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Marziano
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 Oggetto del messaggio: Stipendi: differenza tra Italia e Europa
MessaggioInviato: 01/01/2012, 15:47 
Vogliamo risanare l'economia italiana? alziamo gli stipendi!!!
Stipendio piu' alto, ho la possibilita' di spendere di piu' e l'economia riparte.....

Teoria che farebbe contenti tutti noi, ma è una teoria giusta? Lo chiedo a voi che di economia non ci capisco un H!!

Riporto un esempio:
Ho un'amico ,ingegnere meccanico, che lavora in Italia per un colosso multinazionale tedesco (non sto a far nomi) conosciutissimo nel campo dei motori, guadagnando un stipendio che si aggira intorno ai 1400/1500 euro (piu' eventuali extra,straordinari e trasferte all'estero). Un buon stipendio a confronto di un'operaio, ma basso, troppo basso per le responsabilita' che gli vengono affidate.
Qualche mese orsono dalla sede principale della Germania arriva, per sei mesi, una ragazza tedesca ad affiancarlo nel lavoro. Solita mansione, solito livello, in pratica fanno il solito lavoro con le solite mansione e in TEORIA il solito stipendio.
In teoria!! perche' parlando con la ragazza tedesca il mio amico, con stupore, ha scoperto che la busta paga della collega è quasi il doppio della sua.
Conferma della ragazza la quale ha detto: " Ma come fate a vivere con questi stipendi? Da noi in Germania abbiamo prezzi poco piu' alti nei negozi, ma lo stipendio è il doppio del vostro!!!!

Possibile che la solita azienda paghi due suoi dipendenti di pari livello diversamente solo perche' si trovano in nazioni diverse??
Da cosa dipende tutto cio'?? Dalla ditta o dallo Stato???

altro esempio

http://www.finanzautile.org/stipendi-in ... -quasi.htm


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MessaggioInviato: 01/01/2012, 16:06 
Non solo !!,anche fra le Regioni Italiane vi è diversità di Salari a parità di lavoro.
Come si azzardano a dire che siamo in Europa!!.[:(]


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MessaggioInviato: 01/01/2012, 17:38 
Ecco, diglielo! [8D]



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MessaggioInviato: 02/01/2012, 00:25 
Cita:
Messaggio di CRASH3

Possibile che la solita azienda paghi due suoi dipendenti di pari livello
diversamente solo perche' si trovano in nazioni diverse??

Da cosa dipende tutto cio'?? Dalla ditta o dallo Stato???



Dipende dai cittadini di quello Stato.. e dalla loro mancanza di palle.



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MessaggioInviato: 02/01/2012, 00:32 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:
mancanza di palle.


Ecco, potevi fermarti qua [:D].

TTE, in questo periodo mi deludi: video di auguri con donne succinte, termini poco aulici, qualcosa in te sta cambiando [:p]?



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MessaggioInviato: 02/01/2012, 01:00 
alcune ipotesi?

tassazione elevata sia per il dipendente sia per l'azienda.
eccessivi pensionati rispetto al numero di occupati

mantenimento di un esercito sterminato di lavoratori nel pubblico impiego

contratti di lavoro diversificati (i sindacati in questi anni che hanno fatto? dormito?)

Un prezzo da pagare per una eccessiva tutela del posto fisso (mancanza di flessibilità) da una parte ed eccessiva ricattabilità del dipendente a contratto a termine (anche qui i sindacati che hanno fatto?)

passaggio lira/euro (ci siamo trovati improvvisamente con una moneta forte ed eccessivamente valutata rispetto alla lira)


----------------

Guardate l'altra faccia della medaglia..un lato positivo se proprio vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno...
un esempio :


Due anni fa, una multinazionale con una filiale italiana, improvvisamente decide di lasciare a casa migliaia di dipendenti in Inghilterra.
Si scoprirà che i siti di ricerca e sviluppo a rischio erano due. quello italiano e quello inglese. entrambi efficienti, entrambi in attivo. Ma ridondanti (capita quando si acquisiscono società diverse con medesime mansioni) .
Perchè la multinazionale ha deciso di salvare il sito italiano a discapito di quello inglese?

Perchè il costo orario di un ingegnere italiano a parità di competenze e capacità , anzianità è pressochè la metà (o meno) di uno inglese.

