senti Aldo… (legge dal documento) “Si potrebbe infiltrare un cameriere … fra i servitori di Fidel Castro… che al momento oppurtuno fingerebbe di cadergli addosso, versandogli in faccia un liquido che gli avvelena la barba….”
Aldo sogghigna divertito.
ALDO: Pensa te! Riescono a inflitrare un cameriere, e quello invece di avvelenargli direttamente il cibo gli avvelena la barba.
GIACOMO (ad Aldo): Magari pensano che se la mangi. (A Giovanni): Ma dove le prendete queste idee? cavolo, manco sull’Intrepido leggi delle cagate del genere!
Con un gesto deciso Giovanni gli strappa di nuovo il fascicolo, e lo chiude in una valigetta metallica.
GIOVANNI: Basta! Tu questa roba non devi più toccarla.
Continuando a ridere, Giacomo cerca un’intesa con Aldo.
GIACOMO: E’ la marchiano pure Top Secret, ‘sta roba.
ALDO: La marchiano Top Secret perchè si vergognano, secondo me.
GIACOMO (A Giovanni): Mi raccomando Giova, mettigli anche la combinazione, al tuo documento. Non si sa mai che un giorno vi rubano le idee.
Giovanni scatta in piedi, urlando con tono imperioso.
GIOVANNI: Adesso basta! Vogliamo lavorare seriamente qui o no?
I due ammutoliscono. Hanno capito che non scherza. Giovanni si risiede, con calma.
GIACOMO: Scusa Giova, posso fare una domanda seria?
GIOVANNI: Sentiamola.
GIACOMO: Ma perchè state a complicarvi la vita, con ‘sti aerei che devono andare a sbattere nelle Torri?
GIOVANNI (lo guarda di traverso): E la domanda seria quale sarebbe?
GIACOMO: Questa. Te l’ho appena fatta (separa bene le parole): Perchè-state-a-complicarvi-la-vita con-gli-aerei-che-devono-andare-a-sbattere-nelle-torri?
GIOVANNI (con lo stesso tono meccanico): Perchè-vorremmo-creare-un-incidente-per-far-spaventare-gli-americani. Credevo che almeno questo fosse chiaro.
GIACOMO: L’ho capito! Ma mica c’è bisogno di sbattere davvero gli aerei sulle torri, per spaventarli. L’importante è che loro “credano” che ci hanno sbattuto, no?
GIOVANNI: E cosa facciamo, glielo raccontiamo per radio?
ALDO: Come fece Raquel Welch, con quella trasmissione sui marziani.
GIOVANNI: Orson Welles, non Raquel Welch.
ALDO: Evabbeh, Welch, Wells…
GIACOMO: Cerca di capirmi, Giovanni. Oggi non viviamo più nel mondo reale, viviamo in un mondo virtuale. Sono le apparenze che contano. La realtà non conta più niente.
ALDO: A proposito di apparenze, arriva o no ‘sto caffè?
GIACOMO: Non lo so, ora sollecito.
Batte i tasti sul mini-computer, poi mostra a Giovanni il piccolo schermo luminoso.
GIACOMO: Lo vedi questo schermo, Giova?
GIOVANNI: Lo vedo.
GIACOMO: E’ questo il mondo. E’ questa la realtà di oggi. Quello che accade su questo schermo è reale, quello che accade là fuori non interessa più a nessuno. Lo hai visto Avatar?
GIOVANNI: Bellissimo! L’ho visto tre volte. Di seguito.
ALDO: A me sinceramente m’ha fatto una paura della madonna.
GIOVANNI: Come paura?
ALDO: Minchia, quella foresta... (rabbrividisce al pensiero) tutti quegli insetti enormi…
GIOVANNI: Va bè, ma era finto no?
GIACOMO (ad Aldo): Lo vedi? Anche tu sei un uomo del passato. Non capisci la realtà virtuale. Come dice Schopenhauer, “tutto ciò che non si capisce ci spaventa”.
ALDO: cavolo c'entra Schopenhauer? Non è che non ho capito, ho detto che mi fanno schifo le bestie! E poi, cosa vuoi che ci sia da capire in quel film?
GIOVANNI: Veramente, ha un messaggio molto importante. Ma lasciamo perdere, sarebbero perle ai porci.
Giacomo lo guarda sdegnato.
GIACOMO: Ignorante! Vai a giocare coi talebbàni, tu… che magari fra di voi vi capite.
GIOVANNI: Allora, dicevamo?
GIACOMO: Allora: realtà… apparenza. Hai presente? Realtà da una parte, apparenza dall’altra.
GIOVANNI: Ho capito. Realtà… apparenza.
GIACOMO: Hai mai sentito parlare di sì-gì-ài?
GIOVANNI: Di che?
GIACOMO: Sì-gì-ài. Scritto C - G - I
ALDO: Cos’è, un sindacato?
GIACOMO: Computer Generated Images, ignorante!
La luce si spegne. Buio.
GIACOMO: Benvenuti nel terzo millennio, amici!
Fine II ATTO
(Continua)
Massimo Mazzucco
(Nota: l’unica parte non inventata di questa scenetta sono i piani della CIA contro Cuba, che corrispondono tutti alla realtà).