Come premessa condivido il
metodo di indagine di Atlanticus.
La scelta di Tsipras dopo il referendum è apparentemente
schizofrenica, se
qualcosa ci sfugge significa che ci sono
variabili in gioco che non conosciamo.
Ho cominciato ad avere dei dubbi ma ho mantenuto la barra del timone verso la stella polare e adesso ringrazio Atlanticus per i
contributi postati che a mio avviso chiariscono almeno in parte la situazione.
Innanzittutto il piano prevede sì dei sacrifici maggiori ma in cambio di vantaggi molto più grandi anche nella semplice proporzione.
Passare da
8 miliardi di tagli per 7 miliardi e mezzo di prestiti per ripagare altri prestiti,
cioè nulla per la Grecia che avrebbe dovuto accettare altre misure di austerità senza nessun vantaggio oltre la sopravvivenza a pochi mesi, una autentica presa in giro
a
13 miliardi per riceverne 53 (!) utili alle casse dello Stato è un miglioramento oggettivo.
Il costo era inevitabilmente più alto, ma
i benefici stavolta ci sono e sono in una misura molto maggiore dello stesso aumento degli stessi.
Come evidenziato
Tsipras guadagnerebbe tempo, utile per lasciar lavorare i BRICS.
Tanto è che
i falchi del rigore non lo accettano affatto:
ufologo 555 ha scritto:Grexit, scontro nel governo tedesco tra Angela Merkel e Wolfang Shaeuble: a rischio trattativa con la Grecia
In pochi avrebbero immaginato di vedere frau Angela Merkel nei panni della colomba. Eppure a poche ore dal possibile accordo tra Ue e Grecia è proprio la cancelliera tedesca a tenere vive le speranze del presidente greco Alexis Tsipras perché la trattativa sia riaperta concretamente e si arrivi entro domenica 12 luglio a un accordo che eviti la definitiva catastrofe per l'economia di Atene e dell'intera Europa. Ma non la vede allo stesso modo un altro tedesco, il ministro delle Finanze Wolfang Shaeuble che, secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Bild, sarebbe arrivato ai ferri corti con la Merkel, dicendo che: "Si starebbe consumando una lotta di potere tra la cancelliera e il suo ministro". L'indiscrezione giornalistica arriva dal racconto di un funzionario "influente" che ha già messo in imbarazzo il ministero delle Finanze tedesco, pronto a chiarire che la fonte del Bild non appartiene al proprio dicastero. Lo scontro tra la Merkel e il suo ministro è il segnale di frizioni che nel governo tedesco covano da tempo e in questo occasione si acuiscono con gravi ripercussioni anche sulla stabilità della stessa poltrona della Merkel. E poi c'è il pericolo che la trattativa con la Grecia possa davvero saltare, visto che proprio in giornata Schaeuble parteciperà all'Ecofin con gli altri ministri delle finanze europei portando una linea senza sfumature: le proposte di Atene sono inadeguate e quindi non va riaperta nessuna trattativa con Tsipras.
http://www.liberoquotidiano.it/news/eco ... desco.html
http://www.ilgiornale.it/
Insomma come avevo detto Tsipras ha incassato una
maggior forza contrattuale grazie alla dimostrazione delle determinazione del suo popolo,
e invece di dilapidare il tutto con una proposta che
non sarebbe mai stata accettata (perchè va finalmente detto, che ci aspettavamo? Che chiedesse un piano per il taglio del debito e la crescita che i creditori che attendono da mesi di spolpare la loro preda non hanno mai voluto considerare?)
ha fatto una proposta di
compromesso che chi vuole semplicemente umiliare la Grecia non vuole accettare.
Si pone
il caso che anche così la Germania dica no all' accordo,
e vorrei proprio vedere le facce dei mezzobusti a leggere la notizia realizzando che dovranno darla al pubblico dopo aver descritto la parte greca come quella irragionevole arrivata solo ora a miti consigli che vengono però rifiutati... da scompisciarsi.
Senza contare che
a fronte di un rifiuto di una proposta definita ragionevole e al ritorno al punto di partenza con la stessa agenda il governo greco potrebbe rispondere con la
#Grexit:
adesso anche
nel partito di Syriza non è più tabù ma anzi la soluzione proposta come alternativa a un piano comunque salato e quindi indigesto per l' ala più dura e pura.
Quindi due sono a mio avviso le opzioni:
se la proposta viene coerentemente
accettata per salvare la faccia
la Grecia prenderà il malloppo ritardando di qualche anno #Grexit e abbandono della NATO dando l' illusione a Europa, America e FMI di aver scongiurato quello che tra qualche anno avverrà puntualmente rovinandogli la giornata.
Se diranno no avverrà subito,
la Grecia attraverserà un periodo difficile
ma con una saggia guida come potrebbe essere quella di un Varoufakis richiamato dopo il fallimento delle trattative per cui si era dimesso
ritornerà a riappropriarsi della sovranità monetaria economica necessaria a rimettersi in piedi, in attesa che siano pronte le mosse di Putin, che possiamo stare certi, è già all' opera.
Quello che potrebbe impedire questa evoluzione naturale degli eventi è
un intervento palese od occulto come un commissariamento, una rivoluzione colorata, un golpe militare, una guerra civile o finanche un intervento americano per impedire l' avvicinamento a Mosca.
A tale proposito:
Quando le casse dello stato Greco avranno incassato i nuovi fondi UE avverrà un colpo di stato da parte dei militari che instaureanno un altro "governo dei Colonnelli" come avvenuto negli anni '70, visto che il governo non ha saputo garantire la scelta che il popolo ha espresso con il referendum...
Improbabile.
Va detto che per quanto de facto la democrazia sia morta e sepolta, a dirlo siamo noi poveri complottisti.
Per le pecore là fuori che ascoltano i telegiornali, siamo tutti abitanti di una felice Europa democratica.
In questo contesto,
un golpe sfavorevole allo status quo vedrebbe una immediata
reazione militare di tutta la NATO che imporrebbe la Troika sul suolo greco con le armi venduta come "ripristino della democrazia in Grecia".
E' semmai probabile che i
colonnelli, che come tutti i militari occidentali sono ferventi
atlantisti, organizzino un
golpe allorquando
Tsipras si allontani concretamente dalla NATO e si avvicini alla Russia.
A quel punto spetterà ai greci liberare il loro Paese se non vogliono tornare alle condizioni di pochi mesi fa.