Il sito italiano insomma è stato salvato perchè efficiente , in attivo ma soprattutto perchè costa poco (anche in relazione alla tassasione che le imprese pagano allo stato)....

e dettaglio secondario (per una multinazionale lo è) , più facile licenziare in Inghilterra piuttosto che in Italia .
Anche se la ricollocazione in Inghilterra è più facile e veloce . In Italia invece rischi di non ricollocarti affatto se non con mansioni e stipendi nettamente inferiori a quelli dell'impiego precedente.



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MessaggioInviato: 02/01/2012, 12:07 
Tassazione sul lavoro. Mah. ditemi se sbaglio, ma le tasse sul lavoro in Italia sono oltre il 40%, ma non sono "eccessivamente" alte, visto che in Francia e Germania la percentuale cala di uno o due punti. Nei paesi scandinavi la cifra è identica, si tratta di decimali di differenza. Quindi, il problema non è che le imprese sono schiacciate dalle tasse, è che non sono competitive.

Troppi dipendenti pubblici. Non direi proprio. In Italia siamo sul 5% della popolazione, come Germania e Spagna. L;'Inghilterra ne ha meno, sul 3%, la Francia di più, l'8%, i paesi scandinavi viaggiano comodamente sul 10%. Diciamo che l'Italia è nella media: quindi, neppure questo è il problema.

Contrattazione bastarda. Troviamo i colpevoli? Non chi ha permesso la schiavitù del lavoratore, ma i sindacati, certo... Rmnd, visto la fotina che porti, dovresti anche evitare affermazioni che risultano ridicole... Perchè a me viene in mente un certo Sacconi, a sentire certe cose...

Mancanza di flessibilità. Permetti una risata? Ormai, siamo arrivati ai contratti settimanali. Il problema è la precarietà eccessiva... Il problema è che il lavoro "rischioso" è stato pensato dalla legge non per permettere la flessibilità del mercato del lavoro, ma solo come strumento in mano alle aziende per avere meno rogne, sia economiche che politiche e sindacali. E, scusa, ma qui ci sono precise responsabilità politiche, che tu dovresti conoscere meglio di me. E apprezzare, visto appunto la foto. A meno che non sia ironica e non celebrativa...

Euro. E infatti prima eravamo tutti più ricchi. Avevamo una economia che produceva molto più di adesso...

La storiellla finale dovrebbe poi avere una morale. Morale: vince chi paga meno. Ma non stavamo appunto parlando di come alzare gli stipendi, che sono mediamente più bassi che nel resto d'Europa? C'è qualcosa che non mi torna: se abbiamo, come è vero, stipendi bassi, evidentemente l'Italia non è in crisi produttiva perchè ha salari troppo alti... E non è abbassandoli (o tagliando diritti e tutele) che cambieranno le cose, visto che negli ultimi anni abbiamo visto scendere sia i salari che i diritti senza un briciolo di crescita. Il problema è la qualità dell'impresa, e dell'imprenditore. Siamo uno dei Paesi europei che lavora di più, ma che produce, cresce e guadagna di meno. La colpa dunque di chi è, del lavoratore, e del sindacato, o dell'imprenditore, e della politica? Ti ricordo, rmnd, che il capo dei due personaggi nella tua foto è andato, un po' di anni fa, dagli industriali a dire che il programma del suo governo è il programma di confindustria. Andiamo a vedere questo aspetto, andiamo a vedere cosa ha prodotto la politica industriale (e filo-industriale, filo-padronale) in Italia, andiamo a vedere quanti soldi le imprese italiane investono per la loro riqualificazione tecnologica, andiamo a vedere la preparazione anche intellettuale dell'imprenditore italiano, andiamo a vedere quanto certa politica ha servilmente offerto sul biblico piatto d'argento le teste dell'unità sindacale, dei diritti dei lavoratori, della loro sicurezza economica alle imprese pur di avere il loro voto...

Solo un'ultima cosa, a proposito dei sindacati. Io non apprezzo minimamente il lavoro della FIOM sul caso Fiat. Il problema è che sul caso Fiat si è potuto valutare solo il lavoro dei sindacati, perchè il Governo dei tuoi amichetti (come in tutti gli altri casi di crisi aziendali) è stato completamente assente. Non avevamo nemmeno il ministro dello sviluppo economico. Quel governo si muoveva solo quando doveva difendere i suoi interessi (e penso ai "poveri" farmacisti, tanto per dirne una, o ai "poveri" avvocati). Per il resto, "ridete, la crisi è psicologica". Qua, se c'è qualcuno che ha dormito, è stato proprio il governo...


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MessaggioInviato: 02/01/2012, 13:07 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Tassazione sul lavoro. Mah. ditemi se sbaglio, ma le tasse sul lavoro in Italia sono oltre il 40%, ma non sono "eccessivamente" alte, visto che in Francia e Germania la percentuale cala di uno o due punti. Nei paesi scandinavi la cifra è identica, si tratta di decimali di differenza. Quindi, il problema non è che le imprese sono schiacciate dalle tasse, è che non sono competitive.

Troppi dipendenti pubblici. Non direi proprio. In Italia siamo sul 5% della popolazione, come Germania e Spagna. L;'Inghilterra ne ha meno, sul 3%, la Francia di più, l'8%, i paesi scandinavi viaggiano comodamente sul 10%. Diciamo che l'Italia è nella media: quindi, neppure questo è il problema.

Contrattazione bastarda. Troviamo i colpevoli? Non chi ha permesso la schiavitù del lavoratore, ma i sindacati, certo... Rmnd, visto la fotina che porti, dovresti anche evitare affermazioni che risultano ridicole... Perchè a me viene in mente un certo Sacconi, a sentire certe cose...

Mancanza di flessibilità. Permetti una risata? Ormai, siamo arrivati ai contratti settimanali. Il problema è la precarietà eccessiva... Il problema è che il lavoro "rischioso" è stato pensato dalla legge non per permettere la flessibilità del mercato del lavoro, ma solo come strumento in mano alle aziende per avere meno rogne, sia economiche che politiche e sindacali. E, scusa, ma qui ci sono precise responsabilità politiche, che tu dovresti conoscere meglio di me. E apprezzare, visto appunto la foto. A meno che non sia ironica e non celebrativa...

Euro. E infatti prima eravamo tutti più ricchi. Avevamo una economia che produceva molto più di adesso...

La storiellla finale dovrebbe poi avere una morale. Morale: vince chi paga meno. Ma non stavamo appunto parlando di come alzare gli stipendi, che sono mediamente più bassi che nel resto d'Europa? C'è qualcosa che non mi torna: se abbiamo, come è vero, stipendi bassi, evidentemente l'Italia non è in crisi produttiva perchè ha salari troppo alti... E non è abbassandoli (o tagliando diritti e tutele) che cambieranno le cose, visto che negli ultimi anni abbiamo visto scendere sia i salari che i diritti senza un briciolo di crescita. Il problema è la qualità dell'impresa, e dell'imprenditore. Siamo uno dei Paesi europei che lavora di più, ma che produce, cresce e guadagna di meno. La colpa dunque di chi è, del lavoratore, e del sindacato, o dell'imprenditore, e della politica? Ti ricordo, rmnd, che il capo dei due personaggi nella tua foto è andato, un po' di anni fa, dagli industriali a dire che il programma del suo governo è il programma di confindustria. Andiamo a vedere questo aspetto, andiamo a vedere cosa ha prodotto la politica industriale (e filo-industriale, filo-padronale) in Italia, andiamo a vedere quanti soldi le imprese italiane investono per la loro riqualificazione tecnologica, andiamo a vedere la preparazione anche intellettuale dell'imprenditore italiano, andiamo a vedere quanto certa politica ha servilmente offerto sul biblico piatto d'argento le teste dell'unità sindacale, dei diritti dei lavoratori, della loro sicurezza economica alle imprese pur di avere il loro voto...

Solo un'ultima cosa, a proposito dei sindacati. Io non apprezzo minimamente il lavoro della FIOM sul caso Fiat. Il problema è che sul caso Fiat si è potuto valutare solo il lavoro dei sindacati, perchè il Governo dei tuoi amichetti (come in tutti gli altri casi di crisi aziendali) è stato completamente assente. Non avevamo nemmeno il ministro dello sviluppo economico. Quel governo si muoveva solo quando doveva difendere i suoi interessi (e penso ai "poveri" farmacisti, tanto per dirne una, o ai "poveri" avvocati). Per il resto, "ridete, la crisi è psicologica". Qua, se c'è qualcuno che ha dormito, è stato proprio il governo...


e tu pensi di poter paragonare la situazione finanziaria italiana con quella francese, o peggio con quella tedesca o peggio ancora con quella svedese?


sulle contrattazioni schiaviste, se la butti con destra e sinistra, ringrazia i governi di sinistra che sono stati i primi a introdurre la 'flessibilità'

L'euro poi è stato un bene introdurlo, ma in termini di competitività ci abbiamo perso. Perchè la lira era debole e improvvisamente ci siamo ritrovati con una moneta forte. Quale paese ha giovato in competitività con l'introduzione dell'euro. Uno per tutti la Germania che si è liberata di un marco troppo forte.

e il giorno che gli stipendi italiani e il loro tasso di crescita rientreranno nella media europea, molte multinazionali in italia ti faranno 'ciao ciao' . Perchè pagare un ingegnere italiano come uno tedesco, quando in Italia la multinazionale non ha le stesse sicurezze e normative trasparenti sul mercato del lavoro , sulla giustizia del lavoro, sulle infrastrutture e chiarezza e stabilità fiscale come in Germania.
Quindi se vuoi che una multinazionale resti in Italia pagando lo stesso prezzo di una sede in germania devi offrire i medesimi servizi e tutele o per essere più appetibile qualcosa in più. E noi per ora quel qualcosa in più sono proprio gli stipendi da fame visto che non possiamo offrire nulla in termini di qualità di servizi , trasparenza , semplificazione burocratica e tutela giudiziaria.



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MessaggioInviato: 02/01/2012, 14:14 
Sezione9 ora non posso fornire riferimenti perchè sono col cellulare ma sulla tassazione sul lavoro sei ampiamente fuori strada.



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MessaggioInviato: 02/01/2012, 16:17 
Si dice: abbassare il costo del lavoro (per le imprese). Bene: negli ultimi 10 anni le tasse sulle imprese sono calate del 10%, eppure io di crescita non ne ho vista. Evidentemente, non basta, perchè il nostro imprenditore medio non ragiona come la multinazionale, ragiona come un contadino: mangia finchè ce n'è.

Sulla flessibilità, appunto era "flessibilità". La colpa principale della sinistra è stata la mancata riforma degli ammortizzatori sociali. Ma la precarietà è nata da altre parti.


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MessaggioInviato: 03/01/2012, 10:43 
Il problema non sta negli stipendi, nella tassazione, ecc ecc....
Lo stato incamera un sacco di soldi da noi Italiani, che però a causa "chiamiamola" cattiva gestione, vengono spesi in modo sbagliato, causando grossi buchi che poi devono essere coperti con altrettanti soldi pubblici, con nuove tasse, manovrine fiscali ecc ecc...

Ovviamente è un problema presente in ogni nazione, ma forse i nostri funzionari-politici italiani, sono un pochino più avidi di potere e soldi di altri.



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MessaggioInviato: 03/01/2012, 11:04 
<h5>stipendi parlamentari:niente tagli,x la commissione serve altro tempo,in quanto tagliare agli"incapaci"della casta e'troppo difficile,ma questo governo"bassotti"cosi' rapido falcidiare i comuni cittadini,e' mai possibile non riesca nell'impresa di tagliare sulla kasta parassita?"</h5>


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MessaggioInviato: 03/01/2012, 11:36 
avete saltato la differenza tra nord e sud


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MessaggioInviato: 03/01/2012, 11:49 
Cita:
lex ha scritto:

avete saltato la differenza tra nord e sud

Ecco!!!,sviano!!!. [:(]


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MessaggioInviato: 03/01/2012, 11:56 
magari ci fosse differenza solo tra italia ed europa, vorrebbe dire che in italia c'è lavoro per tutti con i vari stipendi correlati alla vita, ma qui è un calvario...gente che soffre come me, nel leggere (perchè tanto i vari tg sono soltanto degli show)online di gente che si suicida perchè non ce la fa, specialmente se vecchietti (i quali mi fanno molta tenerezza), gente che ruba soldi alla comunità europea e poi se ne scappa rovinando la vita a tutti quelli che vorrebbero i fondi europei per fare davvero qualcosa (qua in calabria ci sono i fondi di bruxelles bloccati e non si sa se li daranno)...potrei continuare


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